Non crescere

di blazethecat31
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Ib rimase a guardare quella scultura per chissà quanto tempo, dopo che Garry la salutò per l’ultima volta e sparì dal suo campo visivo.
Era una bambina viziata, rivoleva il suo fazzoletto, così lui sarebbe tornato, poi l’avrebbe tenuto fermo tenendolo per mano e l’avrebbe portato a forza dai suoi genitori, facendo loro la richiesta che si fa di solito quando si trova un cagnolino per strada.
-Possiamo tenerlo? Così non sarò sola quando voi sarete fuori.-
Poi riaprì gli occhi, e si trovò di nuovo davanti l‘immagine di quella rosa dallo stelo intricato e pieno di spine, come l’ultima esperienza vissuta. Tornò dai suoi genitori all’ingresso, e tutti insieme uscirono fuori dalla galleria d’arte.

Passavano i giorni, e la stanza di Ib già piena di bambole e libri di terza elementare si stava ulteriormente addobbando di disegni appesi ai muri rappresentanti rose rosse e blu, lei e Garry che si tenevano per mano e mostriciattoli di ogni genere, dalle teste di manichino ai quadri con le braccia.
-Non crescere fino a quando non diventerò grande come te.- diceva spesso, parlando nel vuoto.
Si perdeva tra quelle sue piccole opere, tenendo in braccio una bambola dai capelli stravaganti e girando intorno alla sua cameretta; poi quando si stancava si sedeva sul morbido tappeto, e guardava con i suoi occhi rossi e lucidi i bottoni della bambola, troppo priva di vita per capirla per tirarla su, come qualcun altro avrebbe sicuramente fatto, magari coprendola con la sua grande giacca blu e portandosela vicino.

Mentre aspettava un’altalena libera al parco giochi qualcuno le toccò dolcemente la spalla, Ib si girò e iniziò a darsi dei pizzicotti sulle braccia.
No, non stava sognando.
Sapeva che sarebbe davvero tornato, con un fazzoletto candido che non sarebbe più servito a bloccare le emorragie delle ferite, ma ad asciugare le sue lacrime, e le sue mani non sarebbero servite più a difenderla, ma a spingerla sull’altalena.





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