Lucy
Lucy
Bishop era una
brava maestra. O meglio, ci sapeva fare con i bambini e riteneva che
questa fosse la dote più importante per un'educatrice,
soprattutto giovane come lei. Nella sua breve carriera ricordava ogni
bambino, ogni sorriso che le avevano rivolto e conservava tutte le
lettere, i disegnini e i regalini che molti suoi alunni le portavano.
Lucy amava il suo lavoro: si sentiva utile e amata,nonostante sua madre
continuasse a blaterare su quanto fossero basse le sue aspirazioni.
Di certo, si era inemicata parecchie maestre, in quella scuola,
perchè aveva un metodo tutto suo di affrontare le classi del
first grade*; un
metodo che le aveva affibbiato il soprannome di Lucy L'Alcolista, tra
le fila delle insegnanti più anziane.
Semplicemente, Lucy portava i bambini in cortile e li faceva sedere in
cerchio sull'erba. A turno, poi, ogni bambino doveva raccontare
qualcosa di sè, spinto dalle domande dell'insegnante. Lucy
aveva
scoperto che funzionava, perchè innanzitutto riusciva a
ricordare immediatamente ogni nuovo alunno, con le sue relative
particolarità e problematiche, ma creava dei legami in
classe:
effettivamente ricordava un po' le riunioni degli alcolisti anonimi, ma erano solo dettagli - il suo
metodo funzionava molto bene! Raramente aveva toppato,
per dirla tutta.
... Fino a quella
mattina.
Quando aveva cominciato, le colleghe più
anziane
l'avevano divertita con episodi divertenti, altri problematici, per
farle capire che fare l'insegnante non significava far imparare
semplicemente a dei bambini l'alfabeto, ma significava anche andare
incontro a fatti a cui, di certo, il college non preparava. Lucy, da
brava novella, non aveva dato peso a quelle chiacchiere.
Perciò, come ogni anno, si preparò ad accogliere
la sua
nuova classe. Prese un respiro profondo ed entrò nell'aula,
dove
ventuno bambini di sei anni la guardavano con gli occhioni spauriti. La
maggior parte di loro aveva pianto, poteva vederlo dalle guance
arrossate: non si lasciò scoraggiare e sfoggiò il
suo
miglior sorriso.
"Buongiorno bambini! Mi chiamo Lucy e sono la vostra maestra" non
ricevette risposta. Prevedibile.
"Adesso facciamo una bella cosa! Vi mettete in fila e andiamo fuori,
che dite? Faremo un bel gioco!" Pian piano, Lucy organizzò
la
fila e li fece uscire dalla classe, sotto lo sguardo divertito di
alcune insegnanti in attesa della seconda ora. Credette di udire Lucy L'Alcolista ha colpito
ancora!, ma non dette peso alle loro parole, proseguendo
con la classe verso il cortile.
"Sedetevi in cerchio, bambini"
Lucy ringraziò il cielo per aver ottenuto una classe
mediamente
tranquilla. Li osservò prendere posto e qualcuno
cominciò
a strappare fili d'erbetta; non riusciva a distinguerli, inizialmente:
avevano tutti i grembiulini blu e un'etichetta con una scimmia,
all'altezza del cuore, la aiutava con i nomi.
"Allora" si fece spazio tra una bambina con le trecce e una di colore.
"Vi spiego cosa faremo" strizzò gli occhi, credendo di
essere
divertente. "A turno, ci presenteremo, ok? Comincio io, così
vi
faccio vedere" prese un respiro. "Mi chiamo Lucy, sono nata qui a
Washington e mi piacciono i delfini. Il mio papà costruisce
tante belle case e la mia mamma lo segue nei suoi lunghi, lunghi
viaggi. Ho un fratellino che mi fa sempre i dispetti..." Lucy
pensò che rubare la sua auto per andare a prendere la
ragazza di
turno era molto piùche un dispetto, ma decise di sorvolare.
"...
e un gatto che si chiama Fiocco"
Qualche bambino sembrò interessato.
"Che dite? Lo volete fare anche voi? Cominciamo daaaa... te!"
indicò un bambino che arrossì.
"Uhm, mi chiamo Sean, abito qua
e...
non ho un gatto, però voglio un cane, però
papà
dice che non vuole comprarlo" fece spallucce. "Mio fratello si chiama
Howard ed è stupido" i bambini risero e Lucy si
sentì in
dovere di redarguirlo per l'insulto. "Va bene, non lo dico
più!
Mia mamma fa pure lei la maestra, papà non lo so... come si
dice... però
fa i conti" Sean si illuminò, felice di essersi
spiegato.
"E' un contabile?" ridacchiò Lucy.
"Boh!"
"Va bene, va bene. A chi tocca?"
Un bambino alzò di scatto la mano. Lucy gli sorrise. "Vuoi
farlo tu?"
"No, maestra Lucy, ho un problema" la guardò preoccupato.
"Io non posso proprio fare questo gioco, maestra!"
La ragazza lo guardò accigliata: non voleva semplicemente
svicolare per non parlare di sè, sembrava davvero convinto
di
non poterlo fare. Il che era strano. Non le era mai capitato. Si
inclinò in avanti per leggere il nome sulla targhetta: Drew.
"Come mai non puoi giocare, Drew? E' divertente, vero
bambini?" gli altri annuirono.
Drew sembrò mortificato. "Lo so, ma mamma e papà
mi hanno
detto che non devo dire chi sono a quelli che non conosco"
"Oh" Lucy si grattò una guancia. Registrò
mentalmente Drew -
genitori apprensivi. "Ma io sono la tua maestra e loro i
tuoi compagni di classe"
"Lo so, ma mi hanno espiliticitamente
detto di non farlo, se no mi rapiscono o mi sparano"
disse, candido.
Lucy gelò sul posto. "Cosa?"
"Si" Drew annuì. Oramai aveva catturato l'attenzione di
tutti. "Mamma e papà hanno taaaaaaante pistole. E sparano"
"Uhm, fanno i poliziotti?" cominciò a sudare freddo.
"No, fanno altre cose, pericolose, però non me lo dicono. Ma
io lo so. Sono come... come... quelli della televisione!" Drew scosse
la testa e sembrò colto da un dubbio atroce.
"Forse non dovevo dirlo. Fanno cose segrete che non deve sapere nessuno"
Lucy si schiarì la voce: "Ok, ok. Qualcun'altro?"
Mentre i bambini disegnavano il loro animale preferito, in classe, gli
occhi di Lucy erano puntati su Drew. Quello che aveva detto il bambino
l'aveva visibilmente scossa, oltretutto era chiaro che i suoi genitori
fossero ben lontani da essere poliziotti. Non sapeva cosa pensare - era
divisa tra l'essere prudente e l'essere responsabile. Le
balenò in testa l'idea che Drew potesse essersi inventato
tutto. Forse per
quel piccolo dubbio, convocare i suoi genitori non sarebbe stato tanto
da impiccioni. Così si fece dare il quaderno dal bambino e
scrisse una veloce ma efficace convocazione. Sperò che fosse
la prima e l'ultima che le toccava scrivere.
All'uscita di scuola, osservò Drew volare tra le braccia di
una bella donna, distinta. Non sembrava una criminale.
Oh, beh, anche Jeremiah
sembrava un bravo ragazzo, poi mi ha messo le corna.
Lucy era una brava maestra. E, da brava maestra,
cercò di assumere l'espressione più informale e
rilassata possibile, davanti ai genitori di Drew, che la guardavano
preoccupati - non poteva dargli torto, il bambino era alla sua prima
settimana di scuola elementare.
"Senta, se ha fatto qualcosa, mi scuso in anticipo. Eppure Andrew
è tranquillo. La peste è sua sorella"
borbottò suo padre.
"Infatti Drew ha preso da me" intervenne sua madre. Era lei che lo
andava a prendere a scuola, Lucy la riconobbe subito. Quella mattina
indossava, però, un tailleur celeste: chissà cosa
si aspettava, per vestirsi in quel modo. Solo il giorno prima, la
ragazza l'aveva vista in jeans e maglietta.
L'uomo lanciò uno sguardo seccato a sua moglie. "Si, non
c'è bisogno di sottolinearlo, tesoro. Dicevo, è
un amore di bambino. Forse avrà preso male la sc..."
"Mi creda" Lucy sorrise e intrecciò le dita. "Drew si trova
benissimo qui. E' qui solo da una settimana, ma già ha
qualche amichetto. Si sa, i bambini fanno subito amicizia. Inoltre,
è molto beneducato e ha una proprietà di
linguaggio superiore rispetto agli altri"
La mamma di Drew sorrise tronfia. "Oh, questo perchè parla
due lingue. L'ha reso più intelligente. Sempre grazie a me!"
"Hai finito?" suo marito la guardò male. "Anche io do il mio
contributo, sa?" annuì ferocemente, rivolto a Lucy.
"Uhm, il problema non è Drew, nel senso specifico della
cosa. La settimana scorsa abbiamo fatto un gioco, in cui ogni bambino
doveva parlare di sè" guardò in modo eloquente i
due di fronte a sè. Non mossero un muscolo - non ci
trovavano niente di strano.
"Ecco, lui ha detto che non poteva partecipare al gioco
perchè..." gesticolò a caso. "Beh,
perchè se no gli sparavano. O lo rapivano. E che i suoi
genitori facevano cose segrete. Ora, signori DiNozzo, dovete capire che
quando ho sentito..."
"Oh"
"Ah"
I due coniugi si guardarono per poi scoppiare a ridere. Lucy
gonfiò le guance, offesa - la stavano prendendo in giro? Lei
si preoccupava per il piccolo, e loro ridevano! Ridevano! O forse ti stanno distraendo
così dopo possono ucciderti! La ragazza si
fece piccola sulla sedia.
"Ziva, la signorina pensa che siamo serial killer o deliquenti!" rise,
battendo una mano sulla cattedra.
"Oddio" Ziva si asciugò un principio di lacrima, senza
perdere il sorriso. "Mi dispiace, signorina Bishop, davvero. Io e mio
marito siamo agenti federali"
"Oh!" Lucy arrossì per la vergogna.
"Mia moglie è israeliana" rivelò Tony, una volta
calmatosi. "E, in passato, abbiamo avuto qualche problema. Il nostro
lavoro non è semplice, così abbiamo insegnato a
Drew ad essere prudente... deve aver frainteso le nostre parole"
soffocò una risata. "Ci dispiace!"
"No, scusatemi voi" la maestra si coprì le guance tinte di
rosso. "E' che Drew ha una fantasia così sviluppata! Dice di
avere una barca tutta sua, è che c'è suo zio che
ne costruisce tante in cantina" scosse la testa. "Poi ho sentito che
raccontava agli altri bambini di aver visto come siamo fatti dentro
e che ha dormito in una bara. Assurdo, vero?"
Ziva si schiarì la voce. "Veramente... è tutto
vero" Tony, accanto a lei, annuì.
"Tutto... tutto?" Lucy, pallida, alternò lo sguardo dall'uno
all'altra.
"Si. Che dire, abbiamo una vita movimentata!" Tony si grattò
la nuca.
"Non ci posso credere, davvero non ci posso credere" Ziva scosse la
testa e fece scattare la chiusura automatica dell'auto.
"Quando toccherà a Tali andare alle elementari, avvisiamo
prima le maestre" ridacchiò Tony e abbracciò da
dietro sua moglie, che scoppiò a ridere.
Maia says:
Della serie chi non muore si rivede AHAHHAHAHAHAHAHAHA
Ok, a mia discolpa posso dire che questa ff l'ha scritta praticamente
mia madre. Anche lei fa l'insegnante come Lucy, e oggi è
tornata a casa ridacchiando. Mi ha raccontato di questo bambino che da
un po' diceva strane cose su suo padre, che aveva la pistola, robe
così... (un po' come Drew, si xD). Mia madre ha subito
pensato che fosse un criminale (il che non è un fatto
strano, in quella zona) e anche le altre maestre si sono un sacco
preoccupate XD Ovviamente nessuno ha convocato nessuno, ma hanno
aspettato fuori scuola, per vedere chi andava a prendere il bambino (i
criminali in quella zona si sanno chi sono... si beh, è
lungo da spiegare, è tutto un giro di famiglie di camorra D:
No comment).
Il bambino veniva sempre preso da sua madre, ma proprio oggi
è arrivato suo padre... in divisa. Una divisa da
carabiniere.
Ovviamente, mia madre si è sentita molto molto stupida,
oltre che terribilmente in colpa XD
Perciò... PUFF. Mi ha ispirato u.u Non giudicatela male...
è solo scema, dai.
Ora torno a studiare storia :(
Fatemi gli auguri HAHAHHA
Baci,
Amalia.
* Prima classe dell'Elementary
school :) In pratica la nostra prima elementare.
P.s.: Naturalmente avete capito a chi si riferiscono i racconti di Drew
vero? HAHAHAHAHHA
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