“Come un pescatore
di
perle tuffati nel profondo…e cerca”
-MU-
\E’ ancora presto, non
so perché mi sia svegliato a quest’ora.
Dalla finestra intravedo
il cielo…è ancora buio.
Eppure, a Est, il cielo
comincia a schiarirsi.
E’ l’alba, un nuovo
giorno sta per iniziare.
Oggi parto, torno a casa.
Da solo.
Un sospiro mi allarga il
petto.
Come avrei voluto portarlo
con me.
Anche soltanto come amico.
Mi sarebbe bastato averlo
sempre accanto,vedere il suo sorriso dolce, leggere nei suoi occhi
quello che a voce non riesce ad ammettere.
Ma lui non è pronto.
La sua forza è pari
soltanto al suo coraggio e al suo amore.
E io sono colui che riesce
a custodirlo.
Io sono l’unico che è
arrivato vivo al suo cuore e che lo sente battere, calmo, lento,
possente.
Perché me ne vado,
allora, se lui non è pronto?
Perché qui non posso
restare più.
Il mio posto non è qua ma
laggiù, in Tibet, a casa mia.
E per far si che diventi
“casa nostra” ho ancora una cosa da fare.
Una soltanto.
Poi toccherà a lui.
E io non potrò far altro
che aspettare.\
-ALDEBARAN-
\ Oggi Mu se ne va.
Questa notte ho dormito
molto poco, non sono riuscito a chiudere occhio,se proprio vogliamo
essere precisi, perché questa frase ha continuato a risuonare
costantemente nella mia mente.
E in fondo alla mia anima.
Attimo dopo attimo, mentre
le ore passavano, qualcosa, dentro di me, si spezzava.
Eppure non sto facendo
nulla.
Nulla per fermarlo.
La comicità di questa
frase mi fa sorridere, anche se non c’è niente, oggi, che potrebbe
farlo.
Fermarlo.
Fermare Mu.
Lui non è fatto per
restare qui.
Ammetto che ci ho pensato.
Certo.
Ho forse anche sognato ad
occhi aperti per un pochino…ma questo non è possibile.
E io…io non posso far
altro che promettergli che la lontananza non cambierà mai la nostra
amicizia.
Non la scalfirà.
Così inizio la mia
giornata come niente fosse, convincendomi che, in fondo, va tutto
bene.
E devo dire che ci riesco,
più o meno brillantemente, fino a quando colui che è al centro dei
miei pensieri e che io sto cercando di ignorare viene a cercarmi.
Probabilmente per
salutarmi.
E’ l’ultima volta che
lo vedo per…parecchio tempo, mi sa.
Troppo.
Mi riempio gli occhi di
lui e mentre lo faccio dentro di me qualcosa mi dice che sto
sbagliano.
Mi urla che se vado avanti
per questa strada una parte di me si spezzerà.
Ma io continuo ad
ignorarla e lascio che la sua voce morbida, calma entri in me per
l’ultima volta.
Lo avvolgo con uno sguardo
e lascio che anche il suo faccia altrettanto con me.
- Sono venuto a salutarti,
sto per partire…-
- già… ti
aspettavo…cioè…non è che aspettavo che tu partissi..- decido di
stare zitto prima di sparare ulteriori idiozie e lui accenna ad un
sorriso, almeno lo faccio divertire.
Poi la mia attenzione si
concentra tutta su ciò che dice e le sue parole prendono il posto di
ogni altra cosa nella mia mente.
- Nessuno di noi pensava
che questo potesse essere possibile.
Questa vita intendo.
Siamo qui di nuovo e
ognuno di noi cerca di iniziare un nuovo cammino mentre quello che
Hades ci ha lasciato è rimasto in noi profondamente.
Ho capito che non voglio
sprecare nemmeno un attimo della vita che Athena ci ha donato.
E ho capito un’altra
cosa: E’ con te che voglio farlo.
Tu mi hai affidato un
messaggio, hai messo nelle mie mani la tua essenza, la tua parte
vitale.
Ciò che avevi di più
caro.
Adesso tocca a me
restituirti il dono più importante che un essere umano possa fare ad
un altro essere umano.-
Afferra le mie mani che
sono gelate mentre io, incredulo, sento il sangue che rimbomba nelle
mie orecchie.
Le volta con i palmi
all’insù e dentro mette un piccolo sacchetto bianco.
Richiude sopra le mie
dita, una ad una e le accarezza…per un istante.
- Aprilo quando me ne sono
andato.
L’ho trovato a Rodi,
l’ultima volta che ci siamo andati insieme, quando sembrava che
dovessi andare ad abitare là.
E ricorda una cosa: Quando
ti sembra che la verità si nasconda dentro te stesso, in fondo
all’anima… allora è la volta che devi tuffarti e cercare.
Solo così riuscirai a
portarla a galla.-
Un’ultimo sguardo di
quegli occhi così profondi, così intensi…e poi si volta e se ne
va.
I capelli frustano l’aria
per un istante, per poi posarsi di nuovo sulla sua schiena.
Se ne va.
Stringo nella mano il
sacchetto e rimango li a guardarlo andare via, mentre una parte di me
lo segue, inesorabile.
Lasciandomi solo.
Ma la mia solitudine
raggiunge la vetta massima quando apro il sacchetto, al sicuro della
mia stanza.
Dentro c’è una piccola
perla.
E un foglietto che ripete
le parole che mi ha appena detto: “ come un pescatore di perle
tuffati nel profondo, e cerca.”
La stringo forte nel palmo
della mano…e mi tuffo.
-MU-
\ Trenta giorni.
Sono passati trenta giorni
esatti da quando me ne sono andato.
Trenta giorni in cui ho
pensato ogni attimo alla sua possibile reazione.
Quello che volevo dire
l’ho detto, tutto ciò che potevo umanamente fare l’ho fatto.
Adesso tocca a lui
raccogliere l’invito che c’era in quella perla e venire qui, da
me.
Per riportarmela.
Allora vorrà dire che ha
deciso di affidarmi anche la sua vita, così come io gli ho affidato
la mia.
Ed è quando il sole
tramonta che lo sento di nuovo.
Sta arrivando.
Sento che sta per
arrivare.
E tutto il mio essere si
protende verso di lui.
Entro in casa e metto su
il tè.
Intanto preparo con cura
le tazze e l’infuso che ho selezionato io stesso, pensando a lui.
Appena arriva la sua
presenza riempie completamente tutta la stanza.
Siamo di nuovo insieme.
Adesso che lui è qui,
ogni cosa va al suo posto.
L’attesa lenta ed
estenuante.
Il desiderio di rivederlo.
La sua voce che riempiva
ogni luogo qui dentro.
Come adesso fa la sua
presenza,finalmente accanto a me.
La notte sta avanzando
lentamente, copre ogni cosa e sembra cullare il nostro sonno.
Protegge ,non è oscura,
pesante, minacciosa…bensì profumata, amica, viva.
Presente.
Quasi fosse una creatura
in carne e ossa.
E spirito.
Un movimento accanto a me
mi fa voltare la testa con un sorriso, il respiro del mio compagno ,
per un attimo, sembra essere sospeso…per poi continuare, leggero,
quasi fosse quello di un bambino.
La luce della luna che
entra dalla finestra aperta illumina il suo viso disteso, rilassato
nel sonno.
Allungo il braccio e
sfioro il suo profilo, la bocca morbida, la linea del
collo…lentamente, solo un accenno delle dita.
Amo come dorme.
Non mi stancherei mai di
guardarlo, è una continua scoperta.
Lui, così grande, vitale,
quasi minaccioso all’apparenza, specie con chi non lo conosce bene
e si ferma all’esteriorità…quando dorme sembra un bambino troppo
cresciuto che cerca tenerezza e calore dalla persona amata.
Amata.
Potrei affermare adesso
che io non sapevo?
Davvero potrei dire che
non avevo neppure immaginato ciò che c’era in quella mano?
La perla che io gli avevo
donato risplende, pura e perfetta, dal piccolo mobile accanto al
letto.
La luce della luna la
illumina e sembra tratte ancora più luce per inglobarla in se.
Come lui.
Me l’ha riportata.
Seduto davanti alla tazza
di te, mentre cercava di trovare il momento giusto per offrirmela ho
sentito in maniera così chiara e forte il suo pensiero da farmi
alzare, coprire la distanza tra noi con pochi passi, aprire la sua
mano ancora stretta a pugno… e guardare il sacchettino che
stringeva con cura.
Per poterlo così baciare
sulle dita della mano, una ad una.
Terminando il bacio nel
palmo caldo.
Stranamente asciutto.
Come lui.
Apre gli occhi assonnati
e fissa lo sguardo su di me mentre lentamente un sorriso si fa strada
nel suo volto.
Lo amo.
Ed è così perfetto
quello che sento da non lasciare spazio per altro.
Per niente altro che non
sia lui, la sua risposta immediata al mio abbraccio.
Il rossore che gli aveva
coperto le guance.
Lui, così grande, così
forte…lui che si fidava di me a tal punto da mettersi completamente
nelle mie mani.
Lui che accoglieva la mia
anima e la custodiva per sempre.
Così come io ho accolto
il suo corpo in me e lui il mio in se.
Mi avvicino maggiormente a
lui che si apre per farmi spazio tra le sue braccia.
Lascio che la bocca segua
il percorso delle dita che l’hanno preceduta e assaggio ancora il
sapore della sua pelle.
Finalmente le sue mani si
muovono lungo la mia schiena nuda… sospiro di piacere… non avevo mai
provato nulla del genere prima.
Mai.
Lo faccio scivolare sotto
di me, grande accogliente…e continuo il mio viaggio lungo il suo
corpo.
Il collo, l’incavo della
clavicola, il petto dove il cuore batte veloce, rassicurante.
La lingua trova i punti
sensibili che ha imparato a tormentare, a suggere delicatamente…
per non farlo ancora accelerare e perdere così la ragione.
Non ancora.
Abbiamo tutta il resto
della notte per noi.
E non ne perderemo nemmeno
un secondo.
La sua voce mormora il mio
nome, irriconoscibile e questo mi eccita ancora di più.
Come può coesistere in me
tenerezza e forza nello stesso istante?
Che cosa mi sta facendo?
Mi occupo di lui a fondo
fino a che non entro nel suo corpo e il suo piacere diventa il mio,
il suo corpo fuso in me mentre soffochiamo i nostri nomi nelle
bocche, con un’ultimo briciolo di lucidità.
Mi serra forte contro di
se quando cerco di scivolare accanto a lui, il respiro ancora
affannoso.
I suoi occhi ancora
chiusi.
Gli bacio le palpebre
dolcemente e appoggio la testa nell’incavo del collo.
Ti amo, mio cercatore di
perle.
E adesso che mi hai
trovato, adesso che hai trovato dentro di te il tesoro che custodivi
non ci sarà più nessuno che ci dividerà.
Nessun ostacolo si ergerà
tra noi.
Userò ogni atomo, ogni
particella del mio essere per farti felice… lasciando che le nostre
strade diventino una sola.
Da adesso per sempre.
|