Untitled.

di Kilaren
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Ho una spiegazione logica per questo ritardo. Avete presente quando scrivete TUTTI i capitoli di una long, dal primo all’ultimo, quel momento di perversa soddisfazione nell’esservi levati dai maroni (perdono *inchin*) un impegno anticipandolo? Bene. E avete presente quando qualcuno, chiunque esso sia, Dio, Buddha, Shisus, San Carciofo, Carolina e che cassé volete voi, decide che NO, dovete comunque farvi un mazzo grande quanto una casa per finire a poco a poco, perché è troppo facile terminare prima il lavoro, quindi BUM, Word vi cancella tutti i capitoli. Fine.
La tragica storia di una (Fan)writer odiata dal suo stesso portatile.
Pace, continuiamo con i miei scleri nel prossimo capitolo.




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- Last day -

 

Scatoloni, scatoloni, scatoloni ovunque. Osserva pensierosa il calendario, guardando quasi preoccupata il ‘FEBBRAIO’ in maiuscolo riportato in cima all’elenco dei giorni che compongono il mese. Sospira, impugnando l’evidenziatore rosso che ha tra le dita, disegnando una grande, enorme, gigantesca ‘X’ su una data: 28.02.2013.
Si abbassa per raccogliere quello che – si spera – dovrebbe essere uno degli ultimi scatoloni in circolazione da portare via, infilandoci dentro anche il calendario, per poi uscire dalla cucina sospirando ogni due su tre. Si ferma all’ingresso, guardandosi intorno con aria nostalgica: le scale in ciliegio le riportano alla mente quando da piccolina litigò con suo fratello perché quest’ultimo aveva tagliato i capelli alla sua RoseMary, la sua bambola di pezza preferita. Proprio su quelle scale avevano fatto pace.
«Chissà dov’è, RoseMary»
Affermò sorridendo appena, per poi voltarsi verso la porticina d’ingresso verde bottiglia, ormai logora a causa degli anni trascorsi.
«Non preoccuparti, Len! Tornerò a trovare la nostra casa adorata, vedrai! Non è un addio, non è l’ultimo giorno, tornerò domani che è ancora febbraio, abbi fiducia!» esclamò più per consolare se stessa che colui che non c’è più. Camminò lentamente verso l’auto che l’attendeva all’esterno, salutando con un cenno della mano quella che un tempo, prima di trasferirsi, era la sua mansione.

«Tornerò, l’ho promesso. Tornerò domani che è ancora febbraio.»


 
Ultimo giorno.
Perché non c’è nessun ventinove febbraio, questo sarà l’ultimo giorno del mese.
/ Tornerai, Rin? /





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