You did the right thing

di Stria93
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Il telefono squillò improvvisamente, rompendo il silenzio che regnava nella casa dei Charming.
Rumpelstiltskin vide il nome DAVID comparire a chiare lettere sul display del cordless e premette il tasto di accensione per accettare la chiamata.
- Pronto? Gold? -
Rumpelstiltskin alzò gli occhi al cielo: chi altri doveva essere?!
- Sì Charming, sono io... - Rispose con impazienza. - ...ci sono novità? -
- Henry è riuscito a convincere Regina a rinunciare alla maledizione dei cuori vuoti. Per ora siamo al sicuro. -
La voce del principe sembrava sollevata e speranzosa ma Rumpelstiltskin sapeva che quella storia era ben lontana dal concludersi. Conosceva fin troppo bene Regina ed era sicuro che ella non avrebbe desistito così facilmente dal suo desiderio di vendetta.
- E Snow? Sta bene? - Chiese Charming, apprensivo.
- Sì, non preoccuparti. Tua moglie non ha corso nessun pericolo. -
Preferì tralasciare il fatto che Regina avesse fatto irruzione in casa con l'intento di strapparle il cuore.
Dall'altro lato dell'apparecchio ci fu un secondo di silenzio, poi il tono del principe si fece più esitante: - E...come sta? Voglio dire... -
Rumpelstiltskin capì immediatamente che Charming si riferiva allo stato di shock e depressione in cui Biancaneve era caduta dopo essersi resa, almeno in parte, responsabile della morte di Cora.
Lanciò una rapida occhiata alla donna dai corti capelli neri che sedeva sul letto, con lo sguardo triste perso nel vuoto e il volto inespressivo, poi sospirò: - Come prima temo. - Rispose con voce piatta.
- Capisco. Torno subito a casa. -
- Ok. -
Rumpelstiltskin riattaccò e si avvicinò lentamente a Biancaneve, che sembrava essere rimasta completamente indifferente alla telefonata.
- Era tuo marito. - Disse piano.
Lei parve non sentirlo.
- Sembra che Henry abbia convinto Regina a distruggere la maledizione. Il che significa che i miei servigi non sono più necessari. -
Di nuovo, Biancaneve non rispose e non distolse lo sguardo dalla finestra.
Rumpelstiltskin appoggiò il telefono sul letto e fece per andarsene.
- Come ci riesci? - Chiese ad un tratto la donna, con la voce ridotta ad un sussurro.
L'uomo si bloccò sull'ingresso della camera, senza girarsi.
- A fare cosa? -
Finalmente lei si voltò a guardarlo: - A convivere con te stesso, sapendo tutte le cose orribili che hai fatto. -
Lui sorrise amaramente di fronte alla spontaneità e alla disarmante verità di quella domanda.
Già, come faceva? Come aveva fatto tutti quei lunghi anni a sopportare il peso delle sue azioni? Come aveva fatto a convivere con il mostro che era diventato?
La risposta era sempre la stessa: Bae.
La speranza di ritrovarlo, la consapevolezza della sua missione, l'avere sempre ben chiaro il suo obiettivo...ecco come aveva fatto a resistere.
Ogni suo gesto, ogni sua decisione facevano parte di un disegno più grande finalizzato a ritrovare il suo amato Baelfire.
Aveva compiuto azioni terribili, aveva fatto del male a molte persone, aveva manipolato vite e corrotto cuori puri ma ogni volta rivedeva davanti a sé il volto di suo figlio che lo supplicava di non rompere l'accordo e di seguirlo in un mondo senza magia, e allora tutto perdeva importanza di fronte alla possibilità di ricongiungersi a lui.
Sppesò per un attimo la risposta ma alla fine, almeno per una volta, optò per la sincerità.
- Bè, ripeti a te stesso di aver fatto la cosa giusta. E se lo dici abbastanza spesso, magari un giorno finirai col crederci. - Rispose con voce amara prima di lasciare la ragazza sola con il suo turbinio di pensieri.
Ormai Rumpelstiltskin aveva perso il conto di quante volte si era ripetuto quella frase, come fosse un mantra:

Hai fatto la cosa giusta. L'hai fatto per Bae. Tutto ciò che stai facendo è solo per lui.

Eppure capitava che, durante la notte, si sentisse inghiottito dall'oscurità della sua stessa anima e il prezzo da pagare per la sua ricerca diventava quasi insostenibile...quasi.

 


 





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