Amore tra i banchi

di Flyinthebluesky
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COME CI HANNO DIVISE

"Dio mio Francesca! E come ti sei sentita?"

Ora di matematica, Gabrielle e i suoi occhi azzurri mi fissavano interrogativi. Sospirai. Come mi ero sentita? Il ragazzo di cui ero innamorata da più di due anni mi aveva presentato la sua prima ragazza. Lui non sapeva di quello che provavo per lui, mi credeva solo un'amica. Così, dopo due mesi che stavano insieme l'aveva portata nel nostro parco e l'aveva fatta conoscere a tutti i suoi amici, compresa me. Lei abitava nella nostra stessa città, ma dall'altra parte rispetto a Santa Chiara, il nostro quartiere. Io l'avevo sempre immaginata come un'oca, alta, bruna e formosa ma anche stupida e antipatica. Non era stato così. Sara, così lei si chiamava, era sveglia e aveva fatto di tutto per stare simpatica a tutti. E c'era riuscita. La mia autostima era letteralmente andata in pezzi. 

"Insomma... Sai quanto mi piaccia Tommaso e quindi per me è stato un po' un colpo al cuor..." "Fosino! Fourrier! Sempre a parlare voi due, ah ma ora basta, vi divido! Fosino, vai a sederti vicino a Ticini. E rimarrai lì d'ora in poi". Ero agghiacciata. Certo a me e Gabrielle piaceva chiacchierare, ma a nessun prof era mai venuto in mente di dividerci. Raccolsi le mie cose, gettai un ultima occhiata al mio banco vicino alla finestra dove sedevo dall'inizio dell'anno, quasi tre mesi, e mi spostai dalla parte opposta della classe, penultima fila attaccata al muro, seduta di fianco a Federico Ticini, il quale era occupatissimo a disegnare qualcosa. La lezione riprese ed io tentai disperatamente di seguire la spiegazione ma la matematica mi mandava sempre in confusione. Insomma, x, y, numeri messi a casaccio. Cercai qualcos'altro con cui distrarmi. Lo sguardo mi cadde sul disegno del mio nuovo compagno di banco. Era una caricatura del nostro AMATISSIMO insegnante, disegnato sotto forma di ranocchio con occhi sporgenti e faccia non molto sveglia. Soffocai un risolino, attirando l'attenzione di Ticini. "Carino, ehm, insomma, il tuo disegno" lo indicai "Anche io ho sempre pensato che assomigliasse un po' a un ranocchio"  sorrise. "Grazie. Adoro disegnare e quando mi annoio faccio caricature a tutti i prof" "Forte, me le devi assolutamente far vedere tutte!". Sorrise. Sorrisi.

Intervallo. Io e Gabi stavamo sedute sul tavolo delle bidelle. C'era un netto contrasto fra noi. Lei italo-francese, capelli biondissimi e occhi blu azzurri. Io italiana e basta, capelli castani che andavano sul ramato e occhi verdi. Lei pelle chiara, ma comunque più scura di me che ero tanto pallida da sembrare perennemente un cadavere. Così diverse, eppure da quando era iniziato l'anno (prima liceo scientifico) eravamo inseparabili. Nessuna di noi era riuscita a mantenere i contatti con le vecchie amiche delle medie e quando il primo giorno ci eravamo ritrovate sedute insieme era scattato qualcosa che ci aveva portate a diventare migliori amiche. Ogni intervallo lo passavamo su quel tavolo a mangiucchiare merendine che compravamo alle macchinette. "Fra ma ora cosa succede, rimarrò in banco da sola?" "Ma no domani il compagno di banco di Ticini si sederà con te" "Mi mancherai" lo disse con un tono talmente malinconico che scoppiai a ridere “Ma stupida sono solo dall'altra parte della classe" "Si ma accidenti fra le due quella seduta com quello carino sei tu" "Ma cosa dici?" "Eddai Ticini è carino, ha degli occhi che sono la fine del mondo" "Si ma io..." "Lo so che tu sei assolutamente e profondamente innamorata ma in fondo Tommaso oramai ha la ragazza, amplia i tuoi orizzonti Fra!".

Campanella. Si torna in classe e abbiamo chimica. Sospirai. Ancora un'ora e poi a casa. Chimica mi piaceva, ma l'ultima ora era sempre dura. Durante la lezione osservai attentamente il mio compagno di banco. Pelle leggermente abbronzata. Occhi scuri e leggermente allungati, bocca piena e turgida e capelli castani corti ma non troppo. Era alto e sapevo che giocava a calcio. Mi sporsi per osservare le sue gambe sotto al banco. Belle, lunghe e toniche. Ma Tommaso era cento volte meglio, non potei evitare di pensare. Lui che era così intelligente, divertente... "Ehm, Francesca, cosa stai facendo? La voce di Ticini mi riportó alla realtà. Ero ancora sporta sul banco, quasi sdraiata. "Oh scusa, ero con la testa fra le nuvole" mi sorrise e ritornammo a volgere la nostra attenzione alla prof "E ora voglio che ciascuno di voi calcoli queste equivalenze. Qui abbiamo ancora problemi con le grandezze".

Mentre svolgevamo i compiti assegnati lo osservai risolvere le equivalenze e dopo un po' lo trasformammo in un lavoro di gruppo, confrontandoci e aiutandoci. Era anche bravo. Tornando a casa con Gabrielle, le chiesi cosa facesse il pomeriggio "Mmm devo impegnarmi con inglese, abbiamo fatto solo due verifiche e ho già la media del 5, tu che fai di bello?" "Oggi con la compagnia ci vediamo al parco e facciamo un giro" "Ci sarà anche Tommaso" "Sí! E senza la sua ragazza. Lo avrò un po' tutto per me". Sorrisi a quella prospettiva. 

Beeene allora. Questo capitolo è corto. Per forza, è il primo. Non so ancora di preciso che direzione prenderà la storia, infatti qui presento solo qualche personaggio e un minimo di ambientazione per farvi capire se la storia può interessarvi. Con il prossimo capitolo e l'incontro con Tommaso si entrerà nel vivo della storia. Sulla questione lunghezza capitoli, siate clementi, è la mia prima storia e devo ancora prendere un po' le misure con capitoli e compagnia bella. Sono però ansiosa di sapere cosa ne pensate e soprattutto di ascoltare i vostri consigli su come migliorarmi!





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