- Zoro! Zoro, mi vedi? – era Nami che lo chiamava. Aveva come una sensazione di deja-vù. Aprì l’occhio sano, la vista appannata. Nami era solo una macchia.
- Zoro, amore mio, metti a fuoco e svegliati. – gli ci volle ancora qualche secondo per obbedire.
- Na…mi. – aveva faticato meno dell’ultima volta, eppure si sentiva più debole.
- Ciao. – la rossa sembrava più rilassata di un attimo prima, eppure lo stesso in ansia.
- Cosa…? –
- Hai la febbre. – spiegò lei. – L’avevi anche prima, ma in questi tre giorni si è alzata notevolmente. Chopper non vuole che tu dorma per più di qualche ora, ha paura che tu possa tornare nello stato di prima a causa del veleno. Ti ho svegliato per questo. Scusa. –
Tre giorni? Non gli sembrava di avere la febbre così alta l’ultima volta che si era svegliato, e non si ricordava di certo di Nami che lo faceva riavere.
- Non ti ricordi? Nemmeno oggi? –
- Cosa? – era sempre più stanco. Come poteva seriamente rimanere sveglio?
- Sono tre giorni che ti sveglio a intervalli regolari. Chopper sta cercando un antidoto. Manca poco ormai e Robin lo sta aiutando, ma è un veleno complesso. –
- TROVATO!!! – in quel momento un urlò riecheggiò per tutta la nave e circa dieci secondi dopo apparve la renna, tenendo in mano una siringa piena di liquido trasparente, ma Zoro non vide altro, poiché aveva ormai perso nuovamente i sensi.
- Zitti! Si sta svegliando! – la voce di Chopper sormontò tutti gli altri brusii. Zoro aprì l’occhio sano e si trovò tutti i suoi amici attorno al suo letto con una faccia da funerale.
- Chi è morto? – chiese. La voce gli uscì più facilmente e le membra avevano smesso di dolergli e il corpo rispondeva ai suoi comandi.
- Tu, razza di stupido marimo, o almeno quasi. – sbottò Sanji.
- Come ti senti? – chiese Nami circospetta.
- Bene. – si levò a sedere, senza dolore.
- Davvero? Sicuro sicuro? – Chopper volle controllare. Gli auscultò il cuore, controllò i riflessi e gli piantò una luce nell’unico occhio sano rimastogli, rischiando di accecarlo del tutto.
- Verdetto? – Rufy espose la curiosità generale.
- Sano come un pesce. – Chopper gongolava. - L’antidoto ha fatto il suo lavoro. Tra un paio di giorni sarai come nuovo. –
- Bene! – esclamò Nami, gioiosa.
Stava bene, ora finalmente anche lei poteva smettere di preoccuparsi.
- Perché lo hai fatto? – quella sera Nami si era intrufolata nel letto di Zoro ed ora si crogiolava stretta nel suo abbraccio e gli accarezzava la cicatrice sul petto.
- Fatto cosa? –
- Non ti sei spostato, perché hai preso quelle frecce? –
- Perché dietro di me c’eri tu. – rivelò Zoro tranquillo.
- Cosa? – Nami si inalberò, non poteva crederci. – Sei quasi morto! –
- Lo so. –
- Per me. –
- Cosa c’è di male? Ti amo. –
- E le tue ambizioni? I tuoi obbiettivi? – protestò Nami accalorata.
- Non valgono nulla senza di te. – Zoro era serio e la ragazza lo capì guardandolo in faccia. Aveva perso un occhio per la sua ambizione, ma avrebbe rinunciato a tutto per lei.
- Perché dici questo? –
- Perché è vero. Perché ti amo. –
- E Kuina? – Nami volle sfoderare quest’ultima carta.
- Kuina avrebbe capito. –
- Le hai fatto una promessa. –
- Ma avrebbe capito che una promessa non vale la tua vita. – Zoro si levò a sedere, per guardarla negli occhi. – Lei non era una persona così, non avrebbe sacrificato qualcuno di importante per una promessa e anche io sono così. Sia io che lei avremmo preferito vivere nel disonore che lasciare morire persone a noi care. – era vero, Zoro aveva già dimostrato ciò a Thriller Bark, ma Nami non lo sapeva e non doveva saperlo. Nessuno di loro sarebbe mai dovuto venire a saperlo. Per ora sia Sanji che Brook avevano mantenuto il segreto e doveva continuare così. – La mia ambizione senza di te non vale nulla. –
Nami capì che quella notte non l’avrebbe avuta vinta, così si arrese. Zoro era ancora debole e lei preferiva affrontare quella discussione una volta che si fosse ripreso del tutto.
- Come hai fatto a svegliarti? La prima volta, intendo. Il hai detto che non riuscivi a muoverti anche se eri cosciente. –
- Volevo vederti. E assicurarmi che stessi bene. –
- Credevo che il veleno te lo impedisse. –
- Avevo un ottimo antidoto. –
- Ah sì, quale? – Nami mostrò una vena d’interesse.
- Tu. – rispose lui pacato. – Tu sei il mio antidoto.
Nami sentì nello stomaco il classico calore che provava ogni volta che lui le diceva cose del genere. Era un tipo burbero e poche volte le diceva apertamente le cose, di solito preferiva dimostrargliele con gesti come quello di prendersi delle frecce avvelenate addosso pur di proteggerla.
- E tu sei il mio veleno. Ma non vorrò mai un antidoto. – disse lei piano.
Per l’ennesima volta Zoro si addormentò, sfinito, dicendo un semplice – Ti amo. –
Ma forse l’aveva solo sognato.
Ebbene sì, l'ho finita.
Grazie a chi mi ha recensita e seguita, mi fa sempre piacere ricevere commenti, sia negativi che positivi (però li preferisco posiviti XD)
Spero vi sia piaciuta, se non vi è piaciuta, fa niente, ma vorrei che mi diceste il perchè per evitare di commettere errori la prossima volta, almeno io mi sono divertita.
Alla prossima!
Hunter |