Vivevo attraverso i loro racconti

di Sennar1927
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Vivevo attraverso i loro racconti. Da ragazzo, quello era tutto ciò che avevo. La sediolina sotto la finestra, e finiva lì. I ragazzotti di sotto giocavano, correvano, invece io ero legato a quella sedia, a farmi narrare la vita dagli occhi.
Il mio cuore non sopportava questo e quello, il mio cuore non poteva fare questo e quello, il mio cuore non poteva mangiare questo e quello.
Il mio cuore non poteva amare. Ma odiare sì, quello sì.
Odiava coloro che lo guardavano con occhi di compassione, odiava coloro che lo sfottevano. Odiava coloro che non gli davano un lavoro perché troppo faticoso. Ma più di tutti odiava se stesso.
Il mio cuore si odiava, e non poteva amare.
Cosa c'era di peggio? Bhè, c'era che io non lo potevo odiare e potevo amare. C'era che io volevo amare. C'era che io volevo sopportare, volevo fare, volevo magiare questo e quello.
Ma il mio cuore non poteva, e questo non era bello.
Mi facevo narrare la vita da quegli occhi vuoti, da quelle voci spente. Gli altri sopportavano, facevano, mangiavano, bevevano, urlavano, giocavano, ballavano, cantavano e amavano. Perché io no? Perché il mio cuore no?
Allora presi una decisione. Io avrei sopportato a qualunque costo, avrei amato a qualunque costo. Sarei stato come gli altri.
E alla fine accadde che il mio cuore amò.
Avevo vent'anni. Mi innamorai di una mia compagnia d'università. Era bella, la ricordo ancora nella memoria. I capelli castani lunghi, il viso angelico e il sorriso simpatico.
E accadde anche che lei amò me.
Era primavera. Dopo una lunga passeggiata le presi la testa fra le mani e la baciai.
Non so come ma la baciai. Questo sì, lo so, la baciai.
E io morii lì, su quelle labbra.
Ma il bacio visse per sempre sulle mie di labbra.





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