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IX Movimento- Allegretto
Qualche ora prima
“Devo parlarti!”
Sean posa la tazzina del caffè
sul vassoio e alza gli occhi su un’Alissa dall’aria infuriata.
“Come mai qui?” Chiede a mezza
voce, mentre l’altra incrocia le braccia al petto.
“Ho bisogno di parlare con te.”
Il ragazzo annuisce “Certo, dopo
che avrò finito il mio turno.”
“No, adesso!” Sibila Alissa,
poggiando le mani sul bancone e sporgendosi verso il giovane, che sospira.
“Se non l’avessi notando, sto
lavorando: dovrai aspettare.” Sean continua a riempire bicchieri e tazzine
lanciando brevi occhiate all’amica.
“Sean Davies, trova un cavolo di
sostituto o…”
“Ok, ok, non c’è bisogno di
usare quel tono minaccioso.” Il giovane si lascia sfuggire una smorfia “Allie,
scusa.” Sospira slacciando il grembiule “Puoi coprirmi per qualche minuto?”
Chiede alla ragazza che sta arrivando e che annuisce senza fermarsi.
“Andiamo di là.” Mormora Sean
facendo segno all’amica di seguirlo.
Non appena la porta del
magazzino si chiude alle loro spalle Alissa domanda “Cosa ti è saltato in
testa?”
“Eh?”
“Ti avevo detto di non fare
cavolate e tu hai pensato bene di non darmi ascolto, vero?”
“Alissa, te lo chiedo per
favore, parla chiaro!” Sean massaggia una tempia con aria annoiata guadagnandosi
un’occhiataccia.
“E va bene.” Sibila la giovane
“Visto che fai il finto tonto te lo dirò nel modo più semplice possibile: lascia
in pace Yuri.”
Davies spalanca gli occhi,
sorpreso “Cosa?”
“Quello che ho detto. Che
diavolo pensavi di dimostrare mandandolo in confusione durante il concerto?”
Alissa rimane qualche attimo a fissare l’espressione basita del giovane prima di
continuare “Pensavi che non me ne sarei accorta? Sei l’ultima persona con cui ha
parlato prima di salire sul palco… ed ha suonato in una maniera orribile, e sei
stato il primo a voler a tutti i costi parlargli, dopo… per poi sparire. Non hai
idea in che condizioni è ritornato da noi.”
Sean deglutisce a fatica “Come…
co…” Muove un passo verso la ragazza, afferrandola per le spalle “Che vuoi
dire?”
Alissa lo fissa negli occhi,
accigliata. “Non so precisamente che cosa tu gli abbia detto, Yuri non ne ha
voluto far parola, però, da quel poco che son riuscita a tirargli fuori ho
abbastanza chiara la situazione; avevo già sospettato qualcosa, per questo ti
avevo pregato di non comportarti stupidamente.” La giovane si lascia sfuggire
una smorfia “Ma non è servito a un bel niente. Voglio un gran bene a Yuri e so
che molto spesso dietro i suoi sorrisi si nasconde ben altro, quindi…” stinge
con forza i pugni “Non snervarlo con sentimenti confusi e contraddittori, o
giuro che ti prendo a calci.”
Sean sbatte velocemente le
palpebre, muovendo qualche passo indietro “Sentimenti confusi e contraddittori?”
Domanda con un sorriso ironico “Tu non sai neanche di che stai parlando,
Alissa.” Scuote la testa “Fai irruzione sul mio posto di lavoro, blaterando
idiozie su ciò che secondo te provo…” Davies abbassa lo sguardo, stringendo le
labbra prima di continuare “Probabilmente… anzi, è un dato di fatto: ho commesso
degli errori, però non puoi venire qui a impormi certe cose… non ora Alissa.”
“Oh, è qui che ti sbagli, Sean,
io non ti sto imponendo proprio nulla… la mia potresti chiamarla più una
minaccia: lascialo in pace.”
La ragazza sostiene lo sguardo
irritato che gli rivolge Sean a quelle parole e, con un sussurro, aggiunge “Per
un po’ è meglio se non ti fai vedere…” Muove un passo verso la porta, poggiando
la mano sulla maniglia “Ora scusa, ma devo andare.” Borbotta velocemente,
lasciando la stanza.
Davies continua a fissare
davanti a sé senza riuscire a far nulla. “Surreale.” Pensa “Non posso farlo… non
posso nascondermi di nuovo.” Ritorna meccanicamente dietro il bancone,
ringraziando di sfuggita Allie e afferra di riflesso il grembiule “Non può
impedirmi di far nulla, lei. Non ho più intenzione di scappare.” Mormora con un
cipiglio stringendo con forza la stoffa tra le mani.
“Capo, prendo da bere e vado!”
Esclama Sean aprendo il vano frigo afferrando una lattina di birra.
“Va bene, ci vediamo domani!”
La voce profonda risuona
debolmente nel locale e Davies accenna un sorriso lasciando cadere delle monete
nel registratore di cassa e rimettendo il portafogli nella tasca posteriore dei
jeans mentre esce dal bar.
Sorseggia con calma la bevanda,
lo sguardo che scivola intorno privo di interesse per ciò che lo circonda “Che
giornataccia.” Pensa con un sospiro “O meglio, lo è diventata quando è arrivata
Alissa; se pensa di intimorirmi con le sue minacce ha sbagliato persona.” Una
smorfia gli fa arricciare la labbra prima che la sua espressione cambi
radicalmente.
“Yuri…” mormora riconoscendo il
giovane, fermo davanti all’entrata di una libreria poco più avanti.
Sean muove un passo,
intenzionato a raggiungerlo, prima che l’arrivo di Alissa lo faccia fermare
nuovamente.
* * *
“E sono esploso…” La voce è poco
più di un sussurro.
Sean chiude gli occhi portando
le mani dietro la testa e affondando maggiormente sul divano.
Avverte ancora la pressione
delle labbra dell’amico sulle proprie, il loro sapore, e gli sfugge un sorriso;
la voce di Yuri risuona ancora nella stanza, il suo profumo sembra gli si sia
incollato addosso.
“Credevo che tornare indietro
col pensiero a tutto quello che è successo mi avrebbe calmato un po’ ma ho avuto
torto marcio, dannazione.” Scuote la testa “Meglio smetterla qui.” Sussurra
respirando a fondo per calmare il battito del cuore mentre sposta lo sguardo
all’interno dell’appartamento in cerca di una distrazione.
“Ah!” Esclama colto da un
pensiero improvviso “Dovrò chiedere scusa ad Alissa… e dirle che aveva
perfettamente ragione.” Fa una smorfia sghignazzando lievemente “Spero non mi
rinfaccerà questa storia per troppo tempo…” Massaggia piano la testa, inarcando
un sopracciglio “Sarà ancora lì ad aspettare il ritorno di Yuri?” Quel pensiero
lo fa sospirare mestamente “Mi auguro che le abbia mandato un messaggio appena
uscito di qui o se la prenderà anche con lui…”
Il viso del moro ritorna
prepotentemente nella sua mente “Accidenti, Sean, smettila!” Borbotta a mezza
voce, alzandosi dal divano “Cerca di trattenerti…” si dice, ancora, aprendo il
frigo e afferrando una bottiglia d’acqua che gli rimane ferma a pochi centimetri
dalla bocca.
Davies curva le labbra in un
sorriso “Porta pazienza…” bisbiglia “Almeno fino a domani…”
Sean scende dall’auto e rimane a
fissare l’abitazione per qualche secondo, inspirando profondamente e chiudendo
lo sportello.
“Maledizione, perché dovrei
essere nervoso?” Si domanda con un cipiglio, infilando le mani nei jeans
leggeri.
La porta di casa Miller si apre
di colpo, facendo fermare Sean sul primo scalino.
Il giovane si ritrova a fissare
la madre di Yuri per qualche secondo “Salve signora Miller!” Esclama dopo un
attimo di sorpresa.
La donna gli rivolge un sorriso
“Ciao Sean, come stai? È un po’ che non ti vedo.”
Davies scrolla le spalle “Sto
bene, grazie… sono stato un po’ impegnato, ultimamente.” Borbotta velocemente
evitando lo sguardo della donna che si limita ad annuire.
“Scusami, devo andare, mio
marito mi sta aspettando…” la signora scende qualche gradino, facendo una
smorfia “Yuri è al piano come suo solito, entra pure senza problemi.” Aggiunge
salutando il giovane con una mano.
Sean farfuglia un “Va bene.” in
risposta, avvertendo già il lieve suono del pianoforte all’interno
dell’abitazione.
Mentre si avvicina alla stanza
Sean si ritrova a sorridere, riconoscendo il brano che solo poche settimane
prima lo aveva fatto allontanare in tutta fretta “Come un marmocchio
spaventato.” Pensa spingendo piano la porta, ritrovandosi a fissare la schiena
di Yuri, assorto nell’esecuzione.
“-Vicino a me-… disgustosamente
romantico.” Si dice, cercando di ignorare la pelle d’oca mentre si avvicina
all’altro, le potenti vibrazioni del piano che continuano a farlo rabbrividire.
Socchiude gli occhi quando è
ormai a meno di un metro da Miller e rimane fermo ad ascoltare fino alla fine
del brano. Inspira lentamente lasciandosi sfuggire un sospiro “Pensavo l’avessi
dedicato a me questo pezzo e ora lo suoni senza che io sia presente!?” Sbotta
con finta irritazione facendo voltare di scatto Yuri, gli occhi spalancati per
lo spavento.
“Sean! Dannazione!” Esclama il
giovane con un cipiglio nervoso “Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo non ci
fosse nessuno in casa!”
Il biondo annuisce “Ho
incontrato tua madre mentre usciva.”
“Capisco…” Yuri scrolla le
spalle con un mezzo sorriso “È una sorpresa vederti; è passato solo un giorno,
non pensavo ti saresti presentato qui così presto.”
Sean muove un passo, con un
ghigno poco amichevole “Mi stai forse dando del codardo, Miller?”
Il moro continua a fissarlo
mentre sussurra un “Chi lo sa.” Il viso che gli si illumina mentre gli occhi
ridono per lui.
Davies socchiude le labbra
smettendo per un attimo di respirare di fronte all’espressione dell’amico
“Merda...” Pensa deglutendo a vuoto e muovendo piano la testa per scuotersi
“Allora?” Domanda distogliendo lo sguardo “Non suoni di nuovo?”
Yuri si limita ad annuire prima
di girarsi verso i tasti, ritornando a far risuonare nella stanza Close to me.
Sean ascolta in silenzio, gli
occhi ora fissi sul giovane.
“La prima volta che ho ascoltato
questo brano era teso in maniera inverosimile senza neanche un motivo
apparente.” Il pensiero gli strappa un sorriso mentre muove un altro passo,
arrivando a toccare lo sgabello con una gamba; il suo viso è a una distanza
irrisoria da quello di Yuri, ma il moro continua a mantenere la concentrazione.
Sean rimane ad osservare il
petto di Miller che si alza ed abbassa regolarmente ad ogni respiro prima di
chinarsi sul giovane, avvicinando la testa alla sua spalla; inspira
profondamente, socchiudendo gli occhi “L’ho notato la sera in cui ti sei
ubriacato…” mormora appena “Hai un buon odore, mi piace.” Continua a
bisbigliare, avvertendo il lieve sussulto di Yuri che gli fa alzare gli occhi
sul volto del giovane, leggermente arrossito. Le labbra del biondo di curvano
all’insù prima di avvicinarsi al collo di Miller, baciandolo appena.
Sean poggia un ginocchio sullo
sgabello per mantenere l’equilibrio e continua a sfiorare la pelle dell’amico,
che rabbrividisce.
“Sean, sto suonando, mi
deconcentri.” Borbotta Yuri, con gli occhi ancora fissi sullo spartito.
Davies si ritrova a sorridere a
quelle parole, cominciando a succhiare piano la base del collo, facendo
irrigidire il giovane che, dopo qualche secondo, riesce a concludere il brano.
Yuri si lascia andare ad un solo
sospiro prima di voltarsi verso Sean, spingendolo via bruscamente. “Merda, Sean,
stavo suonando!” Urla con aria innervosita “Sei stato tu a chiedermelo!”
Sean socchiude le labbra,
rimanendo fermo a fissare il ragazzo, che continua a lanciargli occhiate furenti
“Io…” Scuote la testa, con aria dispiaciuta “Scusa…” si lascia scivolare dalle
labbra, irrigidendosi al sospiro del moro che continua a lamentarsi debolmente.
“Dannazione, potevi aspettare
che finissi.” Yuri passa una mano sul viso, esasperato “È stata un’impresa
arrivare alla fine…” la frase termina in un sussurro appena udibile e Sean, suo
malgrado, si ritrova a sorridere. “Vuoi mollarmi un pugno?” Domanda inarcando un
sopracciglio.
“Che diavolo dici?” Yuri lo
fissa con aria confusa, scuotendo la testa “Non sparare idiozie.” Mormora
afferrandogli le braccia e facendo forza per alzarsi dalla panca, andando a
baciarlo.
“Idiota.” Ripete allontanandosi
di poco dalla labbra di Sean che continua a sorridere e che lo strattona,
avvicinandolo nuovamente a sé per baciarlo con foga, rischiando di perdere
l’equilibrio.
Il biondo muove un passo
indietro, andando a sbattere contro il pianoforte, finendo quasi seduto sui
tasti che strimpellano in modo cacofonico.
Il rumore fa irrigidire Yuri che
si allontana di scatto, contrariato.
“Cosa c’è?” Chiede Sean,
sbattendo le palpebre, confuso.
“Il piano.” È la risposta
lapidaria del giovane “Teniamolo fuori da questa storia.”
Sean lancia un’occhiata dietro
di sé, cercando di trattenere una risata “Il piano?” Si domanda cominciando a
sghignazzare, guardando furtivamente l’altro.
“Starai pensando che sono
pazzo.” Constata Yuri scrollando le spalle con noncuranza e Sean si ritrova ad
annuire “Forse.” Mormora cercando di contenere l’ilarità “La cosa ti irrita?”
Domanda con un’occhiata divertita, ricevendo in cambio un’espressione perplessa.
“Non proprio.” La voce di Miller
è seria e tranquilla “Però non voglio danneggiare il pianoforte, tutto qui.”
Conclude incrociando le braccia al petto.
Sean rimane in silenzio
soffermandosi a guardare più del necessario il viso corrucciato.
“Sai, sarò stupido ma sono
contento di non vederti stampato in faccia quell’odioso sorriso di circostanza.”
Mormora Davies facendo accigliare maggiormente Yuri “Dove vorresti arrivare con
quest’affermazione?”
“Da nessuna parte, è solo che…”
Sean scompiglia i capelli con una mano “Io non sono molto bravo a leggere dietro
alla tua eterna aria diplomatica e mi fa incazzare non riuscire a capire fino a
che punto tu sia innervosito per qualcosa che ho detto o fatto…” Inspira
profondamente muovendo lo sguardo nella stanza prima di continuare “Per questo
ho reagito in quel modo assurdo l’altro giorno, quando ti ho accompagnato a
prendere l’auto.” Morde piano l’interno della bocca e ritorna a guardare Yuri,
che non accenna a parlare. Sean stringe piano i pugni “Se… se ti dovessi dare un
motivo per mollarmi un pugno o per insultarmi… fallo. Preferisco questo ad una
stupida e falsa frase di circostanza.”
Gli occhi verdi fissano Miller
come in attesa di una risposta e Yuri sorride lievemente, annuendo. “Ho capito.”
Miller sospira muovendo un passo indietro “Allora allontanati dal piano!”
Esclama con fare imperativo puntando un dito verso l’altro, e facendolo scattare
subito in avanti; il biondo mette mezzo metro fra lui e lo strumento musicale,
guardandolo di sottecchi come ad accertarsi di non averlo rovinato.
“E andiamo in camera.” Aggiunge
Yuri più velocemente, afferrando Sean per un polso e trascinandolo fuori dalla
stanza, senza dargli il tempo di opporsi o replicare.
“La prima volta che sono entrato
qui eri ubriaco!” Esclama Sean quando mette piede nella camera da letto.
“Già, e tu mi avevi appena
baciato mentre ero incosciente.” Borbotta Yuri voltandosi verso il giovane, con
aria accigliata.
“Ehi, così mi fai sembrare un
maniaco!” Protesta il biondo alzando le mani “Eri solo addormentato e poi non è
stato nulla di che, ti ho detto. Ti ho a mala pena sfiorato le labbra!”
Miller poggia le mani sui
fianchi “Vuoi dire che hai fatto tutta quella baraonda al concerto per un bacio
da poppanti?” Gli occhi scuri fissano Sean che accenna una smorfia di assenso,
strappando all’amico un’esclamazione esasperata.
“Dannazione, Sean, potevi tenere
l’informazione per te finché non avessi finito di suonare…” Yuri scuote la testa
mentre lo sguardo dell’altro si abbassa sul pavimento.
“Lo so, mi dispiace.” Sussurra
Davies, torturandosi le mani, prima che il moro gli si avvicini, sospirando.
“Beh, ormai è andata…” gli
soffia Miller a pochi centimetri dal viso prima di lambirgli le labbra e
spingerlo piano contro il muro, continuando a baciarlo.
Sean socchiude gli occhi,
lasciandosi andare contro la superficie fredda, mentre il profumo di Yuri torna
a dargli alla testa; stringe un lembo della maglia del giovane, sollevandola e
scoprendogli il petto.
Miller si lascia scappare un
mugolio avvertendo la mano dell’altro sulla pelle e si avvicina di più al corpo
di Sean, mordendogli appena le labbra prima di insinuare la lingua fra di esse
mentre Davies gli fa scivolare le dita sull’addome accaldato, scendendo ad
afferrare il bordo dei jeans. A tentoni cerca di raggiungere il bottone
centrale, la lingua di Yuri che continua a togliergli il fiato, e con una
smorfia riesce a slacciarlo. Il biondo spalanca gli occhi, soffocando un gemito
nella bocca di Miller, quando l’amico infila all’improvviso una gamba fra le
sue, facendolo rabbrividire.
“Tutto bene, Davies?” Mormora
Yuri allontanandosi di poco dal giovane e guardandolo con un sorriso malizioso,
nonostante il fiato corto e il viso accaldato.
Sean annuisce appena, respirando
affannosamente mentre abbassa la zip ai pantaloni di Miller con un ghigno
sghembo.
Il moro avvicina le labbra
all’orecchio del giovane, posando un lieve bacio sul lobo prima di seguire la
linea del collo con la lingua, lasciando una scia calda e umida facendo
irrigidire Davies; il ragazzo rimane con le mani ferme sui fianchi di Yuri che
ha cominciato a succhiargli la pelle, lasciando evidenti segni rossi.
Con un sospiro spezzato Sean
sbatte le palpebre, come alla ricerca di un briciolo di lucidità in più, e
comincia a far salire la mani sulla schiena dell’amico “Yuri?” mormora con voce
roca, fissando davanti a sé con aria quasi assente.
“Sì?” soffia l’altro, sollevando
le labbra solo per riuscire a rispondere.
“Mi piaci…” sussurra ancora il
biondo “Dico sul serio.” La voce ha un tremito e Yuri si immobilizza a sua
volta, allontanandosi per poter guardare il ragazzo in viso.
Gli occhi verdi fissano Miller
con aria quasi smarrita, come rivolgendo una muta domanda che l’altro non riesce
a comprendere del tutto.
Yuri sfiora il viso di Sean con
una mano, accennando un sorriso “Anche tu mi piaci, Sean… pensavo fosse
scontato.”
Le parole vengono seguite da un
borbottio indistinto e Davies distoglie lo sguardo, imbarazzato, facendo
pressione con le mani sulla schiena dell’altro per avvicinarlo nuovamente a sé e
poggiargli la testa su una spalla.
“Sean…” il moro accarezza piano
i fianchi del giovane “Stiamo andando troppo velocemente?” Chiede con una nota
di tensione nella voce “Non c’è problema se…”
“No!” Urla Sean, allontanandosi
di scatto dall’altro “Non è…” Il giovane sgrana gli occhi, rendendosi conto
della foga con cui ha reagito e serra le labbra, arrossendo di colpo “Non…
cioè…” continua abbassando il tono e incespicando di fronte allo sguardo
sorpreso di Yuri che viene attraversato da un lampo di divertimento.
Davies inspira a fondo e si
schiarisce la voce “Va tutto bene. Io… sono convinto di quello che sto facendo.”
Afferma guardando l’altro negli occhi. “E tu?”
Miller scrolla appena le spalle
“Non devi neanche chiederlo.” Mormora tranquillamente facendo comparire un
sorriso sornione sul viso di Sean “Meglio così, allora…” sussurra il giovane
avventandosi nuovamente sulle labbra del moro che è costretto a muovere qualche
passo indietro per non cadere.
I respiri si mescolano e si
confondono mentre i giovani si avvicinano l’un l’altro; le mani corrono a
toccare, accarezzare, stringere la pelle nuda, libera dagli indumenti che sono
finiti per diventare parte dell’arredamento.
Gli ansiti affannati si
interrompono solo quando i due giovani cadono malamente sul letto ad una piazza,
fissandosi sorpresi per qualche istante.
“Dillo che stai tentando di
uccidermi!” ridacchia Yuri muovendo con una smorfia la schiena, che ha avuto la
peggio nell’atterraggio poco riuscito, e sistemandosi meglio sul materasso.
Sean mormora qualche parola di scusa e solleva il ginocchio da terra, mettendosi
carponi sul letto e sovrastando Yuri, che rimane ad osservarlo con un sorriso
prima di poggiargli una mano sul viso, per guidare la bocca di Davies verso la
sua.
Con un mugolio Sean si abbassa
facendo aderire i toraci nudi; il biondo sente il battito del cuore impazzito
mentre continua a sfiorare la lingua dell’amico in un bacio che diventa
aggressivo e che lo lascia senza fiato. Sean avverte Yuri muoversi sotto di sé e
le eccitazioni ancora coperte dai boxer che vanno a sfregarsi.
“Yu-Yuri…” mormora sulla bocca
dell’amico cercando di riprendere fiato mentre l’altro gli stringe le braccia
attorno alla schiena, avvicinandolo ulteriormente a sé; le mani gli accarezzano
la pelle accaldata e percorsa da brividi scendendo a sfiorare l’elastico dei
boxer, cercando di oltrepassarlo.
“Sean…” Yuri si prende un attimo
per fissare il viso arrossato del giovane; le labbra gonfie e il respiro
irregolare. Gli bacia una guancia scendendo a mordergli piano il mento
“Posso....” sussurra mentre le sue mani si avventurano sotto l’intimo del biondo
che trattiene il fiato per poi sospirare pesantemente.
“Io…”
“LONDON
BRIDGE IS FALLING DOWN, FALLING DOWN…”
Comincia a cantare una voce
infantile facendo sussultare i due ragazzi.
“Che… che diavolo è?” Sibila
Sean irrigidendosi e spalancando gli occhi.
“La suoneria del mio… merda…” la
voce di Yuri è un sussurro; il giovane inarca un sopracciglio, imprecando “Avevo
promesso ad Alissa di spiegarle cosa fosse successo ieri e…”
“…MY FAIR LADY…”
“Come fai a sapere che è lei?”
“Mai sentito parlare di suonerie
personalizzate?” Domanda Yuri con un ghigno, facendo sbuffare l’altro.
“Ignorala.” Sbotta Sean mentre
la cantilena continua a ripetersi. “Quant’è fastidiosa…” mormora sfregando la
fronte sulla spalla dell’amico.
Il silenzio ritorna
improvvisamente.
“L’ha capi… ” Davies si acciglia
nel sentire lo squillo del telefono fisso, fuori dalla stanza, e borbotta
qualcosa di incomprensibile nel sentire la lieve risata di Yuri.
“Forse dovrei…”
Il trillo del citofono risuona
in tutta la casa e si fa più insistente ogni secondo che passa.
“E che cazzo!” Sbraita Sean
alzandosi dal letto.
“Sean, dove vai?” Yuri si tira a
sedere, con aria allarmata.
Il biondo raggiunge a grandi
falcate le porta della stanza “Ad aprire.”
“In quelle condizioni?”
Sean si blocca, rivolgendo a
Yuri un sogghigno “Certo! Così impara ad essere tanto insistente!”
Il biondo, ignorando le proteste
dell’amico, spalanca il portone ritrovandosi di fronte al viso di Alissa; un
misto di sorpresa e perplessità attraversa lo sguardo della ragazza prima che il
colorito di Alissa raggiunga una tonalità rosso vivo.
“SEAN!” Urla sgranando gli occhi
e facendo un passo indietro “Dannazione, copriti, sei indecente!” Alissa
gesticola furiosamente “Razza di pervertito, maniaco… depravato!”
“Ehi, ehi, ora basta con gli
insulti…” mormora Sean con un sorriso.
“Potevi evitare di presentarti
in boxer, maledizione! In quelle condizioni poi…” piagnucola Alissa massaggiando
le tempie “Comunque!” Sbotta cambiando tono e fissando Sean negli occhi “Ero
venuta per parlare con Yuri, quindi…”
“Alissa, scusalo…”
La schiena di Sean viene
circondata dal braccio di Yuri che lo sposta indietro.
Miller sorride alla ragazza
ricevendone in cambio solo un sospiro “Almeno tu hai avuto la decenza di
infilare qualcosa.” Mormora Alissa lanciando un’occhiata ai jeans e alla t-shirt
sgualcita che indossa Yuri, piantando le mani sui fianchi.
“Hm, già…” Il ragazzo morde un
labbro “Ascolta, Alissa, se…” Yuri scompiglia i capelli, accigliandosi “Se non…”
“Ho capito, tranquillo.” Sospira
Alissa “Non avevo intenzione di starmene qui a parlare, ti assicuro!” Ridacchia
di fronte all’espressione sollevata di Yuri “Volevo solo provocare quel
pervertito di Sean.”
“Ehi!” La testa bionda fa
capolino da dietro la spalla di Miller che spinge via l’amico “Grazie Alissa e
scusa ancora, mi faccio vivo io, ok?” Senza aspettare la risposta della ragazza,
Yuri muove un passo indietro e chiude con forza il portone.
“Accidenti, avresti dovuto
vedere la sua faccia quando ho aperto!” Sghignazza Sean fissando la schiena di
Yuri, che è ancora con la mano sulla maniglia. “Da oggi in poi sarà terrorizzata
dal tuo citof…”
Sean viene spinto violentemente
contro il muro e le parole di protesta gli rimangono incastrate in gola quando
le labbra dell’altro premono con forza sulle sue.
“Ehi, con calma…” Esala Davies
sorridendo mentre riprende fiato.
“Ne ho avuta fin troppa.”
Borbotta Yuri circondando la schiena dell’altro con le braccia. Appoggia la
testa sulla spalla di Sean e lascia andare un sospiro, solleticando la pelle
nuda.
“Sean…” mormora facendo scendere
le mani verso il basso.
Davies deglutisce a vuoto,
socchiudendo gli occhi “Che ne dici se torniamo in…” le dita di Yuri cominciano
a giocare con l’elastico dei boxer di Sean, che trattiene il respiro “Yuri,
aspetta...” ansima spingendo la schiena contro la parete; il tocco delle mani si
fa lentamente più insistente e Sean si lascia quasi avvolgere dal calore
improvviso e soffocante.
“Yuri!” esclama spalancando gli
occhi e afferrando il ragazzo per le braccia.
“Cosa?” mormora Miller
guardandolo in viso con aria frustrata.
“Siamo… beh, ecco…” incespica
Sean sbattendo velocemente le palpebre “Se dovessero arrivare i tuoi…” la voce
si affievolisce alla risata di Yuri.
“Dannazione, Sean, parli proprio
tu che ti sei precipitato ad aprire quasi nudo senza sapere chi fosse.” Sbotta
il giovane, sbuffando.
Sean solleva un sopracciglio,
massaggiando il collo “Hai ragione, però…” Sposta lo sguardo sul pavimento e
stringe le labbra, prendendo Yuri per mano “Ora… torniamo di là…?” Domanda in un
bisbiglio, alzando gli occhi verdi sull’amico; avverte il calore del palmo di
Miller contro il suo e si sente attraversare da un brivido quando a rispondergli
vi è solo un sorriso e le dita di Yuri si stringono con più forza alle sue.
Fine
Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la
costanza di seguire questa storia fino alla fine.
Baci Prue
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