De Lilio et Cervo
De Lilio et Cervo
salve a tutti!!! questa è la mia prima
storia, e sono un po' emozionata...^^'... allora, come prima fanfiction ho deciso di
trattare di una coppia che mi sta davvero a cuore: Lily e James, contornata
ovviamente dalle furberie dei nostri amati Malandrini!
Dedico
questo capitolo alla mia amica Erica, che mi sostiene sempre e a cui voglio un
bene dell'anima...ok, è tutto, buona lettura!!
Capitolo I : "Un giorno di ordinaria follia"
Settembre, giornata decisamente calda a Hogwarts. Lily Evans approfittava di
quel calore per rilassarsi un po’ in riva al lago e niente, assolutamente niente
di niente, l’avrebbe distolta da quell’occupazione.
- Ehi, Evans!-, esclamò, vicina, una voce piuttosto strafottente.
Grrrrr. Detto, fatto. Quello aveva sempre l’orologio programmato sull’ora più
giusta per romperle le scatole.
- Che vuoi Potter?-, chiese glaciale, alzandosi in piedi di scatto.
- Mi chiedevo, se fosse, ecco, come dire, legale, se tu il prossimo fine
settimana lo passassi con me a Hogsmeade-, rispose con tono arrogante e
sarcastico. Evans distorse la bocca.
Il fatto era che Lily, da brava Caposcuola, aveva sempre a che
fare con quel deficiente, la sua combriccola di decerebrati e le loro
consuete marachelle idiote e trovava ogni volta in quello che facevano, qualcosa che non era
legale. Non che fosse difficile…
- Per essere legale, è legale, Potter, ma la risposta la sai benissimo-, fece
fredda e distaccata.
- Devo prenderlo come un no?-, domandò con voce suadente avvicinandosi ancora
di più a lei.
- Ma come siamo perspicaci, allora qualcosa ce l’hai nella testa oltre a una
marea di cavolate senza identità-, il suo tono era al vetriolo.
James Potter, stesso suo anno di scuola, un bullo arrogante, prepotente,
specializzato nell’essere il suo incubo personale, e maledettamente bello. In
poche parole, un perfetto stronzo.
Proprio per questa sua ultima qualità, alle parole di Lily, le sue labbra si
curvarono in un sorrisetto maligno.
Evans non lo prese in considerazione e fece per togliersi dai piedi
definitivamente, quando James l’afferrò per un gomito.
La Evans si voltò
di colpo, sorpresa... non l'avesse mai fatto!
Ciò che accadde dopo fu velocissimo, la bocca
di James si posò con irruenza su quella di Lily, le dischiuse le
labbra e insinuò la sua lingua nella bocca di lei senza pietà. La strinse possessivamente
contro di sé, prendendole la vita con un braccio e insinuandole una
mano nei capelli.
Questo era davvero troppo,
Lily alzò la mano pronta a lasciare un segno, il più possibile indelebile, sulla
guancia Potter, ma fu fermata proprio dal diretto interessato, a due centimetri
dalla sua meta.
James si staccò ansimante e con un ghigno soddisfatto mentre tratteneva nella
sua mano quella di Lily.
- C’è qualcos’altro nella mia testa-, riprese, lasciando la presa dopo un po’
che Evans lo guardava spaurita e incazzata.
- E che sarebbe? Ormoni in subbuglio? Trovati un’altra su cui scaricarti,
Potter. Io. Ti. Detesto.-, concluse sillabando minuziosamente le ultime tre
parole. Poi corse via, indignata.
James accusò il colpo: ogni volta che lei ammetteva di odiarlo gli sembrava
di dover digerire un macigno.
" Stupida", pensò James " Dentro la mia testa ci sei anche tu, anzi solo tu".
Ed era vero, James Potter aveva l’orrenda sensazione di interessarsi un po’
troppo a quella miss Perfettini, orgogliosa e tutta d’un pezzo.
Da un angolo spuntò una chioma corvina, pettinata distrattamente e sempre più
vicino si fece Sirius Black, alter ego indiscusso di James Potter, compagno di
svariate cazzate, alias migliore amico.
Entrambi avevano quel modo di fare strascicato ed entrambi potavano la
cravatta della divisa come un cappio del boia troppo largo, sopra una camicia
eternamente sgualcita e mezza sbottonata.
Che ci volete fare, era il loro fascino.
- Ramoso, ho visto da laggiù il tuo fantastico insuccesso-, esclamò Sirius
con il tatto di un rullo compressore.
- Lasciami in pace, Felpato-, rispose James nervoso – Me ne sono reso conto
anche da solo-, borbottò lasciandosi cadere di buona grazia per terra.
- Andiamo, amico, non te la prendere, ce ne sono altre carine in questa
scuola, e molte sono in fila da te. Perché cavolo ti ostini ad andare dietro a
quella verginella, me lo devi spiegare!-, lo consolò Sirius, raggiungendolo
sull’erba.
- Non lo so Sirius, non me lo spiego nemmeno io-, fu la lamentosa risposta e
James si accese una sigaretta, tremando leggermente.
Lily Evans, intanto, raggiungeva la biblioteca per poter studiare in santa
pace.
Si sedette al primo tavolo che le capitò e aprì di mala voglia il tomo di
trasfigurazione alto tre dita.
Ma la sua mente vagava beata nella sua giungla di sentimenti personale, così
non riuscì a studiare nulla, distratta soprattutto da un pensiero che aveva nome
e cognome: James Potter.
Ora, che tra lei e Potter non scorresse buon sangue era cosa chiara, anzi
cristallina. Passavano metà giornata a battibeccare anche sulle cose più insulse
e soprattutto sulle intenzioni di lui.
Erano infatti circa quattro stramaledettissimi anni che James le chiedeva
insistentemente di uscire. Ovviamente la Evans aveva preso la cosa come una
costante provocazione, ma già da un po’ di tempo le sue sicurezze vacillavano e
quello che era successo quel pomeriggio le aveva fatte crollare quasi
definitivamente. Provocatore, provocatore, provocatore, si ripeteva un’infinità
di volte nella propria testa.
- Lily-, sussurrò una voce allegra facendola riemergere dalle sue
preoccupazioni.
- Oh, ciao Joy!-, esclamò ad alta voce, riconoscendo l’amica.
- Shhhh, stupida, siamo in biblioteca, se ti becca la Pince a sbraitare così,
di' pure addio alle tue corde vocali-, rispose Jo guardandosi attorno
preoccupata.
- E poi sei Caposcuola!-, urlò poi, scoppiando subito dopo a ridere. Joy
adorava mettere nei casini Lily a causa della sua carica.
- Mi vuoi proprio vedere morta, eh?-, fece Lily alzandosi e trascinandola
verso l’uscita.
Uscirono fuori correndo e andarono a sbattere contro qualcuno, o
qualcosa.
- Ma guarda chi c’è! Cos’è? il raduno delle sporche mezzosangue?-, domandò
una voce sarcastica e cattiva davanti a loro.
- Levati dalle scatole, Nott-, scattò Lily, irosa; con certa gente proprio
non sapeva usare altre maniere.
Ebbene sì, signori e signore, strano ma vero, c’era gente che riusciva
sull’anima a Lily Evans ancora di più di James Potter, ovvero: Avery, Nott e
Piton, Severus Piton. Quest’ultimo un tempo suo migliore amico e preda preferita
della cricca di Potter, adesso suo nemico giurato e… sempre preda preferita
della cricca di Potter. Certe cose, si sa, non cambiano mai, soprattutto se tu
sei un serpeverde antipatico, poco socievole e aspirante mangiamorte e loro sono
dei grifoni pieni di sé, che tentano di cambiare il mondo e tu gli sei
nettamente d’intralcio.
- Calma Evans, noi non prendiamo ordini da una come te-, disse Avery,
andandole vicino.
Lily trasalì appena le sfiorò il viso con la mano.
- Non mi toccare-, sibilò. Ne aveva abbastanza di mosse a sorpresa per quel
giorno.
- Ti ho detto che non prendo ordini da te-, ripeté ancora più vicino. Sul
volto di Nott apparve un ghigno malefico, Severus Piton invece osservava la
scena e sembrava combattuto da sentimenti contrastanti.
Joy, che non era abituata a discutere a parole, passò ai fatti, afferrò per
un braccio Avery e lo spinse via da Lily.
- Lambert, quante volte ti devo dire che…-.
- Insomma, che succede qua?-, intervenne una voce profonda, buona ma
autoritaria.
- Caposcuola Lupin!-, esclamò Lily, mai stata contenta di vederlo come in
quel momento.
Remus Lupin, eccellente a scuola, non era quel che si definiva un tipo
logorroico, ma era simpatico.
Per qualche stranissima, quanto mai inspiegabile ragione era finito a far
parte del gruppo dei Malandrini di Potter.
- Ma guarda, guarda, Lupin, dove hai lasciato i tuoi amichetti? Devo ancora
darvi una ripassata per quello che avete combinato l’altro giorno-, disse Nott
avvicinandosi al Caposcuola.
- Temo che in questo momento non sappia dove siano-, la voce tranquilla di
Remus s’incrinò appena quando Avery tirò fuori la bacchetta.
- Non ora Avery, li voglio tutti insieme-, gli ordinò Nott con un cenno della
mano.
- Allora arrivederci a tutti quanti, e… Evans, attenta a dove vai-, concluse
quasi minacciandola.
Se ne andarono, lasciando a Jo, Lily e Lupin un po’ di
sollievo. Proprio mentre sia Jo che Lily stavano cordialmente ringraziando Lupin
per il suo pronto intervento, due facce familiari e terribilmente insolenti
apparvero al fianco del Malandrino. lo sguardo di Sirius li passò in rassegna
uno ad uno fino aJo, sulla quale si soffermò quanto bastava a farla assossire
spasmodicamente e tentare di nascondersi dietro una semi esasperata Lily. Questo
era quello definibile: Effetto Sirius Black: Jo era cotta, anzi bruciata, di lui
dal quarto anno, ovvero da quando l’aveva aiutata a riprendere il suo gatto
malefico, che aveva avuto la malaugurata idea di godersi le stelle dalla torre
di astronomia, senza saper riscendere. Sirius era salito sopra la torre coraggiosamente, ed eroicamente l’aveva tirato giù. Senza contare che
Sirius era un gran bel pezzo di ragazzo – e sembrava ben consapevole
di ciò- e questo rendeva Jo ancora più imbarazzata in
sua presenza.
- Potter?- la voce di Lily scattò come una trappola.
- Problemi, Evans?-, la rimbeccò James.
- Non si fuma all’interno degli edifici scolastici!-, Lily Evans era pienamente
rientrata nel suo ruolo di Caposcuola. James sorrise impercettibilmente,
inutile dire che lo avesse fatto apposta, giusto per
provocarla.
- Andiamo, Evans… aspetta che la finisca, almeno!-, esclamò James con una
faccia tremendamente da schiaffi.
- Io non sono qua ad aspettare i tuoi porci comodi, Potter, quindi spegni
quella sigaretta che altrimenti lo farò io-, rispose Lily con la mano che
implorava di riuscire in quello in cui poco prima aveva fallito.
- Su, bambolina, meno acida, perché se no i ragazzi scappano-, rispose
tronfio James.
La bomba a orologeria era esplosa. Joy guardò la sua amica in un misto fra il
preoccupato e il divertito mentre Sirius e Lupin si stavano evidentemente
chiedendo cos’avesse Lily che era diventata di un colorito violetto con
sfumature bluastre.
Lily si avvicinò con passo esageratamente misurato a James, squadrò quel
ghigno deliziosamente malizioso dal basso verso l’alto e con un gesto rapido
sfilò la sigaretta dalla bocca di lui.
Potter sembrò smarrito per un momento.
- Ehi, Evans…-
- Nessuno, dico, nessuno…-, cominciò spezzando in due la sigaretta e
fissandolo dritto negli occhi.
- Mi può chiamare…- sbriciolò la sigaretta e la buttò in terra.
- "Bambolina"-, sibilò glaciale sempre senza staccare
gli occhi dai suoi, pestando per una volta i residui sul pavimento.
- Uuuuuuhhhhhhh, dovrei essere impressionato, Evans?-, chiese strafottente,
gli occhi ridotti a fessure e il volto pericolosamente vicino a quello di
lei.
Lily si limitò a fulminarlo con lo sguardo e a girare i tacchi furiosamente.
Jo la seguì tentando di scusarsi con gli altri facendo spallucce. Sirius batté
una mano sulla spalla di James.
- Amico, quella è una tosta e anche isterica, a dirla tutta, lasciala
perdere, è meglio-, commentò ridendo.
- Se sapessi come fare…-, rispose James cupo, andandosene a sua volta.
- Ma che hanno oggi tutti? Se ne vanno incazzati e senza salutare-, esclamò
Sirius leggermente alterato.
- Sarà la tua presenza-, sghignazzò Remus.
- Ah, ah, ah, Rem, davvero divertente, e come mai su di te non ha effetto?-,
lo canzonò l’altro.
- Semplicemente perché io sono troppo paziente-, sospirò Remus.
Poi se ne andarono ridendo.
nota: il "mio" James non è Caposcuola, perchè ancora troppo irresponsabile e immaturo per esserlo... spero mi perdonerete^^
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