Disclaimer: I personaggi non mi
appartengono, ma sono di proprietà delle Clamp, che se ci facessero il favore di
finire il manga, ci renderebbero tutti felici, contenti e depressi per un finale
che di certo non fatichiamo ad immaginare tutt’altro che lieto.
La canzone è di Phill Collins, da cui la Songfic prende il
nome.
Avvertenze: Il dialogo finale che
comprende Subaru e alcune frasi sia di Subaru che di Seishiro sono tratte
fedelmente dal manga.
Note: Le parti in corsivo (che non sono
il testo, s’intende) sono state evidenziate perché non appartengono ai pensieri
dei due protagonisti. Vi rimando alla fine della songfic alle Note per capire
meglio. Ah, ovviamente come al solito il carattere di scrittura e gli spazi fanno i comodi loro, giusto perché l'autrice in teoria sarei io -.-
Dedica: Questa ff è stata un parto, ma
ne è valsa la pena. Sono riuscita a non superare il "termine di consegna" che mi
ero imposta. Non la tiro per le lunghe, semplicemente la dedica.
Per una persona che si è rivelata molto gentile e
disponibile.
Per una persona che mi ha fatto riscoprire e amare profondamente
questa coppia.
Non so se può farti piacere, ma… AUGURI SUBARU-SENPAI!
^____^
Against All Odds
Take a Look at Me Now
How can I just let you walk away, just let you leave without a
trace When I stand here taking every breath with you, ooh You're the
only one who really knew me at all
(Ma come posso farti andare via, farti andare via senza
lasciar traccia quando sono qui a condividere ogni respiro con te, oh?
Tu sei l'unico che mi ha conosciuto davvero)
Siamo entrambi in piedi, in questo posto, l’uno di fronte
all’altro.
Di nuovo.
E cos’è cambiato Seishiro? Niente.
Quel tuo sguardo è sempre lo stesso: quell’occhio che non può
vedere, che è la mia colpa; quell’occhio che forse vede fin troppo bene, che è
la mia dannazione.
Il modo in cui mi guardi, non è cambiato Seishiro, malgrado io
lo abbia desiderato, malgrado io abbia anche pianto per questo a
volte.
In me non vedi un uomo.
In me non vedi un amico, non vedi un amante.
Probabilmente, non vedi nemmeno più quel ragazzino a cui
proponevi con un sorriso di sposarti.
No, non vedi questo Seishiro, lo so.
Davanti a te, c’è solo una preda, o peggio ancora, solo
l’ennesima vittima di un Sakurazukamori; ma va bene.
Almeno significa che mi stai guardando…
E poi sorridi, dopo il mio attacco e la tua difesa.
E ti volti, certo che non ti colpirò alle spalle.
Odio le tue certezze…
Ma chi è il codardo? Tu che sfuggi anche da questo scontro o io
che con il mio silenzio e rimanendo immobile, ti lascio fare?
Tu che sei fedele forse a tutto, forse a niente, o io che la
fede non l’ho nemmeno in me stesso?
…oppure odio che mie insicurezze?
Provare a fermarti? No, non servirebbe…
Ma come posso farti andare via di nuovo, senza sapere dove
andrai né se poi tornerai qui, per un nuovo scontro, una nuova soddisfazione nel
vedermi tremare di fronte a quello sguardo?
Anche stavolta non lascerai traccia e sarò io che dovrò
attendere, come sempre, come un insetto immobilizzato nella tela del ragno, che
può solo aspettare immobile il predatore.
Come sempre.
"Seishiro… perché non sparisci per sempre?" vorrei chiederlo,
vorrei averne la forza. E vedere la tua reazione.
Sorrideresti come in passato? O ti allontaneresti indifferente
come ora?
E anche in quel caso io dovrei lasciarti nuovamente allontanare,
oh certo, ma come faccio se quando mi sei di fronte sono felice anche solo
perché condividiamo l’aria ed ogni respiro?
Cerco risposte che non mi hai mai dato, che probabilmente
nemmeno mi darai mai. Eppure saresti l’unico a poterlo fare.
Perché sei il passato, Seishiro, come lo è Hokuto.
Gli unici per cui avrei dato tutto.
I soli per cui vivevo.
Ma Hokuto non può essere il presente, non può essere il futuro,
per colpa tua. Tu che sei l’unico che mi abbia mai conosciuto davvero, sei colui
che mi ha tolto una parte di anima con una delle mie ragioni di vita, e poi
dell’altra metà ne ha fatto uso, imprigionandola.
…E possono esistere uomini senz’anima, Seishiro?
How can you just walk away from me, when all I can do is
watch you leave Cos we've shared the laughter and the pain and even shared
the tears You're the only one who really knew me at all
(Ma come puoi andartene da me quando tutto ciò che posso
fare è guardarti che te ne vai? Perchè noi abbiamo condiviso le risa e il
dolore, persino le lacrime Tu sei l'unico che mi ha conosciuto
davvero)
C’è chi in
questo mondo parla di forza e debolezza come concetti ovvi che non cambieranno
mai. E sostengono che ogni essere umano è sempre diviso a metà fra
questi.
E tu, Seishiro? Quella forza da cosa viene,
dall’indifferenza?
Come fai ad allontanarti ogni volta come se tu non fossi toccato
da nessun avvenimento, né alcun sentimento, quando invece io non posso fare
altro che guardarti mentre ti allontani, in silenzio, ora proprio come in
passato, come quel giorno?
Seishiro…ti ricordi?
Per farlo dovresti…
Ricordi, quando hai sorriso tante volte a me e ad Hokuto? Quando
passavi il tempo con noi, quando ci rivolgevi parole gentili…
Ricordi quando scherzavi con mia sorella, mettendomi in
imbarazzo, io che alle tue parole arrossivo, e mi dicevo che non erano vere
mentre il mio cuore sperava il contrario?
Seishiro… ricordi i sorrisi e le risate nei pomeriggi passati
insieme lontani dal lavoro, solo come un uomo e un ragazzo?
E le lacrime dopo un lavoro che non era un lavoro, dopo il
dolore di altri che si aggiungeva al mio, appesantendo l’anima?
Quelle le ricordi?
No… vero Seishiro?
…dovresti avere un cuore.
Io non posso sperare di ricordartelo… non posso
proprio.
So come sei.
So cosa sei.
E fa male, ma è giusto così.
Sei ricordi che non riesco a cancellare, un assassino che dovrei
odiare, un uomo che vorrei poter amare. Tutto e niente, come l’aria che si
respira, come sempre.
Sei parte dell’anima che mi hai sottratto.
Sei colui che l’ha conosciuta, poi ferita, ed ora?
Ora sei solo l’unico che può dire di averla vista per come è
davvero, ciò che a nessuno è più permesso.
Come si può conoscere un’anima che ormai non esiste più,
Seishiro?
So take a look at me now, oh there's just an empty space And
there's nothing left here to remind me, just the memory of your face Ooh
take a look at me now, well there's just an empty space And you coming back
to me is against all odds and that's what I've got to face
(Così, guardami un attimo; oh, c'è solo uno spazio vuoto Non
c'è più niente qui che mi può far ricordare, solo la memoria del tuo viso
Oh, guardami un attimo; beh c'è solo uno spazio vuoto E tu che ritorni
da me é contro ogni probabilità; e questo è ciò che devo
affrontare)
Yuzuriha è stata attaccata qui, tempo fa, al parco Inokashira e
Inuki è morto per difenderla.
Anche se poi sembra essere rinato per la forza d’animo di
Yuzuriha, lei ha pianto molto e dopo quell’episodio, malgrado abbia appena
quattordici anni, ha sviluppato un modo di pensare tipico di un
adulto.
Ho provato dispiacere.
Lei, Kamui… dovrebbero essere fuori da tutto questo, e invece
entrambi sono coinvolti nella fine del mondo, portando sulle loro spalle un peso
eccessivo. Yuzuriha ha detto parole che mi fanno sorridere, in un certo senso:
non si devono uccidere gli essere umani, perché qualcuno sarà certamente triste
per loro.
È una cosa talmente ovvia, che noi la dimentichiamo
facilmente.
Seishiro… ci hai mai pensato in passato?
O adesso, in questa guerra?
O nel momento in cui hai ucciso Hokuto?!
Ti è mai passato per la mente che qualcuno ne avrebbe sofferto,
o il tuo "lavoro" contava più di qualsiasi legame?!
Il parco è vuoto, solo il vento e gli alberi, gli alberi di
ciliegio. Vorrei che ti fermassi un attimo a guardarmi, Seishiro, e vorrei
sapere cosa riesci a vedere ora.
Un debole.
È colpa tua!
Un corpo che ha perso la propria anima.
È colpa tua!
Un uomo che ha perso tutto!
È solo colpa tua!
Uno spazio vuoto, niente più…
Colpa tua, maledizione, è tutta colpa tua!
-Subaru…?- mi sento chiamare e, voltandomi, mi stupisco di
vedere Kamui.
Mi ricorda il mio passato, mi ricorda me stesso.
Mi ricorda te.
-Subaru, ti… ti cercavo.- lo sento dire. Sorrido gentile, con
Kamui lo sarei anche all’apice della collera:
-dimmi pure..- replico, osservandolo. Lui indugia, lasciando
vagare lo sguardo. Sembra indeciso, anche quando parla: -Yuzuriha dice che non
dovresti stare solo…- esordisce, mentre io accendo una sigaretta e lui conclude
con –e credo che abbia ragione.-
Inspiro appena e mi ricordo il discorso di Kamui all’Istituto
Clamp.
Butto a terra la sigaretta che non è nemmeno a metà e la spengo:
-Avete ragione.- rispondo, mentre lo sguardo mi si posa, -chissà, forse è
l’abitudine-, su uno dei ciliegi. Kamui se ne accorge: -Ti piacciono?- mi
domanda, serio.
-Li odio.- Li amo... Lui mi osserva, sembra
rifletterci su: -E' per Sakurazukamori?- chiedi di getto e forse io sussulto,
perché aggiunge quasi subito: -Scusami...- abbassando lo sguardo. -Non
importa.- Ti prego, non parlare di lui... Rispondo gentilmente, non
voglio che si senta in colpa. In fondo qui o altrove... cosa cambia? Non c'è
niente negli altri luoghi che mi ricorda te. Ma ti penso lo
stesso... Niente che mi suggerisca quello che mi hai fatto. Però
non lo dimentico comunque... Niente che mi faccia soffrire ancora per
l'assassinio di mia sorella. Ti prego, lasciami piangere
stavolta... Solo il tuo volto. Ricordo solo questo. Anche se niente
me lo suggerisce, anche se ciò che vedo dovrebbe farmi pensare a mille altre
cose, tutto assume l'aspetto del tuo volto. Forse perché tu sei la causa di
tutto. Forse perché sei l'unico che mi interessa uccidere. ...per
questo respiro ancora?
-Subaru… va tutto bene?- mi domanda Kamui, su cui poso lo
sguardo. Sorrido appena e annuisco.
Che bella maschera, vero Seishiro?
Anche tu l’avevi?
-Kamui, torna pure da solo. Io arrivo subito.- dico e vedo che è
riluttante, me ne accorgo, ma… ho bisogno di restare solo. Con i pensieri e con
le colpe, con i ricordi e i desideri.
Sì, i desideri.
Perché ho infranto quell’illusione che mi permetteva di
chiamarli "speranze".
Lo osservo annuire, alla fine, e allontanarsi lentamente. Sposto
lo sguardo su uno degli alberi, e tutto scorre di nuovo, senza che qualcosa
possa attirare la mia attenzione che è costantemente rivolta a te.
Seishiro, ti pesava davvero così tanto?
Avevi davvero scommesso, allora?
Ed io ho perso quella nostra sfida, senza riuscire a contare
abbastanza per te…
Seishiro…
…puoi guardarmi solo per un attimo?
…sono grato che ora tu non possa posare quello sguardo su di
me.
Vedresti una scommessa vinta, una preda che non ha più voglia di
combattere, vedresti un vuoto che non sono stato mai o che forse sono sempre
stato.
Vedresti un ragazzino che ancora desidera che tutto torni come
prima, e chissà Seishiro, magari per la prima volta saresti in grado di vedere
davanti a te un avversario?
Ciò che sono ora, in questo istante?
Ma non possiamo tornare al passato?
Ormai è solo di questo, che io mi posso fidare, di un presente
che posso credere di comandare, a differenza di quel futuro già deciso di cui
gli indovini parlano sempre.
A differenza di quel passato che avrei voluto
cancellare.
Perché sono ricordi inutili.
Sono ricordi che dovrebbero sbiadire.
Perché tu non puoi tornare il Seishiro di allora, né io il
Subaru bambino che avrebbe creduto anche che uccidere poteva essere un modo per
fare del bene, se solo tu glielo avessi detto.
Non ci sono probabilità in cui credere, né desideri da esaudire:
tu non tornerai.
E questo, è forse quello che devo affrontare.
Non te.
Ma me stesso.
I wish I could just make you turn around, turn around and
see me cry There's so much I need to say to you, so many reasons why
You're the only one who really knew me at all
(Vorrei proprio poter farti girare indietro Girare indietro
e vedermi piangere Ci sono così tante cose che ho bisogno di dirti, così
tanti perchè, Tu sei l'unico che mi ha conosciuto davvero)
-Come mai da queste parti,
Subaru-kun?- sento chiedere e non ho bisogno di voltarmi per capire che sei
tu.
La persona che meno vorrei vedere.
La persona di cui ho più bisogno…
Non rispondo, mi limito solo ad osservarti.
E sorridi, mentre io tengo lo sguardo ora su di te ora
altrove.
So che non dovrei spostarlo per nessun motivo, eppure… come
posso guardarti senza desiderare che…?
-Come al solito, mi fai davvero tenerezza Subaru.- dici con quel
sorriso che è sempre stato presente e non è forse mai stato così
falso.
Ma è sempre stato così…
E come sempre è un susseguirsi i colpi, uno scontro che non avrà
né vincitori né vinti, non stavolta.
Nemmeno stavolta.
Forse è perché entrambi esitiamo, forse è il tuo divertimento, o
sono le mie paure.
Ma è sempre un pareggio, fra noi, vero Seishiro?
Ma vinci sempre, vero Seishiro?
Fine dello scontro, ed è come se non fosse mai
avvenuto.
Ti volti e te ne vai, lo fai sempre.
Per favore, resta…
Se ti voltassi, Seishiro, probabilmente finiresti per sorridere
divertito: rivedresti l’ombra di quel ragazzino che incontrasti tanto tempo fa,
quando ancora la tua attività era quella di un rispettato veterinario dal
sorriso gentile e i modi affabili.
Mi rivedresti piangere, proprio come allora.
Quanto ho pianto per Hokuto? Tanto, ma tu non c’eri, non lo hai
visto…
Seishiro… tu hai pianto almeno un pochino per
lei?
Quanto ho pianto per quella scommessa che non ricordavo e la cui
dimenticanza mi aveva permesso di illudermi di un affetto inesistente di cui
questo amore a senso unico si sarebbe accontentato? Non lo ricordo nemmeno io,
sai…?
Seishiro… mi hai voluto almeno un po’ di bene?
Vorrei poter tornare indietro, ma so che il passato non torna
mai.
Vorrei quindi che almeno tu tornassi indietro, sui tuoi passi,
anche ora.
Ma sembri essere esattamente come il passato.
E benché io desideri che ti volti, - sì, anche se significasse
vedermi piangere – so che è impossibile, perché non l’hai mai fatto, perché non
hai motivo di farlo.
Come allora.
Come sempre.
Ti prego… ti prego, torna qui…
Vorrei dirti che ti odio.
Che ti porto un rancore paragonabile solo alla grandezza di
questa guerra che uso come pretesto per la realizzazione di un
desiderio.
Vorrei dirti che io non ti perdonerò mai, perché Hokuto era la
mia famiglia, era la persona più importante.
Insieme a te.
E che l’hai uccisa no, non lo dimenticherò, non lo farò mai,
nemmeno se invocassi il mio perdono Seishiro, perché il perdono lo concede chi è
forte ed ha un cuore che, gentile, gli permette di farlo.
Non ho quella forza che altrimenti mi farebbe desistere da
questo desiderio.
Non ho più il cuore che era pronto a sobbarcarsi anche del
dolore di altri, l’ho perduto, e con esso anche la possibilità di poter dire un
giorno "Ti perdono".
Vorrei dirti che sono quello che sono, quello che vedi con quel
tuo occhio che ancora sa distinguere forme e colori, volti e paesaggi, e che se
lo sono diventato, è perché ci sei stato, è perché sei sempre stato un
Sakurazukamori, anche quando non lo sapevo, anche quando la mia anima non
voleva, - o non sapeva? - , vederlo.
Tutte le paure di un bambino che non esiste più, e tutti i sogni
che rincorreva.
Tutti i dubbi che ho avuto e, con una lentezza che fa quasi
male, ho cancellato.
Saresti in grado di ascoltare tutto questo che ho da
dirti?
Seishiro… perché?
Perché mi odi?
Perché l’hai uccisa?
Perché lei?
Perché non io?
Perché così?
Perché non subito?
Perché la scommessa?
Perché?
Perché?
Perché?
Seishiro… perché poi non rispondi mai?
Seishiro.
Seishiro Sakurazuka.
Un Sakurazukamori.
Il Sakurazukamori.
Ho creduto di conoscerti, e mi è stato svelato nella maniera
peggiore che mai illusione era stata più astratta ed effimera.
E tu? Sei l’unico che mi ha conosciuto davvero,
Seishiro?
Il Subaru bambino, il Subaru insicuro.
La preda.
Lo sciamano.
Il Drago del Cielo.
Tante sfaccettature, molteplici cambiamenti, e apparentemente
nemmeno una differenza.
No, Seishiro.
Non conosci Subaru Sumeragi…
Seishiro… perché proprio tu sai tutto di me?
So take a look at me now, well there's just an empty space
And there's nothing left here to remind me, just the memory of your face
Now take a look at me now, ‘cause there's just an empty space
(Così, guardami un attimo; oh, c'è solo uno spazio vuoto Non
c'è più niente qui che mi può far ricordare, solo la memoria del tuo viso
Così, guardami un attimo; perchè c'è solo uno spazio vuoto)
Il mio desiderio… era essere ucciso da te.
L’ho detto a Kamui, e lui non mi ha biasimato. Kamui non lo
farebbe…
Forse perché ha un desiderio difficile.
Un desiderio per il quale molte altre persone
soffriranno.
Ma gli ho detto che non tutti sono destinati ad essere felici…
tu che ne pensi, Seishiro?
Tu che fino all’ultimo hai aspettato per rendere felice me, tu
che hai aspettato quell’unico momento in cui qualsiasi cosa mi avessi detto, che
fosse un "ti odio" o un "ti amo" o anche un "muori"… non mi avrebbe mai potuto
far sentire in nessun modo se non triste?
No.
Io non sono triste, Seishiro.
Io… io non sono triste…
Perché?!
Se fossi triste… piangerei.
Perché sei morto a quel modo?!
Se io fossi triste, probabilmente non parlerei con Kamui per
tranquillizzarlo.
Perché dovevi farti uccidere da me?! Perché sei così
egoista?!
Se la tua morte, in qualche modo mi provocasse tristezza,
Seishiro… io non riuscirei nemmeno a pensare.
Perché… perché le persone che amo…
Non ci riuscirei, vero Seishiro?
…muoiono per colpa mia?
Seishiro, ho desiderato di essere importante per te.
Desiderai di poter contare più di quanto potevano contare altri
in passato, che quei tuoi sorrisi fossero per me e Hokuto, per noi soltanto,
perché avrebbe significato che eravamo speciali.
Poi Hokuto è morta e con lei parte di quel mio desiderio
infantile.
Allora, cambiai.
Desiderai di diventare abbastanza forte da poterti
uccidere.
Covando un odio che credevo giusto, che credevo mio, ho
continuato a fare lo sciamano, ripetendomi che avrei vendicato la morte della
persona per me più cara, uccidendoti con le mie mani.
Ma no, Seishiro.
Io lo sapevo, che non sarei stato in grado di
ucciderti.
Per questo, il mio desiderio cambiò per l’ennesima
volta.
Se non ero riuscito ad essere così importante da far venir meno
il tuo lavoro di assassino, se non ero forte abbastanza di covare rancore e
ucciderti… allora non serviva che io vivessi.
Allora, pensai, potevo anche morire…
Ma, – sì, siamo tutti un po’ egoisti, vero? –, volevo che fossi
tu ad uccidermi.
Anche solo come si uccide uno sciocco che ci dà noia.
O peggio, come si schiaccia una formica per la disattenzione o
per la fretta di fare mille altre cose più importanti che non ci permettono di
abbassare lo sguardo al suolo e curarci di creature che riteniamo
insignificanti.
Mi andava bene, Seishiro.
Perché se anche poi fossi stato solo una delle tante vittime
sacrificate ai ciliegi…
Almeno il tuo sguardo si sarebbe posato su di me.
È una cosa che avresti potuto fare.
Una cosa che ora non… non può più succedere, vero
Seishiro?
Non potresti più guardarmi, nemmeno volendo… vero
Seishiro?
Ne sono felice.
Ora non vedresti nulla di quello che vorrei
mostrarti.
Non vedresti né la tua preda, né lo sciamano erede della
famiglia Sumeragi.
Non vedresti un Drago del Cielo, Seishiro.
Noi Sigilli siamo tali finché possediamo il potere di erigere
barriere spirituali: un potere che deriva dal desiderio di proteggere
qualcuno.
Se quel qualcuno manca, non si erige nulla attorno a
noi.
Non siamo che semplici esseri umani.
Ma tu non vedresti nemmeno quello, nemmeno Subaru
Sumeragi.
Vedresti un vuoto, Seishiro.
Qualcosa di tanto simile all’oggetto che tu credevi che io
fossi.
Seishiro, questi simboli, questo marchio sulle mie mani…
l’avresti lasciato anche su un oggetto?
Seishiro… perché questo ricordo di te deve scomparire? Non posso
tenerlo?
Seishiro… non c’è niente che mi può ricordare quel passato che
come te non può tornare?
Fisso lo specchio.
Il mio occhio destro non vede.
È colpa mia se il tuo occhio destro non vedeva
più!
Vedo un riflesso che non riconosco.
Che forse, nemmeno riesco a decifrare.
Sono io?
È un altro?
È un’ombra?
Un fantasma?
Chi… sono?
Importa davvero, ormai, Seishiro?
But to wait for you, is all I can do and that's what I've got to
face Take a good look at me now, ‘cause I'll still be standing here And
you coming back to me is against all odds It's the chance I've gotta take
(Ma aspettarti è l'unica cosa che posso fare ed è quello che
devo affrontare Guardami bene un attimo, perchè io starò ancora qui E
che tu ritorni da me é contro ogni probabilità è la possibilità che devo
prendermi)
Guardo davanti a me, la stessa Tokyo che ha visto tanti
cambiamenti tante quante sono le persone che la abitano. È un’espressione, la
mia, che potresti facilmente definire apatica.
O forse, semplicemente disinteressata.
Sento dei passi, ma non occorre voltarsi: non so chi sia, posso
solo immaginarla, ma in ogni caso non cambierà nulla. Non sei tu. Quindi che
senso ha mostrare un falso interesse?
-Nataku è morto.- sento dire a Fuuma, il Kamui Drago della
Terra.
Il Kamui della mia stessa fazione attuale.
-Già.- replico semplicemente. Mi affianca, anche se lui resta in
piedi mentre io non mi alzo: -Come va il tuo occhio?- lo sento chiedere e so che
si riferisce all’occhio che ho ereditato da te.
-Ci vedo.- mi limito a rispondere.
Dire altro… se anche volessi, cosa mai potrei dire?
Mi stupisco che lui non chieda nulla, e glielo faccio notare. Mi
dice che è perché io non voglio sentirmi domandare nulla e mi sorprendo, almeno
in parte, ancora una volta, della facilità con cui conosce i desideri ed i
pensieri altrui.
Io, Seishiro… non ho più desideri.
Ho solo un obbligo che mi impone di non morire.
Non voglio che il tuo occhio smetta di vedere questa città, di
osservare il proseguire di questa guerra che era solo una scusa per me, una
scusa per te.
Io posso solo stare qui, seduto, ed osservare: ti aspetterò
Seishiro, scioccamente come chi aspetta le persone morte, senza null’altro che
io possa fare.
Senza altra illusione che vederti tornare.
Senza altro dolore se non questo, da dover ancora
affrontare.
Aspettare.
E basta.
Qualcuno dice che dopo la vita e la morte, c’è un’altra
vita.
Non so in cosa voglio credere, né se voglio credere ancora in
qualcosa, Seishiro, ma…
…ma se fosse davvero così…
"Kamui" parla, accenna al fatto che se anche io ora lo
guardassi, il mio occhi sinistro non rischierebbe di vedere te.
E il destro non vedrebbe me stesso.
-Questo è certo. Lui ormai non c’è più.- dico, sfilandomi uno
dei guanti neri, così simili a quelli che portavo prima di tutto, prima di te,
prima del me stesso di adesso.
-Da nessuna parte…- concludo, ma "Kamui" non sembra
d’accordo.
-Sì che c’è.- obietta, indicando il mio occhio destro, che è il
tuo occhio sinistro: -Proprio lì.- dice.
Posso sperare che sia come dice lui, Seishiro?
Io posso ancora sperare, dopo tutto questo?
Se fosse davvero così… allora guardami un attimo
Seishiro.
Se davvero c’è una vita oltre quella morte che tutti temono…
posa solo per un attimo il tuo sguardo su di me, perché sono ancora qui e ci
starò fino alla fine, perché quello che mi è rimasto di te, non posso farlo
morire.
Perché oltre a questo, non posso avere nulla.
Tu non tornerai mai più.
Seishiro…
Non stavolta.
Seishiro…
Differentemente da prima, questa non è una mia
paura.
Seishiro…
È la certezza che mi impedisce di morire.
Seishiro…
Che tu possa tornare è contro ogni probabilità in cui posso
credere.
Seishiro…
Contro ogni possibilità che posso prendermi per
illudermi.
Sei…shiro…
Perché io ho ucciso il vecchio Sakurazukamori.
Perché io adesso sono il Sakurazukamori.
Take a look at me now
(Guardami ora)
Fisso lo specchio.
Il mio occhio destro, vede di nuovo.
Non… non lasciare che Seishiro…
Non vedo più alcun riflesso, sai Seishiro?
C’è una persona.
È un’ombra.
È un fantasma.
Non lasciare che… che Seishiro veda questo…me
stesso…
Ma importa davvero ormai, Seishiro?
Quello che siamo… non è quello che lui…
Io non cerco più un riflesso nello specchio.
Subaru…
Non cerco una conferma di quello che sono, non la
voglio.
Subaru…
Non cerco la forza di combattere, non ne ho
bisogno.
Subaru…
Non più.
Subaru…
Non ora.
Suba…ru…
Solo che va bene così… perché possiedo il tuo occhio,
Seishiro.
…
Ora puoi guardarmi, vero?...
Owari.
Nda: Pensavo all’inizio che non avrei
dovuto metterle, ma ahimè, temo che servano, perché la mia mente è contorta ed
ha raggiunto picchi disumani per scrivere questa fic XD
Non mi dilungo, spiego solo quello che forse potrebbe non
essersi capito.
Come detto all’inizio, le parti in corsivo mi servivano per
esprimere un punto di vista che non era né di Subaru né di Seishiro.
Infatti, volevo comunicare e mettere in evidenza la differenza
fra il Subaru di X e quello di Tokyo Babilon, per intenderci.
All’inizio sono completamente opposti, perché io credo che
almeno inizialmente Subaru si sia veramente auto-convinto di voler uccidere
Seishiro.
Ma la parte che è rimasta "pura" per così dire, quella che si è
innamorata di Seishiro e che ha continuato ad amarlo, tenta di prevalere e dire
quelle verità che invece il Subaru dei Draghi del Cielo non si
concede.
Volevo esprimere entrambi.
E il cambiamento nella songfic, che ripercorre diversi
avvenimenti del Anime/Manga.
Verso la fine, il Subaru "bambino" invoca più volte Seishiro,
mentre proprio alla fine continua a chiamare Subaru. Quello che volevo spiegare
nel finale, è che Subaru ha molte volte temuto se stesso e la debolezza del
proprio animo, almeno per come l’ho intesa io.
E quella debolezza, quella parte nera di anima non aveva mai
voluto mostrarla alla persona che amava, ossia Seishiro.
Spero tanto di esserci riuscita, perché di loro non avevo mai
trattato su una ff e ho temuto di non riuscirci fino alla fine.
Ci tenevo molto, sia perché è un regalo, sia perché ho imparato
ad amare profondamente questi personaggi.
Detto questo, vi saluto e ringrazio chi è arrivato a leggere fin
qui ^__^
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