A study in favourites.

di pralinedetective
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[ A study in favourites. ]

 

 

It’s a little vicious world that we live in,


Lydia mimava parole con le labbra a tempo con Alex Gaskarth, un braccio a coprire il seno per pudore e l’altro intorno alla vita per conforto, interamente immersa nell’acqua ormai tiepida eccezion fatta per il naso e gli occhi.
Spostava lo sguardo nella stanza — sul soffitto, sul cielo nuvoloso fuori dalla finestra accostata, sui raggi di luce che attraversavano le boccette di profumo e gettavano ombre colorate sulla parete alle loro spalle, sull’acqua calda che cadeva incessante sulle sue ginocchia, piegate e appoggiate alla parete della vasca da bagno.

 
Quella playlist era qualcosa che si concedeva raramente: un piacere proibito destinato a quando casa era vuota (un’occorrenza estremamente rara, dopo… l’Episodio) e tenere il sorriso sulle labbra sembrava troppo faticoso.

 
Patrick Stump le cantava di non preoccuparsi di lui impegnato a osservarla da dentro l’armadio, e di con quanta grazia stessero precipitando, e Lydia si sorrideva nello specchio a figura intera.


Coperta fino al ginocchio da un accappatoio color panna, i capelli appena tamponati sulle spalle e sulla fronte, il volto smagrito e il trucco che aveva dimenticato di togliere prima del bagno era colato sulle guance, spalmato in modo poco piacevole intorno agli occhi,


Jackson l’aveva vista così una volta sola. Aveva storto il naso e l’aveva paragonata alla
figlia sfortunata della piccola fiammiferaia con un panda; Lydia aveva riso e poi lo aveva sbattuto fuori di casa, rifiutando di rivolgergli la parola per due giorni.

 

“Little brat must be crazy, never make it in our vicious little world,”
Still I’m leaving,

 

Aveva ancora i capelli umidi e i piedi nudi, il viso ora pulito ma ancora pericolosamente pallido; era immersa nel frigo fino alle spalle, nauseata da tutto quel che vedeva, quando udì il campanello. Non aspettava visite e sapeva che non poteva trattarsi dei suoi genitori, quindi sbirciò qualche secondo dallo spioncino prima di decidersi ad aprire.


“Ti conosco?” chiese, arricciando il naso alla sua visitatrice.
I capelli corti e biondicci mantenevano una piega assurda e imbarazzante che li voleva in piedi e sparati in diverse direzioni; indossava abiti larghi che nessun essere umano si sarebbe mai sognato di mostrare alla luce del sole (ma neanche della luna) e quando la porta si aprì stava sbucciando un’arancia, completamente fuori stagione.


“Dobbiamo seguire lo stesso copione ogni paio di mesi?” rispose la ragazza con un sospiro, infilandosi in tasca i brandelli di buccia con noncuranza. “Non cambio mai
così tanto. Tu, d’altro canto… Tutto bene, Didi?”


La Martin riconobbe il soprannome con un brivido. “Siamo già ad ottobre?” domandò, più a se stessa che alla sua interlocutrice.


Ella sorrise divertita, poi cominciò a ondeggiare lievemente, avanti e indietro, ripetendo ciò che aveva imparato a memoria come se si trattasse di una filastrocca. “Mio fratello mi manda a ricordarti che settimana prossima sarà il suo compleanno, che sei attesa alla festa in giardino venerdì alle otto e che questo non è un invito bensì un ordine.”


Lydia ignorò per un momento l’invito — David Greenberg non le era mai piaciuto troppo, lo considerava un inutile spreco di spazio, però se c’era qualcosa in cui era davvero bravo era organizzare una festa.
Studiò invece la sorella minore di Dave, Andy: da quando aveva nove anni (e Lydia e Dave dieci) aveva assunto come una missione il riferirle personalmente delle feste organizzate a casa Greenberg.


La guardò con discreto interesse, cercando di capire per quale ragione questa volta non fosse riuscita a riconoscerla; era divenuto una specie di gioco, una sfida che si ripresentava ogni paio di mesi. “Eppure sono certa che i tuoi capelli erano verdi, la scorsa volta.”


Andy gettò la testa all’indietro in una breve risata, poi tornò a guardarla sorridendo.

Attention that we crave, don’t tell us to behave, citò accennando qualche nota.


Ma prima che potesse aggiungere qualcosa Lydia aveva perso interesse nella conversazione; non si era avventurata fino all’ingresso per conversare con una qualsiasi conoscente.
Chiuse la porta in faccia alla ragazzina, la quale le ricordò con urgenza, “Non mancare, Didi! Dave mi ucciderebbe!”


Sospirò, promettendosi che per farsi perdonare l’avrebbe salutata con la mano la prossima volta che l’avesse incrociata in corridoio.
Abbandonato ogni proposito di trovare uno spuntino — visto l’orario era assolutamente fuori questione, recuperò uno dei giornali medici della madre e si accoccolò sul divano.

 

Our song has not been sung,
Long live us.

 

 

 

 

 

 

 

[NA] (manca di betaggio!)

Da dove nasce questa cosa? Allo stupido GDR nessuno presta abbastanza attenzione alla figura di Lydia, tragica e meravigliosa, e l’unica persona che abbia tentato di impersonarla ha fallito clamorosamente.

Questo è solo un prologo, non si capisce ancora niente però il progetto di fondo c'è, se vorrete darmi fiducia. Conto di rendere l’aggiornamento settimanale. Non so cosa aggiungere, non sono brava nelle note a fine pagina D:

Le canzoni citate sono The reckless and the brave, We’re going down, down e Fat lip perché sono una persona nostalgica.

 

ucchan





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