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di dalmata91
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1°CAPITOLO

IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA E IL LICENZIAMENTO DI SUO PADRE


Iniziò il primo giorno di scuola. Era il 20 Settembre.
Feci il primo superiore al liceo artistico dove studiò arte: la passione che coltivai fin da piccola. Dovetti prendere l'autobus, la fermata si trovava a 20 km e per arrivarci ci volle mezz'ora. 
La città era molto grande come fosse Los Angeles: tram, metropolitane e autobus urbani ed extraurbani. Il viaggio durò molto perchè c'era molta confusione e traffico di prima mattina. 
Mi svegliai alle 6, non mi alzai subito dal letto, mi strofinai gli occhi, andai in bagno a lavarsi e infine preparai la colazione per tutta la famiglia. 
"Come ti senti al primo giorno di scuola?" chiese la madre dagli occhi verdi, capelli castani con meches bionde, corpo esile e statura bassa. 
"Non lo so....Sono imbarazzata e mi vergogno!" rispose Noemi. 
"Ma va...E' una cavolata il primo giorno di scuola! gridò Dany prendendomi in giro. Aveva gli occhi grandi castano chiaro, le mie stesse labra, carnagione bianca, corpo robusto e statura media.
"Non intrometterti! Noemi, dai ce la farai e stai attenta in giro! Mi raccomando!"
"Si, mamma" –sorrisi alzandosi dal tavolo, presi lo zaino e partii.
Arrivai a scuola, mi soffermai un minuto ad osservarla, sentii l'appello della sezione in cui fui iscritta e ci andai subito.
Mi sedetti all'ultimo banco, una ragazza mi presentò: "Piacere, Manuela".
"Piacere, Noemi."
All'una, arrivai a casa, sentendosi strana ma finalmente contenta di tornare a casa. Entrando in cucina, sospettai qualcosa dato le facce sconvolte della famiglia e chiesi cosa fosse successo. 
"Vieni, piccola. Mi sono licenziato da questa campagna perchè c'è crisi. L'ho venduta, ho guadagnato qualcosa….se trovo lavoro al centro, dovremmo cambiare casa. Non è sicuro, ora cercherò un lavoro buono"- disse mio padre robusto e muscoloso.
"Ok, mi dispiace. Vado in camera..."- gli dissi sconvolta. 
Rimasi sola in camera, mi connettei su Facebook e iniziai a fare amicizie con i nuovi compagni.
Prima di cena, sotto camera mia, sentii un urlo e delle voci confuse...


 




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