Fresca fresca di vacanza, eccomi con l’aggiornamento promesso (in realtà sono
tornata ieri sul tardo pomeriggio, ma i miei neuroni erano in coma profondo,
così ho preferito posticipare l’aggiornamento ad oggi). Mi auguro che questo
epilogo vi piaccia e ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia fino a
questo momento, sia silenziosamente, sia con graditissimi commenti. Ad eventuali
domande, dubbi o altro risponderò via mail se sarete loggiati, o direttamente in
questo capitolo.
Rakyr il Solitario: Ho un debole per la descrizione dei mercenari, sono
felice che Ravhen ti sia piaciuto! Grazie mille del commento.
Shirahime88: Sei fin troppo buona, sono proprio contenta che tu abbia
apprezzato tanto questa storia! Mi dispiace di averti intristito, ma questo è un
racconto breve, anche perché sono già impegnata con un’altra storia che sta
diventando eterna XD Mille grazie per il commento e l’augurio di buone
vacanze^^
Silencio: Felice di averti spiazzato, in effetti mi piace inserire nei
miei racconti dei colpi di scena (o, almeno, sperare che siano tali^^). Spero di
non averti fatto attendere toppo per quest’ultimo capitolo, comunque ti
ringrazio davvero molto per il commento!
Epilogo: L’ultimo sogno
Quella notte il sogno era diverso dal solito. Le ombre, non più quattro ma
cinque, parevano ancor più minacciose, nascoste nell’ombra del loro cappuccio, e
per la prima volta puntavano i loro occhi invisibili verso di lei.
Aryen deglutì più volte prima di riuscire a pronunciare quelle poche parole,
lottando contro la morsa di panico che minacciava di chiuderle la gola e
toglierle il respiro.
-Sono pronta… sono pronta a prendere il mio posto tra voi.
Le cinque figure incappucciate scoppiarono in una risata crudele.
-E perché mai dovremmo volerti?
-Io… sono una di voi. Una Guardiana!- esclamò la ragazza, disorientata da
quella risposta che non si aspettava.
La figura più alta, la fanciulla con i capelli ramati che per prima aveva
affrontato la Regina del Crepuscolo, le si avvicinò all’improvviso.
-Non pretendere di essere una Guardiana, non lo sei mai stata.
Le sue parole colpirono Aryen al petto come una pugnalata, andando a riaprire
un’antica ferita di cui solo adesso aveva preso coscienza.
-Mai… stata?
Un’altra risata, questa volta dai toni infantili eppure ancor più crudele
della precedente, scaturì dalla più giovane tra le ombre.
-Ancora neghi la realtà.- cantilenò con la voce pervasa dal disprezzo -L’età
dell’Innocenza è finita, Aryen. È ora che tu ricordi!
-Che cosa?
La figura con i capelli di fiamma strinse i pugni.
-Come puoi pretendere di essere una di noi, tu, che hai tradito la tua stessa
stirpe!
-Io non ho tradito nessuno! E la Pergamena che vi manca… io la sento, so dove
si trova! È la mia Pergamena!
Le ultime due ombre, la fanciulla bionda e la Guardiana sconosciuta, si
fecero avanti.
-Non è tua, l’hai rubata.
-Uccidendo chi la possedeva.
Un’improvvisa sensazione di calore colse Aryen, proprio nel momento in cui
stava radunando tutta la sua voce per negare le accuse che le erano state
rivolte. Abbassò lo sguardo sulle proprie dita, senza poter reprimere un gemito
d’orrore per ciò che stava guardando: le sue mani erano intrise di sangue, lo
sentiva scorrere, denso ed appiccicoso, fino a ricoprirle i polsi e le braccia
come l’infamante marchio delle sue colpe. Il suo odore aspro e pungente le
invadeva le narici, la soffocava, trascinandola verso un passato di cui aveva
volontariamente rinnegato ogni ricordo.
-Non è vero. Non è vero!- urlò, mentre con movimenti frenetici cercava di
pulirsi le mani sulla propria tunica.
Incurante delle sue parole, l’ombra sconosciuta si diresse verso di lei
-Tu hai ucciso la Quinta Guardiana. Tu sei la traditrice dei tuoi simili. Nel
tuo grembo hai accolto il seme del male, hai legato la tua anima alla Sua ed ora
in te Lei vive e si rafforza, pronta al risveglio.
L’ombra con la voce da bambina si esibì in una breve risata di scherno.
-Cerca la verità dentro di te, Aryen, traditrice della tua stirpe.
La ragazza scosse la testa, mentre due lacrime gemelle cominciavano a
solcarle le guance.
-E allora perché mi chiamavate? Perché continuate ad infestare i miei
sogni?
L’ombra davanti a lei si fece ancora più vicina.
-Non era te che chiamavano.
Lentamente abbassò il suo cappuccio, lasciando che i lunghi capelli biondi
scendessero simili ad un manto dorato sulle sue spalle, e rivelando il volto
nobile ed aggraziato, in cui, con un grido, Aryen riconobbe le sue stesse
fattezze.
In un lampo anni interi di ricordi le tornarono alla mente: l’aspra gelosia
per quella ragazza della sua età, sacerdotessa come lei, che le Guardiane
precedenti avevano scelto come fanciulla a cui trasmettere il loro compito e la
loro conoscenza.
L’invidia che era diventata odio, l’odio che era divenuto follia, fino al
punto da spingerla a disobbedire ai suoi obblighi di sacerdotessa della Natura.
Si rivide rubarle la Pergamena, poco prima dello scontro con la Regina del
Crepuscolo, e rivolgere il potere delle rune contro di lei, nutrendosi del
rancore che le aveva invaso il petto, sovvertendo tutti gli insegnamenti
ricevuti dalle vecchie Guardiane.
Si coprì il volto, inorridita per quei ricordi che non desiderava riportare
alla luce.
Aveva ucciso…
-Tua sorella.- sibilò l’ombra con le sue stesse fattezze -Poco prima dello
scontro mi hai rubato la Pergamena, utilizzandola per distruggermi, e quando ti
sei resa conto che il potere in essa contenuto ti stava consumando, hai chiesto
aiuto alla Regina, alla nemica della nostra stirpe, promettendole il tuo corpo
in cambio della vita. Le mie compagne l’hanno poi sconfitta a prezzo del loro
sacrificio, tuttavia senza il mio supporto non sono riuscite a distruggerla
definitivamente. Tu invece sei sopravvissuta, grazie al potere corrotto a cui ti
sei votata, sei rimasta chiusa in una dimensione non accessibile ai mortali per
tutti questi cent’anni, nutrita dalla Sua magia, e, ora che ti sei risvegliata,
Lei è pronta ad utilizzare il tuo corpo per tornare a devastare le Terre.
La fanciulla più vecchia, quella con i capelli ramati, le lanciò un’occhiata
carica di rimprovero e disgusto.
-Per le tue colpe l’umanità è condannata. Dopo la nostra morte ed il tuo
tradimento le sacerdotesse della Natura sono gradualmente scomparse, così non
esiste nessuno in grado di liberare gli spiriti delle Streghe. Grazie al potere
delle Pergamene noi potremo nascere una seconda volta, nel tentativo di
sconfiggere il Male che alberga dentro di te, ma ci vorrà del tempo prima di
ricostruire i nostri corpi fisici e prive della quinta Pergamena, che ormai è
nelle Sue mani, ci ritroviamo prive anche della speranza. L’umanità sarà
destinata a soccombere, e solo tua sarà la colpa.
Aryen scosse freneticamente la testa.
-Non è vero! Queste sono solo bugie, io non ho mai ucciso nessuno! Io non ho
nessuna colpa!- singhiozzò disperata, ma già i suoi lineamenti mutavano nel
volto gelido e bellissimo di una donna spietata, i capelli neri le scivolavano
davanti agli occhi ed una volontà ancora più oscura cominciava a crescere dentro
di lei.
-Tutti moriranno per causa tua.- sibilò la quinta ombra, rimettendosi il
cappuccio -Assassina!
La ragazza si tappò le orecchie, cercando invano di sopprimere l’ultima
parola della sua gemella, perché altre quattro voci risuonavano nella sua mente,
aggredendola senza tregua.
-Assassina, assassina, assassina...
Quella mattina, quando si era svegliata, Aryen aveva sentito un immenso
potere farsi strada da un punto imprecisato della sua mente, fino a dominarla,
per poi raggiungerle il petto e le mani, in un’estasi di delirio ed onnipotenza.
Il contatto con la Pergamena aveva semplicemente acuito questa consapevolezza,
in particolar modo quando lo Spirito della Strega aveva tentato di sopraffare la
sua coscienza, ritrovandosi invece imprigionato dentro di lei, soggiogato,
annichilito, pronto a servirla.
Adesso ne aveva liberato il potere, con un’esplosione di bianco abbacinante e
letale che era riuscito per un attimo a sovrastare l’oscurità della notte.
Le sue labbra si tesero in un sorriso crudele quando il primo raggio
dell’alba le illuminò il volto.
I suoi capelli biondi stavano già cominciando a tingersi di tenebra ed ormai
non c’era più alcun bagliore d’innocenza o ingenuità negli occhi castani
luccicanti di magia.
Si guardò attorno, con la spietata curiosità di un’assassina che deve
scegliere la sua prossima vittima.
Sapeva che le Guardiane avrebbero mantenuto la loro parola e presto sarebbe
stata costretta a fronteggiare lo stesso potere che già una volta l’aveva
sconfitta, tuttavia sarebbe passato del tempo prima di doverle incontrare
ancora; giorni, mesi, forse perfino anni in cui avrebbe potuto compiere la sua
missione. E lei non avrebbe sprecato quel vantaggio.
Ai suoi piedi, immerso in un lago di sangue, giaceva immobile il
mercenario.
-E pensare che quella patetica mortale aveva cercato di combattermi per amor
tuo.- lo derise, soffermandosi a studiarne i lineamenti, mentre con un guizzo
d’irritazione ripensava a quel breve momento in cui Aryen aveva cercato di
rinnegare il patto stipulato con lei tanti anni prima.
Gli sfiorò le labbra con un dito affusolato, contemplando l’estrema bellezza
della morte, l’unica che lei comprendesse; una bellezza di cui era la sola a
trovare il significato.
-Ed il Crepuscolo scenda su questa terra.
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