Autore:
_wayward.
Titolo:
Let it fall ~
Fandom:
Teen Wolf.
Rating:
Verde.
Genere:
One–shot.
Personaggi/Pairing:
Stiles/Derek, nominati un po' tutti.
Parole:
~1084.
Avvertimenti:
pre–slash.
Disclaimer:
Tutto © di Jeff Davis, non ci guadagno nulla ma potete pagarmi
per
smettere.
Note:
Scritta sul prompt “neve” dei magici
Faràs su COW–T3
#maridichallenge
Introduzione:
Incurante di loro e del mondo, la neve continua a cadere.
~
Let it fall
Da
quando l'interazione con lupi mannari è diventata una
costante nella
sua vita, Stiles è abituato a rassegnarsi perfino di fronte
alle
cose più strane.
È
estate e la neve, candida e leggera, ricopre tutta Beacon Hills.
«Non
nevica mai, in California» aveva detto suo padre quella
mattina,
prima di indossare il giaccone ed uscire a controllare che quella
patina bianca fosse effettivamente, contro ogni logica possibile,
neve.
Stiles
aveva sorriso – ricordando che non dovrebbero esserci nemmeno
lupi,
in California.
«Che
cosa sono le Neredi?»
chiede
Scott, rannicchiato sul divano di casa Hale e Peter alza gli occhi al
cielo nel modo che Stiles ha imparato a riconoscere – ma non
per
questo a trovare meno inquietante –, prima di tornare a far
scorrere il mouse sul bestiario.
«Nereidi»
lo corregge Lydia. «È una figura femminile della
mitologia greca ma
secondo il bestiario degli Argent quando si arrabbia riesce a
controllare le perturbazioni atmosferiche.»
«Davvero?»
chiede Isaac dal suo angolo di fronte alla televisione.
Scott
ridacchia e gli pianta una gomitata nel fianco. «Come
Tempesta degli
X–men!»
Derek
si lascia scappare un sospiro alla risata dei due beta mentre Stiles,
senza farsi vedere, scivola fuori dalla stanza.
***
Sono
passati due anni da quando Scott è stato morso e Stiles
è davvero
abituato a tutte le stranezze che l'essere il migliore amico di un
licantropo comporta.
Sono
sopravvissuti ad uno zio impazzito, al kanima ed al suo padrone
adolescente ossessionato da Allison e dalla fotografia; hanno
sconfitto Gerard, superato quasi indenni la minaccia del branco degli
alpha e perfino scacciato un gruppo di fatine isteriche dai boschi
della riserva – Stiles le ricorda bene e no, non è
stato affatto
piacevole.
Ogni
minaccia è stata debellata con successo, più o
meno, anche se sono
finiti in situazioni che definire pericolose sarebbe un eufemismo, e,
perfino dopo due anni, Derek continua a minacciare di ucciderlo
quando non obbedisce ai suoi ordini – e Stiles non lo biasima
ma,
davvero, non è nella sua natura aspettare chiuso nella
sicurezza
della propria stanza mentre i suoi amici rischiano di morire.
Hanno
imparato ad essere un branco vero, a contare l'uno
sull'altro,
a donare fiducia anche a chi non avrebbero mai pensato.
Peter
è sempre inquietante, Lydia continua ad essere la
più intelligente
del gruppo ma Scott non vede Allison da più di tre mesi e
sta
insegnando ad Isaac come giocare con la X–BOX; Erica ha lo
stesso
sorriso spaventoso della prima volta che l'ha vista ma Boyd ha smesso
di sentirsi invisibile.
Derek,
be', Derek continua a sbatterlo contro le pareti ed a intimargli di
stare zitto ma Stiles ha scoperto che si crea una piccola fossetta
vicino alle sue labbra, le rare volte in cui sorride – ma non
ha
ancora trovato il coraggio di ammettere a se stesso le capriole in
cui si cimenta il suo cuore, quando per sbaglio le loro mani si
sfiorano.
Per
Scott non è un problema il fatto che, entro la fine
dell'estate,
dovrà andarsene da Beacon Hills per frequentare il college
da lui
scelto e Stiles non capisce come faccia a restare così
tranquillo.
E'
stato Peter a spiegargli che il legame fra i membri del branco
è
forte abbastanza da tenerli uniti anche nel momento in cui saranno
lontani fisicamente. Ha sorriso, un ghigno che brillava nella
penombra della stanza, chiedendogli se avesse ripensato alla sua
offerta.
«Mio
nipote non sarebbe contrario all'idea di darti un morso, sai.»
Stiles
aveva ignorato deliberatamente il rossore sulle proprie guance.
«Perché mai dovrei prenderlo in
considerazione?»
«Perché
anche tu te ne andrai» aveva risposto Peter. «E non
ti resterà
nulla a cui aggrapparti.»
Era
uscito dalla stanza senza voltarsi indietro ma, sotto una maschera di
impassibilità, Stiles stava tremando.
La
consapevolezza del fatto che Peter avesse ragione gli era arrivata
insieme alle prime lettere di ammissione al college. Suo padre aveva
spedito i test che aveva completato senza nemmeno avvisarlo: tutte le
università a cui aveva fatto domanda lo avevano accettato.
Ovviamente,
non l'aveva fatto stare meglio.
Suo
padre – ancora ignaro di tutte le avventure soprannaturali in
cui
si era cacciato negli ultimi anni – aveva sorriso contento,
l'aveva
abbracciato ed ordinato una pizza per festeggiare.
«Ora
tocca a te scegliere la migliore» gli aveva detto con una
pacca
traboccante d'orgoglio sulla sua schiena.
Stiles
aveva risposto con una battuta e poi aveva passato la notte a fissare
il soffitto, domande sul futuro che gli vorticavano nella testa senza
accennare a rallentare.
La
scelta migliore, era solo riuscito a pensare, stava sotto le ceneri
di una casa bruciata in mezzo alla foresta.
Nemmeno
questo l'aveva fatto sentire meglio.
***
In
tutto questo, soffici fiocchi di neve cadono sul suo naso.
Non
è un pericolo mortale, la neve – Stiles cerca di
ignorare la sua
coscienza che gli suggerisce che forse la Nereide imbronciata che la
sta controllando lo è, invece – e nemmeno la cosa
più strana che
abbia mai visto, eppure lui non riesce a smettere di osservarla.
Inizia
a tremare, seduto sul portico con soltanto una felpa addosso, ma il
bosco coperto di bianco attira il suo sguardo come nient'altro, prima
di allora.
Si
accorge della presenza di Derek dietro di lui solo quando una coperta
viene lentamente posata sulle sue spalle.
Vorrebbe
dire qualcosa, chiedere se Lydia ha già trovato una
soluzione, se
Erica e Boyd hanno già iniziato a pomiciare o anche solo
parlare del
tempo – piuttosto strano, no? –
perché troppi giorni sono
passati dall'ultima volta che lui e Derek sono stati soli: allora le
lettere di ammissione dei college a cui aveva fatto domanda erano
aperte sulla sua scrivani ed il silenzio era calato fra di loro
così
come gli occhi di entrambi, troppo impegnati a guardare il pavimento
per poter sollevare lo sguardo. L'unico rumore, dopo una manciata di
terribili secondi, era stato provocato dalle ante della finestra,
quando Derek se n'era andato.
Quindi
si, Stiles vorrebbe riempire l'aria fredda con parole inutili ma poi
Derek si siede accanto a lui, poggia la testa sulla sua spalla,
guardando l'orizzonte davanti a loro, e Stiles chiude la bocca.
Quasi
si aspetta che tutto quello sparisca, evapori insieme al bianco prato
sotto i suoi piedi – perché è questo
ciò che succede, nella sua
vita colma di stranezze e dubbi troppo grandi perché possano
essere
risolti. Derek si alzerà velocemente, sulla sua spalla solo
il
calore della sua presenza destinato a disperdersi a contatto con
l'aria, tornerà in cucina e lui sarà solo, perso
in oceano quieto
di grigio dolore, ogni certezza lavata via dal tempo.
Ma
niente di tutto questo succede.
Incurante
di loro e del mondo, le neve continua a cadere.
~
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