Non
Pensarmi...
Labbra che si toccavano...
Che si bramavano...
Mani in capelli biondi, che stringevano
quei fili dorati disperatamente.
Braccia attorno alla schiena, come a
non voler far scappare quella figura minuta.
Lacrime che cadeva da gli occhi.
Un pianto represso che scoppiava.
Mentre erano legati ancora in quel
momento
Ormai il tempo a loro concesso stava
per scadere.
Il tempo della felicità ormai
era scaduto.
Le labbra che si staccano.
La ragazza fuggì via dalla sua
tortura.
Il ragazzo che s'allontanò dalla
sua vita.
Voltò le spalle al suo
desiderio.
Voltò le spalle alla donna della
sua vita.
Lacrime che scivolavano giù
dagli occhi nocciola.
Lacrime che non riusciva a fermare.
“Ti prego...”
“Voltati...”
Mani chiuse a
preghiera sul petto.
Dolore, le mani
che si chiudevano a pugno con forza.
“Va da lei...”
“Va da lui...”
Parole che erano costate la sua vita.
Parole che erano state pagate con il suo futuro.
“No...aspetta...”
“No! Non
voglio!”
Braccia attorno al collo.
Un abbraccio da dietro.
Fu come morire.
Morire per la seconda volta.
Sentire le lacrime di lui bagnarle i capelli.
Sentire le sue lacrime bagnargli la schiena.
Chiuse gli occhi, disperata.
Si morse il labbro a sangue, disperato.
“Devia
andare...”
“Ti
aspetta...”
Scosse il capo come un bambino distrutto.
Scosse il capo come una bambina indifesa.
La strinse più forte al suo petto.
Lo strinse più forte a se.
“Il
nostro tempo è finito...”
“Ora
il tempo è suo...”
Parole che erano uscite in un sussurrò, mentre si portava le
mani al volto distrutta, lui che la stringeva ancora più
forte.
Voce strozzata, mentre sentì le braccia di lei stringerlo
ancora più forte, il cuore che sanguinava.
La voltò e la baciò, con tristezza e passione.
Lui si voltò e si baciarono di nuovo: Con disperazione e
desiderio.
Si strinsero per l'ultima volta.
Si toccarono, in quel modo, per l'ultima volta.
“Ti
prego...adesso va da lei...”
“Va
da lui...ti supplico...”
Gli presi il viso con le mani, il viso bagnato di lacrime mentre gli
parlava.
Appoggiò la fronte su quella di lei, mentre disperato, le
parlava.
“Come
posso farlo? Come?”
“Come
posso dimenticarmi di te?
“Come
posso dimenticare la donna della mia vita?”
“Come
posso dimenticarmi di te? L'uomo della mia vita?”
Urla disperate, mentre si scostava dalle mani di lei, e s'allontanava
da lei , per guardarla addolorato.
Si scostò da lui, mentre urlava e si portava le mani al cuore,
e i suoi occhi lo supplicavano.
“Non
pensarmi...”
“Non
pensarmi...”
Un pugnalata nel cuore d'entrambi.
Il cuore dei due urlava.
“Non
pensarmi nuda vicino a te...”
“Non
pensarmi, mentre di coccolo nel nostro letto...”
Lacrime che calavano, mentre continuava.
Mano in mezzo ai capelli, distrutto.
“Non
pensare al mio viso...mentre godo sotto di te...”
“Non
pensare al mio sorriso mentre ti guardo dopo una notte d'amore...”
Mani sul viso, il corpo che trema.
Occhi chiusi, come a voler cancellare il dolore.
“Non
pensare al mio sorriso quando ti svegli o ci vedevamo...”
“Non
pensare a quel mio abbraccio...”
“Non
devi più pensarmi!!”
“Non
devi mai più pensarmi!!”
“DEVI
PENSARE A LEI!!DIMENTICAMI!!”
“PENSA
A LUI!!DIMENTICA TUTTO DI ME!!!”
“DIMENIICA
I NOSTRI GIORNI!!”
“DIMENTICA
QUELLO CHE ABBIAMO FATTO!!”
“PENSAMI
COME AMICA...”
“...NON
COME AMANTE!!”
Urla disperate, mentre il mattino era arrivato.
Urla di dolore, mentre la fine era ormai compiuta.
Occhi che fissavano la figura di lei, ormai sfogatasi, che tremava,
sembrava che fra un po' sarebbe caduta, le gambe ormai non la
reggevano più.
Lei lo guardava, indifeso e distrutto, aveva urlato il suo dolore,
pareva che fra un po' sarebbe scoppiato, talmente era distrutto.
Ma non poteva abbracciarla, sostenerla.
Ma non poteva corrergli incontro, consolarlo.
Ormai non poteva più baciarla.
Non poteva più baciarlo.
Non avrebbe più potuto stringerla, mentre facevano l'amore.
Non avrebbe più potuto stringersi a lui mentre erano legati.
Non avrebbe più potuto fare l'amore con lei!
Non avrebbe più potuto fare l'amore con lui!
Il suo sorriso, la sua bocca, il suo corpo, il suo carattere...Non
avrebbe più potuto averla!!
I suoi occhi, il suo sguardo, le sue braccia, il suo petto, le sue
parole dolci...Non avrebbe più potuto essere sua!!
“...Vado
da lei...”
“...Vado
da lui...”
Quanto dolore a dire quelle semplici tre parole.
Quanto furono difficili quelle misere parole.
Guardò ancora la sua figura con gli occhi azzurri distrutti.
Lo guardò, mentre il vento scompigliava i capelli di lui, lo
sguardo distrutto.
Le voltò le spalle, strinse un ultima volta le mani, poi se ne
andò, lasciandola lì...in quel parco.
Gli voltò le spalle, chiuse un ultima volta gli occhi, poi se
ne andò, lasciandolo lì...in quel parco.
Cadde distrutta, le gambe non l'aveva retta.
S'accasciò a terra, non ce la faceva a stare in piedi.
Gridò, gridò dal dolore.
Urlò, scoppiando finalmente.
Capo chino, era finita.
Capo all'indietro, era finita.
Ora sarebbero stati solo amici.
Lei sarebbe stata solo la sua amica d'infanzia.
Lei non sarebbe più stata la sua donna.
Lui non sarebbe più stato il suo uomo.
Semplicemente era finita.
Finita per sempre.
Non l'avrebbe più pensata come amante.
Non avrebbe pensato a lui come amante.
L'avrebbe pensata come amica.
Pensato come amico.
Forse non l'avrebbe neanche più pensata.
Forse non l'avrebbe neanche più pensato.
Troppo occupato nella sua relazione con lei.
Troppo occupata nella sua relazione con
lui.
L'avrebbe dovuta trattare come una amica.
L'avrebbe trattato come un amico.
Amici, solo questo.
Amici, solo questo
Era ancora per terra, ormai era mattino inoltrato, il capo chino,
rivolto verso l'erba.
Gli uccellini che avevano incominciato a cantare e a volare allegri.
Il cielo limpido, azzurro senza una nuvola.
Un ragazzo camminava per il parco, l'espressione ancora triste e
distrutta. Alzò il viso e notò davanti a se una figura
che conosceva bene.
“Mimi...”
Lei alzò il volto, dove si potevano intravedere ancora gli
occhi rossi e gonfi dal recente pianto, cercò d'alzarsi, anche
se le gambe le tremavano.
“Taichi...”
Si guardarono negli occhi, capendo quello che era successo all'altro,
come avevano previsto infondo nel loro cuore, perché ognuno
dei due sapeva che relazione aveva l'altro.
“Sai che doveva succedere...”
“Lo so...”
Gli occhi fissi su quello dell'altro, mentre cercavano di consolarsi
a vicenda. Taichi abbracciò Mimi, che gli mise le braccia
attorno al collo, come un appiglio, mentre lui la stringeva di più
a se, come a voler sentire il suo cuore sollevarsi.
“Tutto è finito...”
“Si lo so...”
“Non penserà più a me...ma quando lo farà,
mi penserà solo come amica...”
“A me lo farà come amico...”
“Dio...Ma quanto è ingiusto il mondo?”
“Molto...troppo...”
“Come farò a vedere che lui abbraccia e bacia lei? E
sapere che la notte fanno sesso?”
“E come dovrei fare io Mimi? Sapere che lei non sarà
mai più mia...ma diventerà sua?”
Sconsolati si strinsero di più e fecero un gesto pazzo, ma che
li consolò entrambi: Si baciarono, un bacio che durò,
fino a che non presero il respiro.
“Questo amore ci farà morire...”
“Lo so...ma dovremo provare lo stesso a vivere...Adesso
andiamo...”
“Si...”
Sempre abbracciati i due amici s'incamminarono fuori dal parco, con
il cuore ancora spezzato, ma con il viso alto pronti per affrontare
la loro nuova vita.
Anche se sarebbe stata dura.
Fine.
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