[A]
Amicizia.
Gli amici ti
conosceranno meglio nel primo minuto dell’incontro di quanto gli estranei
possano conoscerti in mille anni.
[R. Bach]
Quando si erano incontrati la prima volta, avevano entrambi
sette anni.
Naruto si era fermato a guardare uno strano bambino dagli
occhi molto seri, arrossendo infantilmente quando questi si erano posati su di
lui, scrutandolo infastiditi.
L’imbarazzo se ne era andato quando aveva trovato il
coraggio di alzare il proprio sguardo e incrociare il suo.
Allora aveva sorriso.
Il bambino aveva tentennato un attimo, poi aveva arricciato
il naso e si era girato dall’altra parte.
Naruto, indisposto, se ne era andato, con la certezza, però,
che in quel momento di stasi, Sasuke si era trattenuto dal sorridere a sua
volta.
[B]
Bambini.
Il bambino che non
gioca, non è un bambino.
[P. Neruda]
Sasuke osservava spesso gli altri bambini.
Gli sarebbe piaciuto unirsi a loro, ma poi si ricordava che
era un vendicatore, e tante altre cose che un bambino non sarebbe dovuto essere.
Allora portava la manina paffuta al sacchetto con gli
shuriken e cominciava a lanciarli contro l’albero.
Naruto giocava da solo con un pallone, quando vide Sasuke e
gli si avvicinò.
«Giochi con me?»
«No. Devo allenarmi, io.»
Naruto gli fece la linguaccia e tornò a giocare, finché
Kiba non gli chiese di unirsi a loro.
Sasuke storse il naso, poi riprese ad allenarsi, sbagliando
però più tiri di prima.
[C]
Coraggio.
Il coraggio è spesso
l’effetto di una visione poco chiara del pericolo che si affronta, o
dell’ignoranza totale dello stesso pericolo.
[Claude-Adrien
Helvetius]
Quando Sakura voleva qualcosa, Naruto era sempre pronto ad
esaudirla, ma lei la domandava a Sasuke, così finivano per trasformarsi in
sfida.
Quel giorno Sakura si era impuntata su una mela
particolarmente rossa, che stava, però, particolarmente in alto.
Naruto si fiondò sull’albero per coglierla.
«Ahah! Sasuke sei un fifone!»
Lui, infatti, non era salito.
Allungando la mano per prenderla, scivolò dall’albero.
Si ruppe una gamba, e Sasuke un braccio. Aveva tentato di
prenderlo al volo.
Sakura diede un bacio ad entrambi per essere stati così
coraggiosi.
L’infermiera li definì incoscienti, mentre si
insultavano in ospedale, lanciandosi pezzi di cibo.
[D]
Divisione.
L’età in cui si
divide tutto, è quella in cui non si possiede nulla
[A. Karr]
«Non ho nulla da spartire con te!»
Glielo diceva spesso, Naruto, però Sasuke non gli dava mai
retta.
Sapeva sempre che era pronto a dargli metà della sua mela
anche se non gliela chiedeva, così come Naruto sapeva che Sasuke gli avrebbe
regalato metà del suo onigiri quando, dopo essersi ingozzato di ramen, avrebbe
avuto ancora fame.
Pertanto, quando dicevano che non avrebbero mai fatto nulla
per l’altro, erano coscienti di mentire.
Però erano bravi a farlo, visto che dividevano anche
pugni, lividi e la spalla sana quando tornavano a casa mezzi rotti ed erano
costretti ad appoggiarsi l’uno all’altro.
[E]
Egoismo.
L'egoismo non
consiste nel vivere come ci pare ma nell'esigere che gli altri vivano come pare
a noi. [Oscar Wilde]
«Il gruppo sette sarà formato da: Sakura Haruno; Naruto
Uzumaki…»
«Yeah!»
«…e Sasuke Uchiha.»
«Cerca di non starmi tra i piedi, caro il mio peggiore.»
A Naruto non era mai andato giù di essere in squadra con
Sasuke, così come a Sasuke non andava di stare in squadra con Naruto.
L’Uchiha pensava che fosse solo una palla al piede, l’Uzumaki
che lo ostacolasse con Sakura.
Naruto gli dava dell’egoista, Sasuke anche.
Lo erano entrambi, perché non volevano dire all’altro
che in fondo – molto in fondo – gli faceva piacere averlo come compagno di
squadra.
Egoismo è non ammettere di volersi bene.
[F]
Felicità.
La felicità è un
amico con cui puoi stare in silenzio.
[C. Sbarbaro]
Sasuke non amava le chiacchiere petulanti di Sakura, né il
vociare assordante di Naruto.
Gli sarebbe piaciuto conversare con loro, ma finiva sempre
per stare zitto perché erano troppo rumorosi per lui.
Pertanto, si isolava.
«Sasuke che ci fai qui?»
Quando poteva.
Non ottenendo risposta, Naruto osservò per un attimo
l’amico silenzioso con i piedi a mollo nel fiume.
Sembrava perso nei suoi pensieri, o comunque non
intenzionato a rispondere.
Tacque e si sedette al suo fianco sulla sponda, posandogli
una mano sulla spalla.
Sasuke si sentì, per un attimo, stranamente felice quando
l’amico gli sorrise e stette miracolosamente zitto.
[G]
Gusto.
Gli opposti si
attraggono, i simili convivono.
[Anonimo]
Naruto amava i dolci.
Sasuke amava il salato.
A Naruto piacevano le ragazze con i capelli corti, sebbene
Sakura fosse l’eccezione.
A Sasuke piacevano le ragazze con i capelli lunghi, sebbene
Sakura fosse l’eccezione.
Naruto faceva lo stupido per attirare l’attenzione.
Sasuke stava per conto suo, ma l’attirava lo stesso.
Naruto era l’idiota del villaggio.
Sasuke era l’erede del clan Uchiha.
«Sasuke, vuoi assaggiare il mio gelato?»
«Non mi piacciono i dolci, usuratonkachi.»
Naruto aggrottò le sopracciglia, indispettito, poi afferrò
il compagno e lo baciò con le labbra sporche di cioccolata.
«Questo ti piace, almeno?»
Sasuke non rispose. Era arrossito.
[H]
Herpes.
I
love you but you have herpes.
[Hot
Charlie; Herpes of The Heart]
Un giorno Naruto si era presentato agli allenamenti con
un’enorme sciarpa attorno al viso.
Alla domanda:
«Cosa hai?», aveva risposto:
«Raffreddore.»
Però non aveva né tossito, né starnutito, né si era
soffiato il naso per tutta la giornata.
Pertanto, alla fine degli allenamenti, Sasuke gli si era
avvicinato e gli aveva chiesto nuovamente il perché di quella sciarpa. Più e
più volte, finché Naruto non aveva ceduto e non aveva mostrato il labbro
tumefatto.
«Ho un herpes. E già a Sakura-chan non piaccio. Se lo
vede…»
«Idiota.»
«Eh?»
«Sei carino anche così.»
Le guance di Naruto divennero inspiegabilmente color
pomodoro.
[I]
Intelligenza.
Intelligenza non è
non commettere errori, ma scoprire subito il modo di trarne profitto
[B. Brecht]
Non si poteva certo dire che Naruto brillasse per
intelligenza.
Sin dai tempi dell’accademia, sbagliava sempre i compiti
e non riusciva in molte cose, restando sempre indietro rispetto ai compagni.
Però quel giorno, durante la lezione di: “come spiare le
ragazze nello spogliatoio” di Kakashi, aveva dimostrato di non essere tanto
stupido quando, scivolando dentro ai bagni, era stato abbastanza rapido da
eseguire
la Sexy
No
Jutsu ed uscirne indenne, ricevendo in dono perfino un paio di mutandine per
coprirsi.
Soltanto, non riusciva a capire perché Sasuke stesse
perdendo così tanto sangue dal naso mentre indossava fieramente il proprio
trofeo.
[J]
Jnana (conoscenza).
Jnana non è un piacere
intellettuale e non vuol dire accumulare certe nozioni, come il fatto di
mangiare non si esaurisce nel mettere in bocca del cibo.
[Anonimo indiano]
Sasuke conosceva molte tecniche e le sapeva usare tutte.
Sasuke sapeva gestire il chakra.
Sasuke sapeva a memoria il codice ninja.
Sasuke possedeva lo Sharingan.
Naruto era una frana nell’uso delle tecniche.
Naruto non riusciva a gestire il chakra.
Naruto ignorava la maggior parte delle regole.
Naruto aveva Kyuubi nell’intestino, e questo gli causava
non pochi problemi.
Però Naruto riusciva a mettere sempre in difficoltà
Sasuke, con le domande stupide che gli poneva.
«Sasuke, quante sono le stelle?»
«Sasuke…?»
«Sasuke, mi vuoi bene?»
E, chissà perché, a quella domanda Sasuke evitava sempre
di rispondere e girava il capo dall’altra parte.
[K]
Karma.
Ciò che la gente
chiama destino è per lo più l’insieme delle sciocchezze che essa commette.
[A. Shopenhauer]
Si dice che il Karma delle persone sia stabilito dalla
nascita.
A volte si ha la convinzione che quanto ci accade, sia
inevitabile.
Sasuke sosteneva sempre di essere un vendicatore e che
quella fosse l’unica strada che potesse intraprendere.
Naruto sosteneva sempre che un giorno sarebbe diventato
hokage e che quello era il solo cammino che volesse intraprendere.
Nessuno dei due, nei propri sogni per il futuro, aveva mai
contemplato l’altro.
Eppure adesso erano lì, a stringersi la mano sotto il
tavolo del chiosco del ramen, timorosi di essere colti a commettere quella che,
per entrambi, era soltanto l’ennesima sciocchezza.
[L]
Libertà.
La libertà non sta
nello scegliere tra bianco o nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.
[T. W. Adorno]
C’erano dei giorni in cui i piccoli genin uscivano come
dei normali tredicenni.
Altri giorni, invece, in cui erano costretti ad allenarsi e
a mettere da parte la propria adolescenza.
Nel primo caso potevano lasciare libero sfogo ai propri
interessi personali, nel secondo, anche i più cari amici dovevano combattere
l’uno contro l’altro.
Non era permesso mischiare il piacere col dovere, ma la
prima volta che si baciarono – e si baciarono seriamente – fu quando Sasuke
buttò a terra Naruto durante l’allenamento e non si trattenne più.
Alla domanda imbarazzata sul perché lo avesse fatto, aveva
risposto che, semplicemente, gli andava.
[M]
Male.
Non ci si vendica mai
bene ricorrendo al male.
[G. Baltasar]
Quando Orochimaru aveva impresso a Sasuke il segno
maledetto, era sicuro che questi avrebbe ceduto alla tentazione.
Sasuke non ne aveva mai parlato con Naruto, ma a questi non
era sfuggito il cambiamento nell’umore già abbastanza tetro del compagno,
come se rimuginasse continuamente un pensiero che scacciava in breve tempo
quando gli domandava:
«Che succede?»
Così Naruto non sapeva mai cosa pensasse Sasuke e quale
male covasse dentro di sé.
Non avrebbe capito il suo desiderio di vendetta.
D’altro canto, questi non gli diede mai la possibilità
di comprenderlo.
E il male si fece strada in lui, come un morbo.
[N]
Noi.
Solo amici e poi, uno
dice un “Noi”. Tutto cambia già…
[Gino Paoli; La bella
e la bestia]
Ogni volta che si guardavano negli occhi, avevano la
sensazione di appartenere completamente l’uno all’altro.
Era stato Naruto, però, a passare per primo dal semplice
“io e te” ad un ben più significativo: “noi”.
Troppo pesante da sostenere.
Per questo fu Sasuke a lasciare il villaggio e Naruto a
corrergli dietro, e non il contrario.
D’altro canto, Naruto non seppe mai quanto costò all’Uchiha
essere costretto ad ammettere, mentre combattevano, che tra loro “qualcosa”
c’era.
Perfino quando ormai erano entrambi pesti e sanguinanti,
quel “noi” mai accettato gli impedì di ucciderlo.
In fondo, cosa più spezzare un “noi”, che crearlo.
[O]
Odio.
Odierò, se potrò,
altrimenti amerò, controvoglia.
[Ovidio]
Per quanto Naruto potesse sentirsi triste, amareggiato e
deluso dalla partenza di Sasuke, davvero non riusciva ad odiarlo.
Tuttavia, cercava di non darlo a vedere, quindi andava in
giro urlando che l’avrebbe riportato indietro con tutte le ossa rotte solo per
costringerlo a chiedere scusa pubblicamente.
Però, nel letto un po’ troppo freddo rispetto a come era
abituato, era costretto ad ammettere con se stesso che gli mancava.
Quindi lo odiava perché non era lì con lui e se la
prendeva con quel povero cuscino, reo d’alcuna colpa se non di conservare
l’odore di quello stupido, maledetto e amatissimo Uchiha.
[P]
Posteriore.
Sempre meglio passare
ai posteriori che ai posteri
[T. Brass]
Sin da piccolo, Sasuke dormiva appallottolato sul proprio
fianco destro, protendendo il braccio sinistro come per afferrare qualcosa.
Per questo andava a dormire col fratello, quando Itachi
glielo permetteva e, crescendo, aveva preso l’abitudine di abbracciare un
guanciale.
Col tempo, però, aveva trovato un’ottima sistemazione
per la propria mano sinistra, altrimenti abbandonata.
Luogo assai più soddisfacente del suo cuscino di piume.
Nel suo periodo di permanenza ad Oto, Sasuke comprendeva
che Naruto gli mancava veramente quando arrivava il momento di coricarsi e si
accorgeva improvvisamente che la mano sinistra non trovava la sua giusta,
morbida e rotonda collocazione nel letto.
[Q]
Qualità.
Gli uomini, più
sembrano perfetti, più nascondono qualche sorpresa.
[A. Balasz]
Una volta, Naruto aveva contemplato, invidiandole, tutte le
qualità di Sasuke.
Era un ottimo ninja, attento e capace.
Era serio, responsabile e apparteneva ad uno dei clan più
prestigiosi del villaggio.
Inoltre, questo però non lo ammetteva, era anche un bel
ragazzo.
Lui, invece, era un pessimo ninja: disattento, esagitato,
irresponsabile…proprio la persona che nessuno avrebbe mai scelto come
protagonista di una storia.
Era anche il contenitore del Kyuubi e, questo lo rendeva
sempre un po’ triste, nessuna ragazza lo aveva mai guardato come, invece,
guardavano Sasuke.
Però era Sasuke Uchiha quello che era ricercato come
traditore, non Naruto Uzumaki.
[R]
Ricordo/rimpianto.
Non rimane che il
ricordo del piacere o la voluttà del rimpianto.
[O. Wilde]
Ligio al proprio dovere e alla propria vendetta, raramente
Sasuke si concedeva il lusso di guardarsi indietro e cercare ricordi differenti
dai momenti trascorsi in famiglia o riguardanti lo sterminio, in modo da
rafforzare la propria decisione.
Eppure, alcuni ricordi, più ossessivi di altri, riuscivano
a farsi largo nella sua testa.
Quando gli aveva sorriso per la prima volta.
Quando si erano baciati per errore.
Quando si erano baciati. E basta.
Quando il tenersi per mano aveva assunto tutta la familiare
fragranza della quotidianità.
Quando…
Arrivato a quel punto, doveva faticare per ricordarsi di
essere un vendicatore.
Stupido, per giunta.
[S]
Solitudine.
L’amore trova il
suo significato solo nell’ora della separazione.
[G. P. Bona]
Per quanto costanti fossero i tentativi di dimenticare, né
Naruto, né Sasuke, riuscirono, in quei tre anni di separazione, nel proprio
intento.
Anzi, con la crescita, il ricordo che avevano l’uno
dell’altro diventava sempre più colorito, finché non rischiarono il collasso
per emorragia nasale.
Rivedersi dopo tanto tempo, fu il colpo di grazia per
entrambi, ma erano troppo arrabbiati e delusi per accorgersi subito che, quello
che era cominciato come un gioco, si era trasformato in qualcosa di più.
Ci ripensarono solo successivamente, trovando anche allora
la volontà di negarlo, forti della certezza che l’altro non gli avrebbe mai
creduto.
[T]
Il triangolo solo in
geometria è una costruzione innocua.
[Anonimo]
Sasuke non era mai stato un tipo emotivo.
Ad esempio, era stato geloso solo di tre persone: sua
madre, Itachi e Naruto.
Di quest’ultimo, solo per tre volte.
Quando Sakura lo aveva baciato nel tentativo di farlo
ingelosire (riuscendoci, ma non nel senso che sperava).
Quando, al mare, si era messo un costume bianco e troppa
gente aveva posato gli occhi su quella che considerava come proprietà privata.
E in quel momento, mentre osservava lui e Sai dall’altro
del precipizio ed elaborava piani malefici per allontanare dal suo Naruto
quello stupido rimpiazzo, intento a mangiarselo con gli occhi.
Prossimamente: orbo.
[U]
Uccidere.
Uccidere è il
coraggio del momento, vivere è il coraggio di sempre.
[Jim Morrison]
Ci sono giornate in cui ti trovi di fronte a una scelta che
non puoi più rimandare.
Lui ne aveva affrontate molte, di quelle scelte.
Quando, a sette anni, aveva deciso di vendicarsi, invece di
lasciarsi distruggere dal dolore per la perdita della sua famiglia.
Quando, a tredici, aveva deciso di lasciare Konoha per
seguire la propria vendetta.
Quando, sempre a tredici anni, aveva lasciato in vita
Naruto, invece di ucciderlo.
E, adesso, a sedici compiuti, si trovava di fronte
all’ennesimo bivio.
Affondare quella dannata katana, oppure seguire l’idiota
che era, ancora!, venuto a riportarlo indietro?
Nel dubbio, meglio aspettare.
[V]
Vivere.
L’arte della vita
sta nell’imparare a soffrire e nell’imparare a sorridere.
[H. Hesse]
Forse non era poi tanto facile come aveva creduto.
In fondo, non poteva aspettarsi di essere riaccolto a
braccia aperte, né avrebbe voluto che fosse così. Si sarebbe sentito
compatito.
Però, anche nei giorni successivi, durante la sua
“riabilitazione”, l’unica cosa che interessava a Sasuke Uchiha era il
sorriso di quel baka di Naruto che continuava a tenergli il broncio.
Fu solo dopo due mesi dal suo rientro che Sasuke riuscì a
far scoppiare a ridere la kitsune, causa uno scivolone.
Non riuscì a picchiarlo come avrebbe fatto un tempo, né
riuscì a trattenersi dall’alzare gli angoli della bocca, soddisfatto.
[W]
Winner.
Alle volte un
vincitore è soltanto un sognatore che non ha mai mollato.
[Anonimo]
La loro era stata un’eterna rivalità.
Una di quelle destinate a non avere fine.
In ogni campo si erano sfidati, in ogni occasione.
Sasuke era sempre abituato ad uscire vincitore dalle loro
piccole sfide e quella era una
battaglia che non aveva intenzione di perdere.
Tuttavia, lo scontro non fu neanche tanto lungo: Naruto,
dopo la riottosità iniziale, sembrò lasciargli quasi di buon grado il posto di
vincitore.
In fondo, pensava, osservando Sasuke dormire placidamente,
lui il suo premio lo aveva già avuto.
Con un sorriso, stese il lenzuolo sul corpo nudo del
compagno, per poi rannicchiarsi al suo fianco.
[X]
Xmas.
Ho sempre pensato al
Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e
dedicato al perdono. L'unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli
uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori,
solitamente chiusi.
[C. Dickens]
Doveva solo bussare, attendere che gli aprisse e dargli il
regalo.
Semplice, no?
Per niente.
Si rigirò il pacchetto tra le mani, sentendosi ridicolo,
prima di decidersi a bussare.
Naruto gli aprì; stava per dire qualcosa, ma l’Uchiha lo
Bloccò, porgendogli il pacchetto.
«È per te.» grugnì.
Sotto lo sguardo stupito della kitsune appariva la rana di
peluche per cui lo aveva assillato per mesi.
Ma il regalo più bello fu quello che c’era scritto nel
biglietto, causa prima dell’appassionato bacio che diede al ragazzo, prima di
trascinarlo dentro.
Sasuke fu costretto ad ammettere che, in fondo, adorava il
Natale.
[Y]
Yaoi.
I migliori amici sono
rivali, ma qualche volta possono diventare amanti.
[Associazione Yaoi
Fangirl, suppongo]
Tutti, a Konoha, sostenevano che Naruto Uzumaki e Sasuke
Uchiha erano incompatibili tra loro.
Eppure, erano diventati dapprima compagni di squadra, poi
migliori amici, sempre mantenendo la rivalità di fondo.
A lungo andare, il loro rapporto si era fatto sempre più
ambiguo, tanto che diverse ragazze cominciavano a leggerlo sotto una chiave non
proprio consueta.
E fu con aria compiaciuta che Sakura Haruno si presentò di
fronte al folto gruppo di ammiratrici dell’uno e dell’altro ragazzo,
esibendo come un trofeo la foto dove quei due erano tutti presi da un passionale
bacio, dato quando pensavano di essere completamente da soli.
[Z]
Zibaldone.
Tutto ciò che i
giovani possono fare per i vecchi è scandalizzarli e tenerli aggiornati.
[G. B. Shaw]
Le persone anziane, si sa, hanno la tendenza a criticare i
giovani.
Eppure, il mondo da cui il peso degli anni li esclude,
esercita su di loro una grande curiosità.
Per questo, Naruto e Sasuke, in risposta alle occhiate
interrogative, sapientemente velate, del maestro Kakashi, avevano deciso di
rispondere in modo adeguato.
Per la precisione, facendosi sorprendere in un momento
intimo, per poi voltarsi con grande nonchalance verso il sensei nascosto tra i
cespugli.
Se Kakashi ne fosse uscito scandalizzato, non lo seppero
mai. Fatto sta che da quel giorno esibirono le loro mani intrecciate in pubblico
con grande orgoglio.
Mmmh...penso si noti l'influenza di alcune fiction inglesi, come "SasuXNaru
in 50 sentences", a cui mi sono ispirata, ma mi ritengo soddisfatta del
risultato.
Avevo un bisogno estremo di SasuNaru in questo periodo.
Davvero.
Come avete notato, ad ogni lettera dell'alfabeto
corrisponde un aforisma e una drabble di 100 parole esatte. Non una di più, non
una di meno. Aforisma escluso, ovviamente XD!
Questa fic è dedicata a Mamma Ross per il suo
compleanno. Scusa il ritardo, amora. Spero che ti piaccia.
Colgo l'occasione per avvisare che mi trasferisco a Roma
per l'Università, dove non avrò internet. Pertanto cercherò di aggiornare
tutte le fic in sospeso entro Ottobre, altrimenti amen e sfrutterò il pc
dell'Università e della biblioteca per connettermi.
A presto.
Rekishi, in piena crisi di SasuNaruYaoiFan.
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