Stay.

di irishsseyes
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PROLOGO.
 
Ottobre 2012, Londra, Inghilterra.
Entro nel parco e faccio un respiro profondo. 
A qualche metro da me, un gruppo di sedicenni ride e scherza. Cerco il suo volto con lo sguardo, e non ci metto molto a trovarlo. Eccolo, lì seduto con il suo skatebord in mano, intento a parlare con un suo amico. 
Quasi mi vengono le lacrime agli occhi. Ma non piango, non lo faccio ormai più da sedici anni.
Mi avvicino lentamente al tavolo di legno su cui è seduta la comitiva.
-Liam?
Una decina di paia di occhi mi fissano. 
-Sì?
Si gira, e finalmente lo vedo dopo tutto questo tempo. I suoi occhi color nocciola che amavo, il suo sorriso che sognavo tutte le notti e la sua voglia al collo, che riconoscerei sempre. 
-Posso parlarti?
Probabilmente si starà chiedendo chi io sia, o del perché una donna trentenne sappia il suo nome. Ma mi ritrovo a sperare che non si faccia troppe domande.
Lui mi fa un cenno, intimandomi a continuare, così io chiarisco: -In privato.
Liam si alza, guarda i suoi amici e sorride. Poi comincia a camminare verso una panchina. Si siede, e aspetta che io faccia altrettanto.
-Chi sei?- mi domanda, non lasciando trasparire nessuna emozione, se non forse un impercettibile senso di noia.
-Emma.- Il mio cuore perde un battito al ricordo di quando ci presentammo per la prima volta. -Non mi conosci. O meglio, non ancora.- spiego.
Apre la bocca, e fa per parlare, ma non lo lascio fare.
-Senti, sto rischiando molto. Ma se non lo faccio, potremmo non incontrarci mai più.-
Ed è in quel momento che capisce: io so il suo segreto. La maggior parte delle sue domande ha una risposta. Ma ha ancora un'incognita, che non esita a domandare neanche un secondo dopo: -Come sai?- chiede, aggrottando la fonte in quella maniera che ho sempre adorato.
Mi scappa un piccolo e malinconico sorriso. -Non ha importanza, ora.
Tiro fuori una piccola busta gialla borsa, e gliela porgo. -Ecco, tieni. Leggila quando sarai da solo. Capirai tutto, forse.-
Non aspetto altro. Mi alzo e, senza voltarmi indietro, percorro il sentiero inverso per uscire dal parco.
So che ciò che ho fatto ha dei rischi grossi, ma l'ho dovuto fare. Non ho nulla da perdere. Il mio piano potrebbe non funzionare. Potrebbe cambiare tutto, o niente. Ma cosa costa tentare? Tentare una vita diversa. Non sicura. Non comoda. Non nella media.
D'altronde, non era una vita così che avevo deciso?




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