Noi, percentuale!

di Nicklaus96
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Era un giorno come tutti gli altri, o meglio cosi doveva essere.
Per una vita intera ho combattuto contro quella stessa luce che dopo avermi acceccato, mi avrebbe rapito.
Ho controllato minuto per minuto quelle maledette lancette dorate, che si incontrano solo un paio di volte al giorno e per l'intero tempo rimanente l'ho passano distanti.


La mia domanda era sempre quella: "Ma come fanno a resistere cosi tanto tempo separati?".
Loro si muovevano e io rimanevo ferma, immune a qualsiasi tipo di tranquillità, perfezione.
E non capivo che quell'orologio stava aspettando la mia conclusione, andava all'indietro come per dirmi del tempo che stavo perdendo ma io non capito. Il tempo correva ma io rimanevo incompleta dal mio essere, come i pezzi di un vecchio puzzle ritrovato per caso quel giorno in cantina.

Per una vita intera ho desiderato tanto quel buio eterno, tanto da ritrovarla anche nelle cose più banali, nelle cose di tutti i giorni. 

Una lametta di metallo, quella mattina a scuola, doveva portarmi via ma in qualche modo non ero stata in grado di premere su quel polso.
La volevo, volevo assolutamente quella fine, ed ora sono sul punto di trovarla.


Ma cosa succede quando la tua fine, magicamente si trasforma in un nuovo inizio?
Quando ad un tratto ti accorci di essere al mondo, e vivi intesamente quella felicità come se fosse davvero l'ultima occasione per respirare?
Cosa ti succede quando una parte di te vorrebbe farla finita, e l'altra parte urla quanto invece vuole rimanere in vita?


La mia vita  era cosi, un giorno vivevo e l'altro morivo.




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