Soffice

di LemonKing
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Soffice

 


Izaya prese dal contenitore di vetro ciò che apparteneva alla Dullahan - che in quel momento attraversava le strade di Ikebukuro sulla moto nera senza fari, né targa.
La testa era soffice al tatto: morbidi i capelli e le guance.
Nonostante la sua immobilità, non la si poteva definire fragile.
Era una forza viva: lei era la causa di tutto, ispirava l’amore, l’odio, la follia; riempiva i cuori di ogni tipo di sentimento, portando chiunque a compiere azioni di qualsiasi tipo, come fosse il Dio per il quale si vive, si ama, si uccide quello inesistente dell’altro.
Lei dimostrava l’esistenza di qualcosa di mostruoso e sovrannaturale in un mondo composto da esseri umani.
Il bel capo dai lineamenti delicati divertiva l’informatore. Questi poteva distruggerla in qualsiasi momento, ma, fin ad ora, non lo aveva mai fatto.
Anche quel giorno, vi giocò passandosela tra le mani. Sentiva la vita scorrere sotto la pelle, attraverso le guance.
“Mia bella addormentata”, le disse ironico.
La baciò. Posò le labbra su quelle immobili e morbide di lei.
Ma non riuscì a svegliarla. Beh, non era certo la persona più adatta per farlo.
Gli occhi rimasero chiusi, le ciglia abbassate accarezzavano l’epidermide priva di occhiaie.
L’espressione della testa non cambiò nemmeno per un impercettibile secondo.
Izaya era abituato a tutto quello.
Quando era solo si divertiva a toccarla, tenerla tra le mani, lanciarla in aria e riprenderla, metterla sottosopra, strofinare le dita contro le sue guance. Il tutto per farle avere una reazione, nonostante non si fosse svegliata neanche con ciò che le aveva appositamente creato a Ikebukuro.
L’informatore passava molto tempo con lei, che non poteva respingerlo, né mostrarsi infastidita dalla sua presenza o ‘cattiva’ compagnia.





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