Aaah,
eccomi qui ad
appestare la vostra esistenza ancora una volta, ma non da sola.
Metà del merito
di questa ff va a Tigre94, che me la corregge grammaticalmente, mette
la parole
che ci stanno meglio e mi da delle idee, quindi grazie Giulia, che mi
fai da
angelo custode. Un po’ dannato come angelo, ma va bene! Ti vi
bi!
“Quando
la luna nera cadrà nel lago, quando i quattro troni dei
fondatori verranno
riempiti molte cose cambieranno. Molte altre invece, semplicemente
smetteranno
di esistere…”
Era
questa la scritta che dal primo settembre troneggiava nel grigio cielo
sopra
Hogwarts.
“Cosa vuol dire, Albus?”
Chiese la
McGranit
con una nota di agitazione nella voce. Il preside, dall’
altra parte della
scrivania in mogano, si limitò a sorriderle.
“Esattamente quello che c’ è scritto,
Minerva”.
Anche se non lo dava a vedere, Minerva McGranit odiava quel
comportamento da
parte di Silente. Le sembrava che lo facesse apposta, che ci godesse a
vederla
in difficoltà.
La vice preside aveva già convocato quattro riunioni e non
le andava di
disturbare ulteriormente il corpo insegnanti, già troppo
sotto pressione per l’
imminente inizio delle lezioni.
Questa faccenda però andava risolta, e se il preside si
rifiutava di farlo,
qualcuno doveva intervenire.
Ma chi?
“Ti prego Albus, dammi un indizio”
“Vedi Minerva, ne io ne tu abbiamo il potere di risolvere la
situazione. Starti
a spiegare cose per le quali non saresti d’ accordo non
aiuterebbe, o sbaglio?”
Sorpresa per la reazione del preside, la McGranit
abbassò un poco la testa. Cosa c’ era di
tanto segreto? O di tanto pericoloso da farle arrabbiare?
“riguarda la Guerra?”
“temo proprio di si”
La mattina dopo, la famiglia Weasley (più Harry e Hermione,
che ormai erano
diventati di casa), attraversò la soglia del binario nove e
tre quarti.
“Harry, che facciamo se non se ne va?”
“se ne deve andare”
Il piano architettato dal bambino che è sopravvissuto
durante l’ estate era
semplice: fingere di prendere il treno e poi partire alla ricerca degli
Horcrux. Purtroppo però, Harry non aveva calcolato il
fattore ‘ signora Weasley
‘.
“Harry, si è messa a chiacchierare con una sua
amica! Hai idea di quanto ci
vorrà???”
Disse tra lo spaventato e l’ annoiato Hermione, che si stava
nascondendo dietro
Ron alla vista di Calì Patil.
“ha ragione Hermione, mia madre è capace di
passare tutta la mattina a
parlare!”
“non siate pessimisti!”
Li incalzava il moro, non riuscendo a convincere neanche se stesso.
“IN CARROZZAAA”
Gracchiava una voce all’ altoparlante. I tre si scambiarono
occhiate
terrorizzate all’ avviso. Non dovevano assolutamente prendere
quel treno, per
nessuna ragione. Ma un altro errore nel piano di Potter era il fattore
‘Ginny
Weasley’.
“HERMIONE! HARRY! RON! Vi muovete?”
Hermione e Ron lanciarono un occhiata sconsolata al treno, sbottando a
bassa
voce
“Siamo fregati”.
Il moro scosse la testa, prese il suo bagaglio più la gabbia
di Edvige e salì
sul treno. Gli altri due non poterono fare che imitarlo.
Si chiusero in uno scompartimento da soli, suscitando l’ ira
funesta di Ginny
che pretendeva di entrare, ma che si rassegnò dopo sole
cinque ore di viaggio.
“Che si fa, Harry?”
“Domani mattina andiamo da Silente. Non possiamo rimanere,
dobbiamo…”
“...trovare gli Horcrux”
Finì Ron. Una strana morsa attanagliò lo stomaco
del moro.
“Non siete obbligati a venire con me”
“Non essere sciocco Harry, noi verremo, lo sai”
Disse risoluta Hermione. Harry non potè fare a meno di
notare che lei e Ron si
scambiarono uno sguardo compiaciuto. La cosa andava avanti da giorni e
a Harry
non piaceva; lo facevano sentire escluso. Ovviamente negavano anche di
fronte
all’ evidenza, ma ciò non cambiava le cose. Il
viaggio trascorse tranquillo,
almeno dopo che Ginny ebbe rinunciato a entrare nello scompartimento
del
terzetto.
“… e quindi, buon appetito!”
Era appena finito l’ estenuante discorso di Silente, lo
stesso che propinava
ogni anno prima del banchetto, quando uno strano rumore fece alzare lo
sguardo
dai loro piatti a tutti. Un semplice tuono, ma bastò per far
fissare a tutti il
soffitto, dove l’ enorme scritta era impressa nelle nuvole,
indelebile. Un
mormorio si sollevò in tutta la sala grande, tranne forse al
tavolo dei
professori, che cominciarono a sbuffare, sotto lo sguardo divertito di
Silente,
mago particolarmente abile nel far scoppiare furiosi temporali con
tanto di
tuoni e lampi…
Bene,
che ne pensate? Lasciate un commentuccio di incoraggiamento.
Conoscete il detto “un commento al giorno leva il medico di
torno”? beh,
perlomeno adesso lo conoscete ^-^
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