Spy Game
Capitolo 1
Come
ogni due anni, a Tokio in questo periodo, qualcosa si stava muovendo
nell’ombra. Qualcosa di legale, ma di altrettanto segreto
aveva luogo in un grande edificio al centro della città, che
per la popolazione locale era adibito ad un’agenzia legale,
mentre in realtà in quegli uffici si svolgeva
un’attività ben più importante.
Infatti, una gamma di persone accuratamente scelte, si occupava di
proteggere celebrità, politici e magnati, e controllare
attività sospette tra cui traffici di droga e faccende di
spionaggio. In tre parole Spy World Corp. Era un’agenzia
conosciuta da poche persone, quelle giuste, quelle importanti, potenti.
Non c’era milionario in città che non la
conoscesse e che non le avesse chiesto qualche servizio. Proprio in
questo periodo dell’anno, a distanza di ventiquattro mesi
dalle ultime, avevano luogo le selezioni per la ricerca di nuovi
componenti della SWC. I
‘concorrenti’ per accaparrarsi gli unici
due posti disponibili, erano circa duecento, provenienti da ogni parte
del Giappone.
Gli
uomini e le donne più capaci fisicamente e mentalmente, si
affrontavano senza esclusione di colpi, affinché solo i
migliori in assoluto potessero ottenere il lavoro. Di solito erano
persone che lavoravano in altre società segrete di
spionaggio, intenzionate a passare ad un livello superiore.
In
primo luogo, i pretendenti dovevano compilare un test da cui si
sarebbero comprese le loro capacità intellettive. Una volta
ottenuti i risultati, solo chi aveva ottenuto un risultato al disopra
dei 120 su 150 poteva passare alla prova successiva.
Quest’anno, solo cinquanta di queste superarono il primo
turno, e dovettero affrontare chi già lavorava per la SWC
sul ring, e solo chi li batteva avrebbe conquistato il lavoro.
Tra
i veterani della Spy, c’erano Sango ed Inuyasha. Il ragazzo
faceva parte dell’agenzia da quattro anni. Ai suoi tempi
superò il test di intelligenza con 146 punti e la seconda
prova al primo colpo. Nonostante la sua giovane età,
stupì tutti. In fondo era solo un ragazzino di sedici anni
quando entrò nell’organizzazione. Era un bel
giovane, abbastanza alto e con folti capelli nero corvino. Aveva occhi
scuri e alla luce giusta, avevano un incredibile riflesso viola. Se si
fosse comportato come un qualsiasi altro ragazzo della sua
età, il semplice camminare per strada gli avrebbe procurato
su di sé parecchi sguardi e questo lo sapeva. Anche i suoi
colleghi se ne erano resi conto, ma a lui non importavano queste cose.
Il suo orgoglio era proporzionale al suo coraggio. Non si smentiva mai
in quanto a serietà e puntualità. Amava il suo
lavoro, e ad esso aveva donato tutto se stesso. Non aveva mai deluso il
suo capo e meritava la grande fiducia che quest’ultimo aveva
riposto in lui. Non scherzava quasi mai, forse a causa del suo passato
turbolento di cui portava ancora un po’ di amarezza nel
cuore, anche se i suoi rari sorrisi erano, molto spesso, rivolti
all’amica Sango.
Sango
era una giovane donna di 22 anni, molto attraente. Aveva lunghi capelli
scuri che teneva legati in una coda alta che le risaltava il viso dai
lineamenti leggeri. Prendeva molto sul serio il suo lavoro in agenzia.
Una volta datole un nuovo incarico, studiava ogni dettaglio delle
situazione che le si sarebbero potute presentare davanti, per saperle
affrontare nel migliore dei modi. Quando non era fuori per lavoro,
passava il suo tempo a sparare a sagome, o in palestra ad allenarsi con
Inuyasha. Considerava quest’ultimo come un fratellino, anche
se questi aveva solo due anni in meno della ragazza. Li legava un
rapporto speciale e avevano vari interessi in comune: Armi e lavoro.
Per loro era tutto. Per lei l’amicizia veniva prima di ogni
cosa. Avrebbe dato la vita per un amico, soprattutto se questo amico
era Inuyasha. Era estremamente scrupolosa, e non lasciava mai nulla al
caso. Calcolava qualsiasi inezia e la sua vita era un
programma già scritto.
Sango,
Inuyasha, e altri loro colleghi, avrebbero dovuto, di li a poco,
battersi contro le aspiranti spie. Dovevano essere intransigenti, e non
perdere mai di vista l’avversario. Dipendevano da loro le
nuove assunzioni, infatti, solo chi li batteva poteva aggiudicarsi il
lavoro alla Spy World Corp.
In
un momento di pausa, fra il test e la prova fisica, i concorrenti
potevano riposarsi o continuare ad allenarsi. Erano tutti raggruppati
nel seminterrato dell’edificio, in cui era stata allestita
una specie di palestra.
Gli
organizzatori delle gare entrarono nell’ampio spazio
riservato ai partecipanti per appendere il tabellone con i turni. Tutti
gli si avvicinarono per cercare il proprio nome e per vedere con chi
avrebbero dovuto battersi. Inuyasha e Sango se ne stavano sulla soglia
della porta. Il ragazzo era appoggiato con la spalla destra alla parete
con le braccia incrociate accanto all’amica. Oltre che per
controllare che tutto si stesse svolgendo senza imprevisti, erano li
per studiare i loro possibili colleghi, ma solo due meritavano
più attenzione degli altri: il numero 29 ed il numero 80,
rispettivamente un ragazzo, Miroku, e una ragazza, Yumi. Li stavano
scrutando con attenzione per cercare i loro punti deboli, ma non fu
facile trovarli. La loro tenacia era ammirevole. Davano pugni al loro
sacco con decisione, ma con un’assoluta precisione. Non si
concedevano un attimo di respiro, non potevano. Dovevano dare di
più, sempre di più.
Miroku,
22 anni, era un ragazzo atletico. Più che per il suo
quoziente intellettivo, 130 nel test, meritava quel posto per la sua
forza. Aveva una muscolatura abbastanza evidente, sottolineata da uno
strato di sudore che gli rendeva la pelle lucida. Era un ragazzo moro
con occhi da bimbo. Al contrario di Inuyasha, Miroku non ha curato il
suo corpo per farlo somigliare allo stereotipo di spia perfetta, ma a
quello del ragazzo ideale, che qualsiasi donna vorrebbe avere nel
proprio letto. Nel tabellone, il suo nome era scritto nel gruppo che
avrebbe dovuto battersi con Sango. L’aveva vista si sfuggita
e le era piaciuta. Non voleva farle del male, ma doveva metterla al
tappeto, non c’erano alternative. Il fatto che fosse una
donna non lo autorizzava a sottovalutarla, anche perché
farlo, sarebbe stato il più grande errore della sua vita.
Yumi,
18 anni, una delle più giovani pretendenti, era una
studentessa. I ragazzi a scuola si soffermavano volentieri a guardarla.
Aveva lunghi capelli neri, le cui onde le si infrangevano sulle spalle,
e occhi altrettanto scuri, ma ribelli e pieni di voglia di
indipendenza, come se volessero dimostrare qualcosa a qualcuno. Aveva
la pelle chiara, la quale, in viso, acquistava un delicato colore rosso
pastello quando si arrabbiava, quando era in difficoltà, o
quando si vergognava. In quel preciso istante, quando
l’occhio di Inuyasha si posò su di lei, i suoi
zigomi irradiavano una tonalità porpora, ma questa volta la
causa era il calore e l’affaticamento. Indossava stretti
pantaloncini che le lasciavano scoperte le lunghe gambe dritte, e una
canottiera che le risaltava il seno abbondante, non
prosperoso…perfetto. I suoi capelli erano legati in due
ciuffi costretti in un paio di trecce. Inuyasha la scrutava
attentamente, come non aveva fatto con nessun altro. Gli sembrava che
il viso della ragazza gli fosse familiare, ma non ricordava dove
avrebbe potuto averla vista. Strinse leggermente gli occhi per metterla
bene a fuoco, ma nessun cassettino nella sua mente si aprì.
Ad un tratto la ragazza smise di boxare e il suo osservatore distolse
frettolosamente lo sguardo da lei. Si andò a sedere su una
panchina dove, con un asciugamano, si levò il sudore dal
viso. Tirò un sospiro di sollievo portando il capo indietro.
Cominciò a guardarsi intorno e la sua attenzione cadde su un
ragazzo all’entrata di quella palestra improvvisata. Era
accanto ad una ragazza ed entrambi stavano scrutando in giro. Era
contro di lui che doveva combattere. Lo sguardo di Inuyasha
incontrò quello di Yumi e nessuno dei due lo distolse
dall’altro finché Sango non disse qualcosa che lo
fece cedere a quel gioco di occhiate. I due ragazzi si allontanarono e
la giovane riprese ad allenarsi ancora per poco. Infatti, dopo un paio
di minuti sarebbero cominciati gli incontri decisivi.
Su
cinque ring, uno a poca distanza dall’altro, si posizionarono
Inuyasha, Sango e i loro tre colleghi. Ognuno di loro avrebbe dovuto
affrontare dieci rivali. Oltre a loro, salirono i primi cinque
combattenti. Miroku e Yumi se ne stavano in disparte ad osservare il
susseguirsi di lotte aspettando il proprio turno. Poi ad un tratto
toccò al ragazzo. Sino ad allora, nessuno era riuscito a
sfiorare Sango, né tanto meno a metterla al tappeto. I due
si scrutarono negli occhi, senza neanche battere ciglio.
L’aria era carica di elettricità. Ma
all’improvviso, una distrazione. Sango cedette e rivolse i
suoi occhi al ring affianco. Fu in quell’istante che Miroku
cominciò a correre verso di lei e
l’atterrò tenendola ferma per i polsi e con le
gambe teneva ferme le sue. La ragazza faticò a liberarsi, e
ci riuscì, ed entrambi con uno scatto fulmineo si rimisero
in piedi. La ragazza cominciò a respirare più
faticosamente. Presa dalla foga, fu lei ad attaccare questa volta, ma
ormai la rabbia l’aveva accecata. Non era previsto di perdere
nei suoi programmi. Il suo avversario la prese e la risbatté
a terra salendole sopra. Sango rimase un secondo a guardarlo negli
occhi, ma poi un calcio, e il ragazzo cadde a terra e, rialzatasi in
piedi cominciò a correre nella sua direzione, sperando di
raggiungerlo prima che potesse rialzarsi. Miroku la lasciò
fare. Solo quando gli fu sopra poté bloccarla per i polsi.
Non avrebbe voluto, ma con una mossa del braccio, spinse il polso della
ragazza a rivoltarlesi contro. Teoricamente si era abbattuta da sola
con un pugno infertole dalla sua stessa mano. La ragazza stordita cadde
a terra ed Inuyasha la andò a soccorrere dopo avere
sconfitto il proprio avversario in un men che non si dica.
-Hai
vinto. - disse il soccorritore guardando freddamente il suo nuovo
collega.
Miroku
scese tutto soddisfatto dal suo ring e si diresse verso
l’uscita, dove lo avrebbero aspettato due uomini in giacca e
cravatta che gli avrebbero spiegato i pericoli del mestiere e il loro
metodo di lavoro.
-Allora?
Sali o no? - fece una voce dall’alto del ring.
La
ragazza che prima scrutava con tanta attenzione, ora stava aspettando
lui, il che lasciò l’amica alle cure di un altro e
si diresse verso la sua avversaria. Avrebbe combattuto con
più forza ora. Yumi assunse una posizione di difesa delle
arti marziali, e questo Inuyasha non lo aveva previsto. Vedendola
boxare si immaginava già il risultato di
quell’incontro, ma la ragazza era più sveglia di
quanto pensasse. Sapeva di essere osservata e lo ha confuso facendogli
credere di saper tirare di box. Il suo viso si indurì,
rovinando i suoi lineamenti delicati. Nessuno dei due era intenzionato
a fare la prima mossa, ma poi Yumi prese la sua decisione. Attaccare.
Cominciò a correre verso il ragazzo, ma
quest’ultimo la prese per un polso girandoglielo dietro la
schiena e rendendola incapace di reagire, o così credeva.
Con una mossa poco ortodossa, ma efficace, Yumi batté il
piede a terra finendo casualmente su quello di Inuyasha, che a stento
trattenne un urlo. Si allontanarono l’uno
dall’altra, attendendo la mossa successiva. La ragazza
cominciò a camminare tranquillamente verso di lui, il che lo
rendeva più nervoso di qualsiasi altro attacco. Il volto le
si era rilassato e lo guardava fisso. La strana combattente gli prese
una mano, rendendo Inuyasha estremamente confuso. Lo afferrò
bene e in una frazione di secondo si girò dandogli le
spalle, e facendo leva sulle gambe lo sbatté a terra con
tutta la forza che aveva. Gli salì sopra, come aveva visto
fare da Sango e da Miroku, con una piccola variante. Gli mise le mani
attorno al collo senza stringere, con le unghie puntate
all’interno pronte ad affondare nella carne. A cavalcioni su
di lui, gli teneva ferme le braccia con le ginocchia e si sporse in
avanti per evitare sorprese.
-Che
fai? Ti arrendi? – disse sussurrandogli nelle orecchie.
-Mai!
– e con una incredibile spinta lasciò scivolare la
ragazza a terra che per la botta si portò le mani al fondo
schiena. Era soddisfatta nel vedere che il collo di Inuyasha portava su
di sé i segni del suo passaggio.
Yumi
non voleva arrendersi, ne aveva passate di peggio nella sua vita e non
si scoraggiava per quella piccola culata. Si rimise in piedi con una
smorfia di persistenza dipinta sul viso. Fu Inuyasha a passare al
contrattacco. Voleva farla finita con quel ridicolo incontro.
Cominciò a correre verso la ragazza che non gli tolse
neanche per un momento gli occhi di dosso, e con un salto atletico gli
si aggrappò con le gambe all’altezza del collo
rendendogli impossibile vedere cosa stava accadendo, anche
perché se avesse aperto gli occhi avrebbe visto solo la
stoffa dei pantaloncini della giovane. Perso l’equilibrio,
Inuyasha cadde indietro con una botta che avrebbe lasciato il segno.
Con un balzo all’indietro Yumi rimase ad aspettare che il suo
avversario si rialzasse, che, appena rimessosi in piedi, ricevette un
calcio in pieno petto che lo lasciò per un paio di istanti
senza respiro prima di ripiombare sul pavimento del ring. Era la prima
volta che qualcuno lo batteva, ed era stato ferito
nell’orgoglio. Yumi non era più forte degli altri
avversari, non era neanche più grossa. Era semplicemente
più astuta, un punto in più per lei. Forse
nessuno meglio di lui la trovava più adatta a svolgere il
lavoro di spia. Si rialzò e subito la ragazza si rimise
sulla difensiva.
-Mi
arrendo! – Ammise Inuyasha con lo sguardo basso.
La
giovane perse la posizione di difesa per poi scoppiare in un urlo
liberatorio di felicità. Cominciò a saltare sino
a quando non scorse tra la folla la figura di un ometto buffo. Era
sulla cinquantina, panciuto e con pochi capelli. Era il capo della Spy
World Corp. Con grande sorpresa si accorse che gli altri combattimenti
erano già terminati. Solamente lei e Miroku avevano superato
l’ultima prova e di conseguenza erano gli unici ad avere il
posto di lavoro ottenuto in modi diversi: per quanto riguarda Yumi, ha
vinto grazie alla sua furbizia e la sua inventiva, invece, per
Miroku… è stato soltanto grazie alla distrazione
della sua rivale.
Smise
di festeggiare e porse la mano ad suo valido avversario nel tentativo
di essere per lo meno sportivi, ma lui scese dal ring senza dire una
parola, ma qualcosa lo fermò, o meglio, qualcuno li
fermò. Quattro uomini in giacca e cravatta fermarono Yumi ed
Inuyasha. quest’ultimo non riusciva a capire cosa stesse
accadendo, poi una voce profonda chiarì la faccenda:
-Il
capo vuole vedervi, entrambi! – Inuyasha non riusciva a
capire che bisogno c’era di mandare da loro addirittura
quattro gorilla di quella stazza a prenderli. A meno che la ragazza non
nascondesse qualcosa.
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Salve a tutti!
Eccovi il primo capitolo. Questa FF è nata quasi per gioco,
e chiedo umilmente scusa se considerate questo capitolo un
pò monotono e piatto, ma spero che andando avanti
migliorerò il mio modo di scrivere e di descrivere
le situazioni. Comunque 'Yumi' nasconde un segreto che
svelerò nel prossimo capitolo! Baci -Nera-
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