Ciaooo!
Allora, premetti che questa è la mia prima fic, quindi non
siate troppo cattivi...Recensite se vi va e lasciate critiche
costruttive! ^^ Voglio migliorarmi...Grazie 1000 e buona lettura! ^^
“Quindi parti…”
“Si…” Disse Sana ad Akito, con un
espressione grave sul volto. “Questo film significa molto per
la mia carriera…lo sai.”
“Si, lo so…ma…io ti
aspetterò.” Affermò Akito risoluto,
guardando Sana con i suoi occhi dorati.
“D-Davvero? Beh…io ti prometto che
ritornerò. Le riprese dureranno due anni, ma appena finito
tornerò da te.”
Akito la strinse forte a sé e la cullò tra le sue
braccia. Quella notte non tornarono a casa: stettero su quella panchina
al parco.
La stessa panchina su cui avevano litigato, avevano pianto, si erano
baciati tante e tante volte. Ancora insieme, per quell’ultima
volta.
Sana ripensava a quei momenti, mentre l’hostess
mostrava il modo esatto di allacciarsi le cinture.
Quei due anni erano trascorsi, le riprese erano finite e il film, come
previsto, fu un successo, e contribuì a rendere Sana ancora
più famosa e stimata.
Con Akito si erano sentiti, ma ultimamente non molto spesso, a causa
delle numerose partecipazioni di Sana ai lunghi ed interminabili
spettacoli cinematografici.
Ma adesso lei era lì, su quell’aereo, pronta a
rivederlo e abbracciarlo, come se il tempo non fosse mai passato.
“Io ti aspetterò…” Era stata
quella frase a indurre a Sana il coraggio di continuare a sperare, a
non mollare mai.
Appoggiò la fronte al finestrino e vide i paesaggi
Giapponesi scorrere sotto di lei.
Stavano per atterrare e Sana era elettrizzata. Era il 7 Marzo.
Il giorno del suo diciassettesimo compleanno.
Quale modo migliore di festeggiarlo, se non riabbracciando dopo due
anni il ragazzo che amava?
Akito si trovava a scuola, la testa abbandonata all’indietro,
sullo schienale, le gambe accavallate.
Il 7 Marzo. Il compleanno di Sana.
Iniziò a giocherellare con la penna, lasciando che i
pensieri deviassero in “zona-Sana”.
Ormai erano tre settimane che non si sentivano.
Durante l’ultima telefonata, da quello che aveva capito tra
le varie interruzioni e cadute di linea, sarebbe dovuta tornare a breve.
Si, ma quanto era lungo questo “breve”?
Spesso immaginava di sentire la sua voce, di stringerla forte a
sé, di sentire di nuovo il profumo dei suoi
capelli…ma sapeva che era solo immaginazione.
Lei non c’era, e chissà quando sarebbe tornata.
“Signor Hayama, le dispiacerebbe renderci partecipi dei suoi
pensieri?”
Tutta la classe si era voltata verso di lui. Il prof. Tanakamura aveva
un aria contrita e infastidita.
“Ti ha chiesto ben tre volte di risolvere quella
disequazione!” Gli sussurrò all’orecchio
Tsuyoshi, il suo compagno di banco.
“Professore, i miei pensieri non la riguardano. E adesso se
non le spiace andrei in bagno.”
Akito si alzò e uscì, chiudendosi la porta alle
spalle con gran disappunto del professore.
“Erano anni che non si comportava
così…” Pensò Tsuyoshi, tra
lo spaventato e il preoccupato. “L’influenza
positiva di Sana sta svanendo a mano a mano…ma quando
tornerà?!”
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