Warnings: Angst,
Spoiler pesantissimi 2x14;
Word
Count: 955
(fdp)
Disclaimer: Niente
di mio, non ci cavo un euro.
N/A: Scritta
per il COWT3 @ maridichallenge,
missione 2, prompt “mobile” #TeamSuthiAllaRiscossa
e per 500themes_ita,
prompt #65.
Tomba poco profonda.
And
in the ocean we’ll hold hands
Il
gommone è troppo malridotto per sostenerle entrambe.
È questo il primo pensiero coerente di Emily, dopo che
l'ultimo respiro di Amanda si disperde come un sospiro nel vento
pungente della notte. Tenta comunque di spingersi all'indietro coi
piedi, cercando di tenersi a galla, cercando un appoggio che si
inabissa sempre di più, proprio come la sua
lucidità. Stringe il corpo di Amanda con così
tanta forza che ben presto i muscoli delle sue braccia diventano un
unico, freddo blocco di pietra. Ha freddo, ha paura, non sa cosa fare.
Non doveva finire così, è andato tutto storto.
Perché? Come? Per colpa di chi? E che cosa importa, ormai?
I
riccioli bagnati di Amanda le si appiccicano contro la guancia, dandole
il prurito. Non può scostarli e, anche se potesse, non lo
farebbe. È questo che è diventata Amanda? Un
fastidio? Ma forse lo è sempre stata, in fondo. Ha
intralciato i suoi piani, ha agito contro di lei, si è
innamorata di Jack. L'ha odiata parecchio negli ultimi tempi, non
è vero? Eppure è solo grazie a lei che tutto
questo è stato possibile. Lei che le ha dato la sua fiducia,
il suo nome e la sua storia. E ora è morta. Morta. Emily
piange più forte, tremando fin dentro le ossa. Intanto la
donna, l'amica, la sorella che tiene stretta tra le braccia sembra
sempre meno una persona e sempre più una statua di marmo. E
la cosa non dovrebbe scuoterla così tanto, dopotutto di
cadaveri, in vita sua, ne ha visti più che abbastanza (ma
mai quello di una persona amata).
Intorno
a lei tutto si muove, eccetto il tempo.
L'oceano
assale i suoi sensi in tutti i modi possibili: si riversa nelle sue
orecchie con il costante sciacquio delle onde, la tiene stretta in un
abbraccio gelido nel quale la culla con lenta ed immutabile pazienza,
mischia il sapore del sale con quello del sangue, creandole sulle
labbra un gusto metallico e amaro di cui è sicura che non
riuscirà mai più a liberarsi.
Ricorderà questo momento tutte le volte che
uscirà a nuotare, non importa quanto placide potranno essere
le acque, non importa quanta luce e quanto calore il sole
sarà in grado di regalarle, non importa quanto lontano
sarà questo giorno. Emily sa che lo ricorderà per
sempre. Naufraga
una volta, naufraga per tutti il resto della vita.
Nel
cielo si susseguono giochi di nuvole e di stelle. Il riflesso colorato
del razzo che ha sparato in aria si è ormai perso da minuti,
o forse ore. Ora sopra di lei non rimane che il buio, e l'illusione di
un giorno che non si decide ad arrivare. I ricordi vi trovano lo
schermo cinematografico perfetto e prendono a proiettarsi davanti ai
suoi occhi come vecchi film di anni perduti. L'oceano è
sempre il protagonista, ma cambiano gli attori. Sua madre. Suo padre.
Aiden. Daniel. In quelle acque ha giocato in quel modo sciocco e
ingenuo dei bambini, in quelle acque ha già rischiato di
perdere la vita una volta, in quelle acque ha fatto l'amore per inganno
o per interesse. Non le sono mai state amiche, ora lo capisce.
Tutto
si muove, eccetto loro due.
Il
corpo di Amanda è sempre più pesante, le braccia
di Emily sempre più stanche. L'adrenalina è
sparita. Sono sparite anche la rabbia e la paura. Ora non
c'è più nulla. Emily non sente niente,
né le dita, né le gambe, né alcun tipo
di dolore. È tutto freddo ed insensibile, anche il suo cuore
─ e forse non dovrebbe essere una novità, invece lo
è. Soprattutto perché sa che tornerà a
fare male. Si chiede se Jack ce l'abbia fatta. Il pensiero che giaccia
anche lui morto tra le braccia di qualcuno le mette ancora
più freddo nelle ossa, ma ormai ha pianto tutte le lacrime
che aveva da piangere.
Ha
voglia di dormire. Di perdere i sensi con la ninna nanna delle onde
nelle orecchie, cullata dal dolce dondolio del gommone, con nessun
pensiero, rimprovero o speranza in testa. Lasciarsi andare. Unirsi
all'Amanda che tiene tra le braccia e a quella che già giace
sul fondo dell'oceano in un mucchio di rottami. Dichiararsi sconfitta.
E perché no, poi? Non ha già dato abbastanza a
questa vendetta? Non è già andata troppo oltre,
quella crociata? E a che scopo, poi? Non le restituiranno niente.
Né suo padre, né Amanda, né
un'infanzia. Non le ridaranno la fiducia, non le ridaranno una vita
semplice. Alla fine avrà ancora meno di quello che aveva
all'inizio.
Tutto
si muove, eccetto il passato.
È
un discorso che ha già fatto a se stessa molte volte. Non ha
mai avuto effetto. Non lo avrà neanche questa volta.
Perché è vero che sono tutti morti, lei compresa,
ma è anche vero che nessuno di loro riposa sotto metri di
terra: tutti loro sono sepolti in un oceano uguale a quello che ha
intorno, e l'oceano è una tomba dove è sempre
possibile riemergere in superficie, dove si può ancora
urlare a pieni polmoni contro i propri assassini. Ed Emily preferisce
ascoltare le urla di vendetta che i singhiozzi della rassegnazione.
Riapre
gli occhi. Per un attimo riesce a sentire la sensazione della collana
di Amanda intrecciata intorno alle dita, o forse la immagina soltanto.
Il cielo, sopra di lei, comincia a diventare chiaro. Nolan non
può essere così distante. Verrà a
salvarla. Non manca molto.
Lascia
andare il cadavere di Amanda, che scivola rigido contro di lei, per poi
affondare con un tonfo pesante nelle acque nere che le circondano
entrambe. Emily non lo guarda. Afferra i bordi del gommone e tenta
ancora e ancora di tenersi a galla. Non
manca molto, si
ripete. Resisti.
Puoi farcela.
Tornerà
a casa. E poi qualcuno dovrà pagare anche per quella notte.
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