I’m too drunk too be pure.

di Cornfield
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Non ce la faccio più.
La testa mi scoppia.
Il cuore mi scoppia.
Tutto dentro me stesso scoppia, come dei vetri infranti.
I sogni mi scoppiano.
L’illusione di una bella vita mi scoppia.
Aiutami.
No non cerco aiuto da nessuno.
Cerco soltanto aiuto in un fondo di una bottiglia di birra che spero di raggiungere il più presto possibile.
Ma la verità è che cosi mi corrodo, piano.
Cosi mi distruggo, lentamente.
Voglio distruggermi, voglio distruggere il mio peggior nemico: ME STESSO.
Voglio prendermi a pugni, voglio farla finita.
Tutti parlano senza sapere un cazzo. Tutti mi puntano il dito contro. Ma io non capisco niente di ciò che stanno dicendo.
So solo che devono stare zitti, perché la testa mi scoppia.
Io non sono quello che credete, io non sono un’alcolista, non voglio esserlo.
Ma lo sono.
State zitti, non riesco a sentire niente.
Ma tanto non riuscirei comunque a sentire niente,  se non la birra che ribolle nello stomaco.
O forse riesco a sentire qualcosa. Si, riesco a sentire tanto, tanto dolore.
E poi il vuoto, il vuoto più totale.
Forse è tutto nella mia testa, forse mi sto solo immaginando tutto.
Forse sono morto. Forse sono morto due volte, la prima quando ho preso quella dannata birra.
 
Ma il silenzio è cosi assordante.
Ora tutti sono zitti.
Ora tutti se ne saranno andati, o me ne sarò andato io.
Che cosa avevo fatto, dove mi trovo?
Provo a muovermi, ma non ci riesco, sono incatenato in una morsa di acciaio.
Apro gli occhi.
Sono in una stanza, in una stanza che non ho mai visto.
Riconosco il viso di Adrienne che mi guarda in modo preoccupato.
Non so perché sono li.
Non riesco a parlare, non riesco a fare niente.
Mi ricordo solo di essermi esibito in un palco. O era un circo? O forse ero solo uno spettatore? Ricordo di un uomo che rompeva una chitarra e gridava qualcosa. Quell’uomo doveva essere pazzo.  Quell’uomo doveva essere ubriaco.
Io mi ero scolato solo 2 birre. Io non ero come lui.
E poi me ne ero scolata un’altra.
E poi un’altra e ricordo di essere diventato proprio quell’uomo.
Quell’uomo era patetico, era fottutamente patetico.
Quell’uomo è il mio peggior nemico.
Perché esattamente mi sento uno straccio se non so che cosa ho fatto?
Adrienne continua fissarmi, pensierosa.
Voglio dirle che va tutto bene, che ce la saremmo cavata. Ma da cosa?
Non lo so,voglio solo abbracciarla.
Ma io sono solo ubriaco. Gli ubriachi non meritano affetto. Da sempre mi sono rifugiato nell’alcool. Io non merito affetto.
Non so che cosa pensare.
Sono confuso,semplicemente pensare mi fa scoppiare la testa.
“Billie…” Qualcuno ha pronunciato il mio nome. Un altro scherzo della mia testa?
Non sono ancora riuscito a capire che cosa cazzo è successo, ma so di aver fatto qualcosa di grave. A me stesso e a tutti i miei fans, che sono sempre parte di me comunque.
Riesco ad articolare una frase, con grande sforzo. “Quanto è stato grave?”
Adrienne si china per guardarmi negli occhi, in quegli occhi che ora non sono più verdi, consumati dall’alcool.
“E’ grave”. Risponde lei. E le sue parole assordanti come  il silenzio mi trafiggono il cuore.




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