#Amico
Quando alle undici di sera avevano suonato alla sua porta, Klaus pensò che le possibilità potevano essere soltanto due: o Tyler Lockwood era tornato strisciando a chiedere perdono per lo spettacolo tragi-comico che aveva messo in scena con il suo gruppo di ibridi, o era uno di quei fastidiosissimi venditori ambulanti che non smettevano di complicargli la vita ed alimentare le sue manie omicide, già di per sè sviluppate, neanche nel periodo natalizio.
In entrambi i casi era pronto a sfracellare il cranio di chiunque si fosse mostrato oltre quella porta.
Per questo fu sorpreso quando si trovò davanti lui.
O meglio, Klaus fu costretto a sbattere un paio di volte gli occhi perchè quello non sembrava in alcun modo Stefan Salvatore.
Si conoscevano da parecchio tempo, loro due, eppure non ricordava di averlo mai visto così sconvolto; muscoli tesi, occhi rossi e gonfi, mani tremanti, aria smarrita.
<< Stavo andando a morte certa verso dodici ibridi infuriati e vendicativi >> gli ricordò Klaus. Non aveva perso il suo cinismo, dopo tutto.
Stefan però non sembrò neanche averlo ascoltato.
<< Sono andati a letto insieme >> provò a dire, la voce soffocata dai singhiozzi.
Klaus si spostò da un lato e lo lasciò entrare, sbuffando.
Odiava fare la parte dell'amico consolatore.
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