Gli angeli del mare.
Gli
angeli del mare.
Era una notte qualsiasi di un giorno qualsiasi –Dean si
obbligava a contare i giorni, a darsi un ritmo.
Non era male, in
fondo. Era la vita che desiderava, in fondo.
La notte era blu, il letto era vuoto.
Lisa non c’era.
Perché?
Perché non era
importante, non quanto la figura che gli dava la schiena, seduta a suo fianco.
Dean alzò lentamente il busto, le labbra che sbocciavano a
un beige appena intravisto.
La figura si voltò e Dean capì che la notte non era blu, non
accanto a quegli occhi.
«Non dormi più, Dean?»
Si rese conto di avere un cuore in quel momento, quando gli
ostruì la gola.
Quella voce… quella voce così vicina, non importava da quanto
lontano provenisse.
Era vicina. Aveva
detto il suo nome.
Dallo sbocciare delle sue labbra uscì un fiore che da tanto
tempo pregava di vedere, di cui aveva un bisogno che scavava il petto.
«Cass.»
Il suo angelo sorrise –piccolo, caldo, intenso, venuto dal
cuore, solo per lui.
Il suo angelo con il suo sorriso.
Dean sapeva che quel sorriso non lo faceva a nessun altro.
Una delle poche cose
di cui andava orgoglioso.
«Ciao, Dean.»
Disse guardandolo dritto negli occhi, come sempre, e Dean
non riusciva –voleva- distogliere lo
sguardo.
Non ne sentiva il bisogno, andava bene così.
Guardarsi negli occhi
in silenzio.
Gli era mancato.
Anche se non sapeva cosa, o il perché.
Ma andava bene così,
andava bene se Cass era lì.
«Sei venuto.»
«Avevamo un appuntamento.»
E Dean avrebbe voluto alzarsi, ridere e tirargli una pacca
sulla spalla –e stringere, stringere,
stringere e dire settantasette volte “Cazzo, Cass”.
Sorrise e basta, incapace di muoversi, sapendo che l’altro
glielo avrebbe letto nell’iride.
Era sempre stato così.
A Dean piaceva così.
«Ho una cosa per te, Dean.»
E l’angelo si mosse sulle coperte.
Il fruscio parve irreale, a Dean, lo fece tremare.
Cass era solido, materiale.
Le proprie gambe distese sfioravano le ginocchia dell’altro
che, appoggiate sul materasso, formavano una lieve conca al suo fianco.
Reale.
Cass era reale.
Il panico gli andò agli occhi e alzò la testa di scatto, ma
subito tutto scemò.
Incontrò i suoi occhi vicino al proprio viso –come sempre.
Non ci fece caso, il viso di Cass era sempre stato ad almeno
un respiro dal suo.
«Mi dispiace.»
Per cosa, avrebbe voluto chiedere Dean, ma non ce n’era
bisogno, non ce n’era mai stato tra di loro.
Si guardavano negli
occhi e basta.
Cass allungò una mano verso di lui, tra i suoi capelli.
E Dean si accorse che stava respirando, perché smise.
Le dita erano gentili, calde e giuste.
Giuste tra i suoi
capelli.
«Vorrei poter fare di più.»
E chiuse gli occhi per un attimo –intenso- e poi li riaprì.
Dean si perse, per
quell’attimo.
La mano si ritirò, insieme allo sguardo e alla promessa di
un altro sorriso.
Dean scattò, d’impulso, all’improvviso.
Lo afferrò per l’incavo del gomito, forte.
«Dove vai?»
Un respiro.
«Tornerò, come sempre.»
Un tremito.
«Come le onde del mare?»
Uno sguardo.
«Come le onde del mare.»
Un sorriso.
E fu mattino.
Fu mattino, caldo, lenzuola intrecciate e muscoli indolenziti.
Mugolò confuso.
Una risata alta, cristallina –forse un po’ sbagliata- gli
rispose.
«Era ora che ti svegliassi, pigrone.»
Oh, Lisa.
«Ti aspettavi Ben? Lo sai, di domenica non si alza prima
delle undici.»
E lei era così radiosa, bella, felice –Dean aveva dormito, dormito una notte intera, con lei, senza fiato
corto o sopracciglia corrucciate.
Appoggiò la tazza di caffè che aveva in mano e si sedette
sul bordo del letto, per poi sporgersi a baciarlo affettuosamente una, due, tre
volte finché non si fermò.
«Sai di mare.»
E sorrise stranita, ma senza darci troppo peso.
Scosse semplicemente la testa e si rialzò, come se nulla
fosse.
Forse non notò le labbra di Dean –unite in un’unica, pallida linea.
***Angolino del cambia-colore***
Vedere Il Paziente Inglese alle due di notte porta sempre
consiglio. Sì, giusto perché a un certo punto Colin Firth bacia sua moglie e le
dice “sai di marzapane” e lei si era appena fatta una sveltina con un altro.
Ora, non che Dean si sia fatto una sveltina onirica con
Cass, ma il prendere odore dell’altra persona mi piaceva come idea, e così ho
fatto. Ho scelto il mare per Cass per tanti motivi, ma diciamo che il più
importante viene dal titolo “Gli angeli del mare”, rubato senza remore al film
Vallanzasca. Mi piaceva molto come suonava.
Chiusi i miei rambling, non penso che ci sia molto da dire.
1)È una ff da pre-sesta stagione, quando Dean era da Lisa da
poco e Cass non aveva ancora resuscitato Sam, quindi lo visita in sogno, non
vuole disturbarlo veramente, non sa neanche se Dean si ricorderà tutto al suo
risveglio. Lo viene a trovare, si scusa con lui e fa ciò che gli riesce meglio,
proteggerlo. Gli dona il sonno, anche se per poco, lo fa.
2)La domanda è: è reale, è accaduto, è stata solo
l’immaginazione di Dean oppure era veramente Castiel? A me piace pensarle un
po’ tutte assieme. Proprio perché è un
sogno l’ambientazione iniziale è così irreale, la notte è blu, il letto è vuoto
ma c’è Cass. E anche le parole, mi si potrebbe accusare di un Dean OOC, ma è un
sogno, un semplice sogno e il subconscio sale a galla. E il subconscio di Dean
spera sempre che Cass torni, “come le onde del mare” che vanno e vengono, ma
non ti lasciano mai solo.
3)Non sto neanche a dirlo, sicuramente avrete riconosciuto
lo scambio di battute rubato impudentemente alla 5x04 The End, che fa sorridere
Dean e anche la scena famosa della quarta stagione, la prima del nostro angelo
stalker che aspetta che Dean si svegli per chiedergli “Cosa stavi sognando,
Dean?”.
4) “Dallo sbocciare delle sue labbra uscì un fiore che da
tanto tempo pregava di vedere, di cui aveva un bisogno che scavava il petto.”
Questa metafora molto ‘iamme ia è dovuta alla mia incapacità di descrivere
meglio il ricorrente momento nella serie quando Cass compare e Dean schiude le
labbra. Sempre. Ogni santa volta che Cass dice qualcosa di importante, bam,
labbra schiuse. Quindi sbocciano, si aprono e lasciano che il fiore (in questo
caso il nome di Cass) esca.
Basta, la finisco qui di tediarvi, ma se avete dubbi
amletici di varia sorta, anche solo “ma tu dovevi proprio venir qui a rompere?”,
fatevi avanti :)
Ringrazio tutti quelli che hanno
letto/seguito/ricordato/preferito e commentato le mie precedenti ff sul fandom.
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