If you blow up the kitchen again, I'll force you to watch Harry Potter di Mahiv (/viewuser.php?uid=108064)
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If you blow up the kitchen again, I'll force you to
watch Harry Potter
John poggiò il suo portatile sul tavolo e si sedette sul
divano accanto a Sherlock, che ne occupava la maggior parte, essendosi
messo in una delle sue strambe posizioni.
«Onestamente, non riesco a credere che tu non abbia mai visto
Harry Potter.» Disse, premendo play.
Uno sbuffo provenne dalla massa informe di coperte sotto il quale si
celava il suo coinquilino.
«Onestamente, non ho mai sentito il bisogno di
farlo.»
Sospirò teatralmente mentre si raddrizzava, facendo un
minimo di spazio al dottore, così che potesse sedersi
più comodamente al suo fianco.
«Perciò...di cosa parla?»
John represse un ghigno.
«Magia.»
Pronunciò, ben consapevole che il detective non tollerasse
certi temi.
Sherlock lo guardò con un cipiglio oltraggiato.
«Me lo vuoi far vedere solo per farmela pagare.»
Disse, assottigliando gli occhi.
«Ti ho già detto che non potevo prevedere che
l'acido muriatico condensato potesse reagire in quel modo nel
microonde!»
Il dottore scosse la testa, divertito, cercando di sembrare innocente.
«Non so di che parli. Voglio solo passare una serata normale
con te.»
«Tu.
Avrei dovuto immaginarlo.» Borbottò il
più giovane, accusatorio, mentre le prime scene del film
scorrevano sullo schermo.
Non ci furono che un paio di minuti di silenzio.
«Tutto questo è irrazionale, e stupido.»
John scosse la testa, cercando di non ridere della sua reazione.
«E' solo un film, Sherlock, non dev'essere
razionale.»
«Ed è per questo che è stupido. Come fa
un neonato a sopravvivere ad un 'anatema che uccide'?
Che cosa significa, poi?»
John si permise una breve risata, e si sistemò
più vicino al detective; quel giorno faceva dannatamente
freddo, ed il suo corpo emanava un piacevole tepore.
Da quando Sherlock era tornato il loro rapporto si era fatto
più...fisico.
Il dottore cercava spesso un contatto, che fosse un abbraccio, una
stretta di mano, una carezza.
Qualcosa per potersi accertare in qualunque momento che lui fosse
davvero lì, vivo.
E col tempo il detective ci aveva fatto l'abitudine, lasciandolo fare,
senza porre questioni.
«Capirai più avanti, avremmo visto due minuti di
film, non puoi pretendere di 'dedurlo'.»
Sherlock avvolse un braccio attorno alle spalle del dottore,
tirandoselo più vicino, e sospirò.
«Potrei già aver finito l'analisi del vetrino di
quell'esperimento in cucina, in questo momento.»
«Prendi questo
come un esperimento, allora. 'Per quanto tempo posso sopravvivere alla
noiosa ed ordinaria vita'.» Sorrise John, e colse l'occasione
per poggiare il capo sulla spalla del coinquilino.
«Già provato. E' finita con una dipendenza da
cocaina.» Mormorò tranquillamente.
Il dottore lo fulminò con un'occhiata. «Molto
divertente.» Ricevette in risposta delle spallucce.
«Già non lo sopporto più. Oh andiamo,
una moto volante? E non la sente nessuno? Come minimo quel bambino
dovrebbe diventare sordo!» Gridò Sherlock,
puntando indignato con indice contro lo schermo.
John rise di nuovo, non riuscendo a rimanere serio di fronte alla
smorfia indignata dell'altro.
«Sapevo che sarebbe stato divertente.»
«Non lo è. E' orribile. Perchè ho
lasciato che mi trascinassi in questa cosa?» Gemette lui,
tentando però di reprimere un sorriso, sentendo la risata
del dottore.
«Perchè io convivo ogni santo giorno con le tue
stramberie, e non mi lamento. Quasi.»
«Ma a te piacciono le mie stramberie.» Sherlock si
esibì in un leggero broncio, ridacchiando leggermente.
«Quindi non è equo. E la zia di quel ragazzino mi
ricorda Mycroft.» Commentò solennemente,
squadrando Petunia inclinando un po' la testa.
John scoppiò immediatamente in una risata, seguito subito da
Sherlock.
«Oh mio Dio. Non sarò mai in grado di guardarlo di
nuovo.»
Scosse la testa, ancora ridacchiando.
«Beh, visto? Non è poi così
male.»
Sherlock si tirò John un po' più vicino, e
coprì entrambi con una delle varie coperte in cui era
aggrovigliato.
«Suppongo di no. Anche se immaginarmi Mycroft con una
parrucca ogni volta che inquadrano quella donna mi disturba.»
Disse con una risata.
«Dio, è terrificante.» John finse di
rabbrividire.
«Soprattuto vederla mentre coccola Vernon.»
Il detective sembrò ponderare quell'affermazione con cura.
«Lestrade può essere Vernon.» Sorrise al
dottore, come colto da un'illuminazione.
«Oh, è perfetto.»
John scosse la testa, ridacchiando.
«Nah, Greg è troppo carino per fare
Vernon.»
Sherlock alzò un sopracciglio e la sua soglia di attenzione
per il film calò molto al di sotto dello zero.
«Hai appena chiamato Lestrade 'carino'?»
Il dottore balbettò una risposta, messo un po' a disagio
dallo sguardo intenso dell'altro.
«Uhm...sì, credo...credo di averlo fatto,
sì.»
Il più giovane emise un verso stizzito, e tornò a
guardare lo schermo, senza prestarci davvero attenzione.
«A stento, direi. Ha i capelli grigi e non sembra proprio
essere al massimo della sua forma.» Lo criticò
Sherlock.
John, da parte sua, aggrottò le sopracciglia.
«Beh, il brizzolato ha il suo fascino, e a me sembra in
forma.»
Sherlock sbuffò dal naso, facendo notare la sua irritazione.
«Stai scherzando! Lui non è in forma, io sono in
forma! Ed i capelli grigi significano solo che stai diventando vecchio,
non sono affascinanti.» Borbottò, portandosi le
ginocchia al petto.
«Per quanto tempo dovrò subire questo supplizio?
E' orrendo.»
L'ex soldato alzò gli occhi al cielo.
«Oh andiamo, ti stava piacendo fino ad un momento
fa.»
«Ho improvvisamente
cambiato idea.» Disse il detective mettendo il broncio, e
togliendo il braccio da attorno a John.
Il dottore sollevò un sopracciglio, sorridendo.
«Io credo...che tu possa essere Hermione.»
«Hermione? Grazie tante, è l'unica con un briciolo
di cervello. Ma nel caso tu non l'abbia notato, non sono una ragazzina
di undici anni, e la mia capacità celebrale è
nettamente più elevata. Tu puoi essere quel rosso stupido,
se ti senti escluso.» Sbadigliò, ora completamente
annoiato.
«Sono ben consapevole che tu non sia un'undicenne, ma sei
sorprendentemente intelligente, in un modo che spesso ti fa allontanare
le persone, ma sei anche affettuoso, in un modo tutto tuo, e legato
alle persone a cui tieni. E anche se non lo credi, sei
spendido.»
Sherlock si voltò verso il coinquilino, con uno strano
sguardo, tentando di sopprimere un leggero sorriso.
«Io sono
legato a te.» Disse con tono serio, aggrottando lievemente le
soppraciglia, per poi riavvolgere le braccia attorno al dottore.
«E so di poter risultare attraente.» Aggiunse con
un sorriso soddisfatto, tornando a guardare lo schermo.
John scosse la testa, sorridente, carezzando lentamente la mano
sinistra di Sherlock, tracciando disegni immaginari su di essa.
Sherlock commutò la sua attenzione dal film alle dita di
John -con più discrezione possibile così che
l'altro non lo notasse-, ascoltando ancora i suoni di fondo, ma
osservando qualunque cosa John stesse disegnando sul dorso della sua
mano.
«Mi costringi a prestare attenzione ad un film del genere, e
non appena comincio a trovarlo sopportabile mi distrai.»
Mormorò, non sapendo dire se si stesse rivolgendo
più a se stesso o a John, mantenendo lo sguardo sulle loro
mani.
Il dottore alzò lo sguardo su di lui con un'espressione un
po' imbarazzata, bloccando il movimento delle dita, come un bambino che
è stato preso in flagrante a rubare dal barattolo dei
biscotti.
«Oh, uhm..scusa.» Balbettò.
Sherlock portò gli occhi in quelli del coinquilino.
«Non era una critica. Non mi da fastidio.»
John deglutì ed annuì velocemente, sentendo uno
strano nodo in gola,.
Cercando di evitare qualunque tipo di contatto visivo
riportò l'attenzione al film.
«Tu guarda, Donovan.» Disse con una voce tesa e
forzatamente ilare, all'ennesima entrata in scena di Draco Malfoy.
«E c'è anche Anderson.» Aggiunse, alla
vista dei due scagnozzi Serpeverde.
Quell'immagine riuscì a strappargli una breve ma sentita
risata, e decise di voltarsi per un momento verso l'amico, aspettandosi
di trovarlo con lo sguardo rivolto al portatile, con un sorrisetto di
scherno alla vista di quei personaggi che sicuramente stava reputando
troppo intelligenti per avere la parte di Anderson.
Lo sguardo del detective, però, era ancora puntato verso di
lui.
Sherlock sorrise amabilmente, mentre intrecciava le dita con quelle del
dottore.
E qualcosa dentro la testa di John diceva che era stato osservato anche
durante il suo scialbo tentativo di alleggerire quella strana atmosfera
che era andata creandosi.
Sentì la mano del detective indietreggiare leggermente, per
permettere al suo pollice di fuggire da quella stretta, andandosi a
posare più in basso, sul suo polso.
L'angolo destro delle sue labbra si sollevo impercettibilmente,
mostrando un sorriso per meno di un istante.
Realizzò forse troppo tardi, il buon dottore, che per aver
notato quel sottile cambiamento doveva aver fissato con estrema
insistenza suddette labbra.
Non fu lo stesso per Sherlock Holmes che, da eccellente consulting
detective, non si perse quel particolare.
Rimase a guardare il suo coinquilino finchè questo non
riportò velocemente lo sguardo sui suoi occhi, leggermente
imbarazzato, capendo di esser stato colto in fallo dal detective.
Sherlock gli concese un momento di smarrimento, avvicinandosi con
estrema lentezza, respirando per un breve momento sulle sue labbra, per
poi premerle delicatamente sulle sue.
John spalancò gli occhi, sentendo quella soffice pressione
su di sè, e maledì sia il suo coinquilino che se
stesso.
Perchè quando avvertì il proprio sangue pompargli
nelle orecchie, si accorse di un pulsare meno assordante, ma comunque
prepotente, reso identificabile da una leggera pressione su di esso.
E mentre chiudeva gli occhi, cercando le labbra di Sherlock,
scacciò quella presa che stava registrando le reazioni sul
suo polso, pensando che, diavolo, quello era barare.
Sherlock, comprendendo i pensieri dell'altro, sorrise sulle sue labbra,
e lo baciò con più veemenza.
E mentre il dottore portava una mano fra i suoi capelli, il detective
pensò che, forse, guardare Harry Potter non era stato poi
così male.
NdA
Okay, inizierò col dire che non so cosa questa
^ sia.
Oggi stavo male,ed in un moto di nostalgia ho
riririririririririririririririririguardato il primo film di Harry
Potter, e...non lo so, appena ho realizzato che Petunia mi ricordava
Mycroft ho cominciato a ridere come una celebrolesa, e ho deciso di
scriverci qualcosa su.
Credo che Sherlock mi sia caduto nella fossa dei ragni dell'OOC, ma non
ne sono sicura.
Se così dovesse essere, le mie più sentite scuse,
mi flagellerò.
Vi ringrazio come sempre se siete giunti a leggere fino alla fine,
siete persone buone e caritatevoli, e Jawn vi vorrebbe molto bene.
Farewell!
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