sstoria
I Tokio Hotel non mi appartengono e non scrivo questa storia a scopo di lucro. I Tokio Hotel non fanno e credo non faranno mai, nulla di quello che ho scritto qua, gli altri personaggi sono inventati. Buona lettura anche se il capitolo è un po' cortino! XD
Era per la precisione 69 ore e 45 minuti che girava a vuoto da solo per
le strade di Amburgo, non ce la faceva decisamente
più, ma non aveva nessuna intenzione di tornare a
casa. Casa, se ancora si poteva definire tale.
Aveva passato tre giorni da incubo vagando a caso per la
città, dormendo per terra e raccattando cibo in giro, non
era decisamente da lui! Era tutto sgualcito, i vestiti erano tutti
sporchi e in alcuni punti si erano strappati, i capelli erano sporchi e
gli ricadevano informi sulle spalle, lo smalto cominciava a scrostarsi
e il trucco era tutto calato a causa delle lacrime che aveva versato in
quei giorni, decisamente troppe lacrime!
Ora non aveva più nessuno. Per tutta la vita era stato solo
la metà di un anima, la metà di un corpo che
però; aveva sempre avuto al suo fianco il suo completamento,
Tom. Ora invece era solo, incompleto, si sentiva inutile.
Si sedette ad un angolo della strada mentre le lacrime facevano
capolino per l'ennesima volta nei suoi occhi nocciola che ora
erano spenti, il viso senza il sorriso pronto ad affiorare alla prima
occasione, era solo e nessuno poteva cambiarlo. Si strinse le ginocchia
al petto e vi poggiò; la testa sopra soffocando un singhiozzo.
Oh Mio Dio, Bill Kaulitz! il ragazzo alzò
appena la testa e si ritrovò davanti una ragazza che
doveva avere all'incirca la sua età,
forse un anno o due in meno, che lo fissava incredula. -Ecco
ora è davvero finita! Ci mancavano solo le fan rompipalle-
pensò Bill sconsolato, la ragazza però non
sembrava intenzionata a saltargli addosso o cose simili, anzi stava a
distanza e lo osservava, forse anche un po' schifata.
Stettero così, guardandosi, per un tempo a lui indefinito
poi la ragazza si decise a balbettare: "c-cosa ti
è successo?" Bill a quelle parole
scoppiò in lacrime e alzò le spalle, la ragazza
si abbassò piano e gli porse un fazzoletto, non era una fan
qualunque, sembrava tenesse davvero a lui come persona e non come
ragazzo-strafigo-da-copertina-patinata. Lo guardò mentre si
asciugava le lacrime e poi gli disse: "non puoi di certo
stare qua così, vieni, ti porto a casa mia, mia mamma
sarà felice di accoglierti.. credo" sorrise al
ragazzo e poi lo aiutò ad alzarsi, non oppose resistenza,
non disse nulla, si limitò a seguire quella ragazza
tenendola per mano.
Arrivarono davanti a una villetta rosa con le persiane bianche un
po' appartata rispetto alle altre, sembrava uscita dal mondo
di Barbie, ma non era male e sembrava molto accogliente.
Si avvicinarono alla porta la ragazza lasciò la sua mano ed
estrasse le chiavi dalla borsa, aprì, entrò; e
annunciò; il suo arrivo:"mamma? Sei in casa?
Abbiamo visite!" la madre sbucò da una stanza
sulla sinistra del corridoio su cui dava la porta di ingresso,
indossava un grembiule da cucina e ci si stava asciugando le mani, i
capelli biondo cenere erano legati con un mollettone che
però non riusciva a tenerli tutti lasciando sfuggire qualche
ciocca ribelle, era abbastanza giovane e accolse la figlia con un ampio
sorriso, che svanì appena posò gli occhi su Bill.
"adesso porti a casa anche i barboni?" chiese la
madre sconvolta in un tono abbastanza severo, la ragazza la
fulminò con lo sguardo:"non è un
barbone mamma! E' un mio amico, ha litigato con la famiglia
ed è scappato di casa, l'ho trovato in giro per la
città, era tanto che non lo vedevo...
eravamo... andavamo all'asilo insieme!" la
madre lo guardò come in cerca di un segno per riconoscere in
lui l'amico d'infanzia della figlia poi disse:
"si in effetti l'ho già visto da
qualche parte... e va bene!" sospirò
"per qualche giorno può rimanere qua, ma bisogna
avvisare immediatamente la famiglia, si staranno preoccupando, Bill
sospirò, -certo come no-.
La ragazza lo prese per mano, diede un bacio alla madre e si
precipitò su per le scale che c'erano sulla
sinistra, da sotto si sentì urlare : "dagli dei
vestiti di papà, gli staranno un po' larghi ma
dovrebbero andare" la ragazza annuì affacciandosi
dalle scale e poi entrò in quella che doveva essere la sua
camera.
&"Ecco, non è un gran che ma è casa! Ora
tu stai qua io vado a prenderti i vestiti puliti così poi ti
fai una bella doccia e ti riprendi un po'" Bill
rimase muto, non aveva ancora detto una parola, quella ragazza aveva
fatto tutto da sola, ma tutto sommato gli era grato, almeno adesso
aveva un posto in cui stare, i marciapiedi proprio non gli si
addicevano!
Si guardò intorno e solo allora si rese conto di cosa lo
circondava: pareti completamente sommerse da foto, poster, autografi,
biglietti di concerto, disegni, caricature, fascette, magliette, cd e
quant’altro tutto firmato esclusivamente Tokio Hotel! Era
incredibile!sapeva che le fan possono essere davvero sfegatate ma non
pensava fino a questo punto, ovunque si voltava c’era la sua
faccia che lo fissava e doveva ammettere che un po’ la cosa
lo inquietava. Si alzò; e si avviò verso un
foglietto tutto strappato e rovinato incorniciato amorevolmente con
sopra un cartellino con scritto: -direttamente da Tomi
Kaulitz-, lesse il biglietto: -per Svenia con
affetto Tokio Hotel, T.K.- la scrittura da gallina di suo
fratello, tenuta con così tanta cura, pensò che
il suo gemello non gli aveva mai scritto -con
affetto-, in nessun biglietto, solitamente scriveva
-per quel cretino che mi ritrovo come fratello-, o
cose del genere, lui era sempre stato quello affettuoso, Tom quello
bastardo.
La ragazza rientrò dicendo: "ecco sono i vestiti
più stretti che ha mio papà, più di
così non posso fare" alzò le spalle e
poi disse: "sì, sono deficiente" il
ragazzo si girò e sorrise, uno di quei sorrisi che faceva
nelle interviste di youtube ,che lei conosceva più che a
memoria, uno di quei sorrisi che ogni volta che li vedeva doveva
tapparsi la bocca per non urlare, ora Bill lo stava facendo a lei, lei
soltanto, si sentì svenire e si rese conto per la prima
volta di avere davvero davanti Bill Kaulitz, cantante dei Tokio Hotel,
sorrise imbarazzata e disse: " bè
sì... diciamo che sono una vostra fan".
Il ragazzo non rispose continuava a guardarsi in giro, in un poster
c'erano solo Georg e Gustav, ridevano di gusto, Bill
ricordava quell'intervista, gli avevano appena chiesto cosa
avrebbero fatto se non avessero conosciuto lui e Tom, e Gustav aveva
risposto: "mi chiedo piuttosto cosa farebbero loro senza di
noi; Bill l'aveva guardato offesissimo e lui aveva
cominciato a ridere seguito da Georg e da Tom e infine anche
da Bill, succedeva spesso, uno cominciava a ridere ed era la fine.
Sorrise ripensandoci e poi si sedette sul letto, la ragazza lo
osservava, ma non faceva domande, sembrava non volesse disturbarlo, poi
disse timidamente: "se vuoi farti la doccia di la ti ho
preparato gli asciugamano e qui ci sono i vestiti" Bill
annuì prese la roba e uscì, si chiuse in bagno e
si mise sotto la doccia, lasciò che l'acqua gli
scivolasse addosso, la lasciò scorrere finchè
divenne talmente calda che era impossibile starci sotto, ma nonostante
tutto resistette, si lasciò bagnare dall'acqua
bollente, poi improvvisamente la spense e fece partire quella gelata,
era una cosa che adorava, lo faceva spesso, lo aiutava a rischiararsi
le idee. Prese lo shampoo e si insaponò i capelli, poi li
sciacquò ed uscì. Vide la sua immagine riflessa
nello specchio appannato e rimase a fissarsi per un po', poi
sentì; della musica provenire dalla camera della ragazza.
Stava ascoltando Rette Mich, una delle canzoni che preferiva,
estremamente melodrammatica e deprimente. Si avvicinò allo
specchio e con l'indice scrisse -rette
mich-.
Si vestì e uscì dal bagno, andò nella
camera della ragazza che appena lo vide abbassò la musica
"non preoccuparti, non mi da fastidio" si
avvicinò alle casse e alzò il volume, stava
partendo -in die nacht-, Bill sorrise malinconico e
la ragazza disse: "dev'essere strano" lui
la guardò interrogativo e lei riprese: "insomma
sentire le tue canzoni in una camera ricoperta di tuoi
poster" lui alzò le spalle e rispose:
"dev'essere anche strano trovarsi di fronte in carne ed ossa
il tuo idolo", lei scoppiò a ridere e disse:
"modesto il ragazzo".
Rimasero in silenzio ascoltando la musica, ogni tanto Bill bofonchiava
qualcosa su errori nella canzone o accordi che potrebbero essere
migliorati e la ragazza rideva, poi all'improvviso lui si
alzò e disse "approposito io sono Bill
Kaulitz" tese la mano alla ragazza che scoppiò a
ridere e rispose: "piacere Svenia
Seibert", poi tra i due calò di nuovo il silenzio.
Fuori era divenuto tutto buio e l'orologio segnava le 19.27,
erano passate le 72 ore fuori casa, quindi era più di tre
giorni che non vedeva Tom. Svenia non parlava, probabilmente era anche
molto emozionata, ma non voleva farlo vedere per non farlo sentire a
disagio, era molto tenera, tentava di comportarsi come nulla fosse
anche se si vedeva che lo osservava e ogni tanto guardava verso i
poster, come per paragonarlo, Bill sorrise e decise di metterla in
imbarazzo e disse "lo so senza trucco è tutta
un'altra cosa" si mise una mano sulla faccia per coprirsi gli
occhi e Svenia arrossi violentemente, lui sorrise e scoppiò
a ridere poi dalla cucina si sentì la madre urlare:
"Svenia!! La cena è pronta,scendete!"
la ragazza si alzò spense la musica e uscì
seguita a ruota da Bill che aveva una fame da lupi!
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