La canzone è “Tu sei la musica in me” dei
PQuadro.
Tu sei la musica in me
Nanana nanana yeee, tu sei la musica in
me
Gabriella gironzolò per i corridoi dell’albergo, una borsa a tracolla
sulla spalla destra e tanti libri in mano. Doveva riportare tutti quei libri
nella biblioteca dell’albergo, altrimenti sua madre sarebbe impazzita. Secondo
lei leggeva troppo. Troppo impegnata nel tentativo di non far cadere i tomi,
non si accorse di un ragazzo che le stava venendo incontro. Sbatté contro la
sua spalla, facendo cadere rumorosamente i libri che stava portando. Imprecò a
mezza voce, per poi chinarsi in ginocchio e raccogliere i libri dalle pagine
ormai spiegazzate.
-Scusami tanto…- bisbigliò rendendosi conto che la figura era ancora
in piedi davanti a lei.
-Non preoccuparti, è anche colpa mia.- fece una voce maschile, -Stavo
parlando al telefono e non mi sono proprio accorto di dove stavo andando.- il
ragazzo si chinò, Gabriella alzò lo sguardo e per poco non le venne un infarto.
Il ragazzo con cui si era scontrata doveva avere all’incirca la sua
età, sedici anni. Possedeva dei capelli biondo cenere e due occhi azzurri. Due
occhi in cui lei si perse.
-Ti piace leggere?-
La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e fece un mezzo sorriso,
-L’hai notato, eh?- scherzò, fece per allungare una mano verso un libro, ma
quella ne incrociò un’altra.
-Scusa.- sorrise lui lasciandole la mano, -Ce la fai da sola?- domandò
accigliato, mentre si alzavano in piedi.
-Certo, nessun pro- la fila di libri si squilibrò.
Il ragazzo l’aiutò a non farli cadere di nuovo, -Aspetta un attimo.-
rise portando all’orecchio il cellulare che teneva in mano, -Chad, ci sei
ancora? Bene, senti ti richiamo. Ok, ci sentiamo stasera. Ciao.- riattaccò e
prese alcuni libri dalle mani di Gabriella, -Dove stavi portando tutti questi
libri?-
-Nella biblioteca dell’albergo…- mormorò la mora in imbarazzo.
Percossero i corridoi in silenzio, Gabriella era imbarazzata da
morire. Appena arrivati nella biblioteca Gabriella riconsegnò i propri libri,
per poi girarsi verso il ragazzo.
-Senti, puoi andare se vuoi. Tanto io devo prendere altri libri.-
-Se vuoi ti aiuto, tanto non ho niente da fare.- scrollò le spalle
lui.
Gabriella scosse la testa, -Non voglio costringerti.-
-Sono io che voglio
aiutarti.- ribatté facendola sorridere.
-Ok.- bisbigliò facendo per andare verso uno scaffale.
Cominciò a studiare i vari libri, appuntandosi mentalmente quelli che
non aveva ancora letto. Il ragazzo la seguiva, volgendo uno sguardo distratto
ai libri presenti. Gabriella lo squadrò con la coda dell’occhio, chiedendosi
perché mai volesse aiutarla.
-Chissà come si chiama…-
-Mi chiamo Troy.-
Gabriella alzò lo sguardo, -Oh, accipicchia. L’ho detto veramente?-
chiese diventando rossa di botto.
-Sì, ma tanto era la stessa cosa che mi chiedevo io.- le sorrise Troy
rassicurante, -Il tuo nome è…?-
-Gabriella.- si presentò per poi prendere un libro, più per sviare
l’imbarazzo che per interesse verso la lettura.
-Dove alloggi?- domandò mentre l’aiutava a portare alcuni libri per i
corridoi.
-Nella stanza 37.-
Arrivarono alla stanza n° 37, Troy le riconsegnò i libri, -Devo andare
in palestra.- disse infilandosi le mani in tasca, -Stai attenta la prossima
volta, ok?-
-Ok. Grazie per l’aiuto.- lo salutò, per poi sospirare.
Inizio
a raccontarti un po' di me, se mi ascolti capirai
Quando
sogno un po' più facile, stare bene, stare insieme e sorridere
Sei
melodia la mia armonia, che mi canta nella testa
La
voce tua da sola sa legarmi, avvolgermi, mi porta da te
Quella sera Gabriella stava tornando dalla cena. Si era separata dalla
madre, che si era messa a chiacchierare con i vicini di stanza. La ragazza era
tentata di tornare in camera, prendere un libro e leggere. Adorava leggere e
non capiva perché sua madre dovesse criticarla per questa sua passione. Ad un
tratto qualcosa le toccò i piedi, abbassò lo sguardo e riconobbe un pallone da
basket.
-Ehi, me lo rilanci?-
Gabriella si immobilizzò, riconoscendo quella voce. Si voltò, un
ragazzo le stava venendo incontro correndo. Prese il pallone tra le mani e
glielo lanciò, sorridendo leggermente.
-Tu sei la ragazza di oggi pomeriggio.- lui sorrise, prendendo il
pallone al volo.
-Esatto.- Gabriella si sentì avvampare, -Ti allenavi?-
-Già. Gioco a Basket.- fu la sua risposta.
-Giocavo anche io.-
-Davvero?- si stupì, -Allora vieni, facciamo qualche tiro.- la prese
per mano, Gabriella arrossì ancora di più mentre veniva trascinata nella
palestra dell’albergo.
-Non posso giocare vestita così.- gli fece notare quando furono
davanti al canestro.
Il ragazzo la squadrò. Indossava una gonna al ginocchio bianca e una
maglia azzurra a tre quarti. I capelli neri lasciati sulle spalle con dei
bellissimi boccoli.
-Solo un tiro.- le diede il pallone, Gabriella sospirò e tirò, facendo
canestro, -Sei bravissima!- si congratulò mentre lei gli ridava il pallone.
-Grazie.- sorrise, Dai, è il
momento giusto! Invitalo alla festa di Capodanno!, -Io…-
-Tu?-
-Ecco, io… volevo…- si bloccò di nuovo.
Lui inarcò un sopraciglio, -Per una che legge tanto sei di poche
parole. Di solito chi legge tanto come te dovrebbe conoscere il vocabolario
intero.-
-Diciamo che non mi piace parlare a vanvera.- si giustificò mordendosi
il labbro inferiore.
Lui sorrise, -Stasera c’è la festa di Capodanno al Free Style Club.-
-Sì, lo so.- si chiese come facesse a sapere sempre quello che
pensava, -Io…-
Troy rise, -Vuoi ricominciare da capo?- scherzò facendo girare il
pallone tra le mani, -Se vuoi ci possiamo andare insieme, stasera.-
-Alla festa intendi?-
-Sì.- alzò le spalle lui divertito.
Gabriella si illuminò, -Ok. Devo solo avvertire mia madre.- fece per
andarsene, ma all’ultimo ci ripensò, -Ehm…-
-Passo a prenderti alle otto.- ridacchiò Troy.
Sorrise un po’ imbarazzata, per poi correre nella sala da pranzo per
avvertire la madre. Le sembrava che quella voce gironzolasse nella sua testa
all’infinito, come una canzone di cui non ricordava il titolo.
Se
sento il mio brano che, mi spinge a pensare a te
Tu
sei la musica in me, e vive dentro di noi,
Ci
porterà dove vuoi, perché tu sei la musica in me,
Nanana nanana yeee… tu sei la musica in
me
Si morse il labbro inferiore. Si sentiva totalmente inadatta. Voltò il
capo verso il letto, dove erano sparpagliati diversi vestiti. Se sua madre
fosse entrata in quel momento l’avrebbe presa per un’aliena, in fondo a Gabriella
non era mai piaciuto cambiarsi vestito ogni tre secondi. Ma per fortuna la
madre era alla festa di Capodanno dell’Hotel, quindi non avrebbe mai saputo di
quel suo scatto di follia pura. Si tolse il maglione bianco che indossava e
prese una camicetta azzurra, ma all’ultimo ci ripensò. Riprese il maglione e se
lo infilò di nuovo.
Sbarrò gli occhi, -Sembro una cretina…- mormorò nello stesso tempo in
cui bussarono alla porta della stanza.
Uscì dalla sua stanza, prese un grosso respiro ed aprì la porta.
-Buonasera!- Troy fece un mezzo inchino.
-‘Sera…- salutò imbarazzata, il ragazzo era semplicemente perfetto.
Indossava un paio di jeans scuri, una camicia bianca sbottonata nei primi tre
bottoni e una giacca nera. Ai piedi un semplice paio di All Stars nere.
Sportivo ed elegante, Gabriella si sentì avvampare, -Mi scusi un momento?-
-Certo.- inarcò un sopraciglio lui.
Gabriella rientrò nella sua camera, afferrando in fretta una
canottiera bianca. Ci mise sopra un copri spalle nero, con le maniche lunghe e con
dei minuscoli brillantini che riflettevano la luce dei suoi occhi nocciola. Si
tolse i jeans che aveva indossato e si mise invece una minigonna a balze nera,
con una cintura bianca brillantata e la fibbia argento. Si tolse le ballerine
nere e calzò invece quelle bianche col tacchetto. Sciolse i capelli neri dalla
coda e rimodellò i boccoli. Si guardò nel lungo specchio. Mancava solo il
trucco. Inumidì le labbra con un lucidalabbra color pesca, le gote leggermente
rosate e le palpebre colorate di un ombretto bianco, ma che non si vedeva poi
molto per via dello stile acqua e sapone che di solito usava. Si mise il
mascara nero e si tolse gli orecchini azzurri, per poi infilarsi un paio di
orecchini a cerchio argentati. Si guardò di nuovo, prese un altro grosso
respiro. Uscì dalla camera, Troy era seduto sul divano con le mani incrociate.
-Sono pronta.- lui alzò lo sguardo e incontrò quello sorridente di
Gabriella.
Boccheggiò un attimo, -Ti sei cambiata?- deglutì piano, lei finse di
non accorgersene. Le faceva piacere che fosse riuscita a fare colpo su di lui.
-Già.- afferrò la borsetta bianca e lo guardò, -Andiamo?- domandò
sorridendo dolcemente.
Troy si riscosse, -Sì.- uscirono dall’alloggio dell’hotel e Gabriella
si curò di chiudere a chiave la porta, -Gabriella?- alzò lo sguardo, -Sei
bellissima.- disse porgendole una mano. La mora lo guardò rossa in viso,
-Grazie.- disse afferrando la mano e seguendolo per i corridoi dell’albergo.
È
come se fossi sempre qui, un sogno, sei una cosa inspiegabile
Canto
parole che mai e poi mai ho ascoltato, che tu sai comprendere
Questa
è complicità saper capire chi ti è accanto
La
voce tua rivive in me e sento che ci sei
-Vuoi bere qualcosa?- domandò Troy entrando nel club.
Gabriella annuì e i due si avvicinarono al bancone del bar, -Una coca
cola con ghiaccio, per favore.-
-A me dia una birra.- ordinò invece lui, il barista annuì, dando loro
le bibite, -Pago io, tranquilla.- sorrise notando che Gabriella stava tirando
fuori i soldi dalla borsetta.
-Ma…-
-Niente ma.- la interruppe passandole il bicchiere di coca-cola,
-Offro io, non c’è problema.-
Gabriella abbassò lo sguardo, cominciando a sorseggiare la bibita,
-C’è molta gente.- disse per spezzare il silenzio.
-Già.- Troy prese un sorso della birra.
Rimasero in silenzio qualche secondo, -Vuoi ballare?-
Troy sbarrò gli occhi divertito, -Ehm… meglio di no, ho l’eleganza di
un bufalo inferocito sulla pista da ballo.-
Gabriella rise, -Dai, ti insegno io. Non è difficile.- lo prese per
mano trascinandolo in mezzo ai giovani, partì una canzone dolce. Gli cinse il
collo con le braccia, lui mise le sue mani sulla sua vita. Continuarono a
ballare a tempo di musica, quando Troy abbassò lo sguardo sulla ragazza. Si
stupì un poco, dato che Gabriella stava cantando. Aveva una voce magnifica e
per un attimo ne fu attratto. Gabriella si bloccò, guardando negli occhi Troy.
La serata passò tranquillamente. Continuarono a ballare e
chiacchierare, talvolta bevendo qualcosa. Sentivano una strana complicità tra
di loro, una complicità che non avevano mai provato con nessuno.
Se
sento il mio brano che, mi spinge a pensare a te
Tu
sei la musica in me, e vive dentro di noi,
Ci
porterà dove vuoi, perché tu sei la musica in me,
Nanana nanana yeee… tu sei la musica in
me
Cantiamolo
insieme dai... quello che sentiamo è parte di noi
È
nella realtà nascondere non si potrà mai..
Si avvicinò la Mezzanotte, -Ti va una passeggiata?- propose Troy.
-Ok.- i due si presero per mano.
Uscirono fuori nell’aria invernale di montagna, nel più completo
silenzio, -Da quanto canti?-
Gabriella sorrise, -Canto nel coro della chiesa da dieci anni.-
-Sei brava.-
-Grazie.- si fermarono, guardandosi negli occhi.
I loro sguardi rimasero incatenati, i loro visi si avvicinavano sempre
di più. Gabriella arricciò il naso facendo un passo indietro, cosa che fece
anche Troy. I due infatti erano stati interrotti dai fuochi d’artificio, segno
che l’anno nuovo era iniziato. I due si guardarono di nuovo.
-Buon anno, Gabriella.-
-Buon anno, Troy.-
Si voltarono di nuovo verso i fuochi d’artificio, che coloravano il
manto notturno e stellato. Gabriella rabbrividì, sfregandosi le braccia.
-Hai freddo?-
Si voltò verso di lui, -Un po’.- ammise con un piccolo sorriso.
Troy si tolse la giacca nera, si posizionò dietro di lei e gliela mise
sulle spalle. Gabriella arrossì, mentre liberava i capelli dal colletto della
giacca.
-Grazie…- mormorò a bassa voce.
Troy l’abbracciò da dietro, Gabriella perse un battito del suo cuore.
Non ce la faceva, doveva dirglielo. È possibile innamorarsi di una persona in
un solo giorno? Sì, ma solo nei sogni e non nella realtà. Eppure a Gabriella
sembrava tanto dolce quel ragazzo e non riusciva a capire come faceva a sapere
tutto di lei, come se la conoscesse da una vita. Nella realtà certe cose non
accadevano, anche perché i sentimenti sono difficili da nascondere.
Gabriella prese un grosso respiro, -Credo di essermi innamorata di
te.- disse d’un fiato, arrossendo sempre di più.
Troy la lasciò andare, facendola voltare col corpo verso di lui.
L’abbracciò, avvicinando i loro visi. E questa volta i fuochi d’artificio si
accesero, ma dentro di loro. Le loro labbra si incontrarono, dolcemente come si
erano aspettati.
-Anche io credo di essermi innamorato di te.-
Gabriella sorrise, baciandolo di nuovo, -Non sappiamo nulla di noi
due. Come potremo mandare avanti una storia senza conoscerci?- si accigliò,
Troy le diede un altro bacio.
-Tu sei la musica in me.- Troy le portò dietro all’orecchio un boccolo
scuro, -E’ tutto quello che mi serve sapere di te.-
Si baciarono di nuovo.
nanana nanana yeee… tu sei la
Musica
in me..nanana nanana yeee… tu sei la musica in me..
Se
sento il mio brano che, mi spinge a pensare a te
Tu
sei la musica in me, e vive dentro di noi,
Ci
porterà dove vuoi, perché tu sei la musica in me,
Nanana nanana yeee… tu sei la musica in
me
_The End_
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Nuova one-shot,
per festeggiare HSM2 che uscirà il 29 Settembre e il mio primo anno in EFP. ^^
Già, perché il 20 Settembre sarà esattamente un anno che sono iscritta. Colgo
l’occasione per ringraziare TUTTI!!! Grazie per avermi seguito durante
quest’anno e continuate a farlo ancora, perché Voi siete la musica in me.
Baci a volontà
Titty90 ^^