one shot 2
Volendo augurarvi una Felice e serena Buona Pasqua, lo facciamo con questa piccola OneShot...
Sperando di farvi cosa gradita.
Come sempre ringraziamo chi ci legge e lascia un segno del suo passaggio e chi lo fa in silenzio.
Per il banner dobbiamo ringraziare la bravissima e disponibilissima Mikilily.
Auguri a tutti/e
The Dragon e to Saphira
Pasqua con sorpresa
E' solo un incubo
Presto
sarebbe stata Pasqua, l'aria frizzante della primavera cominciava a
sentirsi anche a Londra, gli alberi erano ricoperti da teneri germogli,
i fiori sbocciavano e la terra brulla era di un tenue color verde.
Il
sole faceva capolino tra le nuvole e le rondini volavano alte nel cielo
garrendo, sembravano annunciare con il loro ritorno, una nuova vita.
I parchi si erano ripopolati, e non sono di flora e fauna, ma anche di
bambini festosi, che giocavano finalmente all’aria aperta dopo il
lungo inverno.
Quell'anno non intendeva passarlo alla tana, era stanca di cacce
alle uova pasquali ed a bianchi conigli incantati, che immancabilmente
" nonna Molly " organizzava. Sapeva che le bambine ci sarebbero rimaste
male, ma sperava che l'idea di un bel viaggio le ripagasse della
delusione.
Amava la sua famiglia adottiva, ma a volte era soffocante.
E poi tutto quell'amore che in primavera sembrava rifiorire alla tana,
con pance prominenti e smancerie, le pesava, in quel momento lei
ne faceva decisamente a meno.
La primavera sembrava un risveglio, e non solo per la natura, ma
per lei tutto si era sopito un anno prima, ed ancora si leccava le
ferite, quando suo marito, un noto imprenditore di scope da volo,
l'aveva piantata per una diciottenne.
Ricordava ancora le sue parole e il momento, erano appena
rientrati a casa dalle ferie, felici, sereni, almeno lei credeva.
Poi la doccia fredda
– Mi spiace. Ti lascio, amo un’altra. Manderò il mio
elfo a prendere la mia roba. Per le bambine troveremo un modus
vivendi.- Le aveva voltato le spalle e se n’era andato,
lasciandola paralizzata e incapace di reagire. In un attimo tutta la
sua vita si era frantumata.
Poi aveva saputo che l’altra aveva appena di diciotto anni,
l’aveva anche vista da lontano, una insipida insignificante
ragazzina.
Cosa aveva in più di lei, quella sciacquetta, poi?! Ah
già, ricordava ancora la battuta scherzosa, ma che lei non aveva
preso bene, di George.
" Un culo che parla e due boccie così!
" Aveva accompagnato la battuta con un significativo segno con le mani
sul davanti del petto, tanto che si era guadagnato uno schiaffo sul
coppino dalla moglie, e una fattura dalla sorella.
Ne era seguito un divorzio lampo, e lui pur di non dare uno zellino
nè a lei, né alle bambine, aveva rinunciato ad ogni
diritto, perdendo così la patria potestà, e sparendo
dalle loro vite. E pensare che aveva detto che voleva trovare un modus
per gestire le figlie…
Poco male, come padre era un disastro, poco presente e per nulla amorevole.
Accidenti alle feste del ministero, era così che l'aveva conosciuto.
Si era fatta abbindolare dai suoi modi eleganti e dal suo eloquio,
senza contare il suo innegabile fascino, e di lì a poco il passo
fu breve.
Nel giro di sei mesi, contro ogni parere contrario, era convolata a nozze.
Aveva trentadue anni e, nonostante due gravidanze, poteva ritenersi
soddisfatta, aveva un bel fisico e, come diceva qualcuno, in bikini
faceva la sua " porca " figura.
Si aggirava per casa come un ape operaia, aveva mille cose da fare,
prima della partenza, sul tavolino dell'ingresso in bella vista tre
biglietti ed i passaporti, il suo sogno era lì, pronto per
essere esaudito
Il campanile della cattedrale vicina aveva da poco battuto le nove e
lei quella mattina aveva già discusso al cellulare con Harry
che, come sempre spronato da Ginny, la pregava di ripensarci.
Riprese una delle figlie che, come al solito, metteva a dura prova la
sua pazienza, e combattuto con l'altra perchè mangiasse la
colazione.
- Tu non ti alzi di lì, finchè la tua scodella non
è vuota!- Brontolò in direzione della piccola Marie,
mentre Rose, di due anni più grande, scendeva dalla sedia
cercando di sgattaiolare in salotto, per guardare il suo programma
preferito alla tv.
In quel momento un gufo picchiettò alla finestra, lei andò ad aprirgli e lesse la missiva.
Di colpo il suo viso perse la serenità che fin'ora aveva avuto.
Quel contrattempo non ci voleva, ma per nulla al mondo si sarebbe fatta rovinare la vacanza, la sognava da troppo tempo.
Residenza Malfoy
Al centro della Londra magica in uno splendido attico con vista su
entrambi i mondi, un biondo piuttosto adirato stava maledicendo
l'agenzia di magicviaggi.
Avevano fatto confusione ed ora si ritrovava all'ultimo minuto o a
dover rinunciare all'agognata vacanza, o a condividere la cabina con un
perfetto sconosciuto.
A niente erano valse le sue proteste, nè il raddoppiare l'offerta per avere l'esclusiva.
Stavolta nè il suo nome, nè i suoi galeoni avevano
sortito l'effetto desiderato, lui che era il miglior magichirurgo
d’Inghilterra, trattato come un qualsiasi cliente.
Mentre andava avanti ed indietro, guardava con la coda dell'occhio suo figlio che giocava sul morbido tappeto dello studio.
Quella mattina niente sembrava girare per il verso giusto, la tata di
Scorpius non si era presentata, al suo posto un patronus l'aveva
avvisato che era influenzata, e quindi toccava a lui prendersi cura del
bambino.
Vedovo da pochi mesi, con un bambino di un anno, non era avvezzo a
confrontarsi con un pannolino, anche se era il suo sangue.
Persino Pansy gli aveva dato buca, presa dai preparativi di Pasqua si
era negata, non l'aveva mai fatto in tutti quei mesi, gli era rimasta
vicino supportandolo, senza mai lasciarlo solo a commiserarsi.
Ma oggi sembrava che tutto gli remasse contro.
Era la prima volta che si ritrovava a tu per tu con il piccolo, e si sentiva a disagio.
" Mi spiace Draco, ma arrivano i miei suoceri dall'Italia, ed ho mille
cose da fare. E poi è anche ora che tu faccia conoscenza con tuo
figlio. Credimi, non morde e ti piacerà, è un bambino
dolcissimo. "
Che fosse dolcissimo non aveva dubbi, aveva il carattere di sua madre,
in quanto a mordere, beh, era un altro paio di maniche, visto che in
quel momento cercava prepotentemente di addentare un unicorno in gomma.
Con passo sicuro si avvicinò, poggiando un ginocchio in terra,
cercò di attirare l'attenzione di Scorpius che era concentrata
sul gioco.
- Bene, siamo io e te campione, vediamo di mettere in chiaro due cose,
io ce la metterò tutta e farò del mio meglio per
sopperire alla tata, ma tu vedi se puoi piangere meno e vienimi
incontro, tutto questo è nuovo per entrambi. – Disse con
un lieve sorriso.
Il piccolo alzò gli occhi del suo stesso colore e gli regalò un sorriso sdentato, quasi a suggellare il patto.
Le valigie erano pronte per essere imbarcate, dieci giorni lontano dal
mondo, solo mare e sole, lontano dai problemi di tutti i giorni, quella
crociera l'aveva così tanto agognata, che ora il " piccolo "
disguido era caduto come un piccolo sassolino nella scarpa.
Aveva prenotato una suite, la stessa che ora doveva condividere con altra gente, perfetti sconosciuti.
ll comandante si profuse in mille scuse e promise che, se qualcuno
rinunciava all'ultimo minuto, avrebbe provveduto a risolvere la
questione.
Lei sperava che fossero i suoi coinquilini i rinunciatari, ma il destino spesso ha in programma altri piani.
Il piccolo mini appartamento, era una delicata bomboniera, due grandi
camere da letto con annessi due bagni ed un salottino elegante con
tanto di Tv e Dvd, ed una ricca scelta di film, per la gioia delle sue
piccole pesti.
Marie e Rose, saltellavano qua e la, battendo eccitate le manine paffute.
- Guarda mamma, c'è anche il dvd di Cenerentola - disse felice
la bambina che amava la favola. Le sorrise cominciando a disfare i
bagagli, la stanza aveva tre letti, un grande comò ed un armadio
capiente.
I copriletti erano di un delicato color rosa come i tendaggi.
Il grande oblò regalava alla vista l'estesa immensità del mare, di un bel colore azzurro.
Mentre sistemava la biancheria nei cassetti, sperò che l'altra
coppia fosse allegra ed amasse bambini, o sarebbero stati nei
pasticci, le sue bambine potevano essere tanto buone, come scatenarsi e
assumere le sembianze di un vero ciclone.
Persa nei suoi pensieri, non sentì il bussare alla porta,
nè l'incedere del nuovo venuto che attraversò la stanza,
fissando con orrore i due piccoli mostri che sembravano catturati dallo
schermo e che non lo degnarono di un saluto
" Cominciamo bene, due mocciose e
anche maleducate " disse fra se se infastidito, già doveva
condividere la suite con degli estranei, ora lo scoprire che avevano
prole lo mise di malumore, mentre cambiava il braccio che stringeva suo
figlio che non sembrava interessato al posto, ma alle cavità
nasali del padre.
Aveva accettato quella soluzione nella speranza che la questione si
risolvesse una volta a bordo, ma a quanto pareva nessuno voleva
rinunciare alla crociera.
Come lui, evidentemente pregustavano quella vacanza all'insegna del
divertimento e relax, poi guardò il figlio che gorgogliava e,
scuotendo il capo pensò
" Ma a chi la do a bere? Il relax l'avrei avuto se la tata fosse venuta
con noi, così sarà un gioco al massacro, che vincerai
sicuramente tu. " E fissò suo figlio che ignaro di essere
oggetto di riflessioni tanto profonde, tirava i padre per
l’orecchio.
Poi si diresse verso quella che sicuramente era la sua camera, visto
che dallo spiraglio della porta nell'altra si notava un movimento.
Mise in terra Scorpius che prese a gattonare verso la stanza aperta, e ci si infilò senza tante remore.
Troppo tardi se ne accorse e si fiondò all'interno per
recuperarlo, ma il piccolo, aggrappandosi ad un paio di gambe snelle,
si stava alzando in piedi, facendo voltare una figura che, vista dal
lato B, doveva dire non era male.
E ci mancò che entrambi non svenissero, quando si resero conto chi avevano di fronte ed esclamarono in coro
-TU?! -
Poi Hermione, che era scioccata per la scoperta, trovò la favella per prima,
- Tu, sei il coinquilino?! -
- Già io, ma non credere, nemmeno io sono felice di questo, quindi siamo pari. -
Lei lo fissava scioccata. Tutti ma non lui! Era tanto che non lo vedeva, e non ci teneva nemmeno ora per la verità.
Poi Malfoy secco riprese
- Rilassati, vedremo di risolvere al più presto, liberandoti
della nostra presenza - e si diresse vicino all'ingresso dove vi era un
telefono.
Il piccolo intanto guardava curioso i due adulti, mentre cercava di
attirare l'attenzione della donna che, senza riflettere, si
chinò ed automaticamente lo sollevò tra le braccia, senza
rendersi conto che quello non era suo figlio, ma quello della sua
nemesi.
Il birbante ora giocava con i suoi ricci, che ora cadevano morbidi sulle spalle, mentre i due si guardavano in cagnesco.
Quando il comandante arrivò, potè quasi toccare con mano la tensione che aleggiava.
Mortificato, cercò di far comprendere ad entrambi che era tutto
esaurito, che non erano in grado di esaudire la loro richiesta neanche
volendo, l'unica soluzione era che uno dei due rinunciasse.
Ma nessuno di loro voleva cedere. Ora era diventata una questione di
principio, farlo voleva dire ammettere la sconfitta. E non sia mai
detto che una serpe lasciasse una sfida per un grifone e viceversa.
Vi era troppa rivalità da sempre, e poi loro avevano conti in sospeso mai saldati.
Troppe cose non dette, anche se l'ultimo anno ad Hogwarts, doveva dire
la donna, il principino aveva rivisto le sue priorità, non che
fosse meno tagliente con la lingua, ma cercava meno lo scontro.
Ma ora erano lì, l'uno davanti all'altro si sfidavano
apertamente con lo sguardo, per quando adulti e cresciuti, i vecchi
rancori erano tornati a galla.
Poi un pensiero maligno attraversò la mente del biondo, che con ghigno disse
- Se per lei e la sua ciurma va bene, vale lo stesso per me. -
Stupita per la frase, lei lo scrutò sospettosa. Cosa aveva in
mente quella viscida serpe? Come mai non aveva nulla da obiettare nel
respirare la stessa aria con lei e le figlie?
Vedendo o sguardo speranzoso del comandante, che in vent'anni di
carriera non si era mai trovato in una simile situazione, Hermione
sospirando disse
- Va bene, ma sia ben chiaro, prova ad invadere i miei spazi, trattare
male le miei bambine, o solo avere un pensiero negativo, e giuro che
tuo figlio sarà orfano di padre, e renderò vedova la tua
sposa. Credo con suo sommo piacere. -
Punto sul vivo, prendendole il bambino dalle braccia e dandole le spalle, acido le rispose
- Mi spiace deluderti, ma sua madre è morta sei mesi fa di
cancro. Quindi lo renderesti solo orfano di entrambi i genitori, un
gesto non a grifone direi. - Ed entrò nella sua stanza,
richiudendosi la porta alle spalle con poca grazia.
Era irritato e non lo nascondeva, quella stronza gli avrebbe pagato anche questa.
Ammutolita per la scoperta e l'involontaria gaffe, Hermione si
avvicinò alla porta. Stava per bussare per chiedere scusa, poi
si rese conto che era meglio lasciar perdere, avrebbe avuto occasione
di farlo in seguito.
Sicuramente ora, lui era destabilizzato, ma lei non poteva saperlo.
Poi, anche se i giornali avevano dato molta importanza alla notizia nei
mesi addietro, lei non era una fan dei pettegolezzi.
Chiamò le bimbe e portandole in camera, si preparò al
tour della nave, che ormai aveva preso il largo e navigava verso la
meta prefissa: i Caraibi.
Mentre vestiva le piccole, intimò loro di non far troppo rumore,
perchè c'era un bimbo piccolo, che sicuramente aveva orari da
lattante, quindi pisolino e quant'altro.
Compite le signorinelle annuirono, ma presto si dimenticarono della
promessa e cominciarono a litigare per un libro di fiabe, regalo degli
zii.
- E' mio dammelo! - Esclamò Rose, strappandolo dalle mani di
Marie che esplose in un pianto acuto. I suoi strilli sembravano l'eco
prolungato di una sirena.
Lei era sotto la doccia, ed uscì di corsa legandosi alla bella e
meglio l'accappatoio, pronta a mettere pace e zittire le due pesti.
Non era nelle sue corde iniziare con un litigio, specie con Malfoy.
Ma non si rese conto che qualcun altro era nella stanza, e che quello
spiraglio della spugna lasciava intravedere pezzi di pelle scoperta e
curve ammiccanti.
Solo quando seguì lo sguardo dell'uomo, si strinse la stoffa
addosso e lo guardò torva, alzando un sopracciglio come a dire
" beh, che hai da guardare? " Divertito dal suo pudore, lui
contraccambiò lo sguardo sornione, sembrava un gatto che si
leccava i baffi, pregustando un lauto pranzo.
Poi riprendendosi con un sussulto interiore da un pensiero non casto, disse
- Potresti tenere a bada queste due forsennate? Magari se le insegnassi
la disciplina, non sarebbe una brutta cosa, sembrano due selvagge. -
In effetti le figlie si stavano accapigliando, ma lui come si
permetteva di mettere in dubbio il suo modo di educare Marie e Rose?
Lui non le diede tempo d replicare, si girò e, dandole spalle, uscì così come era venuto.
Dammi un pizzicotto voglio risvegliarmi
Dopo la sfuriata, per quanto vivessero a stretto contatto cercarono di evitarsi.
Se lei entrava nella stanza, lui ne usciva.
Se per sbaglio si incrociavano, distoglievano lo sguardo e cambiavano
strada, quasi avessero paura che l'altro in qualche maniera lo leggesse
dentro, che scoprisse qualche " torbido " segreto.
Ma nessuno dei due voleva dare spiegazioni, la parola d'ordine era : ignorarsi.
Hermione con le sue bambine si godeva appieno quello che la nave offriva.
Di giorno si crogiolava al sole a bordo piscina, mentre Marie e Rose giovano in acqua.
Da brava madre, mentre leggeva un buon libro, con occhio attento non le perdeva mai di vista.
Dal suo canto Malfoy di giorno sembrava rintanarsi, alla strega di un
predatore notturno che sortiva fuori solo all'imbrunire, quando il sole
calava e la gente scemava per prepararsi alla serata imminente.
Eppure ogni tanto si ritrovava a far vagare lo sguardo alla ricerca di
Malfoy e di suo figlio, che aveva visto di sfuggita, ma che sentiva
spesso piangere disperato, con quel pianto inconsolabile tipico di un
bimbo di quell’età.
Più volte da mamma era stata tentata di irrompere nella stanza
del furetto, strappargli dalle braccia il piccolo e cullarlo
rassicurandolo.
Ma aveva evitato frenandosi, le sembrava di sentire nelle orecchie le
parole acide che lui di certo avrebbe pronunciato se avesse osato tanto.
" Non ho chiesto il tuo aiuto, fatti i fatti tuoi, mezzosangue! "
E poi accadde quello che lei non si sarebbe mai aspettato.
Il lieve bussare la svegliò, a fatica riemerse dal sonno, guardò l'ora, le tre del mattino.
Una voce che sembrava preoccupata, ansiosa, la fece sobbalzare, mentre
confusamente si stropicciava gli occhi, tentando di connettere.
- Granger, sei sveglia? -
- Ora si – borbottò. Ma che domande idiote le faceva?
Erano le tre e la gente normale a quell'ora dormiva. Cosa credeva che
facesse, una seduta di yoga notturna?
Si alzò, indossava un pigiama corto, una canotta aderente che
lasciava intravedere il ventre piatto ed un calzoncino striminzito.
Senza rendersi conto di quanto fosse attraente in quella mise ed
incurante di come dovesse apparire, aprì.
- Granger non so che fare, sono tre ore che piange senza sosta –
disse nervoso e preoccupato, strappandosi a fatica fuori quella
ammissione, quasi gli costasse chiedere il suo aiuto. Senza rispondere
nulla, gli passò davanti e raggiunse la camera di Malfoy, dove
in una culla, singhiozzante e stremato, Scorpius quasi tremava
sconvolto.
Il visetto bagnato e le gote arrossate, la fissava con i suoi espressivi occhioni argentei lucidi di lacrime.
Senza aprire bocca, fece quello che ogni madre avrebbe fatto.
Lo prese in braccio e, cercando di rassicurarlo, lo portò in camera sua, sempre seguita dagli occhi attenti del padre.
- Shhh piccolino, va tutto bene, ora ci rinfreschiamo, fa troppo caldo
eh?! - Lo spogliò e, dopo averlo immerso nell'acqua dove aveva
sciolto dei sali rilassanti, lo spronò a giocare.
Di colpo il piccolo smise di piangere, sembrava soppesare la sua offerta ed alla fine le regalò un sorriso sdentato.
Senza guardare Malfoy in faccia e, rivolgendo le sue attenzioni esclusivamente al figlio di lui, disse
- Intanto prepara un biberon, e metti una pozione blanda per il dolore,
ha le gengive gonfie, quindi sta mettendo qualche dente. -
Maledicendosi per non aver compreso il problema, Draco annuì, ed
andò nella sua camera a prendere ciò che lei gli
chiedeva. Al suo ritorno si bloccò sulla porta a fissare una
scena che gli strinse il cuore, non aveva mai sentito ridere
così suo figlio, almeno non dalla morte di Astoria.
La vide che lo teneva per le manine e gli solleticava il pancino, mentre lui gorgogliava felice.
Ogni tanto intingeva il dito in un vasetto e, dopo aver messo la
crema sul corpicino, lo massaggiava con delicatezza con piccoli
movimenti circolari
E lui si ritrovò a pensare a quelle mani che ripetevano i gesti
sul suo di corpo, ed improvvisamente qualcosa cominciò a
muoversi nei piani bassi.
Istintivamente si guardò la prominenza, visibile attraverso il
tessuto dei pantaloni, quasi vergognandosi per aver fatto pensieri
così assurdi, ma diede la colpa all'astinenza, da quando aveva
perso la moglie non aveva più avuto rapporti intimi con nessuna,
una specie di castità forzata.
Mentre lui combatteva contro il desiderio, Hermione si era avvicinata
ignara, notando la strana espressione, ma senza fare caso al vero
motivo.
Prese il biberon, con un gesto trasformò la poltrona in una
sedia a dondolo e vi si sedette, iniziando a cullare quel
bambino, che a suo avviso aveva solo bisogno di calore.
Mentre Scorpius avido beveva, lei gli cantava una ninna nanna babbana,
e ben preso la nenia ed il dondolio fecero si che lui chiudesse gli
occhietti.
Aveva fatto il miracolo!
Anche se gli costava dirlo.
- Grazie Granger. – Mormorò.
- E di che, anche se non posso dire che tu avresti fatto lo stesso per
me. A tuo figlio manca la mamma. Quello che ho fatto, l'ho potuto
perchè sono una madre. Lascia che ti aiuti, almeno finchè
condividiamo questa vacanza. -
Lui sembrò pensarci, ma si rese conto, osservando la scena, che lei aveva maledettamente ragione e mormorò
- E sia - mentre lo disse, non vide il sorrisetto soddisfatto di Hermione, o l'avrebbe schiantata sicuramente.
E fu così che dal giorno dopo le cose cambiarono, il piccolo
sembrò ritrovare il sorriso, giocava con le figlie di lei, che
fosse nel salottino della cabina, o in piscina, lo sentiva sempre
più spesso ridere, e la sera poi crollava sfinito.
Incrociava spesso lo sguardo di lei che sembrava dirgli
" Hai visto?"
Lui che li osservava in disparte, cercando di non interagire, ne era
quasi geloso, e si stava domandando come avrebbe fatto quando tutto
quello fosse finito
Perchè suo figlio, anche con l'austera tata, non era felice come con la mezzosangue.
Ogni volta che la vedeva sembrava che il suo sguardo si illuminasse, le
tendeva le braccine in quella che lui definiva una strana " danza,"
atta a farsi prendere in braccio da lei, che ridendo gli diceva
- Sei un piccolo affascinante monello, a cui non so dire di no. Vieni qui Casanova. -
E la fantasia di Draco, troppo a lungo imbrigliata, cominciò a correre.
Si ritrovava sempre più spesso a fare voli pindarici su di lei.
Che gli stava prendendo? Non era da lui, eppure quella donna gli stava
prepotentemente entrando dentro, ora dopo ora, giorno dopo giorno.
Finchè, senza rendersene conto, cominciò a giocare o
meglio a partecipare attivamente al quotidiano, e fu la piccola Marie
l'artefice del suo coinvolgimento.
Un paio di giorni dopo, mentre tutti loro erano in piscina e lui in
silenzio sembrava tenerli d'occhio, uscì dall'acqua e,
prendendolo per mano, disse con la semplicità di un bambino
- Vieni, non aver paura, anche se non sai nuotare si tocca, e poi c'è mamma, lei ti salverà se anneghi. -
Parole semplici da bambina, ma che per lui avevano un altro
significato, e poi ci fu quello sguardo che improvvisamente si
incrociò con il suo, in cui lui involontariamente si perse.
Una vocetta interiore, che fino allora aveva messo a tacere, gli diceva:
" Lei è la tua salvezza, lasciati andare. Che aspetti? ".
E così fece, senza rendersene conto, smise quella maschera che indossava ogni giorno, ed un nuovo Draco fece capolino.
Hermione era decisamente e piacevolmente stupita, possibile che quello era l'algido uomo di solo pochi giorni prima?
Ogni volta che la nave attraccava, lui era il primo a proporre una gita
tutti insieme, soddisfaceva ogni capriccio delle bimbe ridacchiando.
- Lascia che faccia almeno questo, come tu hai restituito il sorriso a mio figlio, io voglio regalarlo alla tue.-
Lei scuoteva il capo.
- Malfoy, il denaro non può comprare tutto, tanto meno la felicità. -
Già, lui l'uomo più ricco del mondo magico, l'uomo che aveva tutto, mancava solo di una cosa : la felicità.
Mentre la vacanza proseguiva all'insegna del divertimento, sulla nave serpeggiavano i primi pettegolezzi.
Un Malfoy ed una mezzosangue.
Un Malfoy e la Granger.
Piccole malignità, ma loro ci ridevano su.
Ed una sera mentre ballavano, sentirono una coppia dire una cattiveria gratuita.
A quel punto Draco sentendo lei irrigidirsi offesa, disse
- Ti va di farli crepare d'invidia? - Lei lo guardò perplessa,
domandandogli con gli occhi cosa aveva in mente. Lui sghignazzò
e fece quello che anelava da tempo. Ora aveva la scusa buona.
Si calò sulle sue labbra e, morbido e lento, le baciò saggiandole.
Quel gesto la spiazzò, la stupì piacevolmente, perchè inconsapevolmente era quello che desiderava.
Si godette quel momento, quasi fossero racchiusi in una bolla,
lasciando che il desiderio nascente, represso per troppo tempo venisse
a galla esplodendo.
Il passo fu breve, quella notte Draco silenziosamente entrò
nella stanza di Hermione, non chiese, pretese, lei non cedette,
donò. E si amarono senza remore, senza vergogna, quasi come se
si conoscessero da sempre.
Dolci e passionali
Il fuoco sciolse il ghiaccio, che si trasformò in un fiume in piena, che travolse e non solo lei.
All'inizio furono quasi famelici, poi tutto rallentò come scene alla moviola.
Hermione aveva quasi dimenticato quelle sensazioni e Draco fu un
maestro nel ricordargliele. Inseguirono ognuno gli ansiti
dell’altro, toccando, esplorando, stuzzicando, dove sentivano
l’altro sobbalzare partecipe.
Un brivido, un gemito, un ansito era la loro guida in quella
esplorazione del piacere. Alla fine si persero in quella tempesta di
sensi e, come naufraghi aggrappati l’uno all’altro, si
lasciarono trasportare fin sull’onda più alta.
E come per ogni cosa bella, come per ogni sogno, avviene quel risveglio che spesso non vorresti che accadesse.
Se la notte appartiene agli amanti, il mattino è il momento dei dubbi e degli imbarazzi.
Nessuno dei due si muoveva, lei gli dava le spalle e lui la teneva
abbracciata da dietro in un gesto intimo, la mano appoggiata sul ventre
nudo di lei, la sua virilità sulle natiche.
- Pentita Granger? - Poi vedendo che lei non rispondeva, riprese - So
che sei sveglia, se vuoi, me ne vado, ma sappi solo questo, io non lo
sono. Dopo mesi mi sono sentito vivo e non solo io, e per questo non te
ne sarò mai grato abbastanza. -
La sentì irrigidirsi.
" Le era grata? La stava trattando alla stregua delle sue sciaccquette?
Ma come si permetteva, cosa credeva che lei la dispensava a destra e a
manca? "
Stava per rispondergli a tono, quando lui nuovamente la colpì.
- Sono un idiota, lo so, non sono capace di esprimere con le
parole… Quello che volevo dire è che ...Che sei diventata
importante.. E che.. Insomma.. Che non ti voglio perdere. -
Lentamente si girò, il cuore a mille, non disse nulla, lo baciò solamente.
La vacanza stava per volgere al termine, ma quello era il preludio di
una nuova vita per entrambi, quella Pasqua aveva portato novità
e sorprese, che inaspettate avevano rivoluzionato la loro routine.
E mentre ridevano giocosi, la porta si spalancò, facendo arrossire entrambi, erano stati colti in flagrante.
Le figlie di lei, come due cicloni, si gettarono sul grande letto e Rose con cipiglio da adulta disse
- Lo sapevo.. Lo sapevo che voi non me la contavate giusta.-
Ridendo, Draco chiese
- Perchè piccola saputella, cosa te lo faceva credere? -
- Beh, prima vi guardavate come se dovreste uccidervi da un momento
all'altro e dopo, invece, vi osservavate di nascosto, come l'altro si
girava, voi distoglievate lo sguardo - rispose ovvia.
- Whaoo, abbiamo un osservatrice! - Rispose l'uomo che poi riprese, -
beh, che ne dite di prendere il vostro amichetto ed andare di là
ad aspettarci? Io e vostra madre dobbiamo fare un discorsetto serio. -
Annuendo, Rose si avvicinò alla culla e, prendendo in braccio Scorpius, disse
- Vieni fratellino, mi sa che qui presto diventeremo una grande
famiglia. – E mentre faceva la parte della sorella maggiore
uscì.
Una risata la seguì, Hermione borbottando, si andò a chiudere in bagno.
Sua figlia era sveglia, non c'era che dire, ma forse correva troppo e
lei non voleva che sbattesse la testa illudendosi, in fondo lui era
Malfoy, ed di uno come lui non c'era da fidarsi troppo, ma ormai la
frittata era fatta.
Mentre lei rifletteva, non si accorse di chi l'aveva raggiunta nella doccia ed ora languido la stava insaponando.
- Abituati donna, questo sarà il nostro rito del buon giorno. -
Il cuore di lei fece un tuffo, allora faceva sul serio, allora realmente la voleva nella sua vita.
E poi nuovamente i sensi presero il sopravvento sulla razionalità.
Quando questi furono acquietati, allora seguirono le parole, e tutto divenne improvvisamente reale.
Il nostro futuro non è solo un sogno.
Pasqua di un anno dopo.
Canta una canzone di una fiaba babbana
" I sogni son desideri.."
No, i sogni si possono realizzare, anche in una società moderna esistono le storie a lieto fine.
Ed eccoli arrivare felici, come nessuno avrebbe mai detto.
I Malfoy-Granger ormai erano sulla bocca di tutti, ed al loro incedere i mormorii erano solo di ammirazione.
Si erano sposati sei mesi dopo, per quanto in disaccordo con lei, la cerimonia fu intima per pochi eletti.
Aveva provato ad insistere, voleva sbattere in faccia a tutti quei
pettegoli il loro amore, si, perchè era innamorato e per la
prima volta voleva gridarlo al mondo, voleva un matrimonio in grande.
- No, o accetti le mie condizioni, o io non ti sposo, prendere o
lasciare - aveva detto seria, incrociando le braccia, irremovibile su
quel punto. Non amava essere al centro dell’attenzione, voleva
solo pochi amici al matrimonio, quelli veri, quelli più vicini.
Sbuffando lui aveva scosso il capo.
- Ti pare che per questo mi lasci scappare l'occasione di poterti
chiamare signora Malfoy? Nah, troppo ghiotta, non sai che faccia buffa
fai ogni qualvolta qualcuno lo dice a voce alta.-
I sei mesi successivi furono un’unica luna di miele, ogni giorno
una sorpresa, ogni giorno la scoperta del loro amore che cresceva.
Ed infine quel dono, con cui avevano pensato di festeggiare, dove tutto era nato.
Stesso periodo, stessa nave, stesse persone ma diverse, perchè ora erano felici.
E la felicità non ha prezzo, non si compra, si conquista.
Ed ora tra meno di sei mesi, la famiglia sarebbe nuovamente cresciuta.
Un nuovo bimbo, un nuovo scalpiccio per casa, un figlio loro, che
sarebbe stato amato come erano amati gli altri della loro ciurma.
Piccoli monelli sempre pronti a spalleggiarsi.
Compreso il piccolo Scorpius, che un giorno stupendo tutti aveva chiamato Hermione
" Mamma! "
Lacrime di gioia sul viso della donna, perle salate ricche d'amore.
Lo amava realmente come un figlio, ma avrebbe fatto in modo che non
scordasse la sua vera madre, gli avrebbe spiegato la sottile
differenza, chiaro
non ora era troppo piccolo, ma spesso tenendolo per mano lo portava davanti ad un ritratto e gli diceva
- Guarda cucciolo, questa è la tua vera mamma, io ci sarò
sempre, ogni volta che ne avrai bisogno. Io sono qui presente, lei devi
rimanere qui – e, toccandole il petto dove in piccolo cuoricino
batteva, - nel tuo cuore, non dimenticarla mai amore mio. Lei non l'ha
fatto, ne sono certa, e ti sarà sempre accanto per guidarti.-
Lo sguardo del bimbo era perplesso, troppo giovane per capire la
complessità del discorso, ma lei voleva che lui non ne perdesse
la memoria.
Era la donna che gli aveva donato la vita, ed era quella che in qualche modo aveva cambiato i loro destini. Lei le doveva molto.
Draco li aveva osservati nascosto, ed aveva ammirato la donna, che non
si voleva sostituire alla vera madre di suo figlio, come avrebbe fatto
una femmina qualsiasi, ma solo affiancare nel cammino della vita il
piccolo Scorpius, senza cancellare la memoria di Astoria.
L'amore per alcuni era solo chimica, una reazione.
Per altri, come loro, era qualcosa di dirompente, nessuno dei due
poteva credere che potesse dare così tanto, che potesse colmare
ogni spazio, riempire ogni piccolo momento, anche solo con piccoli
gesti.
E fu così che quella notte lui le fece una confessione. Cullati
dalle onde del mare e dall'odore di salsedine che entrava
dall'oblò, lei si era resa conto che qualcosa lo tormentava, ma
non voleva fargli pressione. In quei mesi aveva imparato che ognuno
aveva i suoi tempi.
Poi lo sentì prendere fiato e soffiarle vicino all'orecchio,
soppesando ogni singola parola che diceva, nella speranza che arrivasse
a segno.
- Amare te, è stato come farsi travolgere da un urgano. Sei
arrivata inaspettata, con un turbinio mi hai conquistato e avvolto. Io
ero come " rotto ", e mi crogiolavo nelle macerie che erano la mia
vita, il mio animo era lacerato e tu con pazienza certosina, pezzo dopo
pezzo, lo hai incollato, mi hai ridato un’identità e la
voglia di vivere. Senza che me ne rendessi conto, lentamente hai
scavato per portarmi in superficie e, quando ci sono giunto, mi sono
perso nel tuo sguardo così ricco d'amore e che mi dava
speranza. Vorrei poter cancellare il nostro passato, quello dove uno
stronzo e supponente ragazzino ti feriva. Perdonami Hermione. -
Hermione ascoltava in silenzio incredula, gli occhi le pizzicavano, non
poteva credere che lui le stesse dicendo quelle parole, che le avevano
toccato il cuore, e con la voce rotta dall'emozione rispose
- Il destino insegna che nella vita non bisogna mai dare nulla per
scontato, a tutto c'è un perchè. Come io ti sono
lentamente entrata dentro, tu sei scivolato di soppiatto in me,
appropriandoti prima della ragione, poi dell'anima ed infine del cuore.
Di te, ora come ora, ricordo solo i momenti belli. La tua mano fra i
miei capelli, le tue dita che mi sfiorano il viso, vedo i tuoi
splendidi occhi che mi cercano e che luccicano quando incontrano i
miei. E vedo che quel velo di tristezza, che prima ci leggevo, ora
è scomparso. Se chiudo le palpebre, posso sentire le tue labbra
che percorrono il mio corpo, i tuoi baci appassionati, che solo un uomo
innamorato sa dare. Ed infine anelo solo il tuo abbraccio, quello che
mi dai ogni volta, quando abbiamo fatto all'amore, che dice tutto e ti
trasmette quello che le parole non riescono ad esprimere, e da cui io
non voglio sottrarmi, in cui voglio perdermi. Ti amo Draco, e posso
dirlo con certezza e non finto dovere. Ti amo, come non ho mai amato
nessuno! -
Lui sentì il petto scoppiargli e, senza vergogna, le soffiò sulle labbra, prima di baciarla,
- Ti amo anche io, e voglio gridarlo al mondo intero, non mi importa se
mi prederanno per matto. Ma ti amo, ed ogni giorno di più. -
E a suggellare quelle confessioni, si amarono, lenti e appassionati.
Se la Pasqua dell'anno precedente era stata una sorpresa, questa non era stata da meno.
In fondo cos'è questa ricorrenza senza una qualcosa di inaspettato?
Pasqua è sinonimo di rinascita, che sia interiore, spirituale o
materiale, ad ognuno porta qualcosa, meglio ancora se tutte.
A loro aveva portato in regalo l'amore, quello da favola.
Inaspettato, meraviglioso.
Presto la loro gioia si sarebbe completata con una nuova nascita, il cerchio alla fine si era chiuso!
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