- IL
PROFESSOR BOLLORE
- -Capitolo uno-
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- “E
tu?”
- “Io
cosa?”Chiedo ridacchiando e facendo passare la mia mano
destra dietro il suo
collo,per iniziare a giocherellare con i suoi capelli.
- “Tu
cosa vuoi dalla vita?”
- “Io
voglio te..”
- Mi
guarda con uno sguardo intenso,capace di far capitolare ai suoi piedi
qualunque
donna presente sulla faccia della terra,compresa me.
- Sto
per avvicinarmi al suo viso.
- Voglio
baciarlo.
- Lui
però mi prende una mano e mi fa girare su me stessa,
“Devo andare..”
- “No..”Dico,sporgendo
il labbro inferiore,per assumere la tipica espressione da cane
bastonato,
“Perché proprio ora..?”
- “Perché
ormai è l’alba..”Mi fa notare
lui,girando il viso verso la finestra
spalancata,per osservare il cielo che si sta tingendo di rosso.
- “Quando
ci potremmo rivedere?”Chiedo,impaziente di scoprire quando
avrei potuto bearmi
ancora della sua compagnia.
- “Presto..”Risponde
lui,prendendomi entrambe le mani, “Molto presto..”
- Si
stacca da me e si avvicina alla porta della mia stanza.
- Io
lo seguo; non voglio lasciarlo andare.
- “Arrivederci,regina
Maria Antonietta..”Dice lui,prendendomi la mano destra e
avvicinandola alle sue
labbra,per poi sfiorami la pelle.
- “Arrivederci,conte
Hans Axel von Fersen..”Dico io,con sorriso malizioso.
- Lui
esce dalla stanza e
io mi butto sul
letto a baldacchino,felice.
- Conte
Fersen,conte Fersen,continuo a pensare.
-
- “Mh,conte
Fersen..”Sussurrò
Rosalyn,girandosi su un fianco,abbracciando il cuscino e strofinandogli
sopra
la guancia.
- Si rigirò
un'altra volta,sempre dallo
stesso lato,finendo così per sfracellarsi al
suolo,portandosi dietro le coperte
e il cuscino che,in qualche modo,attutì la caduta.
- “Cazzo!”Esclamò
la ragazza,con la
bocca impastata dal sonno.
- Cercando di non
inciampare,si alzò e
si mise a sedere sul letto.
- Si
stiracchiò e poi si stropicciò un
po gli occhi.
- Quando li
riaprì,la sua
attenzione fu
catturata dalla sveglia
posta sul comodino affiancato al letto.
- 7.50
- No,non era possibile.
- Rose prese il cellulare
posto non
troppo distante dalla sveglia.
- Anche questo segnava le
7.50.
- Era in un fottuto
ritardo.
- Velocemente si
vestì.
- Prese un paio di jeans
abbandonati
sulla sedia della scrivania una settimana fa,dal grigio un po sbiadito
e pieni
di tagli,una canottiera nera e una felpa bianca.
- A grandi passi si
diresse in bagno.
- Arrivata davanti allo
specchio,quasi
le venne un infarto e si pentì di non essersi struccata la
sera precedente.
- “Sembro un
panda che ha appena
ricevuto un pugno..”Borbottò tra sé e
sé.
- Con i muscoli ancora
rilassati per il
sonno,allungò una mano verso il mobiletto posto vicino al
lavandino,prese lo
struccante e iniziò a pulirsi la faccia.
- “Accidenti,questo
eye-liner non si
vuole togliere..”Disse,mettendoci più forza nello
strofinare il batuffolo di
cotone impregnato di latte detergente.
- Quando ebbe
finito,guardò il
risultato.
- ‘Mh,bene,ora
sembro una fattona.’
- Rassegnata ormai al
fatto di non
potersi truccare come ogni mattina,prese il correttore e se ne mise un
po sotto
gli occhi,giusto per coprire le occhiaie e poi si mise un po mascara.
- “Mamma?!”Urlò,uscendo
da bagno per
tornare in camera a prendere lo zaino.
- Nessuna risposta.
- “Mamma?!”Urlò
di nuovo.
- Roteò gli
occhi al cielo.
- “Mamma,si
può sapere perché non mi
hai svegliato?”Chiese Rose,entrando nella camera della madre,
“Lo sai benissimo
che ho la sveglia rotta da una settimana e non posso usare quella del
cellulare
perché non la sento..”Disse,mettendosi entrambe le
mani sui fianchi.
- La stanza era immersa
nel buio più
profondo,ma la giovane poté benissimo vedere qualcosa
muoversi sotto le
lenzuola e la testa di sua madre sbucare dalla parte opposta del
letto,dove di
solito stanno i piedi.
- “Mh,che ore
sono?”Chiese,sbadigliando.
- Rosalyn prese il
cellulare, “Le otto.
Dai,sbrigati,se no non arrivo più a scuola!”
- “Ok,tesoro,dammi
cinque minuti..”
- “Non abbiamo
cinque minuti
mamma!”Esclamò esasperata la ragazza,
“Senti,lascia stare,ci vado a piedi. Ci
vediamo questa sera..”
- La donna
annuì e poi sprofondò nel
sonno.
- Rose prese le chiavi di
casa poste
sul tavolino di legno vicino all’entrata e poi,prima di
correre fuori si diede
un’ultima occhiata allo specchio.
- I lunghi capelli lisci
e castani che
ormai le arrivavano a una spanna sopra al sedere erano un po
scompigliati,le
labbra sottili secche come al solito e gli occhi castano chiaro belli
svegli.
- Per sua fortuna,o
sfortuna,non aveva
ancora capito bene,non abitava troppo distante dalla scuola.
- Uscita di casa,si
apprestò a saltare
i quattro gradini che dividevano la veranda dal vialetto e poi si
fiondò fuori
dal giardino,distruggendo quasi il cancelletto di ferro tanta era la
forza che
aveva usato per aprirlo.
- Mentre si apprestava a
raggiungere il
carcere minorile,detto anche istituto delle torture,ma chiamato
comunemente
scuola,il suo pensiero non poté non andare a suo padre e a
come sarebbe potuta
essere la sua vita se lui ne avesse fatto parte.
- Infatti,lei non
l’aveva mai
conosciuto.
- Sua madre,Cristyn,era
rimasta incinta
di lei quando aveva solo diciassette anni.
- Suo padre,da quello che
le aveva
raccontato,non era stato molto felice di questa notizia,ma aveva
comunque
accetto di sposarla.
- Purtroppo
però,prima della sua
nascita,i due si erano lasciati definitivamente e suo padre,di cui non
sapeva
neanche il nome,visto che sua madre cercava sempre di evitare il
discorso,aveva
lasciato la città per dirigersi a New York,in quanto,ragazzo
molto
ambizioso,sognava di poter insegnare diritto ed economia in una scuola
prestigiosa.
- La giovane un po lo
capiva,anche a
lei succedeva di voler lasciare Harmony,città della contea
di
Beaver,Pennsylvania,dove era nata e stava lentamente crescendo,ma poi
il
pensiero di lasciare tutti quelli che conosceva,con cui aveva passato
l’infanzia,di lasciare le persone che l’avevo vista
crescere,a cui voleva
bene,le facevano passare quella voglia irrefrenabile abbandonare il
“nido”.
- Però non
poteva non chiedersi come
sarebbe stata la sua vita con lui.
- Forse sua madre non si
sarebbe
tuffata a capofitto nel suo lavoro da manager
che,sì,fruttava molti soldi,ma
che aveva rovinato il loro rapporto.
- Forse lei non sarebbe
stata così
timida con tutti.
- Forse non avrebbe
imparato ad
allontanare le persone per evitare di affezionarsi a loro e non
soffrire il
giorno in cui se ne sarebbero andate.
- Forse tutto sarebbe
stato diverso.
- LEI sarebbe stata una
persona
diversa.
- Arrivata davanti
all’entrata della
scuola,Rosalyn vide la sua migliore amica Cher,che non sembrava affatto
contenta per il suo ennesimo ritardo.
- Stava per parlare ma
questa la
interruppe con un gesto della mano.
- “Non voglio
sentirti..”Disse la
ragazza,girandosi e entrando a scuola.
- “Dai,Cher,questa
volta ho una scusa
valida!”Esclamò Rose,alzando al voce per
sovrastare il casino che gli studenti
stavano facendo nei corridoi.
- “Anche quella
di ieri doveva essere
una scusa valida. Navicella aliena,se non ricordo male. Questa volta
che ti è
successo? Sei stata morsa da un vampiro? Un licantropo ti ha tagliato
la strada
mentre correvi a scuola?”Chiese,con tono
arrabbiato,dirigendosi verso il suo
armadietto.
- “Mh,no..”Disse,grattandosi
la testa,
“Non mi è suonata la sveglia. Lo so che sembra una
scusa,ma giuro che non lo è.
E’ tutta settimana che non mi suona e mia madre,non solo non
si decide a
comprarmi una nuova sveglia,ma si dimentica persino di
chiamarmi..”
- “E’
ancora presa con il
lavoro?”Chiese Cher,addolcendosi,segno che ora non era
più
arrabbiata,scostandosi una ciocca dei lunghi capelli castani,dietro
l’orecchio
destro.
- “Si. Non vedo
l’ora che chiuda questo
affare,giusto per tornare alla normalità..”
- Con
normalità la ragazza intendeva il
fatto che sua madre stesse tutta la settimana a New York,poi,nei
week-end
tonasse in città,giusto per fingere di fare la mamma e
prendersi cura di lei.
- Quando,invece,doveva
trattare qualche
affare importante,Cristyn,se ne tornava a casa e si chiudeva in camera
sua,rimanendo al computer anche per dodici ore di
fila,perché,stando a quello
che le aveva ripetuto più volte alla domanda:
“Mamma,ma se è così importante
questo affare,perché non stai a New York? Li ci sono i tuoi
assistenti che ti
possono aiutare e alleggerirti il lavoro”,se il lavoro voleva
essere svolto
come diceva lei,avrebbe dovuto occuparsene da sola e,stare a casa,la
rilassava.
- Bè,di certo
non lo faceva per vederla
o passare più tempo con lei.
- “Sono sicura
che accadrà
presto..”Disse l’amica,chiudendo
l’armadietto e iniziando a fissare un punto
indefinito oltre le sue spalle.
- Rose corrugò
la fronte,girandosi e
cercando di capire a chi,Cher,stesse sorridendo come un ebete.
- Il suo sguardo
andò a posarsi su Dean
Geller.
- La giovane
roteò gli occhi.
- Dean giocava a
baseball,sport amato
nella loro piccola cittadina.
- L’amica ne
era segretamente cotta
della prima superiore,ma non aveva mai avuto il coraggio di
parlarci,anche se
frequentavano matematica e chimica insieme.
- In effetti,tutte le
ragazze della
scuola erano perdutamente innamorate di lui.
- Bè,tutte
tranne lei che,invece,era
stata catturata dal fascino di suo cugino,Robert Collins,a cui era
molto
legata,in quanto,sua madre le aveva fatto da baby sitter fin da piccola.
- Certo,non poteva dire
di essersi
innamorata di lui,però una bella cotterella se
l’era presa. Ma,più che
bisticciare e fingere di flirtare non facevano e,in più,a
scuola non si
parlavano molto.
- No,di certo lui non era
il suo conte
Fersen.
- “Cher,posso
sapere perché non ci hai
ancora parlato?”
- “Mh? Cosa
intendi?”Chiese
l’amica,tornando a fissarla.
- “Bè,sai,quando
due persone si
avvicinano e iniziano a chiacchierare..”La prese in
girò.
- “Scema,lo so
che vuol dire parlare. E
poi non è vero che non ci ho mai
parlato..”Disse,indignata Cher.
- “Cher,un
'grazie',dopo avergli
passato la maionese al McDonald non vale..”
- “B-bè,almeno
è un inizio..”
- Rosalyn si
avvicinò
all’amica,facendole passe poi un braccio intorno alle spalle,
“Qui urge un mio
intervento..”
- “No,no,NO!”Replicò
l’altra.
- Le due si incamminarono
verso l’aula
di matematica.
- “Come no? Non
ti fidi della tua
migliore amica?”
- “Esatto..”
- “Così
mi offendi,eh!”Disse la
ragazza,fingendo di mettere il broncio.
- “Oh,non
prenderla sul
personale..”Disse Cher,ridendo,stampando un bacio sulla
guancia all’amica.
- “U-uh,abbiamo
una nuova coppia!”Disse
un vocina alle loro spalle.
- Le due si girarono.
- Sapevano benissimo a
chi apparteneva
quella voce,simile al suono delle unghie sulla lavagna.
- “Ciao
Caitlin..”Disse Rose,forzando
un sorriso.
- Caitlin Perry,una delle
ragazze più
popolari della scuola e anche una delle più belle.
- Capelli lunghi e
mossi,labbra
carnose,occhi azzurri,carnagione olivastra e un fisico da modella
naturalmente.
- All’asilo,accidentalmente,lei
e Cher
le avevano riempito i capelli di pongo. Da quel momento il suo unico scopo della vita
è quello di umiliarle.
- “A quando il
matrimonio?”Chiese
Caitlin.
- “Non cedo sia
fatti tuoi..”Rispose
Cher.
- Ecco,una delle cose che
la
distingueva dall’amica,era il fatto che lei non aveva peli
sulla lingua.
- Se doveva dire qualcosa
lo
diceva,senza farsi troppi problemi.
- “Sai cosa
potrei farti
vero,Cherì?”Domandò la biondina,facendo
un passo avanti.
- “Parole,parlole,soltanto
parole. E il
mio nome è CHER! Ci conosciamo dalla prima asilo e ancora
non hai imparato? Sei
proprio un’oca!”
- “Scusa,mi hai
appena dato dell’oca?!”
- “Sì..”Rispose
Cher.
- “No..”Disse
Rose,insieme all’amica,
“Forse è meglio andare..”
- “Brave,scappate..”Urlò
Caitlin,una
volte che le ragazze si furono allontanate.
- “Perché
mi hai portato via? Potevo
distruggerla,farla a pezzettini e appendere la sua testa in camera mia
come
trofeo..”
- “Perché
non ne vale la pena,Cher..”
- “Oh,Rose,tu
sei troppo buona. Prima o
poi questa cosa ti si ritorcerà contro..”
- La giovane sorrise ed
entrò in
classe,dove alcuni studenti avevano già occupato dei posti.
- Rosalyn si sedette in
prima fila.
- “Rose,che
fai? Non ci sediamo MAI in
prima fila quando c’è matematica..”Disse
l’amica,confusa.
- “Bè,oggi
abbiamo supplenza..”
- “E
all..?”La ragazza si
bloccò,vedendo entrare dalla porta il professore che
sostituiva il signor
Farrel.
- Cher si
sedette,trattenendo una
risata.
- Rose
sospirò,poggiando poi il mento
sulla guancia,assumendo un’espressione strana,un misto tra un
pesce lesso e una
persona in preda ad un attacco epilettico.
- Gli mancava solo la
bava alla bocca.
- E come non sbavare
davanti a contata
bellezza?
- Il prof posò
la ventiquattrore sulla
cattedra,nel momento esatto in cui la campanella iniziò a
squillare e altri
studenti entrarono nella porta.
- Si avvicinò
alla lavagna e poi
scrisse il suo nome.
- ‘Ian
Somerhalder’,lesse la ragazza.
- ‘Signora
Somerhalder.
- Rosalyn
Somerhalder.
- Oh,suona
meravigliosamente.’
- “Salve
ragazzi..”Disse Ian,girandosi
verso gli studenti,sorridendo.
- Rosalyn si
sentì sciogliere e il
cuore battere all’impazzata.
- ‘Oh,quel
sorriso’,pensò, ‘quanto
vorrei che
fosse solo per me’.
- “Io sono il
professor Somerhalder.
Molti di voi mi conoscono perché insegno storia e solo
l’aiutante della
professoressa Jones,che insegna educazione fisica. Per un breve periodo
di
tempo,comunque,ricoprirò anche il ruolo di insegnate di
matematica,visto che il
signor Farrel è a casa in malattia. Spero che vi troverete
bene e,se avete
qualche domanda,non esitate a chiedere..”
- ‘Possiamo
sposarci? ’
- Cher le diede una
gomitata.
- “Ahio!”Disse,a
bassa
voce,massaggiandosi il braccio destro, “Perché
l’hai fatto?”
- “Lo stavi
guardando come di solito
guardi le ciambelle al cioccolato..”
- La giovane
roteò gli occhi e poi
riportò la sua attenzione sul prof.
- Somerhalder era meglio
di qualsiasi
ciambella al mondo.
- Con i suoi occhi
azzurri,simili al
ghiaccio,i capelli corvini portati spettinati,il suo sorriso
perfetto,le labbra
sottili e la piccola cicatrice sul mento,poteva essere benissimo
scambiato per
un modello o per Eros,il Dio dell’amore.
- “Bene,iniziamo
la lezione..”Disse
lui.
- Cher le diede ancora
una
gomitata,questa volta meno forte.
- Rosalyn si
girò verso di lei e
l’amica le passò un foglietto.
- *Che
ne dici di trovare un bel soprannome al nostro prof?*
- *Dico
che ci stò!*
- *Allora,hai
già qualcosa in mente?*
- *Potremmo
giocare con il suo cognome..*
- *Mh,quindi,una
cosa tipo,Somerhotter?*
- *Ahahah,sì,esatto!
Oppure Sexyhalder*
- *Fantastico!*
- *E
se lo chiamassimo professor stranamore?*
- *Tipo
Derek in Grey’s anatomy?*
- *Sì!
Oppure il professor bollore!*
- Le due ragazze si
guardarono,cercando
d trattenere una risata.
- Annoiata,la ragazza
girò il viso
verso le finestre,iniziando a osservare svogliatamente il paesaggio al
di fuori
di esse.
- Chiuse gli occhi e il
ricordo del
sogno fatto quella notte le invase la mente.
- Maria Antonietta.
- Aveva sognato di essere
Maria
Antonietta,il suo idolo.
- E il conte
Fersen..oh,il conte Fersen
era il professor stranamore!
- Sospirò,diventando
improvvisamente
triste.
- Sapeva benissimo che
quello era e
rimaneva solo un sogno.
- Non solo
perché Ian era il suo
professore,un uomo di 34 anni,ma anche perché lui non si
sarebbe mai accorto di
lei.
- Non avrebbe mai
ricambiato i suoi
sentimenti.
- Ancora poteva
ricordarsi il suo cuore
fermarsi nel momento stesso in cui,all’inzio della scuola,si
era presentato
come nuovo insegnate di storia,la sua materia preferita per lo
più.
- “Hey..”Le
sussurrò Cher,all’orecchio.
- Rose
sussultò, “Che c’è?”
- “Matt ti sta
fissando,di nuovo”
- La giovane
corrugò la fronte e poi si
girò,incontrando gli occhi color caramello di Matt Reed,il
suo compagno di arti
visive.
- Lui le sorrise e lei
ricambiò
timidamente.
- “Rose e
Matt,seduti sotto un
albero..”Canticchiò l’amica,cercando di
non farsi sentire dal prof.
- Rosalyn le
buttò un’occhiataccia e
lei,per tutta risposta,fece la sua solita faccia da angioletto con
l’aureola.
- ‘Sì,un
angelo con corna e forcone’
- Lei e Matt era solo
buoni amici,tutto
qui.
- Sapeva che lui voleva
qualcosa in
più,ma la ragazza lo vedeva solo come..come un fratello
maggiore che non aveva
mai avuto.
- Cher la prendeva sempre
in
giro,dicendole che le mancava il gene
HO-UN-BISOGNO-DISPERATO-DI-UN-RAGAZZO,ma
la verità era un’altra. Semplicemente,non aveva
conosciuto nessuno che avesse
quella cosa in più,dal quale si sentisse attratta,sia
fisicamente che
caratterialmente.
- Forse aveva delle
aspettative troppo
alte.
- ‘Tutta
colpa della Disney e dei libri’
- E’ solo
che..che lei sognava le
ginocchia tremanti,il cuore in gola,le farfalle nello stomaco,le notti
insonni.
- No,nessuno le aveva mai
fatto provare
nulla di simile.
- Nessuno fin ora.
- Si girò a
fissare il professore.
- Nessuno fino al suo
arrivo.
- I loro sguardi si
incontrarono e Rose
abbassò di colpo il suo,arrossendo e sentendo il battito
accelerale.
- ‘Dio,Rose,un
po di controllo!’
-
- Arrivata a casa,Rosalyn
trovò un
biglietto della madre appena al frigo.
-
- “Sono nello
studio. Ti ho preparato le delle carote
tritate,sono in frigo. Non disturbarmi. Dovrei aver finito per cena”
-
- La ragazza
aprì il frigo,prese le
carote e le buttò.
- ‘Grazie
per esserti ricordata che odio le carote,mamma’,pensò
amaramente.
- Riaprendo il frigo e
stando a
fissarlo per circa un quarto d’ora,decise di farsi un bel
piatto di pasta al
pesto.
- Finito di pranzare,si
diresse in
camera sua.
- Si
cambiò,indossando i pantaloni di
una tuta un po rovinati e un maglione deformato,di tre taglie
più grande di
lei.
- Si lasciò
cadere sul letto e poi
prese il cellulare.
- Quattro chiamate perse
da Cher.
- ‘Ok,ora
mi ammazza’
- Alla
velocità della luce compose il
numero dell’amica.
- Dopo due squilli e
questa rispose.
- “Senti,sorvolerò..sul
fa-tto che…”
- Rose si
portò una mano all’orecchio,
“Cher,non sento nulla!”Urlò.
- “S-s-sì,perché..”
- “No,aspetta!
Non sento!”Urlò di
nuovo.
- Scese dal letto e
uscì dalla
stanza,con il cellulare davanti agli occhi,in modo da vedere se le
tacchette
aumentavano.
- Arrivata al piano di
sotto,si infilò
gli Ugg e poi uscì in giardino.
- Qui le tacchette
aumentarono.
- “Cher?”
- “Sì?
- “Bene,ora ti
sento. Che succede?”
- “Indovina chi
è venuto oggi al
negozio?”
- I nonni
dell’amica avevano un negozio
di fiori e Cher,alcuni pomeriggi alla settimana,ci andava a
lavorare,giusto per
guadagnare qualcosina.
- “Mh,non lo
so..”
- “Dai,provaci!”
- “Mh,Dean?”
- “Se,magari!
Pensi davvero che se
fosse arrivato lui,a quest’ora ti starei parlando?”
- “In
effetti..”
- “Riprova!”
- Sbuffò,
“Orlando Bloom? Senti
Cher,non ne ho idea!”
- “IL PROFESSOR
STRANAMORE!”Urlò quasi
l’amica,sfracassandole un timpano.
- “Non stai
scherzando,vero?”
- “Ma ti
pare?”
- “Dai,racconta!”
- Sentiva le gambe di
gelatina.
- Ian,nel nezogio della
sua amica.
- Lui,che non si era mai
visto in giro
da quando si era trasferito in città,era finito
lì.
- “Allora,stavo
sistemando un mazzo di
rose per una signora che doveva portarle al cognato in ospedale. Che
poi
dico,le rose al cognato no dai. Va bè,fatto sta che sento il
campanello della
porta suonare. Io ero al bancone. Alzo gli occhi e PUFF eccolo
lì,con il suo
sorrisone..”
- “E
perché si trovava lì?”Chiese,mentre
la sua attenzione veniva catturata da un gattino color mattone
che,lentamente
le se stava avvicinando.
- Rose si
abbassò e allungò una mano
verso di lui.
- Questo le si
avvicinò maggiormente
iniziando a farle le fusa.
- “Ha detto che
stava cercando la
farmacia e si era perso”
- La giovane scorse una
medaglietta al
collo del gatto; la prese tra le dita.
- ‘Moke’,lesse.
- “Bè,possiamo
dire che sei stata
davvero fortunata!”
- Cher rise,
“Non sai quanto! E mi ha
anche riconosciuta!”
- “Bè..”
- In quel momento
qualcuno le posò una
mano sulla spalla destra.
- Per lo spavento,Rosalyn
lanciò in
aria il cellulare e cacciò un urlo,cadendo in avanti.
- Chiuse gli occhi e
cercò di rannicchiarsi
in qualche modo su se stessa.
- “NO! LASCIAMI
STARE! STRONZO MANIACO!”
- “No,no,calmati.
Non voglio farti del
male e non sono un maniaco”
- La ragazza
riaprì gli occhi di
scatto,riconoscendo quella voce.
- ‘Ian
Somerhalder’,pensò.
- “Scusami,non
volevo
spaventarti,davvero..”Disse lui,allunagondole una mano.
- Rose la
fissò,poi la prese.
- Le sue dita forti si
strinsero
attorno a quelle esili della giovane e,con uno strattone,si
ritrovò fra le sue
braccia.
- Oddio,si era immagina
mille modi per
incontrarlo al di fuori dalla scuola o per essere abbracciata,sfiorata
o,addirittura,per farsi notare da lui,ma di certo non così.
Non nel suo
giardino. Non con lei vestita come una barbona!
- “Ci siamo
già visto noi due,vero?”Domandò
il professor stranamore,tenendola ancora stretta a sé.
- Rosalyn
continuò a fissarlo nei suoi
bellissimo occhi azzurri,con la bocca semi aperta,incapace di proferire
parola.
- ‘Rispondi,scema.
- RISPONDI.’
- “Ma,certo! Tu
sei una delle mie
studentesse,giusto? Rosalyn Moore,se non mi sbaglio”
- ‘Cribbio,sa
persino il mio nome e cognome! ’
- “Rose? Rose
che succede? Ti ho
sentito urlare..”Disse sua madre,uscendo di casa.
- La ragazza si
allontanò bruscamente
dal suo professore.
- “Scusi
signora Moore,è colpa mia.
Stavo cercando il mio gatto e ho visto sua figlia che lo stava
accarezzando,così mi sono avvicinato. Credo di averlo fatto
troppo lentamente”
- Rose girò il
viso verso sua madre e l’orrore
la invase.
- La donna,infatti,si
stava sistemando
la chioma rossa e vaporosa,nello stesso modo che usava per flirtare con
gli
uomini che di solito incontrava.
- Si era accorta anche
lei della
bellezza di Mr. Somerhalder.
- Come si dice,tale
madre,tale figlia.
- Con l’unica
differenza che,in quel
momento,sua madre era uno schianto,nei suoi jeans neri aderenti e una
camicetta
lilla trasparente,che faceva intravedere quelle due mozzarelle di
bufala che si
ritrovava al posto del seno.
- Non che Rose ne avesse
poco,ma quello
di sua madre era davvero enorme per una donna magra come lei.
- “Oh,non si
preoccupi. Ross si
spaventa anche per un lombrico..”
- ‘Al
massimo quella sei tu!’,pensò
arrabbiata.
- “Posso sapere
chi è?”
- “Certo,scusi.
Mi chiamo Ian
Somerhalder e sono il professore di storia di Rosalyn”
- “Ian
Somerhalder che un tempo abitava
qui?”
- “Sì,esatto.
Ci conosciamo?”
- “Ian,sono
io,Cristyn Moore!”
- “Cry?!
Oddio,quanto tempo!”Esclamò
lui,abbracciandola, “E come sei cambiata!”
- “E’
un complimento?”
- “Mi sembra
ovvio!”
- “V-voi due vi
conoscete?”Chiese
Rosalyn,scossa.
- SUA MADRE CONOSCEVA MR.
SOMERHOTTER?
- “Se ci
conosciamo?”Chiese Cristyn, “Io
e lui eravamo fidanzati!”
- La ragazza
spalancò gli occhi,tanto
che pensò gli potessero cadere fuori.
- “F-fidanzati?”Chiese,con
voce
isterica.
- “Ma che ci
fai qui? Pensavo fossi
tornato in Louisiana con i tuoi genitori!”
- “La nonna non
stava bene e io avevo
bisogno di un lavoro,quindi,Tadan!”
- “Ian
Somerhalder..”Ripetè la donna
ancora incredula, “Quanti anni saranno passati?
Diciassette?”
- “Sì,quasi
diciotto”
- “Ti
prego,voglio sapere tutto quello
che ti è successo in questi anni. Che ne dici di andare a
cena?”
- ‘Cena?
- Oh,no,no,no!
- DICA
DI NO,LA PREGO!’
- “Per me va
benissimo”
- ‘VAFFANCULO!’
- Rose serrò
la mascella e anche i
pugni e,con la sguardo piantato sul terreno,si incamminò
verso la veranda.
- Non avrebbe assistito
un secondo di
più a quella merda.
- “Tesoro,il
tuo cellulare..”Le fece
notare la madre.
- “NON ME NE
FREGA UN CAZZO DI QUEL
CELLULARE DI MERDA!”Urlò lei.
- Come poteva pensare al
cellulare in
un momento simile?!
- “Oh,Ian,scusala.
Sai,a volte è un po
strana. Credo sia per il fatto che non ha mai avuto un
padre..”Sentì dire dalla
donna,prima di chiudersi la porta d’entrata alle spalle.
- ‘E
una madre’,aggiunse, ‘Grazie
mamma. Grazie
di avermi fatto apparire al ragazzo..cioè,uomo per cui provo
qualcosa di forte
come una ebete malata mentale che ha bisogno di essere rinchiusa in un
manicomio.
E grazie anche per avermelo rubato. Davvero,sei una madre meravigliosa!”
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- Angolo autore:
- Salve a tutti : )
- Se avete etto fin qua
giù,vuol dire
che forse la storia vi è piaciuta o forse che non avevate
niente da fare
e,anche se la storia vi ha fatto schifo,avete continuato a leggere.
- Comunque,non sto qui a
farla lunga.
- La madre di Rose adesso
ha un appuntamento
con Mr. Somerhalder.
- Nascerà
qualcosa tra i due?
- Leggete e scoprirete ;)
- Aspetto con ansia una vostra
recensione per consigli o altro.
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