Qualcuno che ti comprenda.

di Go_always_ahead
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Ed è lì, accanto a te.
Puoi sentire il suo respiro affannato, e quel profumo familiare, che ormai associ alla vostra amicizia, che proviene dai suoi capelli.
I suoi lunghi passi, che precedono la strada in salita, sotto i suoi piedi.
Non è un silenzio imbarazzante, è qualcosa di familiare che succede spesso, normale, non forzato.
E se ti decidessi a parlare con lei, qualcosa si placherebbe, e sapresti forse di essere compresa.
Perché la tua mente, produce immagini violente, sangue e rabbia, che si confondono in una nera poltiglia.
E lei forse comprende. E forse, non sei pazza come hai sempre supposto.
I battiti  cardiaci ti aumentano in modo incontrollabile,  principi a respirare  in modo scostante, facendo passare velocemente l’aria dalle narici.
Se forse, il sangue non iniziasse, un poco, ad abbandonare la zona del suo cervello, ricordandoti la forte anemia di cui soffrivi, forse avresti  pensato in modo razionale.
Sentivi sempre una gran confusione attorno a te, e si confondevano come delle tinte a tempera, colori scuri e poco rassicuranti. Un grande, orribile vortice di odio. Che  ti faceva venire voglia di gridare, di far male, di violenza.
Sei uno esserino così stupido, e insicuro, che non riesci a tenerti ciò represso.
Ed era accanto a te, ora.
Una frase soffiata, per dirgli un po’ di te.
Della paura della malattia di tuo padre, e delle cause in tribunale di tua madre.
Della delusione, del nervosismo e della tristezza che portavano in casa.
Di questo mondo che sembra odiarti, e sai di voler desiderare solo affetto, qualcuno che ti comprendi e ti coccoli.
Desideri amore.
E più vivi in te, più non ce la fai.
Ma lei, non è te.
Parla e basta, lascia straripare le tue parole dalla bocca.
Liberati, e trova affetto. Il mondo si sta oscurando, e tu non ce la fai a capirlo.
Racconta, fai capire i tuoi sentimenti a lei, ti comprenderà.
C’è troppo odio, c’è troppo sangue nelle immagini della tua mente.
C’è violenza, e non sai perché.
Ma non ti confidi.
E sarai un mostro represso, costretto a gridare, quando ti trovi sola a casa.
Una povera stupida.




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