Una “normale” coppia di omosessuali. -Storie di Uchiha, vendicatori, Buddisti, volpi e porcospini.-

di EuphemiaMorrigan
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Una “normale” coppia di omosessuali.

-Storie di Uchiha, vendicatori, Buddisti, volpi e porcospini-

  Capitolo uno: l'inizio della convivenza più disastrosa del secolo.

Note: Hola! Allora comincio con il dire le coppie che a volte vedremo insieme alla principale (MadaraxNaruto), almeno così vi preparate al crack: ShisuixItachi, SasukexKarin (Non lo metterò mai con Sakura), IzunaxTobirama (Per chi segue Gensaku-sha apparirà anche lì questa coppia), HidanxTayuya, FugakuxMikoto, KakashixObito. Gli Uchiha, non hanno nulla di normale su questa fic e... Non segue una trama lineare, sono Flash un po' comiche, demenziali e a volte romantiche su una delle coppie che mi piace di più. Bacio!

 

Madara Uchiha. Trenta cinque anni. Uomo di bella presenza, economicamente indipendente e affermato; era costretto ad assistere ad una mancanza di rispetto tale da fargli accapponare la pelle.

Naruto Uzumaki il suo, disgraziatamente e disgraziato, fidanzato. Venticinque anni, ma con il cervello di un bambino di cinque; gli era piombato in casa, senza permesso. Si era stravaccato sul SUO divano, senza permesso. Aveva acceso la SUA tv, senza permesso. Si stava ingozzando con i SUOI biscotti, senza permesso. Da ore.

Strozzati, dannazione. Oppure ti strozzo io... Pensò con furia, assottigliando le palpebre ed osservando quella feccia della società con cui divideva il letto.

«Madara? -Lo richiamò, puntando i suoi occhi azzurri su quelli neri dell'uomo- Sembri arrabbiato!» Concluse con uno sbadiglio, a bocca piena.

Lui lo osservò schifato e sibilò «E secondo te come mai sembro arrabbiato? Tesoro» Quel tesoro pareva più una velata minaccia di morte.

Uzumaki si posò un dito sulle labbra e pensò, poi addentò un altro biscotto «Problemi a lavoro?».

«No. Amore» Stesso tono di prima. Quando Madara si rivolgeva a lui con epiteti affettuosi non era mai una buona cosa. Peccato che Naruto fosse così scemo da non accorgersene.

«Problemi in famiglia?» Chiese di nuovo, grattandosi lo scalpo. Leggermente confuso.

«Nemmeno. Cucciolo» Negò acido, domandandosi quanto ci avrebbe messo a capire che il problema era lui. Probabilmente non l'avrebbe mai capito.

Il biondo gonfiò le guance «E allora che diavolo hai?» Parlò annoiato da quel botta e risposta. Era andato a casa sua per ricevere attenzioni e coccole, non per fare conversazione. Almeno poteva consolarsi con i biscotti, Madara era un ottimo cuoco.

L'uomo adulto gli si avvicinò, si chinò sulla sua faccia da ebete e, sorridendo sadico, urlò «PEZZO DI DEFICIENTE. GUARDA IL CASINO CHE HAI COMBINATO SUL MIO DIVANO» Indicò il “biscotticidio” che aveva causato ai suoi piedi. E pensare che aveva pulito proprio quel giorno. Ed in più quei dannati biscotti doveva mangiarli lui, non l'idiota.

Naruto si sturò le orecchie con le dita, lo guardò stralunato per qualche secondo, poi alzò le spalle fregandosene; circondò il suo collo con le mani, avvertendo le vene pulsare per la rabbia, e baciandolo cominciò a dire «Senti, pensavo...».

«Cosa assai rara» Lo interruppe scoccandogli un'occhiata carica d'odio, quel divano lo aveva pagato un occhio della testa.

Il più piccolo passò sopra all'insulto e, con un tenue sorrisino furbo, continuò «...E se venissi a vivere qui? In fondo sono già cinque anni che stiamo insieme» In realtà, secondo lui, erano molti di più. Naruto aveva cominciato a “stalkerizzarlo” dai suoi sedici anni; cioè da quando un giorno, andando a trovare il suo migliore amico (Sasuke -schizofrenia- Uchiha), non si era imbattuto in lui. Ma era riuscito a farlo cedere, per disperazione, solo dopo quattro lunghi anni.

Madara rimase scioccato, ancora piegato su quel ragazzino-idiota, con la bocca dischiusa e lo sguardo perso nel vuoto. Forse era riuscito ad ucciderlo. O forse no, ancora respirava.

Uzumaki a quella vista ghignò vittorioso, sgusciò da sotto di lui e correndo verso l'ingresso dichiarò «Chi tace acconsente. Vado a prendere le mie cose. Ti amo tanto» Finì con una risata cristallina.

L'Uchiha si fece cadere sul divano, portò una mano tra i lunghi capelli color ebano e sospirò avvilito.

Vorrà dire che mi libererò di lui uccidendolo nel sonno... Si disse contando le briciole sparpagliate a terra e tentando di ricordarsi doveva aveva poggiato la mannaia.

Perché si era messo con quel ragazzino? Ah, sì. Era bravo a letto!





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