N/A: Scritta per la Staffetta in Piscina @ piscinadiprompt, team Pietre Azzurre > Sfida 4 > Tekken,
Julia/Steve, "Vieni a Londra con me" + Tekken
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Aeroporto
Ambientata nel mio canon mentale in
cui questi due stanno insieme e hanno una relazione a distanza. Sempre
nel mio canon mentale, Steve ha un bellissimo accento british e quindi
tutte le sue frasi, nella mia testa, risultano decisamente più
convincenti. Può darsi che un giorno la trasformi in una raccolta,
chissà. Ho già un'altra flash simile da parte da un paio d'anni xD
[Set marrone]
Aeroporto
“Hai preso tutto? Il bagaglio
a mano è a posto?”
Si ripete la stessa scena.
L'aeroporto è gremito, un continuo via vai di viaggiatori e valigie, e
loro stanno fermi in piedi in mezzo alla folla in movimento, l'uno di
fronte all'altra, a un paio di metri dal cancello per l'imbarco.
Steve ha già il biglietto pronto in
mano, ma Julia si ostina a voler ricontrollare un'ultima volta ogni
singolo dettaglio, dallo spazzolino da denti in valigia al numero del
volo.
Con impaccio, procrastinano i
saluti, come ogni volta.
Steve ascolta la voce di Julia
enumerare ogni singolo capo di abbigliamento che ha messo nel trolley,
come se il non aver dimenticato una delle sue improbabili camice sulla
sedia della sua stanza fosse davvero un particolare di vitale
importanza; la sua voce, che per i prossimi trenta giorni non sentirà
se non al telefono o attraverso lo schermo del pc, è importante. Il suo
volto concentrato, che ricostruirà pezzo dopo pezzo mentalmente, è
importante. E la mancanza, che già comincia a farsi sentire quando sono
ancora faccia a faccia, vince in anticipo il primato di pensiero fisso
del mese.
A un tratto, proprio mentre lei
prende il cellulare dalla borsa per controllare l'ora, le afferra il
polso.
“Vieni a Londra con me”, dice.
Julia, un po' sorpresa e un po'
perplessa, risponde con una risata disorientata.
“Ma tu stai andando ad Oxford!”
“Lo so, ma sono cinque volte che ti
chiedo di venire ad Oxford e mi sento dire di no, così ho pensato che
forse il Big Ben e Buckingham Palace ti avrebbero convinta”.
Julia ride, al suono di quel nomi
che, pronunciati da Steve, acquistano il sapore di un'altra realtà –
una realtà in cui vorrebbe potersi tuffare senza pensieri. Ma non è mai
stata una ragazza in grado di spegne l'interruttore della ragione.
“La prossima volta” dice. “La
prossima volta verrò, giuro. Ora devo sistemare quei dati, e ritoccare
quella ricerca, e fare rapporto al signor Chaolan, e... Credimi, sarei
già seduta su quell'aereo, se solo potessi, ma...”
Steve la interrompe con un bacio.
“Lo so, lo so. Non mi devi
spiegazioni. La prossima volta...”
L'annuncio del suo volo cancella il
resto della frase.
I saluti, ormai, non si possono più
rimandare.
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