Voglio diventare umano
“Grande Drago Polunga,
vorrei diventare u-umano” – “Come desideri”
Una luce abbagliante avvolse il
corpo del robottino Gill. Quando
finalmente si dissolse al posto di quel piccolo ammasso di ferraglia
c’era un ragazzo con i capelli neri, alto e apparentemente gracilino.
“Non ci posso credere! Ce l’ho fatta davvero!”, stupefatto l’ex robot si guardava
le mani, si toccava il viso, i muscoli…quasi inesistenti.
“Esprimi il secondo desiderio”. Gill guardò i namecciani che lo
osservavano sorridenti “Questo popolo ha fatto tanto per la Terra e per i miei amici…vorrei
che la carestia che li affligge da tanto finisse” – “Sarà
fatto…E ora esprimi il terzo desiderio” – “Ecco…vorrei…vorrei essere
forte e muscoloso” – “Spiacente ma non posso accontentarti. E’ un desiderio che
puoi esaudire solo tu con la tua forza di volontà” – “Ahhh,
mannaggia. Allora – istintivamente pensò al suo amico
Goku – voglio che tu riporti Goku
a casa!” – “Spiacente ma non posso accontentare
nemmeno questo desiderio. Goku si trova
in un luogo per me inaccessibile” – “Ohh, uffa, non
me ne va bene una! Grande Saggio?” – “Dimmi Gill”
– “Lascio a voi il terzo desiderio. Io parto per la Terra, voglio tornare dai
miei amici.”
Il Grande Saggio
si avvicinò e gli diede un’affettuosa pacca sulla spalla: “Sei stato molto
coraggioso ad affrontare questo lungo viaggio Gill,
hai superato tutte le prove che ti abbiamo imposto per ottenere i desideri del
Drago…Grande Polunga, voglio che questo ragazzo sia
trasferito ora sulla Terra.” – “Grazie.” ebbe appena
il tempo di mormorare Gill scomparendo.
Gill
girovagava incerto per la città dell’Ovest. Dentro di sé sentiva gridare forte
un nome “PAN, PAN”.
Erano passati tre anni da quando l’aveva vista l’ultima volta, prima di partire per
il suo lungo viaggio verso Namecc. L’aveva salutata
appena, senza dirgli dove andava. In quegli anni si era tormentato all’idea che
Pan non avesse minimamente accusato il colpo, e che il
suo viaggio era probabilmente inutile.
Si guardò riflesso in una
vetrina: non si sarebbe mai potuto presentare così
davanti a lei, mingherlino e senza un filo di muscoli. “Mi iscriverò
in una palestra.”
Non sarebbe mai stato alla sua
altezza nei combattimenti, ma almeno sarebbe stato esteticamente accettabile.
Ovviamente la prima palestra che
trovò fu quella di Mister Satan.
Entrò timidamente nello stanzino per le iscrizioni, mentre urla disumane
provenivano dalla palestra.
“Il suo nome?” – “Gill…Brief” – “Brief?! Ma lei è forse della Capsule Corporation” – “Ehm…in
un certo senso, sono miei lontani parenti…” rispose tenendosi sul vago. “Quando posso cominciare?” – “Anche subito! La porto a fare
un giro della palestra”.
Sulla soglia Gill
rimase pietrificato: “Non può essere lei!” – “Lei chi?” – “Ppppp-Pan?!” – “Ahh, dice il capopalestra? Esatto, lei è Pan Son, nipote del leggendario Mister Satan!”.
Terminate le parole la segretaria si scansò tranquillamente da un poveretto che
Pan aveva scagliato inavvertitamente nella loro
direzione. “Scusatemi, mi scusi signorina Loan” – “Di nulla, tesoro. Questo è un nuovo allievo della
palestra”. Gill era sempre più terrorizzato: lei era
bellissima, era cresciuta, le sue forme ormai spiccavano anche sotto la tuta da
combattimento e i capelli erano raccolti in una lunghissima treccia. Pan lo squadrò ma al contrario di quello che Gill si aspettava non lo accolse in malo modo: “Benvenuto
nella palestra. A quanto pare avremo molto lavoro da
fare, ma vedrai che sarà divertente”. ‘questo lo
potrei polverizzare persino con un soffio…però di viso è molto carino’, dovette pensare Pan. “B-b-beh, potrei iniziare dagli attrezzi no?”,
finalmente Gill riuscì a spiccicare le sue prime
parole. “Si certo, allora, direi che un mese di
attrezzi potranno bastare. Dopodichè potrai allenarti con me”. Il ragazzo sospirò di sollievo, aveva temuto un confronto immediato. “A
presto allora, la sala attrezzi è di là, se vuoi puoi
cominciare subito…”. Un polverone si alzò dallo scatto repentino di Gill verso gli attrezzi. “Volenteroso il ragazzo…Dica
signorina Loan, come si chiama?” – “Il suo nome è… Gill Brief”. Un lampo attraversò
la mente di Pan “Gill??? Gill Brief?!”.