Fluff – 13 marzo 2013
Erano dieci giorni che non si vedevano.
Dieci giorni che a lei erano sembrati un’infinità. È sempre così quando ti piace qualcuno, no?
Pioveva quel giorno, pioveva e lei lo odiava: i ricongiungimenti sono più belli sotto il sole.
Pioveva e lei lo aspettava sotto al suo ombrello nero, anonimo.
Pioveva e lui era arrivato in motorino, nonostante la pioggia.
Lui scendeva dal motorino.
Pioveva e lui pensava che erano passati dieci giorni.
Altri dieci giorni di vita.
Pioveva e lei felice attraversò la strada per andargli in contro.
Pioveva e un auto la investì.
Pioveva, lui si tolse il casco, lui urlò. Tutti urlavano. Tutti giravano, tutto girava.
Pioveva e lei morì.
Nessun altro giorno in più a quei dieci giorni, per lei.
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Paranoie in attesa della fine dei dieci giorni.
Perché fluff? Perché lei si aspettava quello, entrambi in realtà: era tanto che non si vedevano e volevano solo stare un po’ insieme.
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