Azzurrina di Montebello

di DustAngel
(/viewuser.php?uid=334556)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Prologo - Castello di Montebello, 21 Giugno 1395


Le campane della Chiesa Madre di Montebello, piccolo paese dello Stato Pontificio, battono la mezzanotte. E' il 21 Giugno dell'Anno del Signore 1395.

Si racconta che il giorno del Solstizio d'Estate sia magico, una data in cui grandi forze si muovono, e che possa accadere di tutto. Padre Simone, il curato, tuona dall'altare che queste sono solo sciocchezze, leggende pagane per vecchie e bambini, se confidiamo nel Signore nulla di male può capitarci.
Un tempo ci credevo senza riserve; ora però, dopo la vita che ho vissuto e le esperienze che ho avuto, sono convinta che tutta la fede del mondo non possa salvarci dalla rovina. Con questo non voglio dire che pregare sia inutile, ma solo che bisogna prenderlo per quello che è: un conforto, una speranza, null'altro. 
Cammino per questi corridoi bui, spettrali, spifferi di vento che penetrano attraverso le bifore aperte, i grandi teli bianchi che ricoprono i mobili si agitano come fantasmi, la polvere danza nell'aria. Non ho bisogno di luce, conosco ogni angolo di  questo castello come le mie tasche, potrei attraversarlo anche a occhi chiusi; la luminosità pallida della luna e delle stelle mi è più che sufficiente.
Che cosa ci faccio qui? Cosa voglio cercare di ottenere? Forse voglio solo accertarmi che le voci siano vere e che lei, il suo spirito inquieto, dimori ancora tra queste mura. Oppure, forse, ho solo bisogno di ricordare...




 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1634561