Il villaggio è pieno di
vita, come ogni giorno di
mercato. Gente che va e che viene, mercanti che urlano per cercare di
vendere
le proprie merci, clienti che si affrettano per non perdere le offerte
migliori. E' facile passare inosservati in tutta quella confusione.
Una ragazza cammina veloce, cercando di farsi strada
nella ressa. I capelli neri sono raccolti in due chignon ai lati della
testa, i
grandi occhi nocciola fissi a terra. Indossa una maglia e un pantalone
giallognoli, mentre le braccia sono cariche di stoffe di ogni tipo. Le
sta
portando a sua nonna, che l'aspetta alla fine della strada, per
metterle in
vendita. Un giorno come tanti, troppi, che scivola via monotono.
L'attenzione di Li-en viene catturata da un gruppetto di
ragazze poco lontano. Sono decisamente fuori luogo in quel villaggio
così
povero: abiti firmati, tacchi alti, agghindate con i più
svariati tipi di
gioielli, truccate. Non passano di certi inosservate, ma a loro non
sembra che
fare piacere. All'improvviso una di loro, bionda, tira fuori dalla
tasca un
cellulare. Lancia un'urletto stridulo mentre guarda il display:
< E' lui! E'
lui! > Tutte le altre fanno subito capannello intorno a lei,
allungando il
collo per leggere il messaggio arrivato alla bionda.
Li-en sospira e fa per riprendere a camminare, quando le
parole di una moretta la fanno fermare: <
Oh poverina! Costretti a vivere cosììì
lontano! Tu in Cina e lui in Giappone, non so come fate! Sei davvero da
ammirare, visto come resisti alla lontananza! > La sua frase
viene accolta
da singhiozzi di assenso da parte di tutte le altre. Li-en stringe con
forza le
stoffe che ha tra le braccia, facendo fatica a trattenersi dall'urlare.
Lontano?
Lontano? Quello lo chiama lontano? Quando può benissimo
prendere un aereo per
raggiungerlo (i soldi di certo non le mancano), chiamarlo in qualsiasi
momento,
sentirlo comunque vicino!
Cosa avrebbe fatto quella bionda ossigenata nella sua
situazione? Lei e Wonrei non sono in due Paesi diversi, ma in due
mondi. Non ha
e non avrebbe mai più avuto la possibilità di
vederlo. Chiude gli
occhi e si fa forza per rimandare
indietro le lacrime.
Sa che lui sta bene, che è vivo. Gliel'ha ripetuto
più
volte in quell'unica lettera che ha potuto inviarle. Ma darebbe
qualsiasi cosa
per poterlo rivedere, per poterlo riabbracciare. La bionda di prima la
urta
improvvisamente, facendole cadere di mano tutte le stoffe. < Sta
più
attenta! > Le urla dietro, con la sua voce gracchiante. Li-en
non le risponde, il groppo che ha in gola non
glielo permette. Si limita a chinarsi e ad iniziare a raccogliere la
sua roba,
mentre un ricordo, a tradimento, fa capolino nella sua testa
Sono insieme,
seduti davanti casa loro, il sole che va a nascondersi dietro le
montagne.
Wonrei stringe forte tra le braccia Li-en, la sua Li-en. Lei piange,
sussultando per i singhiozzi; è crollata, di nuovo. La paura
del giorno in cui
si separeranno è stata più forte di lei, un'altra
volta. Lui la stringe forte,
senza dire una parola. E' strano; di solito il mamodo è
sempre capace di
trovare le parole giuste al momento giusto. < N-non voglio
perderti >
Riesce a dire l'umana, tra un singhiozzo e l'altro. Lui rimane a lungo
in
silenzio, prima di sussurrare: < Forse c'è un modo
>
Li-en solleva di
scatto la testa < Un modo? > La
voce le trema, ma negli occhi lucidi sembra accendersi una luce, una
speranza,
seppur fioca. Wonrei annuisce, ma non parla ancora. L'umana non gli
mette
fretta, aspetta paziente. Il mamodo sospira, prima di risponderle:
< Un modo
per aprire il portale, esiste. >
Li-en non riesce a
parlare per l'emozione. Davvero hanno una possibilità?
Davvero non è tutto
perduto? Lui le asciuga le lacrime,
mentre inizia a spiegare: < Il portale che collega il Makai alla
Terra ha
bisogno di una grande quantità di energia per aprirsi e ci
mette molto a
trovare tutta quella che gli serve: esattamente mille anni. Per questo
aspettiamo
tanto per cambiare re. Quest'energia, una volta che si è
liberata, si condensa
in cento libri e ogni libro è collegato ad un mamodo e ad
uno soltanto. E' il
portale a scegliere i candidati per il trono. >
Si ferma di nuovo, come a
cercare le parole
per proseguire. Li-en lo guarda in silenzio. Dove vuole arrivare? < Però
c'è un modo per fare in modo che
questo portale si apra tra una battaglia e l'altra. Tutti e cento i
demoni che
hanno partecipato alla battaglia devono ritrovarsi nel punto dove
l'energia si
libera solitamente e lanciare l'incantesimo più potente che
hanno. Questi
incantesimi devono colpirsi tra di loro e annullarsi a vicenda. Allora
verrà
rilasciata una tale energia che il portale si aprirà, solo
che questa volta non
compariranno cento libri, ma cento piccole chiavi. Quelle, apriranno il
varco
tra i due mondi. >
Li-en sorride,
felice come mai prima di quel momento. Allora si può! Non
sono destinata a
stare separati per sempre! Ma il suo sorriso scompare quando vede
l'espressione
seria di Wonrei. In quel momento capisce quanto è difficile
che questa teoria
diventi realtà. Gli incantesimi dei cento mamodo sono su
piani troppi diversi
perchè possano annullarsi completamente a vicenda. Ma
capisce che non è a
quello che sta pensando lui. < Anche i mamodo malvagi potrebbero
tornare
qui, vero? > Sussurra
l'umana. Lui si
limita ad annuire con aria grave. Zophise di nuovo nel loro mondo? Dopo
tutta
la fatica fatta per rimandarlo indietro?
Sta perdendo la
speranza, quando una nuova idea fa capolino nella sua mente < E
se a loro
venissero date delle chiavi false? Simili in tutto e per tutto a quelle
vere,
ma che in realtà non funzionano. >
Wonrei ci pensa
sopra per una manciata di secondi, prima di sorridere, dolce, uno di
quei sorrisi
che fanno scogliere Li-en: < Sì, potrebbe funzionare.
>
< Perchè non mi
hai detto prima questa cosa? > Le
parole le arrivano alle labbra senza essere passate prima per il
cervello. Non
le ha pensate, sono uscite da sole dalla sua bocca. Il mamodo si
rabbuia,
abbassando lo sguardo < Perchè non è una
cosa che dovresti sapere. >
Li-en
ricorda benissimo il tono con cui disse quelle parole:
freddo, distaccato. Poi si era alzato in piedi, dicendo che si era
fatto tardi
e sarebbe stato meglio se fossero rientrati. Da allora non avevano
più parlato
della cosa. La ragazza sospira, stanca. Ora ha capito perchè
le aveva risposto
così: probabilmente era una storia che si era inventato per
farla felice, per
darle un barlume di speranza.
All'improvviso altre due mani entrano nel suo campo
visivo. "Un ladro" è il
suo
primo pensiero. Si volta di scatto, ma rimane come congelata. Non
è un ladro
quello che ha di fronte. Ha la sua età, capelli bianchi,
lunghi, e occhi viola.
Al collo, una collanina con appesa una chiave dorata. Li-en lascia
cadere a terra tutte le stoffe di nuovo. Non
le importa che la nonna la sta aspettando, che sarà
difficile vendere quelle
stoffe ora rovinate, che sono in mezzo alla strada e che probabilmente
tutti li
stanno fissando. Non le importa di niente. Per lei c'è solo
lui, la persona che
l'ha protetta sempre, che le è sempre stata vicino, la
persone che è tutto per
lei. Gli getta le braccia al collo senza pensarci su due volte <
Wonrei! >
IL MIO ANGOLETTO
Ciao a tutti ^^!
E' la prima storia che scrivo in questa sezione (e probabilmente non
sarà nemmeno l'ultima) ed è anche un po' che non
scrivo (e me ne vergogno ç_ç).
Non so come mi sia venuto in mente, sinceramente, ma non ho resistito e
l'ho pubblicata.
Non avete idea di quanto abbia odiato Makoto Raiku per averli costretti
a separarsi per sempre ç_ç! Mi piacerebbe che
facesse un seguito dove si apre un portale (ovviamente in maniera
più sensata di come ho scritto io u.u") e loro si
ricongiungessero **! Mi accontenterei anche di poter sapere cosa hanno
scritto nelle lettere inviate ai partner (anche se già so
che quella di Wonrei sarebbe stata talmente zuccherosa da farmi cariare
tutti i denti xD).
A questo punto chiudo e ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino a
questo punto :D!
Alla prossima ^^
Kaika
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