Questa one-shot è stata
scritta dal mio ragazzo……spero possa
emozionarvi come è accaduto a me!
Buona lettura! J
Ancora una volta era seduto
nell’oscurità di una camera da
letto, fissando le forme sinuose di una delle sue tante
“compagne di giochi”,
rimuginando su quello che di lì a poco sarebbe successo.
Non riusciva a focalizzare
l’attenzione sul vicino avvenire:
il suo sguardo, così come gli occhi della sua mente, erano
concentrati sul
corpo dalle formosità velate da un lenzuolo pallido della
sua compagna
d’avventura.
Distesa su un morbido materasso
anatomico era immobile
sembrava quasi morta, a testimoniare il contrario era il ritmico e
regolare
pulsare della sua vena giugulare, rischiarata da una lama di luce
prodotta
dalle smagliature di una tapparella.
Lui immobile con lo sguardo pieno di
lei la fissava, la sua
mente corse veloce immaginando la sua mano che percorreva il corpo di
lei in
cerca di sensazioni ormai ben note, ma tuttavia sempre eccitanti e
impossibili
da tenere a freno.
Proprio quello era il problema: la
consapevolezza di come
non sarebbe riuscito a fermarsi, le avrebbe stretto i polsi con forza,
lei
avrebbe sospirato e si sarebbe contorta, lo avrebbe provocato e lui
accettando
la sfida avrebbe perso ogni controllo, rendendosi conto solo troppo
tardi di
ciò che sarebbe accaduto.
In quell’inferno di
pensieri travolgenti, senza rendersene
conto, s’inginocchiò accanto a lei,
accostò la bocca ai suoi glutei ormai
riemersi dal buio del lenzuolo che con maestria quasi agghiacciante lui
aveva
fatto scivolare via.
Con la punta della lingua percorse
freneticamente la curva
del gluteo, arrivando fino alla coscia, ormai non era
più in
grado di fermarsi; in quel momento lei si girò su fianco con
un sobbalzo forse
per colpa di un brivido che le corse lungo la spina dorsale.
Lui si bloccò di colpo,
come se si fosse risvegliato da un
incubo, si allontanò rapidamente prima di perdere in modo
irreparabile il
controllo di sé.
In quel momento di
lucidità decise di attribuire giustizia
alla sorte che si era interposta con lo sventurato destino della
giovane, che
avrebbe subito se lui avesse continuato a esistere.
Con mano rapida estrasse una lametta
dalla tasca e
repentinamente la passò sulla vena del suo polso: quello che
sentì nei pochi
attimi ancora a sua disposizione, fu un caldo fiotto sgorgargli dalla
ferita e
scorrergli fiero lungo il braccio fino a morte sopraggiunta.
I suoi occhi vitrei fissavano ancora
il corpo seminudo di
lei, che giaceva tranquilla nel sonno a mezzo metro dal suo esanime in
preda
agli spasmi nervosi che si sarebbero spenti
nell’oscurità, a testimonianza di
quanto la vita e la morte siano legate da un soffio di follia.
SetRaffaele
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