*Ti
lascio vivere*
Non
c'è più niente da dirsi io vorrei già
starne fuori soffrirò,
ma tu non lo saprai.
Mentire non ci servirà ora basta per
davvero
Da stasera in poi son fatti miei …
Il cuore batteva a tonfi lenti e dolorosi sotto gli strati di pelle,
muscoli ed ossa e per ogni affondo sentivo la mia forza di
volontà sbriciolarsi veloce tra le mie mani, mandando a
monte gli ultimi due mesi di calma apparente.
Ancor prima che potessi trattenere l’uragano, le lacrime
erano già scese bollenti dagli occhi e bruciavano la pelle.
Nascosi il viso tra le braccia e gemetti in silenzio.
Tremavo come una foglia e la voragine nel petto si spalancò
di nuovo con tutta la violenza che avevo imbrigliato stupidamente,
sicura che da sola potevo rialzarmi in volo come prima.
Quanto tempo era trascorso dall’ultimo vero sorriso?
Dall’ultima volta che ero stata entusiasta per qualcosa?
L’ultima volta che avevo ascoltato una canzone senza
spezzarmi in due?
D’improvviso una calda coperta si poggiò sulle mie
spalle e spaventata alzai lo sguardo sull’uomo moro che si
sedeva sul terrazzino del balcone a pochi centimetri da me.
Si accese una sigaretta, aspirò una lunga boccata e
sensualmente il fumo gli uscì dalla bocca carnosa.
<< Con questo freddo e a quest’ora cosa ci fai
qui a piangere? Perché fai l’eremita? Di
là qualcuno ti stava cercando. >>. Gli occhi
verdi mi scrutavano seri, con lo sguardo di chi già aveva
capito cosa c’era che non andava in quella tarda notte di
febbraio.
Rabbrividii e non solo per il gelo dell'inverno e mi abbarbicai meglio
nella calda coperta colorata, riscontrando di avere più
freddo di quel che credessi.
<< Si è fatto sentire, vero? >>.
Non pronunciò il suo nome, ma conoscevo bene la persona a
cui si stava riferendo.
Annuii e tenni lo sguardo basso.
<< Peccato… >>,
mormorò come se nulla fosse. << Ti stavi
riprendendo così bene e negli ultimi tempi sembravi
più allegra… tutti quegli sforzi buttati al
vento… solo per una persona che non ti vuole.
>>.
<< Sono io che l’ho mandato via: non so amare e
mi disturba essere amata. >>.
Lui fece uno strano verso, come di scherno.
<< Cazzate! Come non sai amare? Tutti sanno farlo.
>>.
<< Io no. >>, insistei dura.
<< So quale sono i miei limiti e so che non posso andare
oltre quelli. >>.
Fumò ancora prima di parlare di nuovo.
<< Lui lo sa che lo ami? >>, chiese, sicuro
delle sue convinzioni.
<< Ha importanza? Ormai mi considera passato…
sono qualcuno con cui non vuole avere a che fare… gli ho
detto che mi mancava qualche settimana fa e nemmeno mi ha risposto: lo
considerava superfluo. Sono il passato, te l’ho
detto… e io volevo solo che per una volta qualcuno mi
capisse sul serio e restasse comunque. >>, singhiozzai
forte e la voce si incrinò. << Devo vedermela
da sola. >>.
<< Nessuno resta per sempre, lo sai meglio di me.
>>.
<< Già. >>, mormorai afflitta,
tirando su con il naso e asciugando gli occhi.
Ed inevitabilmente ripensai a tutti i mesi trascorsi con la persona che
amavo, le risate, le nottate passate insieme, i baci, le carezze, i
segreti, l’amore. Quello stesso amore che mi stava
massacrando l’anima, si divertiva a masticarmi tra le sue
fauci e risputarmi sfatta e a pezzi.
Il nodo in gola si fece più insistente e ricominciai a
piangere, rompendomi in mille schegge diverse.
<< La cosa che mi fa davvero male è che mi
abbia sostituita con i suoi amici… non sono mai stata
davvero importante, non gli sono mancata mai davvero, non mi ha mai
amata davvero… ero qualcuno con cui passare il tempo e alla
fine sono stata accusata di essere io quella che lo ha usato per
passare il tempo… adesso il tempo mi sommerge e mi uccide
nel ricordo di quel che è stato. >>.
…E
se mi cadesse a pezzi l'anima
taglierò con le sue schegge il filo che mi
lega a te…
<< Chi ti ama davvero non se ne va. >>,
rispose lui, scrutando il cielo nero, privo di stelle, luce e speranza.
<< Ti resta accanto e ti ama così come sei,
senza cambiarti. >>.
<< Ci sono dei momenti in cui lo odio da
morire… vorrei che soffrisse come sto soffrendo
io… vorrei che sentisse quello che mi sta facendo passare.
Sono diventata qualcosa che non ero. Sai, prima, anche se avevo i miei
problemi, riuscivo a stare bene grazie a me stessa… avevo un
equilibrio… ero viva e mi piaceva fare tante
cose… adesso mi sento come l’ombra che ero una
volta, sono apatica e asociale. >>.
…Ti
ho voluta ad ogni costo
come amante e come amica
per capire il meglio di noi due
e sapessi come è duro dirtela
senza maschera sul cuore, la
verità…
<< Perché lo hai mandato via? Il vero motivo,
intendo… oltre il fatto che non riesci ad amare.
>>.
Sospirai e deglutii, respirando quell’odore pungente di
sigaretta.
<< Perché l’unica cosa che
riuscivamo a fare era distruggerci e più questo accadeva e
più davamo il peggio di noi stessi… ma io lo amo
ancora e sto annegando dentro me stessa per questo… avrei
voluto dirgli che lo amo da morire, pregarlo in ginocchio di restare
stavolta, di amarmi… di fare quello che voleva di
me… ma non l’ho fatto, ho continuato a trattarlo
male, con la speranza che capisse che dietro le parole dure
c’era tanto di quell’amore che può
annientarmi. Desideravo che per un momento si fermasse a comprendermi e
non per giudicarmi, ma per venirmi incontro e abbracciarmi. Gli ho
detto di crepare perché non riesce a capire che sto morendo
dentro, per lui… non riesce a capire che sono niente, adesso
che se ne è andato. >>.
…Ti
lascio vivere
per non morire io, così potrò...
conoscere quello che sarei, senza te...
Questa specie di finale
lo avevamo già previsto
non si può addestrare la libertà
sono quello che non sono
quando esplode la mia rabbia
ma non morderò se non ci
sei…
<< Gliele hai dette queste cose? >>.
Annuì ancora e inspirai profondamente.
<< Non è servito a niente… sai,
forse è meglio così… adesso
sarà felice con qualcun’altra, qualcuna che riesce
ad amarlo come non sono riuscita a fare io… perfino i suoi
amici erano più importanti di me… il mondo intero
è stato sempre più importante di me…
va dicendo a tutti che pensava che questo fosse un grande amore e
invece non era assolutamente nulla. Mi ha fatta sentire una merda, ha
sempre detto che a me non mi vuole nessuno e quelli che penso che siano
miei amici, in realtà neanche mi sopportano.
>>.
<< Allora è meglio che sia finita …
nessuno merita di vivere un amore così, nemmeno tu che sei
una piccola peste. >>, scherzò per farmi
sorridere e ci riuscì. << Adesso torna dentro,
i tanti amici che il tuo ex dice che non ti sopportano stanno facendo
una bella cioccolata calda e aspettano solo te per farti sentire il
loro affetto. Quindi muovi quel sedere pesante e torna tra le persone
che ti hanno sempre amata e non hanno cercato di farti diventare
qualcuno che non sei. >>.
Si alzò con un balzo agile, gettò la cicca della
sigaretta dal balcone e poi rientrò nella stanza.
Potevo fingere stasera.
Potevo farcela.
Avrei potuto fingere per molto tempo, cercando di convincere me stessa
di stare bene, fino al giorno in cui mi sarei svegliata e finalmente
sarei guarita davvero da quell’amore malsano.
…Non
mi mancheranno le abitudini
meglio ritrovarsi soli, che restare qui.
Ti lascio vivere
per non morire io, così potrò...
conoscere quello che sarei, io senza te.
Ebbene sì,
eccomi qui con l'ennesima one-shot: sono quelle che riesco a scrivere
meglio, anche se questa volta è una song-fic.
La canzone che ho usato è di Adriano Celentano, "Ti lascio
vivere" e siccome sono una pippa, non so come aggiungerla alla
storia,
però vale davvero la pena ascoltarla mentre leggete.
Ho scritto di getto e quindi ci saranno pure una marea di errori non
corretti... devo pur tenere occupata questa insonnia maledetta,
perciò
me ne esco con queste cretinate senza senso.
Ringrazio chi commenterà o chi leggerà solamente
e abbiate cuore, perché la mia Beta a quest'ora dorme e io
devo pubblicare di getto, altrimenti scoppio.
Un abbraccio.
DarkYuna.