Due papà

di Daleko
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«Ma è vero che hai due papà?»
Oliver si voltò a guardare il bambino che aveva parlato. «Sì» rispose semplicemente, tornando a giocare con il suo camioncino giallo. Gli piaceva il colore giallo. Era il colore del sole. Il bambino insisté. «E non ti manca la tua mamma?». Oliver non sapeva come rispondere. Alzò nuovamente lo sguardo. «Non ce l'ho, una mamma» ripeté, come se fosse la cosa più chiara del mondo. «Come fai a non avere una mamma?» continuò il bambino. Oliver sospirò. «Però ho due papà» disse con un sorriso. Il bambino più grande aprì la bocca in una grande O. «Come fai ad avere due papà?» chiese, meravigliato. Si sedette a terra nel cortile, accanto a lui. Oliver fece spallucce. «Si vogliono tanto bene» disse tranquillamente, riprendendo a giocare con il camion. «Come la mia mamma e il mio papà?» chiese il bambino. Oliver si limitò ad annuire.
«Ma chi ti legge le favole?» ribatté l'altro.
«Papà»
«E chi ti cucina la colazione?»
«Papà»
«E chi ti dà il bacio della buonanotte?»
«Papà»
«Quale dei due?»
«Tutti e due» rispose Oliver, alzando nuovamente lo sguardo. Aveva solo otto anni, ma non era la prima volta che gli facevano quelle domande. Adulti, bambini, maestre... La trovava una cosa molto noiosa. Si alzò, mentre una voce lo chiamava. Era arrivato il suo papà a prenderlo. 
«Ma non ti manca una mamma??» chiese nuovamente energico il bambino, già mentre Oliver stava andando via. Si voltò a guardarlo. «A te manca un altro papà?» domandò di rimando. Il silenzio dell'altro lo soddisfece abbastanza da fargli abbozzare un sorriso e tornare a camminare. "Chissà se capiranno mai" pensò fra sé, mentre rivolgeva un grosso sorriso al giovane uomo vicino l'uscita.

 




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