La foto

di Cohava
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Ancora quella foto.
Lei con un sorriso innocente sulle labbra, lui alle sue spalle come un angelo nero, un angelo tentatore.
Chi avrebbe potuto indovinarne l’anima, in quello sguardo languido e dolce? Lei non sapeva chi fosse. Non era che un ragazzo bizzarro e bellissimo che l’aveva presa per mano, canticchiandole all’orecchio canzoni sconosciute.
E per lui, la bambina che lei era si celava nelle spoglie della donna sfrontata e accattivante che era l’altra metà di se stessa, la metà quella esterna.
Si sarebbe sentita meglio, pensava, se avesse potuto dare all’immagine un significato simbolico, di corruttori e di vittime?
No.
Meglio conservarla per ciò che era: un ricordo di respiro che sapeva di sigarette, di voce sensuale nel canto e nella parola, di pallide braccia intorno a lei.
  




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