Decadenza.

di Daleko
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Queste catene di sofferenza ai miei polsi sono impregnate del sangue rappreso di tre anni di troppo.
Non riesco più a rialzarmi, hai bastonato troppo forte le mie ginocchia e i passanti che mi tirano su
non possono più trascinarmi via.
Ho strattonato debolmente le mie catene, ma le tieni così saldamente da non darmi spazio di respirare
altra aria che non sia già stata tua.
Ho freddo, queste lacrime che piovono dal passato sono gelide come il mio animo.
Riesci a sentire questo mio debole lamento decadente?
Il carillon della mia mente distrutta gracchia all'infinito la tua voce abietta.
Tira il cordino, per sentirmi sussurrare il mio amore per te.
Continuerò a fissarti con sguardo vacuo mentre aspetto il ritorno della mia anima.
Fammi a pezzi. Per pietà, uccidimi. Non voglio restare qui.
Questo angolo di sangue graffiante è impregnato di dolore come umidità.
Eresia chiamarla vita, tira le mie catene e spingimi sulla salita in attesa del dirupo.
Mi aggrapperò alle tue carni cercando di lacerarle via, anche se hai già limato i miei denti.
Cercherò di strapparmi via gli occhi; le orecchie ti guarderanno per me.
Ti ucciderò per morire qui, in una scatola di cartone nella mia mente.




 



NdA:

Inizialmente scritto come testo libero, ho deciso di postarlo nella sezione "poesie" perché la chiave di lettura è astratta da qualsiasi contesto reale, cosa che non andrebbe molto bene in un genere diverso – in cui si dà per scontato ci sia una trama –.

C'è la seria eventualità che io abbia totalmente toppato sezione; se così fosse, non mancate di farmelo notare.
Grazie della lettura.




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