Osservo i suoi occhi limpidi e celesti per poi seguire
attentamente con lo sguardo ogni suo movimento.
Non mi rendo conto nei minuti che passano, e quando noto il suo sorriso
tirato, so che è troppo tardi.
Io, che mai ho provato qualcosa come l'incertezza, mi ritrovo a
desiderare che qualcosa, qualsiasi
cosa, cancellasse quei dubbi dalla mia mente.
Avevo creduto che non avrei mai più avvertito quel senso di
incompletezza, dal momento che la sapevo al mio fianco, mi ero ripetuto
e ripetuto che non avrei mai provato solitudine.
Mentivo a me stesso, amaramente, e lo sapevo fin troppo bene.
Ma ora lei è in partenza, in procinto di iniziare una nuova
vita, sconvolgendo ogni parvenza di certezza che io abbia mai realmente
avuto.
Sappiamo entrambi che non ci saranno addii, non ci saranno
congratulazioni, tantomeno inserzioni per cercare un nuovo inquilino,
non potrei mai.
Lei è l'unico, e tale deve restare, anche in questa casa.
L'unico che sarò mai disposto ad accogliere, amare, sebbene
mi stia facendo soffrire enormemente.
Il nostro rapporto ha vissuto momenti terribili, e momenti meravigliosi.
Le nostre avventure, i nostri battibecchi, i nostri baci rubati,
nascosti.
Le nostre recenti e furiose liti, pregne delle mie accuse, colme delle
sue giustificazioni, e traboccanti di abbandono.
Ma questa cosa,
che ho imparato a chiamare amore, amore senza riserve, non lasciava mai
la mia mente.
Sempre puro, vero, come mi ha insegnato che solo l'amore può
essere.
Curioso, no, come lei infine sia riuscito ad insegnarmi qualcosa, anche
se non sono certo di cosa poter fare con tale insegnamento, ora.
Dopotutto lei c'è stato sin dall'inizio pe me, come nessun
altro prima. Come può pretendere che io vada semplicemente
avanti?
Ho rischiato, dottore.
Pur sapendo che alla fine ne avrei risentito, che avrei provato tutto
questo, ho rischiato.
Lei mi capisce, vero? Ho 'scommesso'.
Le ho dato quella parte di me che giaceva nascosta e intoccata sin da
tempo immemore, gliel'ho affidata, sicuro che lei sarebbe stato capace
di istruirla.
Ma ho perso.
Avrei mai potuto competere con la dolce Mary Morstan?
Sinonimo di una vita famigliare impeccabile, stabilità, e
tranquillità?
Evidentemente il simbolo della mia totale arrendevolezza non era
abbastanza, caro Watson.
Ma non riesco ad adirarmi con lei per aver calpestato quella parte di
me che era riuscito, con così poca difficoltà, a
far riscaldare.
Continuo a pensare che niente al mondo sia comparabile a lei, e non
rimpiango nulla.
Anche ora, mentre dalla finestra la vedo salire con la sua futura sposa
sulla carrozza che segnerà la mia rinnovata solitudine, non
rimpiango un solo istante di ciò che ho potuto avere, John.
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