PROLOGO
-5 marzo 2005-
"O, SilviO,
rimembri ancora quel tempo della tua mezza altezza, quando
beltà splendea nei capelli tuoi, tinti e trapiantati, e tu,
lietO e pensosO, il limitare del Governo salivi?...Che barzellette
soavi, che promesse, che cori, o SilviO miO!...Sonavan le quiete piazze
e le vie dintorno, al tuo perpetuo canto: FORZA ITALIA"
esclamò Daniela, un libro di letteratura italiana che le
copriva il volto contornato da lisci capelli castani lunghi fino alle
spalle, occhi grandi e verdi, labbra carnose. Davanti a lei, Sofia, la
sua migliore amica, dai capelli castano chiaro mossi e più
lunghi di quelli di Daniela, dolci occhi nocciola, riprendeva quella
comica scena con il cellulare.
"Ah ah...Dany,
ma come lo dici bene 'Forza Italia'...sei molto espressiva!"
esclamò Sofia divertita di quella improvvisata scenetta.
"Questo lo devi
far sentire a quella anti-Berlusconi della tua prof di ita
così è la volta buona che le prende un accidente!
Ti immagini, fa togliere Giacomino da tutti i libri!? Sarebbe fico,
però mi dispiacerebbe per Leo, mi sta simpatico."
constatò Daniela buttandosi sopra il letto ordinato di Sofia
e facendo formare pieghette scomposte alle lenzuola.
"Sarebbe un
peccato...mi piace tanto questa poesia, A Silvia, non 'A Silvio'!
Senti, Dany, ma la lettera quando gliela inviamo?" chiese poi cambiando
argomento.
"A chi? A Leo?"
Sofia le fece uno sguardo di arresa, ma si stava trattenendo dal ridere
a crepapelle. Daniela la faceva sempre ridere, non tanto per quello che
diceva, ma per COME lo diceva. Faceva delle facce ammiccanti ed
espressive, ed era una ragazza a cui piaceva tanto scherzare.
Soprattutto quando aveva qualcuno da far ridere, ed erano poche le
persone con cui lei scherzava così apertamente, aveva
parecchie conoscenze, ma aveva solo due o tre amiche con cui stava
davvero bene e che conoscevano ogni cosa che le succedeva, ogni cotta,
ogni problema a scuola. Ma soprattutto Sofia sapeva tutto ma veramente
TUTTO, e condividevano anche i sogni.
Daniela sognava
di avere un ragazzo, era una romanticona, ma la sua timidezza ed
insicurezza, nonchè la sua poca popolarità a
scuola la bloccavano e le sue fantasie sarebbero rimaste tali
finchè qualcuno non l'avesse fatta uscire dal suo guscio.
Quella che aveva più successo con i ragazzi era certamente
Sofia, anche se quest'ultima era talmente ingenua che non se ne rendeva
nemmeno conto e, anche lei una romanticona, pensava ancora al principe
azzurro, al ragazzo perfetto, maturo che l'avrebbe resa
felice...insomma, di certo non uno dei ragazzini adolscenti che
frequentavano. D'altro canto Daniela era più pratica e meno
selettiva, ma il suo carattere un po' da maschiaccio ed i pregiudizi
che tutti avevano a scuola nei suoi confronti per il fatto di essere
una 'secchiona', nonostante non si ritenesse affatto tale, erano
serviti ad allontanare qualsiasi richiesta di uscire. Solo l'estate
precedente, lontano dai libri e dalla scuola e con un costumino che
mostrava le sue gambe affusolate, il suo seno già
pronunciato che faceva invidia alle altre ragazze della sua
età, la pelle dorata dal sole che risaltava i suoi occhi,
aveva attirato l'attenzione di Luca, un bagnino-cannato pluri-ripetente
17enne amico del cugino di Daniela, Patrizio, e lei all'inizio pensava
di poter finalmente uscire dalla sua inesperienza, ma lui non era tipo
che si accontentava di qualche bacio romantico, e Daniela di certo non
gli avrebbe concesso più di quelli, anzi nemmeno aveva
sprecato il suo primo bacio con lui, perché sapeva che non
ne valeva davvero la pena con un tipo del genere, così aveva
perso 'l'occasione'. Ma poi a Settembre del 2004 qualcosa
cambiò in quanto si prese una cotta stratosferica per un suo
compagno di classe, per il quale l'anno prima non provava nulla, forse
colpita dai tratti lievemente più maturi e 'mascolini' che
nei tre mesi lontano da scuola egli aveva aquisito, ma ovviamente non
fece niente per mettersi in mostra, era troppo timida e forse temeva di
ricevere le stesse richieste che le aveva fatto Luca.
Era
stato un mese strano, quel settembre, perché le due amiche
avevano visto sui giornali che sarebbe iniziato un nuovo programma, un
telefilm per ragazzi, the O.C. L'attore dicevano che somigliasse a
Russel Crowe, di aspetto, però secondo loro era
più carino questo, un certo Benjamin McKenzie. Ma quel certo
attorucolo, presto sarebbe diventato il loro attore preferito, l'unico
che le faceva sbavare, ed ogni mercoledì si erano perse
davanti quegli occhi blu, sempre più appassionate per il
telefilm. Ma quando, il 1 dicembre, il telefilm finì, in
loro si insinuò la paura di perdere tutta quella passione. E
si erano ripromesse di non dimenticare mai Ben, e addirittura avevano
giurato che, al compimento dei 18 anni, sarebbero andate in California
a trovare l'attore. E in quella sera, mentre Daniela faceva ridere
Sofia, le loro paure non si erano avverate, perché,
nonostante fossero i primi di Marzo, dopo 6 mesi, loro erano ancora
appassionate come il primo giorno.
Quel sabato si
erano viste per scrivere una lettera in inglese, per inviarla a
Benjamin e chiedergli un autografo, o qualsiasi cosa, o forse solo per
essere più sicure che LUI esistesse davvero. E anche per
chiedergli dove sarebbe stato durante l'estate...perché loro
volevano andare QUELL'estate in California. O, perlomeno, ci sarebbe
andata Sofia, i quali genitori erano amanti dei viaggi e si erano
lasciati convincere dalla figli per quella mèta. Daniela, ai
suoi genitori non lo aveva ancora chiesto.
"Prima falla
vedere alla tua insegnante di Inglese, così la corregge e io
nel frattempo stampo qualche foto e facciamo un collage su un foglio
nero e le decoriamo con gli Uniposca oro e argento. La lettera poi
vediamo come e dove la scriviamo...però cerchiamo di fare
tutto entro una settimana, sennò gli arriva quando lo
abbiamo già sposato..." spiegò facendo ridere
nuovamente Sofia.
driin
"Oh,
è mio padre, devo andare. Buonanotte, Sophie...ti voglio
bene!" salutò Daniela con passione. Sofia ormai ci era
abituata.
"Grazie!"
esclamò divertita. Si salutavano così da quando,
il 13 ottobre, era andata in onda la puntata in cui Marissa diceva a
Ryan 'ti amo', e lui aveva risposto 'Grazie!'. Erano fissate.
"Ricordati di
sbattere il portone bene quando esci" raccomandò Sofia, poco
prima di chiudere la porta, appena Daniela entrò nel vano
dell'anscensore.
"Siiii, sono
anni che me lo ripeti!" esclamò, mentre la porta
dell'ascensore le nascondeva il volto. Sofia chiuse la porta e
andò in camera sua, spense il cellulare e diede un ultimo
sguardo al computer acceso. Erano le 10 e mezza, non le andava di
andare a dormire, e poi il giorno dopo non c'era scuola. Si sedette
sulla sedia e andò sul file della sua fanfiction
'Sophie&Ryan', scrivendo velocemente sulla tastiera le parole
che le venivano dalla sua passione e dai suoi sogni.
"Ciao
papà!" salutò Daniela, entrando nella Polo grigio
metallizzato posteggiata al di là del lungo cancello rosso
davanti casa di Sofia.
"Che hai
mangiato?" chiese il padre, mentre la riaccompagnava a casa. Era sempre
così, ogni volta che il padre la veniva a riprendere dopo
cena da Sofia, le chiedeva sempre le stesse cose.
"Hamburger con
le patatine fritte" rispose Daniela, mentre poggiava lo zainetto bianco
contenente qualche libro di O.C., il diario e un floppy per il computer.
"Che avete
fatto?" chiese seguendo il solito copione, mentre si fermava al
semaforo.
"Le solite cose,
abbiamo chiacchierato e studiato" rispose, in parte mentendo. Di certo
avevano chiacchierato, ma di certo non avevano studiato! "Voi che avete
mangiato?" chiese appena scattò il verde al semaforo. Era
una domanda di routine, tanto per allargare la conversazione.
"Le cotolette"
rispose Francesco.
"Paolo
è uscito?" chiese ancora Daniela, visto che il padre era
arrivato al limite delle otto parole. Solitamente Francesco parlava
poco e bofonchiava tanto, e sapevano che la parlantina di Daniela non
era ereditata da lui.
"Si" rispose
sterzando il volante. Il repertorio di domande era terminato e Daniela
si mise a guardare fuori dal finestrino, aspettando il momento in cui
sarebbe tornata a casa e pensò che forse prima di andare a
dormire poteva andare avanti con la sua fanfiction di O.C., ma
pensò che i genitori, e soprattutto la nonna, si sarebbero
lamentati. Stava sempre davanti al computer, a chattare con le amiche,
a vedere i siti di O.C., a scrivere la fanfiction, a vedere film e
ascoltare canzoni, e trovava a malapena il tempo per studiare, anche se
a scuola era molto brava. Era quella la sua vita, le piaceva, le doveva
piacere per forza, non aveva molte alternative. A parte la ristretta
cerchia di amicizie, a scuola non dava grande confidenza visto che la
maggior parte dei suoi compagni andavano in discoteca e alle feste
tranquillamente senza temere le urla dei genitori, invece nel gruppo
delle compagne di danza moderna stava sempre e solo con Francesca,
l'altra sua migliore amica, che frequentava la stessa classe di Sofia
al classico. Con la sua famiglia invece da qualche tempo sentiva che le
mancava qualcosa: mai un pranzo fuori, una festa con i parenti, un
viaggio, gli unici momenti in cui stavano tutti in compagnia erano il
pranzo e la cena, il più delle volte animati da discussioni
da grandi tra i genitori, suo fratello Paolo e sua nonna che stava
sempre a lamentarsi che sua nuora, Annamaria, non faceva mai il suo
dovere, pensava solo a se stessa e trascurava i figli. Quando diceva
quelle cose, Daniela avrebbe voluto spaccarle una sedia dietro la
schiena, perché odiava quando Livia offendeva sua madre. Era
una cosa abominevole per lei, soprattutto perché Annamaria
era perennemente impeganta per la famiglia, a cucinare, lavare, stirare
e, se i figli li trascurava, era perché doveva stare dietro
a Livia, che si vantava di essere quella che si fa sempre in quattro
per gli altri, ma stava rinchiusa nella casa del figlio, con la nuora e
i nipoti, vivendo a sbafo, con l'unica preoccupazione di quale
telenovela seguire in tivù la sera.
"Buonanotte"
disse Daniela sfiorando la guancia di Livia appena tornata.
Andò in camera sua e si ficcò sotto le coperte,
pensando che per lei era presto andare a dormire a quell'ora, essendo
sabato.
"Ne colgo
l'occasione per svegliarmi prima domani" pensò, mettendosi
la sveglia sul cellulare alle 7 e mezza.
"Almeno mentre
tutti dormono potrò fare quello che mi pare"
pensò ancora, sperando che la mattina seguente nessuno dei
suoi familiari l'avrebbe interrotta con qualcuna delle loro inutili
litigate.
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