FILE 1: Lo Sherlock Holmes del terzo millennio
«Esatto.. – disse – l’assassino ha saltato da una finestra
all’altra poco prima che tutti voi accorreste alle grida della vittima. Per
questo sotto la finestra non ci sono impronte. »
«è assurdo! – gli gridarono contro gli ospiti, involontariamente testimoni di
un turpe omicidio – è un salto di almeno cinque metri! »
«ma sono solo due passando dal tetto.. – rispose, soddisfatto delle proprie deduzioni
– senza conoscere a fondo la particolare struttura della casa non è facile
scoprirlo.. inoltre c’è una sola persona che poteva muoversi a quell’ora senza
destare sospetti.. »
« muoviti, parla! Chi diavolo è stato? Chi ha ucciso mia
moglie? » chiese, furibondo, il padrone di casa, dall’alto della sedia a
rotelle
«il colpevole è.. – iniziò – è lei, signore! » disse, fiero,
ad alta voce, puntandogli contro il dito affusolato, gustandosi la usa
espressione esterrefatta, pronto a proporre tutte le prove in suo possesso.
L’avrebbe messo con le spalle al muro.
«non.. non scherzare... con questa gamba come..
«basta con questa commedia – lo interruppe – ormai lo
sappiamo! – disse, fingendo di colpirlo.
L’anziano signore scattò dalla sedia a rotelle, tra gli sguardi stupefatti
delle domestiche e degli ospiti – la sua gamba è guarita da oltre tre mesi!
Vero, ispettore Megure? » si rivolse al
capo della polizia, che spesso si serviva del suo ingegno per portare a termine
casi complessi come quello
«rassegnati! Il tuo medico ha confessato.. » confermò
quello.
«ah.. fermo! – disse, prendendo la mira, pronto a colpirlo –
dove credi di scappare?! » il grande mappamondo ornamentale volò fino alla nuca
dell’uomo in fuga, colpendolo con violenza e precisione e facendolo cadere,
cosicché poté essere arrestato dalle forze dell’ordine
«anche questa volta sei stato grande, Kudo! Grazie di
nuovo.. » si congratulò l’ispettore sovrappeso
«di niente.. quando le capita un caso difficile, può contare
sul grande detective Shinichi Kudo! »
In lontananza si sentiva suonare la campanella che
annunciava la fine delle lezioni, gli studenti camminavano con le cartelle in
mano, smorfie dipinte in volto per aver sopportato un’intera mattinata di
scuola, sorrisi di chi era felice di aver rivisto i compagni..
Shinichi Kudo, secondo anno della scuola superiore Teitan,
camminava gioioso, spavaldo nel leggere il proprio nome sulla prima pagina del
giornale, la descrizione del caso che aveva risolto, i commenti dei critici,
stupefatti dalle sua abilità deduttive.. nel vedere ragazzine struggersi al
pensiero di un ragazzo affascinante come lui, bello, intelligente
“possiamo definirlo la salvezza della polizia giapponese!”
annunciava il giornalista, dalla tv esposta nella vetrina del negozio di
elettronica di fronte a cui stava passando.
Una sola cosa lo distrasse dal suo delirio di onnipotenza:
una borsa da karate lo colpi in pieno viso.
«sembri uno scemo, a camminare ridendo» Ran Mori, liceo
Teitan, secondo anno, interruppe i suoi pensieri
«eh? Sei arrabbiata con me? »
«certo che no.. anche
se il tuo grande successo ha fatto diminuire il lavoro di mio padre, non sono
arrabbiata! » lo schernì facendogli la linguaccia
«eh?! Tuo padre fa incora il detective? – chiese, stupito,
immaginando l’uomo di mezza età nel suo abituale look trasandato, con i capelli
spettinati e la sigaretta in bocca – guarda che se non ha lavoro non è certo
colpa mia, è lui che non..
«infatti – irruppe l’amica, tirando un forte pugno al
lampione cui stavano passando accanto, tanto da romperlo, in quel punto – ti ho
detto che non sono arrabbiata! » continuò, ironica
“sì.. si vede che sei il capitano del club femminile di
karate..” pensò, intimorito
«passa la palla! » gli gridò un bambino che stava giocando a
calcio
«ecco! » rispose, centrando la porta con un goal
spettacolare
«anche tu, se non avessi lasciato il calcio, ora saresti un
campione a livello nazionale.. » lo rimproverò Ran
«giocavo a calcio solo per allenare i riflessi necessari a
un detective – rispose, benevolo: in fondo aveva ragione – ecco.. Holmes usava
la scherma.. »
«ma lui è il personaggio di un romanzo »
«sì.. ma è un grande detective noto a tutti! » accompagnò
questa frase con uno splendido sorriso, che le fece quasi dimenticare che
aveva, di nuovo, cominciato a parlare di Holmes e Doyle,
e che probabilmente non avrebbe smesso più. Quasi.
«è fantastico! Sempre freddo e razionale! Intelligente e
colto! Il suo spirito d’osservazione e la sua capacità di deduzione non hanno
pari! È anche un eccellente violinista! Sherlock Holmes, il personaggio creato
dal romanziere Conan Doyle è il più grande detective
del mondo! Non solo i racconti di Conan Doyle, a casa
ho anche la raccolta dei gialli di tutto il mondo! Che ne dici, Ran, ne vuoi
leggere qualcuno? »
«no, grazie, - disse, impettita: la stava ignorando, di nuovo – non ci tengo a
diventare una fanatica di gialli come te.. »
«però, guarda quante ammiratrici! – le annunciò, sventolandole davanti agli
occhi le lettere che aveva tirato fuori dalla cassetta giusto quella mattina –
a loro questo fanatico di gialli piace! »
«buon per te.. » mugugnò, prendendo in mano le lettere come
fossero un mazzo di carte
«capisco che faccia piacere avere successo, ma faresti
meglio a decidere chi ti piace di più» disse, rassegnata.. avrebbe mai capito
cosa provava?
«chi mi piace di più.. » pensò al significato di quelle
parole, ma si incantò a guardare il volto della karateka, chino sulle lettere,
con un’espressione ambigua in volo.. tristezza? Accidenti: a lui piaceva lei di
più, ecco chi! Ma come poteva dirglielo? “ma guarda un po’”.. non si accorgeva
dell’effetto che gli faceva?
«perché mi fissi in quel modo? » chiese, irritata
«eh? No.. n-niente.. » rispose, arrossendo
«guarda che se continui a immischiarti nel lavoro della
polizia, prima o poi finirai nei guai! » disse, apprensiva, per cambiare
discorso.. voleva davvero sapere chi gli piacesse di più..
«è possibile! » rispose, ancora turbato dall’aver perso un
momento per dirle tutto.. avrebbe aspettato l’indomani: al parco divertimenti,
loro due soli.. sì. Lì ce l’avrebbe fatta.
«e poi, perché proprio il detective? Se ti piacciono tanto i
gialli, potresti diventare uno scrittore.. » “e magari evitare di farmi
prendere un infarto ogni volta che ti trovi sulla scena di un crimine.. è
pericoloso! Non lo capisci?”
«io non voglio scrivere storie di detective.. io voglio
diventarlo! Voglio diventare lo Sherlock Holmes del terzo millennio! Più i casi
sono complicati e più mi entusiasmano! – continuò imperterrito di fronte all’espressione
scettica della compagna – il brivido che si prova nel mettere il colpevole con
le spalle al muro! Quell’immenso piacere.. se lo provi una volta non riesci più
a smettere.. è bellissimo essere un detective! » le fece l’occhiolino, prima di
salutarla con un semplice «ciao! » e correre via. Quell’occhiolino, quel
sorriso.. domani sarebbero stati tutti per lei.. domani!
«ehi, aspetta.. – lo bloccò – ti ricordi di domani, vero? »
«domani? » “che vuol dire? Non dobbiamo andare al parco? Che
altro c’era?”
«non mi avevi promesso
- iniziò, furiosa. Possibile che se lo fosse dimenticato? Per lui non
era importante quanto per lei? – che se avessi vinto il torneo cittadino mi avresti
portata al luna Park? » l’enfasi dell’ultima parola fu accentuata con una
sfuriata di calci diretti a quel suo bel faccino.. lo stesso che li schivò uno
dopo l’altro, dedicando anche un momento a ciò che la sua gonna, alzata,
lasciava intravedere.., prima di spostarsi per evitare l’ultima serie di colpi
«eh? Di che parli? » volle testare la sua determinazione: “te
ne ricordi, eh? .. anch’io non vedo l’ora..”
«basta! – concluse, dopo essersi resa conto di aver messo in
mostra più del dovuto – tanto non volevo andarci con te in particolare » “davvero
non te ne ricordi?.. io ci tenevo così tanto.. sarebbe un appuntamento in piena
regola.. io e te.. e non te ne importa nulla..”
«portaci una delle tua ammiratrici! » “contano più di me,
adesso?”
«scherzavo, accidenti, scherzavo! Calma.. » l’istinto di
abbracciarla, tenerla stretta finché non fosse stata rassicurata, dirle che per
lui c’era solo lei.. che l’amava con tutto se stesso, che non avrebbe mai potuto
scordare un appuntamento.. fu fortissimo, ma la timidezza lo trattenne: si
limitò a sfiorarle il braccio
«me lo ricordo benissimo! domani alle dieci, Tropical Land! » “come scordarlo?”
sognava quel momento tutte le notti, da quando le aveva fatto la promessa,
sperando così di strapparle un appuntamento vero..
«ricordati anche – aggiunse, impettita ma felice, per fargli
capire la lezione – che offri tutto tu. »
«eh? Avevo promesso anche questo? »