Just a little girl
Vergogna
Nel
villaggio che cinquecento anni dopo sarebbe divenuto una delle megalopoli più
grandi del mondo, la giornata trascorreva tranquilla, la terra baciata da
tiepidi raggi solari che tuttavia non erano forti abbastanza da rendere il
giorno afoso. Le voci dei bambini rimbombavano tutt’intorno, le loro risate
angeliche riempivano i cuori di quei contadini dalla dura esistenza. La loro
era una vita semplice: svegliarsi, mangiare e lavorare. Mandare i figli a
scuola era un privilegio, perciò spesso i bambini venivano portati a lavorare
nei campi già alla giovane età di sei anni.
Tuttavia,
nel villaggio vicino alla foresta di Inuyasha, la vita era un po’ più diversa:
più moderna. Erano passate già circa due settimane dal ritorno della divina
Kagome, come usava chiamarla la gente del posto, eppure la sua presenza era
forte e ancora di più forte era l’impronta che stava lasciando. La giovane
sacerdotessa, infatti, aveva fatto costruire la prima scuola pubblica dove lei
stessa si occupava di insegnare diverse materie alle bambini e ai bambini del
posto. All’inizio era stato difficile, molto difficile: per poter aiutare i
genitori che trascorrevano tutta la giornata a lavoro, Kagome coordinò gli
orari scolastici con quelli lavorativi: dalle 08.00 del mattino fino alle 16:00
e dalle 16:00 alle 18:00 potevano rimanere tutti coloro che ancora non potevano
stare da soli in casa. Per fortuna il sabato e la domenica erano i suoi giorni liberi,
altrimenti nemmeno il suo animo gentile e caritatevole avrebbe retto una così
stressante routine! Tutto sommato, però, era abbastanza soddisfatta: i bambini
ed i ragazzi non disturbavano durante le lezioni ed erano desiderosi
d’imparare, desiderosi di poter cambiare il loro avvenire ed essere qualcosa di
più di semplici contadini.
- Ehi
Kagome, sono tornato! - La moretta si voltò e sorrise amorevolmente al mezzo
demone che entrava nella loro casa.
-
Bentornato! - Gli diede un leggero bacio sulle labbra e senti Inuyasha
stringerla a se; chiuse gli occhi, rimangiandosi la nostalgia di casa. Dio,
quanto lo amava. E sempre solo Dio sapeva quanto ci fosse voluto per poter
finalmente avere il suo “vissero felici e contenti”. Eppure tutto ciò che
avevano passato ne valeva la pena: non avrebbe rinunciato ad una singola
lacrima, non ad una singola ferita pur di giungere infine al paradiso nel quale
ora viveva.
- Mi
sei mancato. - Inuyasha la guardò e sorrise, facendola innamorare per la
millesima volta. “Come sei bello” pensò e come biasimarla.
Si era
innamorata del ragazzo quando era ancora sigillato al Goshinboku e, nonostante
le prime divergenze, Kagome aveva capito subito che lui era l’unico per lei. E
mentre gli anni passavano e le avventure aumentavano, la loro relazione era
sempre più ostacolata: la giovane non poteva far altro che soffrire in silenzio
il suo amore semi-corrisposto. La verità era che anche dopo così tanto tempo,
spesso si chiedeva se Inuyasha avesse scelto lei solo perché Kikyo fosse morta;
ogni volta si mordeva le labbra, cercando di concentrarsi sul presente “Alla
fine ha scelto me, perché devo tormentarmi con cose del genere?!”. Cercava di
farsi forza e non pensarci, proprio per questo aveva deciso di aprire una
scuola, per tenere la sua mente occupata. Il pensiero ormai l’assillava sempre
meno e in particolare, negli ultimi giorni, si era data un po’ di pace: Kikyo
era, indubbiamente, il primo amore di Inuyasha. Ma era Kagome che Inuyasha
avrebbe reso sua, non solo sposandola, bensì anche marchiandola come sua. Per
sempre.
Il
volto turbato del fidanzato la distrasse e, dopo che lo vide odorare l’aria, lo
seguì quando uscì di corsa dalla loro dimora.
- Mezzo
demone.
-
Sesshomaru. - Lo salutò il fratello minore, guardandolo confuso. - Se cerchi
Rin, uno, hai completamente sbagliato casa e due, si è recata con Kaede in un
altro villaggio e rimarranno lì per un paio di giorni. - Il signore delle terre
dell’ovest intravide dietro le spalle del fratellastro la giovane sacerdotessa
sorridergli. S’infastidì, chiedendosi come poteva Inuyasha aver scelto un’umana
per compagna ed eventualmente, futura madre dei loro figli. Non era abbastanza
aver infangato con la sua nascita il nome della loro famiglia? Dentro di se,
Sesshomaru aveva sperato che il fratellastro scegliesse una partner dal sangue
demoniaco, così che vi fosse alta probabilità che i figli nati da una tale
unione fossero demoni completi, alleviando così la vergogna causata duecentodue
anni prima dal padre. Aveva scelto invece di seguire le sue orme e rendere i
suoi figli ancora più deboli e inutili. Ma Sesshomaru non era certo interessato
ad allargare la famiglia: voleva evitare che toccasse a lui il compito di
mandare avanti la dinastia degli Inu.
Il solo
pensiero di doversi unire legalmente a una donna, per quanto fosse di nobile
sangue demoniaco, gli dava il voltastomaco.
- Come
osi insinuare che i sensi del signor Sesshomaru siano deboli?! Credi forse che
non avesse sentito che l’odore di Rin non fosse qui ma altrove?! - Urlò Jaken
dimenandosi come suo solito, facendo ridere la sacerdotessa. Il suo padrone sfoderò
la Bakusaiga, un ghigno dipinto sul volto.
- E’
ora di riportare l’onore nella nostra famiglia. Muori, Inuyasha! - Il fratello
minore si mosse rapido, strinse forte fra le mani Tessaiga e ordinò a Kagome di
spostarsi ma quest’ultima si rifiutò.
-
Dannazione Kagome, vai via!
- Io
non ti lascio da solo! - Ormai avevano passato troppe avventure, troppi
momenti, avevano rischiato la vita e tutto ciò sempre insieme. La ragazza del
futuro non aveva alcuna intenzione di abbandonarlo ora: il suo mondo finiva con
lui.
- Non
avrò pietà per la tua donna. - Lo avvertì il demone cane, desideroso in realtà
di poter estirpare ad entrambi quegli esseri deboli ed inutili la vita. Kagome,
nel vedere il suo sguardò, s’irrigidì: credeva che Sesshomaru fosse cambiato,
lo credeva per davvero. Erano numerose le volte che li aveva aiutati, per non
parlare della volta che le aveva salvato la vita e che, sempre dentro il corpo
di Naraku, l’aveva protetta; la ragazza aveva inciso quel momento nella sua
mente e ne era felicemente consapevole: Sesshomaru non era un demone meno
migliore di quanto lo fosse stato in vita Inu no Taisho.
Eppure
ora, dinnanzi a tale parole, specchiandosi in quegli occhi intrisi di odio e
vendetta, tutto crollava a terra e moriva come le foglie d’autunno.
-
Lascia fuori Kagome da questa storia, lei non c’entra niente con i Taisho! -
Inuyasha si gettò contro Sesshomaru, dando inizio al vero e proprio scontro.
Kagome rimase per tutto il tempo a guardare, cercando di aiutare il suo
compagno laddove lo trovasse in difficoltà. Dopo circa mezz’ora, il mezzo
demone e il fratello si fermarono per un minuto, il primo respirando
affannosamente, spettinato, la veste rossa sporca di terra, la pelle segnata da
piccoli graffietti; il principe dei demoni invece era del tutto illeso, i suoi
abiti sporchi così leggermente di terra da sembrar parte del disegno delle
vesti stesse. Era in battaglia che si notavano le vere differenze fra i due
fratelli: Inuyasha era istintivo e perciò poco attento, si lasciava dominare
dai sentimenti e non gl’importava d’infangarsi dalla testa ai piedi.
Sesshomaru, non conoscendo le emozioni, si lasciava trasportare solo dalla sua
mente la quale, non solo gli dettava saggiamente come agire, bensì anche come
poter continuare ad avere quell’eleganza che distingueva un demone del suo
calibro persino in battaglia.
- Già
stanco, Inuyasha? - Il giovane lo guardò ghignando.
-
Appena cominciato! - Gli rispose prima prendere la rincorsa. Inuyasha sapeva
che questa volta Sesshomaru non se ne sarebbe andato se non fosse riuscito nel
suo scopo, eppure non se la sentiva per niente di uccidere il fratello. Aveva cinquecento
anni diamine, era troppo anche per lui continuare con quella stupida storia!
-
Cicatrice del vento! - Fra tutti gli attacchi che ora aveva a disposizione,
Sesshomaru si chiese perché avesse usato il più debole: lo stava forse
sottovalutando? O peggio: lo faceva apposta? Il signore dell’ovest contrattaccò
con più forza, lanciando il fratello contro un albero.
-
Inuyasha! - Kagome corse da lui con le lacrime agli occhi, stanca di quello
scenario. Era evidente che Sesshomaru facesse sul serio ma era altrettanto
evidente che Inuyasha non avesse intenzione di spargere sangue inutilmente.
-
Vattene… Kagome… - La ragazza provò ad aiutarlo ma il compagno la spinse via,
usando la Tessaiga per rialzarsi. Guardò il fratello maggiore avvicinarsi: non
c’era altra via di scampo.
- Come
vuoi Sesshomaru: uno dei due morirà oggi e non sarò io. - Il demone non rispose
e si limitò a difendersi dal nuovo attacco. - Cicatrice del vento!
-
Stolto mezzo demone, credi forse di… - Il principe dei demoni si scostò
rapidamente, ricordando ciò che era avvenuto alcuni anni prima: solo grazie
alla Tenseiga era riuscito salvarsi dall’attacco mortale di Tessaiga, fu
proprio in quell’occasione che conobbe Rin. Evidentemente anche quello stupido
mezzo demone ricordava l’episodio.
Vide il
fratello guardarsi intorno preoccupato. Sesshomaru con la coda dell’occhio
seguì lo sguardo del mezzo demone e capì cosa cercava: la ragazza era sparita.
-
Dunque morirai solo. - Affermò il demone, colpendo il fratello in pieno petto
che sputò del sangue prima di venir nuovamente scaraventato per terra.
Sesshomaru si avvicinò al fratello: Bakusaiga era davvero la spada fatta per
lui. Ora che ne aveva perforato lo stomaco, come si sarebbe salvato Inuyasha se
la rigenerazione non poteva agire su una ferita causata da quella spada?
- Sei
solo un misero mezzo demone. - Disse, pronto a dargli il colpo di grazia.
- Signor
Sesshomaru, fermatevi! - Il principe dei demoni si voltò e vide Rin giungere di
corsa, accompagnata da Kagome. Ringhiò, seppellendo dentro di se la voglia di
sbranare viva la sacerdotessa: come osava colpirlo in questo modo!
- Inuyasha!
- Urlò in preda alla disperazione la mora dagli strani indumenti. - Che cosa
gli hai fatto?! Inuyasha amore mio, svegliati, Inuyasha! - Sesshomaru la
guardò, del tutto indifferente a quella tempesta di emozioni che distruggevano
la moretta.
-
Andiamocene Rin.
- Ma signor
Sesshomaru…
-
Andiamo. - La giovane annuì, voltandosi numerose volte verso la coppia e si
sentì sollevata quando vide dei contadini avvicinarsi alla sacerdotessa e al
moribondo mezzo demone.
Sesshomaru,
tuttavia, non era per niente soddisfatto: Inuyasha era un mezzo demone forte e
l’amore per quella giovane stramba lo rendeva invincibile, probabilmente solo
staccandogli la testa, cioè non dandogli alcuna opzione di potersi salvare,
sarebbe definitivamente morto. Eppure, se avesse ucciso Kagome, non ci sarebbe
stato gusto nell’uccidere un Inuyasha desideroso di raggiungere la sua amata nell’altro
mondo: uccidendolo col lei in vita lui avrebbe sofferto sapendo di lasciarla
sola ed indifesa.
E
vergine.
L’odore
di purezza della ragazza non gli era scappato e si chiedeva come mai Inuyasha
non avesse reso ancora sua quella ragazza, eppure questo giocava a suo favore:
se l’avesse ucciso, anche quello sarebbe divenuto un rimpianto. Ma più ci
pensava, più non giungeva da nessuna parte. Il punto debole di Inuyasha era la
ragazza, la domanda era “Come colpire?”.
E
invece fu un fulmine a colpire lui in pieno.
Sorrise,
pensando che non vi fosse morte migliore per quel lurido mezzo demone con cui non
solo condivideva alcuni lineamenti della casa dell’Inu, bensì anche il sangue.
“Dopotutto”
pensò “è solo una piccola ragazza”.
Ciaossu!
~
Dunque,
questa è la prima fanfiction che scrivo di Inuyasha perciò please, siate
gentili! >.< Non ho mai scritto prima di questo anime/manga poiché,
benché io lo ami dal profondo del mio cuore, ho sempre avuto paura di non
rendere bene questi così bellissimi personaggi e di rovinare tutto. Ma c’è
sempre una prima volta e questa è la mia! :3 Spero vi piacerà e che la
seguirete in tanti, accetto con gioia ovviamente le critiche sia positive che
negative: scrivo anche per imparare! ^___^
Questo
capitolo è abbastanza corto ma volevo rendere l’idea e non perdermi tanto in
altre cose per ora irrilevanti. Continuando vedrete che tutti avranno un ruolo
importante, perciò chi vivrà, vedrà! ^O^
Al
prossimo chappy,
xoxo
Princess
Miele *