I.
Nuovo
SMS.
“Stiamo
rientrando adesso in albergo. Vieni, domani mattina? Lascio il tuo nome
alla
reception. Ti voglio bene, sogni d’oro.”
Oh,
certo. Non sia mai che sua maestà la super
celebrità del momento si scomodi.
Dopotutto chi sono io? La sua migliore amica e basta.
È
a me che tocca sbattermi da un angolo all’altro di Londra
come un maledetto
piccione viaggiatore, solo per poterlo vedere una misera e
schifosissima ora.
Sono io, tutte le accidenti di volte, a perdermi per colpa del mio
pessimo
senso di orientamento e sono io – ancora una volta
– a dovermi sorbire quella
piaga della sua stupidissima ma ahimé adorabile fidanzata.
Che
poi, parliamoci chiaro, di adorabile ha ben poco: capelli lunghi e
scuri,
occhioni da cerbiatta, gambe affusolate, pancia piatta, buon gusto nel
vestire.
Che
razza di schifo, vero?
E
se vi sembra che sia la gelosia, a parlare, siete sulla cattiva strada.
Anche
io sono esageratamente bella: ho i capelli scuri – un sacco
di doppie punte, ma
dettagli – e i miei occhi sono grandi e di un entusiasmante e
assolutamente affascinante
color cacca.
Oh,
per non parlare poi della mia pancia e delle mie gambe! Sono
così morbida, che
potrei essere scambiata per un panda.
Altro
che quella stupida oca rinsecchita. Cos’ha lei più
di me? A parte il mio
migliore amico, intendo. Niente, ve lo dico io.
Perciò
butto il telefono sotto il cuscino, imponendomi di non rispondere al
messaggio.
Dovrei smetterla di frequentare Louis e, soprattutto, dovrei smetterla
di pensare
a lui in continuazione. Fa male.
No,
che avete capito? Non male struggente, quello che non ti fa dormire la
notte e
che ti fa bagnare il cuscino per tutte le lacrime versate. Non quel
tipo di
male.
Il
mio è proprio un male fisico. Pensare a Louis, soprattutto
prima di dormire, ha
un brutto effetto, su di me. Prima di tutto perché me lo
ritrovo nei sogni,
dove mi sussurra di amarmi dal primo momento in cui mi ha vista.
Ovviamente è
inutile dire che almeno nel mondo onirico sono molto più
gnocca (non che ci
voglia tanto, ma non importa.) e molto più attraente. La mia
voce non è per
niente fastidiosa, non dico parolacce e sono davvero dolce.
Comunque,
tornando al male fisico: avete idea di quanto sia doloroso cadere dal
letto
ogni santissima mattina? Si, perché quando Louis arriva al
fatidico punto in
cui sta per baciarmi, o suona la sveglia, o mi scappa la
pipì o, semplicemente,
il mio cane comincia ad abbaiare contro qualche bastardissimo passante
che ha
erroneamente pensato di poterlo accarezzare.
Santo
cielo, che gente cretina. Black è un pastore tedesco, non un
cazzo di chiuahua
microscopico. Perciò, che non si venissero a lamentare da
me, se si ritrovano
con un paio di dita amputate o con un arto in meno. Non è un
mio problema.
“Hazel,
stai già dormendo?”
Fastidiosissimo
migliore amico. Ora, ragioniamo un momento: se non rispondo al
messaggio è
evidente che lo faccio perché non mi và di
parlare, o perché sto dormendo.
Perciò, perché deve tormentarmi
l’anima? Non fraintendete, ogni volta che Louis
mi cerca gongolo per almeno tre quarti d’ora, ma se lo fa
prima che io vada a
dormire, le possibilità che la mattina io mi svegli tra le
coperte e non sul
pavimento diventano abbastanza remote.
Scuoto
la testa, sospiro e decido di non rispondere. Se devo passare la notte
in bianco,
tanto vale che mi goda l’ebbrezza di essere contattata per
ben tre volte.
“Dai,
tanto lo so che sei sveglia. Rispondimi, devo sapere se domani mattina
ci
vediamo.”
Che
simpatico, accidenti. Partecipare ai suoi cavolo di eventi mondani
l’ha trasformato
in una specie di principessa isterica.
“Rispondimi?
Mi hai scambiato per una tua cazzo di dipendente?”
Si,
be’, che volete che vi dica. La delicatezza non è
il mio forte. In compenso,
sono davvero intelligente. Almeno credo. Voglio dire, rispetto a quella
sottospecie di manico di scopa vivente che Louis spaccia per sua
fidanzata, sono
un vero e proprio genio. Forse potrei persino vincere un Nobel.
“Vedo
che sei di ottimo umore come al solito. Mi sei mancata, questa sera.
Vieni,
domani? Per favore! Anche Liam vuole vederti, mi sta chiedendo di
supplicarti.”
Bastardi.
Gli One Direction non sono una boy band per adolescenti dagli ormoni
impazziti.
No, sono un gruppo di stronzi manipolatori, che piegano la
volontà altrui al
proprio desiderio. Io non so se voi avete mai visto Liam supplicare
qualcuno,
ma se vi fosse successo, capireste senz’altro il mio
disaccordo.
Liam
Payne è, probabilmente, l’unico essere umano in
grado di muovere le corde
sensibili del mio animo. Sarà la sua testa quasi pelata,
saranno i suoi occhi
dolci, sarà che non capisco nemmeno la metà di
quello che dice per quanto parla
in fretta, ma non riesco mai a dirgli di no.
E
poi, in tutta sincerità, lui è l’unico
che è apertamente dalla mia parte,
quando c’è da schierarsi contro quel palo della
luce (sempre lei, si.) e che mi
ha chiesto come stavo, la mattina in cui sono inciampata nel tappeto e
mi sono
sfracellata sul pavimento davanti a loro.
Hanno
riso tutti, ma Liam no. Cioè, ha riso, ma almeno mi ha
aiutata ad alzarmi,
mentre il mio cosiddetto “migliore amico” si
rotolava sul pavimento con le
lacrime agli occhi.
“Avrei
voluto che fossi lì con me, sarebbe stato tutto molto
più divertente.”
“E
certo, mancava il pagliaccio. Niall ubriaco e la tua fidanzata con i
pantaloni
a strisce non erano sufficienti.”
“Ci
vediamo domani mattina, Hazel. Alle nove. Sei la migliore amica del
mondo. Ti
voglio bene.”
“Fanculo,
Louis. (Ti voglio bene anche io).”
E
tanti saluti alle speranze di svegliarmi indenne.
***
Buonasera.
Si, ci vedete
benissimo! Sono proprio io e questa è una nuova storia.
Perchè la sto pubblicando? Be', perchè sono
contenta. Oggi è stata una giornata molto soddisfacente, per
me (a differenza di ieri) perciò mi sentivo in vena di
pubblicare.
Non so dirvi quanto
sarà lunga (ma non credo tanto), nè se gli
aggiornamenti saranno puntuali.
Spero di si.
L'unica cosa che
posso dire è che spero vi piaccia. E' un po' leggera, come
storia, nessuna pretesa, non vuole essere qualcosa di serio, ma solo
una distrazione da Pretending. Almeno voi avete un'altra cosa da
leggere, ecco.
Ah, poi, una cosa:
Hazel dice un sacco di parolacce, ha un carattere complicato ed
è una tipa mezza esaurita. Credo sia fortemente
autobiografica ed è ispirata da un sacco di persone con le
quali ho avuto conversazioni deliranti: Maria Giulia, Jas, Ale e Alice,
principalmente. Se ho dimenticato qualcuno, chiedo scusa.
Poi, grazie a Jas
che ha fatto il banner (che è bellissimo) nonostante non
sopporti Louis - anzi, non so nemmeno se leggerà questa
cosa, ma va be'. E niente, fatemi sapere che ne pensate, se avete
voglia :)
Questi sono i miei
contatti di Twitter,
Ask, Facebook
e del gruppo
di Facebook, se volete, siete le benvenute.
E niente, vi adoro
e siete fantastiche. <3
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