Il giorno successivo
Bibi, Nami e Robin furono le prime a svegliarsi
all’alba. Si erano tutti addormentati verso le tre del
mattino… in quel momento erano le sei e stava albeggiando
quindi non avevano dormito molto. Si erano svegliate perché
un raggio di sole dalla luce ancora bianca era penetrata negli occhi di
Nami che poi mugugnando aveva svegliato Bibi e Robin. I gabbiani
avevano iniziato il loro viavai mattutino tra la costa e il cielo
aperto.
Si
erano tutti addormentati sulla spiaggia, non in casa e non nelle
rispettive tende. Aprendo gli occhi avevano trovato Rubber seduto sulla
sua sedia con il collo appoggiato allo schienale se non che forse era
scivolato troppo indietro e la testa ciondolava a terra
all’indietro toccando la sabbia. Le braccia erano lasse ai
fianchi e la bocca aperta ronfante. Nami rabbrividì. Non era
la prima e la più bella immagine che una persona doveva
vedere al mattino appena sveglia; decisamente no. Zoro e Sanji erano
seduti e appoggiati con la testa sulla tavola: Zoro con la testa
appoggiata di lato, anche per lui bocca aperta, e Sanji con le braccia
incrociate e la testa affossata in mezzo. Chopper dormiva sulla sabbia
nella sua forma animale con Usop seduto e appoggiato a lui, mentre
Franky e Brook erano appoggiati di schiena uno all’altro,
anche loro seduti a terra. Il sacerdote doveva essere entrato in casa
insieme alla servitù. Gli avevano fatto prendere una
sbronza… Nami scosse la testa e poi si alzò.
Dhakir era vicino a Bibi, su una sedia e dormiva composto a braccia
conserte. Quando Bibi si svegliò gli diede un bacio sulla
fronte, lui non si mosse e sorrise. Nami sorrise a sua volta ma
sentì un’ondata di malinconia travolgerla. Le loro
fedi luccicavano alla luce fresca dell’alba.
Rientrarono
in casa per farsi una bella doccia e bere tanto, tantissimo
caffè. Decisero di non svegliare i ragazzi perché
più tardi avrebbero dovuto preparare tutto per tornare alla
Sunny ed era meglio che si riposassero quanto più possibile.
Tornate alla spiaggia, un paio d’ore dopo, Nami
cominciò a svegliarli tutti uno ad uno con l’aiuto
di Robin. Anche loro si svegliarono, chi più chi meno
lentamente, e rientrarono per sistemarsi in previsione del lavoro. Le
facce erano distrutte, tipiche di una nottata da leoni.
Entro
sera l’accampamento era smontato. Tutti stanchi, erano pronti
a ripartire.
La
coppia di novelli sposi salutò i ragazzi uno ad uno, e a
coppie, grazie alla Mini Merry 2 cominciarono poco alla volta a tornare
alla nave.
Nami
fu l’ultima volontariamente. L’abbraccio
più caloroso a Bibi spettava a lei
Franky,
il comandate ufficiale della piccola Merry, aspettava a qualche metro
dalla riva.
Il
sole e il cielo cominciarono ad assumere un colore rosato, sempre
più intenso.
«
Bibi… » prendendole le mani e sorridendo.
«
Nami… » la tirò a sé e
l’abbracciò forte.
Nami
non riuscì a trattenere le lacrime.
«
Non piangere amica mia. Non è da te » sorrise Bibi
con gli occhi lucidi.
«
Lo so… ma chissà quando ci rivedremo…
»
«
Ti capisco… Vedrai, ci saranno altre occasioni. »
«
Non molte temo. »
Restarono
abbracciate ancora per un po’.
«
Grazie di tutto. Davvero. »
«
No Nami, grazie a voi per essere venuti. Non potevate farci un regalo
più bello. È stato tutto perfetto, come lo
desideravamo, e per merito vostro lo definirei speciale. Ah!
Dimenticavo di farti leggere questa. L’ho ricevuta da
Higaraam… »
Consegnò
a Nami un foglio piegato in quattro.
Carissima Bibi,
sono molto
spiacente dell’accaduto riguardante le fedi. Vedi, io non
volevo dirti che le avevo perdute e ho inventato la scusa della caccia
al tesoro per far sì che voi ragazzi le trovaste.
Non ricordo
come è potuto succedere. Ricordo solo che una sera ero
fuori, in veranda, con le fedi in mano pensando a quanto siete
cresciuta e a quanto sarebbe stata triste la vita a palazzo una volta
che vi sarete trasferita, quando improvvisamente le fedi si sono come
illuminate. Prima che me ne rendessi conto mi sono ritrovato a correre
loro dietro in mezzo alla foresta. Svolazzavano come due lucciole
impazzite.
Nel buio sono
scivolato giù per un lungo tunnel e mi sono ritrovato
sottoterra.
Ogni speranza
era perduta. Avevo perso le fedi e non sapevo come tornare in
superficie, quando quella notte stessa ecco ricomparire la stessa luce.
Non so come, erano le fedi. Avevano una loro vita. Sembrava volessero
che le seguissi e così ho fatto. Sono giunto in fondo la
galleria dopo una notte e un giorno interi di cammino e, quando
finalmente pensavo che ne sarei uscito, mi sono trovato in un vicolo
cieco. Le fedi brillavano sopra una pozza di acqua salata. Capii quindi
che dovevo usare quel collegamento col mare per uscire. Mi sentii
sollevato. Lì sotto era caldo, e avevo fame e sete, e non
sapevo più se stavo sognando o se ero lucido e tutto quello
stava accadendo davvero.
Feci per
allungare una mano ed afferrare gli anelli che restavano galleggianti
nell’aria ma non feci in tempo perché, non so come
o cosa fosse, velocemente una fiammella uscì e le fedi
smisero di brillare. Restarono sospese ancora una manciata di secondi,
il tempo che impiegò la fiammella dorata per emettere una
sorta di tintinnio e poi sparire come una fiaccola spenta dal vento.
Appena sparita, le fedi smisero di galleggiare e caddero in acqua.
Pensai di fare in tempo ad afferrarle ma mi sbagliavo, così
caddi in acqua. Nuotai più veloce che potevo per afferrarle
ma cadevano giù, giù e ancora più
giù. Feci il possibile ma ad un certo punto
cominciò a mancarmi il fiato e dovetti cercare una via
d’uscita. Resomi conto che mi trovavo nell’ennesimo
tunnel lo seguii e finalmente tornai in superficie.
Mi dispiace di
non avertene parlato subito ed apertamente ma credevo non mi avreste
creduto. Ho deciso di farlo solo dopo che mi hai raccontato la storia
di Nami e dello spadaccino. Allora non avevo sognato.
Mi sono
informato e ho scoperto che c’è una leggenda o una
storia popolare, la quale racconta che uno spiritello dorato vigili su
quest’isola da tempi immemori e si diverta ad unire le coppie
destinate a stare insieme. Tu e il principe siete giù uniti,
e se è vero che un destino esiste, tutta questa caccia al
tesoro e queste peripezie non erano per voi. Erano per qualcuno che
sarebbe arrivato per voi.
Ti porgo i
miei saluti cara Bibi, ci vediamo presto qui a palazzo. Tutti vi
aspettano con ansia.
Higaraam.
«
Perché mi guardi così? » chiese Nami
diffidente sollevando gli occhi dalla lettera.
«
Lo spiritello… le fedi… »
«
Perché non mi piace quello che stai cercando di dirmi?
»
«
Nami, appare solo a chi è destinato. »
«
PFFF! E che c’entra Higaraam… andiamo Bibi! Sempre
ammesso che uno “spiritello” esista, poteva
succedere a chiunque altro… è successo a me e a
Zoro perché eravamo fuori in quel momento. Mentre lo
“spiritello” era in vena di scherzi… ma
non sarebbe cambiato niente se ci fossero stati, che ne so, Rubber e
Usop! »
«
Higaraam non era altro che il mezzo in previsione del vostro
arrivo… e le fedi non sono altro che un simbolo…
»
«
Ma cosa stai dicendo… »
«
Ti ho visto durante la cerimonia… i tuoi occhi parlavano da
soli. »
Lo
sguardo di Nami si rivolse velocemente alla Sunny.
«
No Bibi, io- »
«
Nami » la interruppe. « Non avere paura dei tuoi
sentimenti. Lascia stare la leggenda. Credi solo a quello che ti dice
il tuo cuore, e quello in cui tu vuoi credere. Niente mi farebbe
più felice del sapere che anche tu lo sei. »
Nami
non disse nulla.
«
Ora vai, ti stanno aspettando e ormai è il tramonto
» stringendola di nuovo.
«
S-Sì… d’accordo. »
Nami
salutò entrambi, mentre Franky cercava di avvicinarsi quanto
più possibile alla riva senza incagliare la capretta.
Era
giunto il momento di ripartire.
Ogni
volta c’era sempre qualcuno da salutare e ogni volta era
sempre difficile. Sì, era un arrivederci, ma assomigliava di
più ad un addio per quanto tempo sarebbe passato prima che
si potessero rivedere di nuovo. La Sunny gongolava sulle onde mentre si
allontanava e le spiagge tropicali erano sempre più
distanti. Il sole tramontava nel mare arcobaleno per l’ultima
volta. I ragazzi erano dentro a dormire, ormai lo avevano visto
così tante volte che non gliene importava più
tanto. Nami invece decise di restare fuori, immersa nei suoi pensieri.
In giardino, seduta sull’erba.
Quella
dannata spalla le dava qualche noia e le parole di Bibi risuonavano in
testa:
“Mi
sono informato e ho scoperto che c’è una leggenda
o una storia popolare, la quale racconta che uno spiritello dorato
vigili su quest’isola da tempi immemori e si diverta ad unire
le coppie destinate a stare insieme. Tu e il principe siete
giù uniti, e se è vero che un destino esiste,
tutta questa caccia al tesoro e queste peripezie non erano per voi.
Erano per qualcuno che sarebbe arrivato per voi.”
«
Perché mi guardi così? »
«
Lo spiritello… le fedi… »
«
Perché non mi piace quello che stai cercando di dirmi?
»
«
Nami, appare solo a chi è destinato. »
«
PFFF! E che c’entra Higaraam… andiamo Bibi! Sempre
ammesso che uno “spiritello” esista, poteva
succedere a chiunque altro… è successo a me e a
Zoro perché eravamo fuori in quel momento. Mentre lo
“spiritello” era in vena di scherzi… ma
non sarebbe cambiato niente se ci fossero stati, che ne so, Rubber e
Usop! »
«
Higaraam non era altro che il mezzo in previsione del vostro
arrivo… e le fedi non sono altro che un simbolo…
»
«
Ma cosa stai dicendo… »
«
Ti ho visto durante la cerimonia… i tuoi occhi parlavano da
soli. »
«
No Bibi, io- »
«
Nami non avere paura dei tuoi sentimenti. Lascia stare la leggenda.
Credi solo a quello che ti dice il tuo cuore, e quello in cui tu vuoi
credere. Niente mi farebbe più felice del sapere che anche
tu lo sei. »
Nami
scosse la testa, quell’idea doveva uscire da lì
dentro.
Poi
le tornò in mente quel momento con Zoro, dentro
l’acqua. Di nuovo scosse la testa, imbarazzata e infastidita.
Ringhiò
ma non servì a niente. Allora sospirò sconsolata
e gettò indietro la testa osservando le nuvole giallognole
che correvano su un cielo arancione e rosa.
“Non
sono pronta” pensò con
amarezza. “Io…
vorrei, credo. Ma ho paura. Non sono pronta”.
Respirò
a pieni polmoni quella meravigliosa brezza calda e gentile, ma allo
stesso tempo fresca e frizzante. Nell’aria c’era un
profumo inebriante, e sorrise. Le scaldò il cuore.
Quando
risollevò la testa, davanti a lei, lontano a prua vide Zoro
appoggiato al parapetto, sporto verso il mare. Si stupì.
Decise
di raggiungerlo, dopo alcuni momenti di indecisione.
Lo
affiancò e si sporse, come stava facendo lui, a guardare
l’acqua tagliata dalla chiglia. Zoro non si voltò.
Continuò a fissare l’arcobaleno marino che svaniva
man mano che si allontanavano dalle coste dell’isola.
«
Ti fa male? » chiese, osservando poi l’orizzonte,
dritto davanti a lui.
«
Bene non fa. »
«
Ti passerà presto. »
«
Lo spero. Ad ogni modo ho sopportato di peggio. »
Stranamente,
non c’era bisogno di molte parole quando erano assieme.
Paradossalmente, sembrava che con tutto quel silenzio si stessero in
realtà dicendo milioni di cose.
Non
era necessario parlare, specialmente perché quando lo
facevano per qualche recondita ragione finivano per discutere. Meglio
allora stare in silenzio, con il quale potevano esprimersi altrettanto
bene.
Zoro
poi si voltò a guardarla e Nami, con sguardo
interrogativo, contraccambiò. Si stava rendendo conto che a
volte sapeva essere terribilmente stupido ma, altre volte, con un solo
sguardo poteva essere terribilmente profondo. Le piaceva. Le piacevano
entrambe le cose.
Zoro
si rivolse di nuovo verso l’orizzonte accennando un sorriso
sghembo. Da lì arrivava la corrente marina che li avvolgeva
come fossero sopra il pennone della nave. Chiuse gli occhi e
inspirò.
«
Lo senti? Caldo e dolce » chiese Zoro a Nami.
Per
attimo Nami non capì, ma presto realizzò a cosa
si riferiva e sorrise a sua volta. Lo sentiva anche lei.
«
Sì. Ma non è più… fresco e
inebriante. Lo sai cos’è… vero?
»
«
Profumo d’estate » sorrise, voltandosi verso di lei.
Nami
s’illuminò: « Sì, profumo
d’estate. »
Se
lo ricordava.
«
Beh, io torno dentro » disse Zoro allontanandosi.
Nami
restò lì, ferma immobile mentre lui con le
braccia conserte dietro la testa si allontanava.
«
Ah Nami » si voltò. « La sai una cosa?
»
«
Che cosa? »
«
Forse ti sposerei… un giorno » sorridendo.
Non
stava scherzando. Nami conosceva quello sguardo.
Non
seppe che rispondere, ma Zoro non si aspettava risposte e riprese il
suo cammino per andare sottocoperta.
Improvvisamente
i passi pesanti e frettolosi di Nami, scanditi dai tacchi sul legno, lo
fecero voltare e quando si voltò se la ritrovò
lì, davanti a lui. Ansimante e con sguardo serio quanto
determinato.
«
Cosa- »
Non
fece in tempo a domandarle cosa volesse. Nami gli saltò al
collo e lo baciò.
Profumo
d’estate………. O profumo di
Zoro? O profumo di Nami? Non aveva molta importanza. Era il profumo di
ciò che più di ogni altra cosa riempiva il loro
cuore.
E
poi, con un unico tuffo, il sole si spense nel mare blu e il cielo si
tinse di nero e di stelle nascondendo quell’attimo di follia.
Fine.
Bene,
carissimi e carissime.
Questo
era l'ultimo capitolo. Spero vi sia piaciuta questa fanfic profumosa xD
Spero
abbiate colto il vero senso del profumo d'estate ;)
Mi
spiace di averci messo così tanto nel mettere l'ultimo
capitolo.
Attualmente
sto lavorando ad un'altra fanfic ma come al solito chissà
quando riuscirò a finirla e pubblicarla
(~°.°)~
Posso
solo dirvi che sarà molto alternativa e originale, per
questo mi ci voglio impegnare a fondo ancora di più di
quanto non faccia di solito. Deve lasciarvi davvero a bocca aperta.
Nel
frattempo vi ringrazio infinitamente per tutte le recensioni (davvero
tantissime e non me l'aspettavo assolutamente) e per l'affetto che
continuate a dimostrare a me e alle mie storia anche dopo tanti
mesi/anni!
un
bacio e a presto!!
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